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Eluana Englaro (Lecco, 25 novembre 1970Udine, 9 febbraio 2009) è stata una donna italiana che ha vissuto in stato vegetativo persistente per 17 anni, fino alla morte. Tale situazione fu causata da un incidente stradale avvenuto il 18 gennaio 1992, al ritorno da una festa a Pescate, paese alle porte di Lecco.

La richiesta della famiglia di interrompere l'alimentazione forzata, considerata un inutile accanimento terapeutico, è stata accolta dalla magistratura per «mancanza della benché minima possibilità di un qualche, sia pure flebile, recupero della coscienza e di ritorno ad una percezione del mondo esterno» [1] ed in base alla volontà della ragazza, ricostruita tramite testimonianze.

Il caso Englaro

Il caso ha alimentato in Italia un ampio dibattito, mediatico prima, politico-istituzionale poi, sui temi legati alle questioni di fine vita. Una parte dell'opinione pubblica, prevalentemente vicina alla Chiesa cattolica, si è dichiarata contraria all'interruzione della somministrazione assistita di alimenti e liquidi (mediante sondino nasogastrico), considerata equivalente all'eutanasia [2]. Un'altra parte del Paese, prevalentemente di area laica, ma anche ambienti vicini ad altre professioni religiose [3], si sono dichiarati favorevoli al rispetto della ricostruita volontà della diretta interessata pur in assenza di un formale testamento biologico.

Il punto principale delle divergenze riguarda l'alimentazione e l'idratazione, ossia se considerarle un trattamento sanitario o qualche cosa di differente rispetto ad una terapia, e se la loro eventuale sospensione possa essere effettuata da terzi in mancanza di una diretta ed esplicita volontà del paziente.

Tuttavia, nel caso l'alimentazione forzata venisse considerata una "terapia", entrambe le posizioni potrebbero trovare una comune interpretazione, configurando le procedure mediche come accanimento terapeutico, e trovando riscontro sia nel Catechismo della Chiesa Cattolica (n° 2278) che nella Costituzione Italiana (art. 32), dopo un ragionevole accertamento della originaria volontà di Eluana:

«L'interruzione di procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati attesi può essere legittima. In tal caso si ha la rinuncia all'«accanimento terapeutico». Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire. Le decisioni devono essere prese dal paziente, se ne ha la competenza e la capacità, o, altrimenti, da coloro che ne hanno legalmente il diritto, rispettando sempre la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente.»
«La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.»

A livello internazionale, dal punto di vista scientifico e bioetico, sembrerebbe che le interpretazioni prevalenti siano quelle di considerare l'alimentazione e l'idratazione forzata per individui in stato vegetativo persistente come un accanimento terapeutico [6], mentre in Italia il Comitato nazionale di bioetica si è espresso (nel 2005) in modo differente ed ambiguo [7].

Riguardo alla decisione sulla sospensione delle terapie da parte di terzi, il Codice di Deontologia Medica, all'articolo 34, afferma che il medico, in assenza di una esplicita manifestazione della volontà del paziente, dovrà comunque tenere conto delle precedenti manifestazioni di volontà dallo stesso (in aderenza alla Convenzione europea di bioetica del 1997) [8].

Il caso Englaro ha portato alla luce alcune gravi lacune del sistema giuridico italiano per quanto riguarda vicende bioetiche analoghe, riaprendo il dibattito su una eventuale legge che prenda in considerazione forme di testamento biologico.

Cronologia

Vicende giudiziarie

Beppino Englaro ha iniziato a chiedere per via giudiziaria la sospensione dell'alimentazione artificiale e delle terapie nei confronti della figlia Eluana a partire dal 1999, portando a supporto della richiesta diverse testimonianze volte a dimostrare l'inconciliabilità dello stato in cui si trovava e del trattamento di sostegno forzato che le consentiva artificialmente di sopravvivere (alimentazione/idratazione con sondino naso-gastrico) con le sue precedenti convinzioni sulla vita e sulla dignità individuale [1].

Il procedimento è arrivato fino alla Corte di Cassazione che nel marzo 2006 ha respinto le richieste della famiglia Englaro per un vizio del procedimento. Il ricorso, a suo tempo, non era stato notificato ad alcuna controparte portatrice di un interesse contrario a quello di Eluana Englaro. Il ricorso era stato presentato ai sensi dell'articolo 32 della costituzione italiana: «Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana».

