Lena (fiume)

fiume russo
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La Lena (in russo Ле́на) è il più orientale dei tre grandi fiumi siberiani che fluiscono nel Mare Glaciale Artico: Ob', Enisej e Lena. Attraversa la Siberia orientale da sud a nord per sfociare nel Mare di Laptev dopo un percorso di oltre 4.400 km, drenando un bacino di 2.490.000 km². La Lena è il 10° fiume più lungo del mondo e il 9° più grande: il suo bacino idrografico coincide, sostanzialmente, con l'intera Siberia orientale.

Lena
Stato{{{nazione}}}
Divisione 1Russia
Lunghezza4,400 km
Portata mediaalla foce, 17,000 m³/s
Bacino idrografico2,490,000 km²
NasceMonti del Bajkal
SfociaMare di Laptev
Il delta della Lena ripreso nel febbraio 2000 dal satellite Landsat 7.
La Lena nei pressi di Jakutsk.
Una strada tracciata sul ghiaccio del fiume.

Percorso

Nasce dal versante occidentale dei monti del Bajkal, a brevissima distanza dal lago omonimo e si dirige, dopo un'iniziale ampia ansa verso sud, in direzione nord-nordest in una valle stretta e profonda; riceve, in questo tratto, le acque di numerosi affluenti i maggiori dei quali sono la Kirenga e il Vitim, ricevuto il quale entra nel suo medio corso.

Aggira a nord l'altopiano di Patom e assume direzione mediamente orientale, tagliando l'ampio altopiano omonimo (del quale è il principale asse idrografico); riceve in questo tratto la Njuja e la Sinjaja da sinistra, la Olëkma e la Buotama da destra. Fino alla città di Pokrovsk scorre tra ripide pareti rocciose, in una zona che attrae turisti e alpinisti; in questo tratto ha già dimensioni di una certa rilevanza, dato che il suo letto ha una larghezza che può arrivare a due chilometri.

Dopo Pokrovsk si dirige verso nord ed entra nel bassopiano della Jacuzia centrale; bagna Jakutsk (la maggiore città del suo bacino) e riceve da destra l'Aldan presso la cittadina di Batamaj, superata la quale comincia il suo basso corso, in cui la Lena assume le caratteristiche di grande fiume di pianura, largo e dalla corrente molto lenta. Si dirige verso ovest, riceve le acque del Viljuj e volge il suo corso verso nord, descrivendo un lunghissimo arco bordeggiando immediatamente ad ovest i monti di Verchojansk, dei quali drena l'intero versante occidentale ricevendo parecchi affluenti di un certo rilievo.

Dopo la cittadina di Kjusjur, situata oltre il 70° parallelo nord, prende direzione più decisamente settentrionale che conserva fino al suo ingresso nella zona del delta, nei pressi dell'insediamento di Tit-Ary; questa zona, in parte compresa nella Riserva Naturale del Delta della Lena, copre una superficie di 10.800 km², costituita da sette rami principali e una moltitudine di laghi, bracci morti e zone paludose.

Regime

Il regime della Lena è molto simile a quello di tutti gli altri fiumi siberiani: minimo invernale e primaverile, in cui il fiume è sigillato dal ghiaccio che può raggiungere anche spessori consistenti (vari metri), contrapposto a deciso massimo tardo primaverile ed estivo, associato a estese inondazioni in conseguenza degli aumenti del livello dell'acqua che possono raggiungere i 18 metri nel basso corso e i 10-15 nel medio corso.

I valori di portata mostrano grosse variazioni durante l'anno; alla foce, a fronte di una media annuale di 17.000 m³/s si possono avere minimi di circa 400 contrapposti a massimi di 200.000. Per quanto riguarda l'andamento dei valori medi annui, si hanno 480 m³/s alla foce della Kirenga, 1.700 alla foce del Vitim, 4.500 alla foce della Olëkma e 12.100 alla foce del Viljuj.[1] In totale, la Lena scarica annualmente nel Mare di Laptev circa 540 km3 di acqua.

La Lena manifesta un fenomeno comune a tutti gli altri grandi fiumi siberiani; i periodi di gelo, per quanto ovunque molto lunghi, sono differenziati dalle regioni meridionali (alto corso), nelle quali durano circa da metà ottobre - novembre fino a fine aprile - primi di maggio, alle regioni settentrionali (alto corso), nei quali si prolungano da fine settembre - primi di ottobre a fine maggio - primi di giugno. Questo disgelo differenziale fa sì che l'acqua di disgelo cominci a fluire prima dall'alto corso, incontrando, mano a mano che scorre verso nord, una "diga" costituita dal ghiaccio non ancora sciolto. Questo impedimento, unito alla sostanziale piattezza delle forme geomorfologiche, ostacola ancora di più il drenaggio delle acque con il risultato di creare immensi acquitrini.

Bacino idrografico

Il bacino idrografico della Lena coincide, in pratica, con l'intera Siberia orientale; si tratta di una zona dal clima duramente continentale, caratterizzato da inverni lunghi e rigidissimi (si raggiungono alcune fra le temperature più basse dell'emisfero nord) ed estati brevi e tiepide. Le precipitazioni sono scarse, specialmente nella parte settentrionale, e cadono prevalentemente in estate. La durezza climatica causa estesi congelamenti del suolo, che in buona parte del bacino sono permanenti (permafrost).

