Gamma (miniserie televisiva)
Gamma è uno sceneggiato televisivo giallo con sfondo fantastico, trasmesso dalla Rai nel 1975, diretto da Salvatore Nocita, su un soggetto del Prof Fabrizio Trecca.
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| Durata | 4h |
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Ambientato in Francia in un futuro non specificato, racconta di un trapianto di cervello su un giovane pilota automobilistico infortunato e delle implicazioni cui porterebbe tale possibilità. Nonostante l'epoca di realizzazione, l'improbabilità del soggetto, l'opera conserva tuttora una validità per la bravura del cast e per la suspense tipica del giallo. La fantascienza cede il passo al thriller in quanto vi è una serie omicidi i quali colpevoli (o la loro responsabilità) rimangono incerti sino all'epilogo.
Per la struggente colonna sonora, composta dal maestro Enrico Simonetti, non sarebbe ingiusto sostenere che lo sceneggiato sia la "colonna visiva" di questo brano.
Sobrio negli effetti scenici e nelle trovate fantascientifiche, mostra un mondo futuribile non molto diverso da quello dell'epoca della produzione se non per la locazione avveniristica (scorci di un quartiere residenziale torinese ed di uno parigino) ed alcune novità tecnologiche puramente marginali, come un videotelefono provvisto di disco combinatore, i computer con schede perforate e le stampanti ad aghi, le auto Citroen dalla linea comunque avveniristica. Probabilmente non era previsto uno sviluppo digitale delle fotocamere che continuano l'uso del supporto su pellicola).
La pena di morte è fondamentale per la trama e da qui la locazione francese, sebbene l'ultima esecuzione risalirà a due anni più tardi per essere totalmente abolita nel 1981. La ghigliottina, pur se rimodernata, provvista di uno struggente automatismo a tempo, situata in una camera più ospedaliera che di esecuzioni, mantiene la tradizione dell'ultima sigaretta. La profonda differenza sta nella posizione del condannato con il volto rivolto verso la lama e l'assenza del taglio di capelli.
L'elemento saliente dell'opera è il dibattito sul progresso raggiunto dalla medicina che interviene radicalmente su un essere umano e il pericolo della diffusione delle droghe sempre più subdole, qui sotto forma di una comune sigaretta, il cui fruitore diviene dipendente sia dello stupefaciente che dello spacciatore (i media tendevano allora ad eleggere la cosiddetta sigaretta drogata unico mezzo di assunzione, celando una più brutale siringa).
Lo sceneggiato fu parodiato da Raimondo Vianello e Sandra Mondaini in uno sketch televisivo intitolato Delta[1].
I personaggi
Daniel Lucas
Figura cardine della storia che compare all'inizio ed alla fine della serie è fratello di Nicole, moglie di Jean. Nella fasi di ricostruzione dei ricordi vengono omesse informazioni a lui riguardanti.
Marianne Laforet
Spregiudicata e affascinante ragazza è una trafficante di stupefacenti. Riesce a comandare Daniel mediante droghe contenute in sigarette, sigarette usate anche per il traffico stesso. Il suo nuovo fidanzato è Philippe amico e collega di Jean che la conosce subito prima dell'incidente.
Madre di Daniel
Negli episodi non se ne conosce il nome, affranta dal dolore per la perdita del figlio si disinteressa dell'altra figlia e frequenta assiduamente il circo dove Marianne lavora tanto da venir notata da uno dei nani che la diffida dal continuare a frequentare gli spettacoli. Questo nano altri non è infatti che il capo della banda di narcotrafficanti di cui Marianne fa parte.
Jean Delafoy
Protagonista dell'argomento della serie, omicida inconscio e salvatore di se stesso. Dopo l'intervento ha la lucidità di non riconoscere il proprio meccanico per evitare di riprendere a correre. Rinuncia a ritrattare la propria confessione e completa su se stesso l'opera di ricostruzione della propria personalità.