A seguito di un nuovo ricorso del padre, la Corte di Cassazione ha rinviato il caso «ad una diversa sezione della Corte d'Appello di Milano». La sentenza numero 21748/2007 depositata il 16 ottobre 2007 ha stabilito due presupposti necessari per poter autorizzare l'interruzione dell'alimentazione artificiale:

  • Occorre che «la condizione di stato vegetativo sia, in base ad un rigoroso apprezzamento clinico, irreversibile e non vi sia alcun fondamento medico, secondo gli standard scientifici riconosciuti a livello internazionale, che lasci supporre la benché minima possibilità di un qualche, sia pure flebile, recupero della coscienza e di ritorno ad una percezione del mondo esterno» [9].
  • Occorre altresì «che tale istanza sia realmente espressiva, in base ad elementi di prova chiari, univoci e convincenti, della voce del paziente medesimo, tratta dalle sue precedenti dichiarazioni ovvero dalla sua personalità, dal suo stile di vita e dai suoi convincimenti, corrispondendo al suo modo di concepire, prima di cadere in stato di incoscienza, l'idea stessa di dignità della persona [9].

Con decreto del 9 luglio 2008, la Corte d'Appello Civile di Milano ha autorizzato il padre Beppino Englaro, in qualità di tutore, ad interrompere il trattamento di idratazione ed alimentazione forzata che mantiene in vita la figlia Eluana.[1][10]

Le Suore Misericordine di Como, che dal 1994 si sono occupate di Eluana presso la casa di cura Beato Luigi Talamoni di Lecco, si sono rifiutate di interrompere l'idratazione e l'alimentazione forzate manifestando la disponibilità a continuare ad assistere la donna. Per tale motivo il padre ha deciso di trasferire la figlia presso altra struttura ove dare seguito alle sue volontà (certificate nel decreto attraverso le testimonianze).

A seguito della decisione della Corte di Cassazione vi sono state varie manifestazioni, come quella a favore promossa dai Radicali Italiani[11] e quella contraria promossa dal giornalista Giuliano Ferrara. Sono stati inoltre presentati alcuni appelli, come quello dell'associazione Scienza & Vita[12] e quello del giornalista Magdi Allam[13] favorevoli alla continuazione delle cure e, sul versante opposto, quello dei Radicali di Lecco[14].

In riferimento a quest'ultima sentenza, entrambi i rami del Parlamento italiano hanno votato la promozione di un conflitto di attribuzione contro la Corte di Cassazione, ritenendo che la sentenza dell'ottobre 2007 costituisca «un atto sostanzialmente legislativo, innovativo dell'ordinamento normativo vigente», come indicato dalla relazione di maggioranza della Commissione Affari Costituzionali annunciata in aula il 22 luglio 2008[15]. Tale atto è stato respinto dalla Consulta.

La Procura della Repubblica di Milano ha a sua volta presentato ricorso contro il decreto della corte d'appello. Tuttavia il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Cassazione[16], scatenando altre polemiche.

Il 13 novembre 2008 la Corte Suprema di Cassazione ha respinto il ricorso della procura di Milano contro l'interruzione di alimentazione e idratazione artificiale, accogliendo così la volontà del padre di Eluana. Nel merito del provvedimento alcuni giuristi hanno criticato le motivazioni con cui la Cassazione ha rigettato il ricorso del pubblico ministero. [17].

Il 16 dicembre 2008 il ministro Maurizio Sacconi ha emanato un atto d'indirizzo che vieta alle strutture sanitarie pubbliche e quelle private convenzionate col Servizio Sanitario Nazionale l'interruzione dell'idratazione e dell'alimentazione forzate con la minaccia di escludere queste strutture dallo stesso[18]; lo stesso giorno, la casa di cura Città di Udine (che non fa parte del Servizio Sanitario Nazionale in quanto il Friuli-Venezia Giulia ne è uscito dal 1996) ha annunciato che una volta chiarite le questioni legali sarebbe stata pronta ad accogliere Eluana. Quasi un mese dopo la casa di cura tuttavia ha ritirato tale disponibilità.

Il 19 dicembre 2008 Marco Cappato (segretario dell'Associazione Luca Coscioni), Antonella Casu (segretaria dei Radicali Italiani), e Sergio D'Elia (segretario di Nessuno Tocchi Caino), hanno presentato denuncia verso il Ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, presso la Procura di Roma, per violenza privata ed intimidazioni [19], in seguito al suo atto d'indirizzo[20] di pochi giorni prima.