Questo provoca una densità di popolamento estremamente bassa, che fa sì che, nonostante le dimensioni, il fiume non abbia una grandissima importanza dal punto di vista economico; la principale ragione che ha portato al popolamento russo della zona è l'abbondanza di materie prime (legno derivante dalle immense foreste, carbone, petrolio, gas naturale) e risorse minerarie (oro, diamanti).

La Lena ha anche una certa importanza come via di comunicazione, dato che è navigabile per varie migliaia di chilometri, dalla foce fino alla cittadina di Kačug nell'alto corso; anche i suoi maggiori affluenti consentono la navigazione per centinaia di chilometri a monte della loro confluenza. In inverno, inoltre, lo spesso strato di ghiaccio rende possibile l'attraversamento in ogni punto anche con veicoli pesanti, facendo sì che la Lena non rappresenti un ostacolo per le comunicazioni via terra.

Affluenti

Le rilevantissime dimensioni del bacino idrografico della Lena fanno sì che raccolga le acque di centinaia di affluenti e subaffluenti (non casualmente uno dei suoi vecchi soprannomi era il fiume dei mille affluenti).[2] Fra i moltissimi corsi d'acqua ricevuti, quelli di maggior rilievo (alcuni dei quali, come Vitim, Viljuj, Olëkma, Aldan, lunghi più di 1.000 km) sono:

Cenni storici

File:Lenin.jpg
Il più fortunato fra i 160 soprannomi utilizzati da Vladimir Il'ič Ul'janov fu senza dubbio quello di Lenin, che venne adottato nel 1900 al ritorno dall'esilio triennale in Siberia. Riguardo alla sua origine sono state fatte diverse supposizioni, fra le quali una delle più quotate è quella che gli attribuisce il significato di uomo della Lena.[3][4]

Negli anni precedenti l'arrivo dei russi, i gruppi etnici più diffusi nel bacino della Lena erano gli Jakuti, stanziati nel medio bacino fra la confluenza dell'Aldan e quella del Viljuj, gli Evenki (detti anche tungusi), stanziati su un vasto territorio nell'alto bacino e alcune comunità di Eveni nel basso corso e nella zona della foce.

La prima metà del XVII secolo vide l'inizio della colonizzazione russa, quando dapprima i cosacchi al servizio delle più potenti famiglie russe, successivamente l'esercito regolare, avanzavano in una lenta marcia verso oriente. Risale al 1642, ad opera dei cosacchi, la fondazione della città di Jakutsk,[5] al 1663 quella della città di Lensk,[5] al 1682 quella di Pokrovsk.[5] Per molti decenni, tuttavia, l'entità del popolamento russo rimase molto esigua, limitata per lo più ad accampamenti militari o a campi di lavoro forzato.

Un deciso incremento del popolamento russo nel bacino della Lena venne solo con il XX secolo, favorito dall'uso massiccio della pratica della deportazione, sia da parte del governo zarista che, soprattutto, di quello sovietico; risale alla prima metà del XX secolo (in alcuni casi anche dopo) la fondazione di parecchie città della regione, alcune delle quali sono fra i maggiori agglomerati urbani della zona: Aldan venne fondata nel 1923,[5] Njurba risale al 1930,[5] Mirnyj al 1955[5] e Nerjungri, cittadina mineraria della parte meridionale del bacino, addirittura al 1975.[5]

Questo richiamo di popolazione russa da ovest risultò rapidamente nel suo sorpasso numerico di tutte le altre etnie prima dominanti; di recente, tuttavia, con il crollo del regime sovietico, il flusso si è invertito e oggi gli jakuti sono tornati predominanti, almeno nella loro Repubblica Autonoma.[5]

Note

  1. ^ http://www.nature.ykt.ru/RIAC/Yakutia_geogr/011.htm#Лена
  2. ^ Encyclopedia Americana, vol.17, pag. 260.
  3. ^ Robert Service. Lenin - L'uomo, il leader, il mito, pag. 128. Mondadori, Milano, 2000. ISBN 88-04-40581-3.
  4. ^ Hélène Carrère d'Encausse. Lenin - L'uomo che ha cambiato la storia del '900, pag. 67. Edizioni Corbaccio, Milano, 2000. ISBN 88-7972-362-6.
  5. ^ a b c d e f g h http://www.mojgorod.ru/r_saha/index.html

Bibliografia

  • Istituto Geografico De Agostini. Enciclopedia geografica, edizione speciale per il Corriere della Sera, vol. 6. RCS Quotidiani s.p.a., Milano, 2005. ISSN 1824-9280 (WC · ACNP).
  • Istituto Geografico De Agostini. Grande atlante geografico del mondo, edizione speciale per il Corriere della Sera. Milano, 1995
  • Americana Corporation. Encyclopedia Americana, vol. 17. 1970. ISBN 717201015.
  • Istituto Geografico de Agostini. I popoli artici. Novara, 1979.

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