Kirchnerismo
Si intende per Kirchnerismo, in Argentina, una posizione politica di appoggio al governo di Néstor Carlos Kirchner (2003-2007) e di Cristina Fernández de Kirchner, sua moglie, per il periodo 2007-2011. I Kirchner sono affiliati al Fronte per la Vittoria, partito nato dalla corrente socialista e socialdemocratica del Peronismo. Tuttavia, i kirchneristi non coincidono con il movimento peronista, in quanto molti membri del giustizialismo non condividendo la politica dei Kirchner hanno costituito correnti peroniste anti-kirchneriste.

Tutte le forze politiche dell' Argentina si sono divise in kirchneristi e anti-kirchneristi: peronismo, radicalismo (conosciuti come Radicali K), socialismo, democrazia cristiana, ecc. I settori kirchneristi si riconoscono dall'utilizzo della lettera K.
I settori anti-kirchneristi si riconoscono nel Peronismo menemista e duhaldista.
Caratteristiche
- Sinistra peronista: Tanto Néstor Kirchner quanto Cristina Fernández de Kirchner, iniziarono la loro attività politica negli anni '70 nella corrente denominata "izquierda peronista" del Partito Giustizialista, militando nella Juventud Peronista, vincolata all'organizzazione guerrigliera Montoneros. Molti esponenenti della destra del peronismo hanno criticato i Kirchner per la loro appartenenza a questi movimenti radicali di sinistra.
- Diritti umani: il kirchnerismo ha sempre utilizzato come sua bandiera la difesa dei diritti umani, specialmente i crimini commessi durante la guerra sporca del regime argentino(1976-1983), "perdonati" attraverso leggi di impunità approvati nei governi di Alfonsín (1983-1989) e dal presidente Menem (1989-1999). Questa posizione del kirchnerismo ha avuto appoggio da molte organizzazioni che difendono i diritti umani, come le Madri di Plaza de Mayo e le Abuelas de Plaza de Mayo che hanno sostenuto pubblicamente il governo dei "los Kirchner".[1]
- Rifiuto del neoliberismo.Il kirchnerismo ha espressamente dichiarato il proprio rifiuto rispetto alle politiche del neoliberismo, Durante il governo nella provincia di Santa Cruz Kirchner ha rifiutato alcune scelte economiche della presidenza di Carlos Menem.
- Sviluppo industriale. Economicamente, il kirchnerismo ha attuato una politica di sviluppo industriale.
- Rifiuto dei trattati di libero commercio. il kirchnerismo si è opposto ai trattati di libero commercio, multilaterali e bilaterali proposti dagli Stati Uniti. Per esempio Kirchner ha rifiutato la firma dell' ALCA durante il vertice delle Americhe tenutosi proprio in Argentina e proposto dal presidente Bush.[2]
- Difesa del Mercosur. Il kirchnerismo è sostenitore del Mercosur.
- Allineamento internazionale. Internazionalmente, il kirchnerismo ha rafforzato le relazioni con paesi anti-liberisti dell'America Latina, specialmente Venezuela, Cuba e Bolivia e ha stabilito una forte alleanza con il Brasile e il Cile.
- Politiche "progressiste" in materia di natalità e sessualità. Il kirchnerismo ha mostrato una tendenza fortemente progressista per il controllo della natalità e della sessualità, provocando l'opposizione della Chiesa cattolica.[3]
- Crítiche dell' opposizione. Diversi partiti di opposizione specialmente la Coalición Cívica, principale forza di opposizione di centro-destra, e l'Unione Civica Radicale (centro-sinistra), che dopo un'iniziale appoggio si è opposta al governo dei Kirchner, hanno criticato il metodo spesso autoritario del governo accusando Kirchner di essere fascista e comunista contemporaneamente. («zurdos»[4]).
Ideologia
Complessivamente il kirchnerismo può essere definito come un movimento tendente alla socialdemocrazia e al socialismo democratico. Il kirchnerismo è in forte sintonia con l'Internazionale Socialista.
Note
- ^ Reencuentro de Carlotto y Bonafini. Las titulares de las Abuelas y Madres de Plaza de Mayo fueron reunidas por Kirchner, Clarín 26 de mayo de 2006
- ^ Bush y el ALCA sufrieron duro traspié en Mar del Plata, Voltaire net, 2005
- ^ Ginés García legalizaría el aborto, La Nación, 15 de febrero de 2005
- ^ Néstor Kirchner y Cristina Fernández con la Legrand: “Yo completaré mi mandato”, Página/12, 16 de mayo de 2003