Il 22 dicembre 2008 anche la Corte europea per i diritti dell'uomo ha respinto le richieste di varie associazioni contrarie all'interruzione dell'alimentazione e dell'idratazione non giudicando sul caso specifico ma semplicemente considerando la richiesta "irricevibile" in quanto "i ricorrenti non hanno alcun legame diretto".[21][22]

Il 17 gennaio 2009, in seguito alla denuncia dei dirigenti dei Radicali Italiani, la Procura di Roma ha iscritto il ministro Maurizio Sacconi nel registro degli indagati.[23]

Il 26 gennaio 2009 il Tribunale Amministrativo Regionale ha accolto il ricorso della famiglia Englaro contro la Regione Lombardia ed ha imposto a quest'ultima di individuare una struttura ove dar corso alla sentenza della Corte di Cassazione.[24]

Condizioni fisiche della donna

Poco tempo prima della morte, Eluana ha ricevuto la visita della giornalista Marinella Chirico, che così descrive la sua condizione:

«Eluana, era esattamente così come si può immaginare possa essere una donna in stato vegetativo da 17 anni: assolutamente irriconoscibile rispetto alle foto che si vedono. Una donna completamente immobile, che gli infermieri e i sanitari erano costretti a spostare ogni due ore per evitare che il corpo si piagasse. Le orecchie avevano delle lesioni perché l'unica parte che non si poteva tutelare era questa. Era una situazione devastante, emotivamente molto forte l'impatto. [25]»

Attuazione del protocollo

Il 3 febbraio 2009, alle ore 1.30, un'ambulanza con a bordo Eluana Englaro ha lasciato la casa di cura Beato Luigi Talamoni di Lecco giungendo, intorno alle 6.00, presso la residenza sanitaria assistenziale "La Quiete" di Udine. Tale struttura si è infatti dichiarata disponibile ad ospitare la Englaro per l'attuazione della sentenza di sospensione dell'idratazione e dell'alimentazione forzata. Una equipe di circa quindici tra medici e paramedici, volontari ed esterni alla clinica, intende attuare il protocollo terapeutico concordato con la famiglia Englaro conformemente a quanto disposto in decreto dalla Corte d'Appello di Milano.

Al mattino del 6 febbraio 2009 l'equipe che segue il caso Englaro ha annunciato l'avvio della progressiva riduzione dell'alimentazione. Alle ore 14 il consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge per impedire la sospensione dell'alimentazione e dell'idratazione dei pazienti. In precedenza il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano aveva inviato una lettera al premier indicando forti perplessità circa l'ipotesi di intervenire per decreto sull'attuazione della sentenza e riserve sulla costituzionalità dello stesso.[26] Il Presidente della Repubblica ha poi rifiutato di firmare il decreto poiché non superava le obiezioni di incostituzionalità precedentemente espresse [27] [28]. Alle ore 20 il consiglio dei ministri, riunito in sessione straordinaria, ha approvato un disegno di legge con gli stessi contenuti del decreto rifiutato in precedenza. Tale disegno di legge è stato immediatamente trasmesso al senato che si riunirà per discuterne in sessione straordinaria già lunedì 9 febbraio 2009 (normalmente il lunedì l'Aula di Palazzo Madama è chiusa). Durante la giornata molti commentatori e leader politici hanno stigmatizzato lo scontro istituzionale in atto fra il governo e il Capo dello Stato.[29]

La sera del 7 febbraio 2009 alcuni media hanno diffuso la voce secondo cui "per la gravità della situazione" sarebbe stato modificato il protocollo, anticipando la sospensione totale dell'idratazione e dell'alimentazione.[30] I legali della famiglia Englaro hanno poi precisato che il protocollo non ha subito modifiche ma è differente rispetto a quello previsto per il ricovero alla clinica "Città di Udine".[31]

Il caso Englaro, che ha suscitato in Italia pubbliche manifestazioni in supporto di ciascuna delle posizioni, è seguito anche dalla stampa internazionale.[32]