Nicole Delafoy
Personaggio di forte umanità che affronta con coraggio la perdita del fratello ed il continuo pericolo di vita del marito, la vita di Jean è infatti a rischio per il suo mestiere stesso, per l'incidente e per la sorte di fronte alla giustizia.
La trama
Primo episodio
Un giovane, Daniel, viene ghigliottinato per l'omicidio di un poliziotto. La sentenza viene ritenuta giusta anche dallo stesso Daniel ma in realtà era stato indotto al delitto dalla sua amante Marianne, una affascinante e perfida trafficante di sostanze stupefacenti. Subito dopo Jean (Cognato di Daniel) ha un terribile incidente in pista e riporta danni cerebrali irreversibili. L'equipe del dottor Duval decide che è il soggetto adatto per operare il primo trapianto di cervello su di un essere umano.
La moglie Nicole, anche se sconcertata autorizza l'intervento che viene eseguito con successo. L'identità del donatore verrà tenuta assolutamente segreta.
Secondo episodio
Jean deve ora seguire una lunga fase di riabilitazione in cui vengono ricostruiti i suoi ricordi e la sua personalità.
Appena riabilitato, Jean ha un recupero fisico perfetto ma assume atteggiamenti insoliti, inizia a fumare e domanda molto di Daniel. La moglie viene rassicurata dai medici che si tratta di circostanze normali ma inspiegabilmente, una sera, Jean trova e strangola Marianne.
Terzo episodio
Jean è cosciente di aver commesso un delitto, conosce la sua sorte, e decide di fuggire. Mediante tecniche poliziesche sofisticate, una testimone è in grado di ricostruire fotograficamente il volto di Jean. In esso l'ispettore riconosce l'uomo di cui era stata denunciata la scomparsa poco prima ed inizia la caccia. Jean tenta una disperata fuga in moto ma viene braccato ed arrestato.
Durante il processo, Il dottor Duval è costretto a svelare alla corte (e a Jean stesso) il tipo di intervento subito scatenando nel suo paziente una reazione emotiva.
Quarto episodio
Al processo Jean ammette di essere stato l'esecutore del delitto ma non sa darne un movente. Viene anche appurato che non poteva conoscere la sua vittima[2].
In cella, nella sua solitudine, Jean riflette su chi sia effettivamente ma poi capisce che questi suoi stessi interrogativi confermano che egli è ancora se stesso.
Il processo diventa un vero e proprio dibattito sulla natura del tipo di intervento subito, viene esposta la teoria secondo cui anche con il cervello di un altro l'individuo possa mantenere la propria personalità. La personalità non sarebbe cioè contenuta tutta e solo nel cervello. Il cervello, sempre secondo le argomentazioni che l'autore fa sostenere al personaggio del dottor Duval, potrebbe essere un contenitore potenzialmente uguale per tutti.
Nonostante le incongruenze della ricostruzione, Jean viene ritenuto colpevole sia dalla giuria che dal computer e mandato al patibolo. Un colpo di scena finale, basato su una intuizione di Jean stesso, risolve la tensione dei quattro episodi salvando sia la vita di Jean che la sensatezza dell'intervento subito.
Si decide anche di svelare l'identità del donatore con quella di "un modesto impiegato morto di polmonite" [3]
Curiosità
L'implicata marca di sigarette Marechal ricorda le famose Gauloises di tipo Caporal, di tipo forte, senza filtro, dal caratteristico pacchetto floscio color celeste.
Note
- ^ [1]
- ^ Pur avendo Philippe presentato Marianne a Jean poco prima dell'incidente, resta il fatto che, al momento del delitto la ragazza era travestita per uno spettacolo ed era irriconoscibile anche per via di una pesante maschera che Jean le strappa, una volta uccisa, per sincerarsi che si trattasse effettivamente di Marianne.
- ^ La didascalia, oltre a fugare definitivamente i sospetti su a chi possa essere appartenuto il cervello, fa anche riflettere sul fatto che nonostante sia stato possibile giungere a trapiantare un cervello umano si possa però ancora morire di polmonite.