Candido Cannavò

giornalista e mezzofondista italiano (1930-2009)
«Non sapremo mai ciò che la medicina ha perso, visto che il giovane Cannavò ha deciso di diventare giornalista, ma sappiamo quanto ci ha guadagnato lo sport e noi con lui.»

Candido Cannavò (Catania, 29 novembre 1930) è un giornalista italiano.

Biografia

Ha iniziato come giornalista sportivo ne La Sicilia a diciannove anni. Dal 1952 al 1955 ha ricoperto la carica di presidente del Cus Catania. Nel 1955 è stato ingaggiato come corrispondente da La Gazzetta dello Sport. Successivamente è diventato anche inviato speciale e tra le manifestazioni di cui si è occupato si ricordano alcuni Mondiali di calcio, ben 9 Olimpiadi e moltissimi Giri d'Italia.

Nel 1981 è diventato vicedirettore, poi condirettore e nel 1983 è succeduto a Gino Palumbo come direttore responsabile del quotidiano. È rimasto in carica 19 anni, fino al 2002, quando è stato sostituito da Pietro Calabrese. Durante la sua carica, la Gazzetta dello Sport si è consolidata come maggiore giornale italiano, ha iniziato la pubblicazione del settimanale Sportweek e ha aperto il proprio sito web. Oggi è opinionista (sempre per la Gazzetta) e cura le rubriche Candidamente e Fatemi capire. È il padre del giornalista Alessandro Cannavò, redattore capo al Corriere della Sera.

Il suo impegno è andato al di là dello sport. Da sempre si è occupato dei problemi della società, soprattutto della sua terra, e da quando ha smesso di dirigere la Gazzetta dello Sport ha pubblicato la sua biografia e tre saggi, che narrano la situazione delle prigioni italiane, dei disabili e dei senzatetto.

Giovedì 19 Febbraio 2009 è stato ricoverato urgentemente all'ospedale Santa Rita di Milano dopo essere stato colpito da un malore[1].

Opere

Onorificenze

Note

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