La sera del 9 febbraio 2009, alle ore 19:35 circa si spegne Eluana. Tra le 20:01 e le 20:04 vengono informati alcuni giornali, come affermerà il giornalista Emilio Fede il giorno 10 febbraio 2009 durante un intervista di Piero Chiambretti su una trasmissione di Italia Uno. Alle 20:24, viene ulteriormente diramata la notizia del decesso di Eluana presso la clinica di Udine.[33][34] La notizia giunge durante la discussione nell'aula del Senato della Repubblica del provvedimento numero 1369,[35] in materia di alimentazione ed idratazione, da parte del senatore Riccardo Villari che conferma la morte avvenuta alle 20.10 dello stesso giorno. Alle 20.40 la notizia è stata confermata anche da Ines Domenicali, presidente della RSA nella quale Eluana era ricoverata. Il Governo, d'accordo con la Presidenza del Senato e con i gruppi parlamentari, accetta di ritirare il disegno di legge in cambio dell'immediata discussione del testo più articolato relativo al testamento biologico e alla disciplina dei casi di fine vita.

Mercoledì 11 febbraio viene reso noto l'esito dell'autopsia effettuata sul corpo di Eluana, da cui si evince come causa del decesso un arresto cardiaco derivante da disidratazione, compatibile quindi con il protocollo previsto e citato nella perizia.[36]

