Reale cappella del Tesoro di san Gennaro

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Cupola della Cappella del Tesoro vista da Piazza Riario Sforza
L'interno della cupola

La Reale Cappella del Tesoro di San Gennaro, all’interno della Cattedrale di Napoli, oltre a custodire le reliquie ed il sangue di San Gennaro è uno dei gioielli universali dell’arte, ricca di marmi, affreschi, dipinti e altre opere d’arte dei migliori artisti dell’epoca è sicuramente uno dei monumenti più importanti del barocco napoletano seicentesco, per l’insieme di decorazioni che videro la partecipazione di artisti di eccezionale levatura.

Storia

Negli anni 1526 e 1527 la città di Napoli subiva contemporaneamente due flagelli: la guerra tra Spagna e Francia che ebbe come principale teatro proprio il regno di Napoli e la pestilenza che trovò terreno fertile sulla carestia e sulla fame conseguente alla guerra.

Per questi tragici avvenimenti, il popolo di Napoli il 13 gennaio 1527, nell’anniversario della traslazione delle ossa di San Gennaro da Montevergine a Napoli, implorò la protezione del Santo Patrono, formulando il voto solenne di erigergli una nuova e più ampia Cappella del Tesoro nel Duomo.

Quella precedente, infatti, situata nella torre esistente sulla sinistra della facciata del Duomo, era troppo angusta e vi si accedeva attraverso una disagevole e stretta scala.

L’impegno del popolo fu immediatamente assunto e sottoscritto dagli Eletti della città, cioè dai rappresentanti dei cinque Sedili nobili e del Sedile del popolo che il 5 febbraio 1601 nominarono una Deputazione di dodici membri, due per ciascun Sedile, a cui affidarono l’incarico di provvedere alla fondazione della Cappella.

 
Scorcio dell'interno

La Deputazione della Real Cappella del Tesoro costituisce tutt’oggi una delle più antiche, singolari e significative istituzioni ancora rimaste in Italia. Al di là della voluminosa letteratura esistente sulla storia del Santo, sulle reliquie, sul Tesoro e sulla Deputazione, occorrerebbe ancora divulgare il significato, il senso e il valore della esistenza plurisecolare della Deputazione di San Gennaro, espressione diretta della città di Napoli e del legame tradizionale tra il popolo e il Santo martire.

La Cappella del Tesoro, quindi, progettata dall’architetto teatino Francesco Grimaldi, fu inaugurata il 16 dicembre 1646 e nello stesso giorno furono trasferite nella nuova Cappella le reliquie del Santo, le statue d’argento e le preziose suppellettili già presenti nel Tesoro vecchio.

Architettura ed arte

La Cappella del Tesoro è da considerare una vera e propria galleria d’arte per l’architettura stessa della Cappella, per il cancello e per il pavimento disegnati da Cosimo Fanzago, per i marmi pregiati, per le sculture, per gli argenti lavorati e per la gran quantità di pitture e di affreschi di celebri pittori.

E proprio qui, in questa cappella, nel primo sabato di maggio tutto il popolo si rivolge ancora oggi a San Gennaro, nel particolare momento del miracolo della liquefazione del sangue.

Per quel che riguarda le sculture, c’è da annotare che quelle più impegnative furono eseguite dal carrarese Giuliano Finelli allievo del Bernini; l’insieme della decorazione marmorea peraltro aveva avuto inizio nel 1610 su disegno del Grimaldi ed era stata realizzata nell’arco di oltre un ventennio sotto la direzione di Cristoforo Monterossi.

Lo splendido altare della Cappella è in porfido e fu disegnato da Francesco Solimena, mentre il grande paliotto dell’altare maggiore, commissionato dalla Deputazione a Giovan Domenico Vinaccia, è un’opera unica, completamente d’argento a sbalzo raffigurante varie scene di vita popolare e religiosa.

Tra queste di notevole rilievo è il racconto della traslazione del corpo del Santo da Montevergine a Napoli voluta dal vescovo Carafa. Di non minore valore simbolico è la scena di San Gennaro che benedice la città.

Dietro l'altare, due nicchie con sportelli argentei custodiscono il busto e le ampolle. Il busto del Patrono, sempre d’argento, fu realizzato da tre orafi provenzali e donato da Carlo II d'Angiò nel 1305.

Nel capo del busto sono conservate le ossa del cranio di San Gennaro. Nel febbraio 2009, sulle mura dei vecchi ambienti della struttura, sono stati rinvenuti degli affreschi risalenti al XVI secolo circa. Questo episodio ha prodotto nuove indagini che dovrebbero far ritornare alla luce ulteriori resti pittorici.

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