Orione (mitologia)
Secondo la mitologia greca, Orione era un gigante, figlio di Poseidone ed Euriale, figlia del re di Creta Minosse. Si narra che una notte, sull'isola di Chio, corteggiò Merope, figlia del re Enopione, che irato dall'affronto lo fece accecare ed allontanare dall'isola. Orione si diresse verso l'isola di Lemno dove Vulcano, impietosito dalla sua cecità, lo affidò alla guida di Cedalione, che lo condusse verso est, fin dove sorgeva il sole e lì riacquistò la vista, grazie ad Eos, l'aurora, che poi prese in moglie.

Cacciatore dagli occhi celesti, usciva di notte accompagnato dal suo fedele segugio, Sirio, in cerca di prede. La dea Artemide, che con lui condivideva molte battute di caccia, se ne invaghì perdutamente e gli fece delle esplicite avances, nonostante fosse famosa per la sua sacra castità. Orione declinò l'invito con garbo, spiegando alla dea che mai avrebbe potuto tradire la sua amata sposa, grazie alla quale aveva riacquistato la vista. Inizialmente Artemide si mise l'animo in pace, credendo di aver trovato un uomo davvero fedele...
Quando però scoprì che successivamente Orione si era invaghito delle Pleiadi, le sette figlie di Atlante e Pleione, e che aveva cominciato a molestarle, la dea la prese a male e per punire l'incredibile affronto subìto decise di mandare un suo fedele servo, lo Scorpione; la bestia si intrufolò nella capanna del cacciatore durante la notte e ne attese il ritorno fino all'alba; il mostro continuò a rimaner nascosto fino a quando il nostro eroe ed il suo fido compagno non presero sonno, stanchi per un'intensa battuta di caccia, ed infine sferrò il suo attacco letale con il suo pungiglione avvelenato, prima su Orione e poi su Sirio che si era svegliato ed aveva tentato di difendere il suo padrone.
Esistono altre versioni riguardo la morte di Orione: alcune dicono che lo Scorpione fu inviato ad uccidere Orione da Apollo, fratello della dea, che quando venne a conoscenza dell'affetto di Artemide verso il cacciatore, ne rimase piuttosto contrariato; altri miti, invece, narrano che fu Orione a innamorarsi di Artemide, e non viceversa, e che per difendersi da lui la dea lo uccise con le sue frecce.
Quando Zeus scoprì cosa era successo si adirò molto, e dall'alto dell'Olimpo fulminò con una folgore lo scorpione. Infine decise di far ascendere al cielo gli eroi, e da allora la costellazione di Orione splende nell'Emisfero Boreale mentre affronta la carica del Toro e non tanto lontano luccica il Cane Maggiore (con la stella Sirio, che è la più lucente dell'Emisfero); la costellazione dello Scorpione invece sorge esattamente quando Orione tramonta, affinché il terribile mostro non potesse più insidiare il grande cacciatore.
È anche ritenuto il mitico fondatore della città di Messina, in Sicilia, dove gli è dedicata una fontana marmorea di Giovanni Angelo Montorsoli (1547) in piazza del Duomo.