Note

  1. ^ a b c Decreto della Corte d'Appello di Milano - 9 luglio 2008
  2. ^ Per la Santa Sede interrompere l'alimentazione è «disumano ed equivale a un assassinio»; Eluana, attesa per l'ultimo verdetto. Il Vaticano: stop ad alimenti è omicidio, su corriere.it. URL consultato il 16-02-2009.
  3. ^ Si veda ad esempio la posizione della Chiesa Valdese; Eutanasia, su firenzevaldese.chiesavaldese.org, chiesavaldese.org. URL consultato il 16-02-2009. Nascita morte o vita?, su chiesavaldese.org. URL consultato il 16-02-2009.
  4. ^ Catechismo della Chiesa Cattolica, 2278
  5. ^ Art. 32 della Costituzione Italiana
  6. ^ A titolo riassuntivo si consideri la sentenza della Suprema Corte statunitense, per l'analogo caso Terri Schiavo, che afferma che «non v'è dubbio che l'idratazione e l'alimentazione artificiali con sondino nasogastrico costituiscono un trattamento sanitario. Esse, infatti, integrano un trattamento che sottende un sapere scientifico, che è posto in essere da medici, anche se poi proseguito da non medici, e consiste nella somministrazione di preparati come composto chimico implicanti procedure tecnologiche. Siffatta qualificazione è, del resto, convalidata dalla comunità scientifica internazionale»; cit. in Bioetica e alimentazione, su crcbcp.com, Consulta regionale campana per la bioetica e le cure palliative. URL consultato il 15-02-2009.
  7. ^ «Alla luce delle precedenti considerazioni, il CNB ribadisce conclusivamente che:
    a) la vita umana va considerata un valore indisponibile, indipendentemente dal livello di salute, di percezione della qualità della vita, di autonomia o di capacità di intendere e di volere;
    b) qualsiasi distinzione tra vite degne e non degne di essere vissute è da considerarsi arbitraria, non potendo la dignità essere attribuita, in modo variabile, in base alle condizioni di esistenza;
    c) l'idratazione e la nutrizione di pazienti in SVP vanno ordinariamente considerate alla stregua di un sostentamento vitale di base;
    d) la sospensione dell'idratazione e della nutrizione a carico di pazienti in SVP è da considerare eticamente e giuridicamente lecita sulla base di parametri obiettivi e quando realizzi l'ipotesi di un autentico accanimento terapeutico;
    e) la predetta sospensione è da considerarsi eticamente e giuridicamente illecita tutte le volte che venga effettuata, non sulla base delle effettive esigenze della persona interessata, bensì sulla base della percezione che altri hanno della qualità della vita del paziente.»; L'alimentazione e l'idratazione dei pazienti in stato vegetativo persistente (PDF), su governo.it, Comitato nazionale di bioetica, 2005. URL consultato il 15-02-2009.
  8. ^ «Il medico, se il paziente non è in grado di esprimere la propria volontà in caso di grave pericolo di vita, non può non tenere conto di quanto precedentemente manifestato dallo stesso.» Codice di Deontologia Medica, art. 34, su portale.fnomceo.it, Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri. URL consultato il 17-02-2009.
  9. ^ a b Sentenza corte di Cassazione n.21748/2007
  10. ^ Eluana, stop alle macchine Il padre: "Ora la libereremo", in La Repubblica, 09 luglio 2008. URL consultato il 21-11-2008.
  11. ^ Eluana: Radicali, veglia domenica davanti al Duomo di Torino, su news.kataweb.it.
  12. ^ Appello di Scienza & Vita: no alla condanna a morte di Eluana Englaro, su scienzaevita.org. URL consultato il 18-07-2008.
  13. ^ Magdi Allam, Appello per difendere il diritto alla vita di Eluana Englaro, su magdiallam.it. URL consultato il 16-07-2008.
  14. ^ Appello libertà per Eluana Englaro, su radicalilecco.org.
  15. ^ Documento XVI n. 1, su senato.it, Senato della Repubblica Italiana. URL consultato il 16-11-2008.
  16. ^ Cassazione, stop all'alimentazione Il padre di Eluana: "È uno stato di diritto", 13 novembre 2008. URL consultato il 16-11-2008.
  17. ^ Eluana Englaro, una vita spenta per sentenza ingiusta, su it.youtube.com, 19-11-2008. URL consultato il 21-11-2008. Il video dei professori ordinari di Diritto privato che spiegano perché è inaccettabile la sentenza delle Sezioni unite
  18. ^ Si tratta di minaccia, secondo alcune interpretazioni, in quanto l'indirizzo "non è atto amministrativo vincolante né ha contenuto prescrittivo". Notizia Ansa
  19. ^ Il testo della denuncia presentata dai dirigenti del Partito Radicale (PDF), su lucacoscioni.it, Associazione Luca Coscioni. URL consultato il 09-02-2009. - raggiungibile anche da qui
  20. ^ Eluana, Sacconi: niente stop all'alimentazione in ospedale, su corriere.it, 16-12-2008. URL consultato il 09-02-2009.
  21. ^ Eluana, la Corte di Strasburgo respinge il ricorso delle associazioni, su ilsole24ore.com, Il Sole 24 ore, 22-12-2008. URL consultato il 09-02-2009.
  22. ^ Eluana, la Corte di Strasburgo "No a ricorso contro la sentenza", su repubblica.it, La Repubblica.it, 22-12-2008. URL consultato il 09-02-2009.
  23. ^ Eluana, indagato il ministro Sacconi per violenza privata. «Atto dovuto», su corriere.it, 17-01-2009. URL consultato il 09-02-2009.
  24. ^ Eluana, TAR accoglie ricorso contro la Regione, su ansa.it, ANSA, 27-01-2009. URL consultato il 09-02-2009.
  25. ^ La Repubblica (PDF), su repubblica.it.
  26. ^ Eluana: CDM vara decreto, su repubblica.it, La Repubblica.it. URL consultato il 09-02-2009.
  27. ^ Eluana, il governo approva il decreto - Stop di Napolitano: è incostituzionale, su lastampa.it, La Stampa.it, 07-02-2009. URL consultato il 09-02-2009.
  28. ^ Comunicato del Quirinale
  29. ^ Caso Englaro: i commenti e le reazioni sul DL approvato all'unanimità, su clandestinoweb.com, Clandestinoweb, 06-02-2009. URL consultato il 09-02-2009.
  30. ^ "Sospesa l'alimentazione ad Eluana", su lastampa.it, La Stampa.it, 07-02-2009. URL consultato il 09-02-2009.
  31. ^ Avvocato Campeis, non è alimentata ma protocollo rispettato, su agi.it, AGI News On, 07-02-2009. URL consultato il 09-02-2009.
  32. ^ Il caso Eluana sulla stampa estera, su mmedia.kataweb.it, La Repubblica.it, 06-02-2009. URL consultato il 09-02-2009.
  33. ^ È morta Eluana Englaro, su tgcom.mediaset.it, tg.com, 09-02-2009. URL consultato il 09-02-2009.
  34. ^ Eluana Englaro muore mentre il Senato discute il ddl, su it.reuters.com, Reuters Italia, 09-02-2009. URL consultato il 09-02-2009.
  35. ^ Disegno di legge N. 1369 della 16° Legislatura, su senato.it, Senato della Repubblica. URL consultato il 09-02-2009.
  36. ^ Eluana, morte compatibile con protocollo, su corriere.it, 11-02-2009. URL consultato l'11-02-2009.

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