Onomatopea

figura retorica
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L'onomatopea è una figura retorica che riproduce, attraverso i suoni linguistici di una determinata lingua, il rumore o il suono associato a un oggetto o a un soggetto cui si vuole fare riferimento, mediante un procedimento iconico tipico del fonosimbolismo.

Ne sono esempi: "Bau bau, brum, crac, ding, ecc.".

Onomatopee primarie e secondarie

Si usa distinguere le onomatopee primarie, o vere e proprie, che sono per l'appunto parole che hanno l'unica capacità di evocare l'impressione di un suono e non portatrici di un proprio significato; sono così onomatopee del genere quelle imitano il verso di un animale, come bau o miao, oppure particolari suoni umani come brr o ecciù, ma anche rumori tipici di oggetti o di azioni, come il perepepé o i il bum della deflagrazione.

Derivano poi solitamente da queste, o indirettamente attraverso un processo onomatopeico, le onomatopee secondarie, o artificiali, che sono invece parole portatrici di un particolare significato: come possono essere i verbi che indicano appunto il verseggiare di un animale: miagolare, abbaiare, fruscio, ticchettio, rimbombo, ciak. ecc.

Ruolo nelle lingue

Le onomatopee più comuni tendono a consolidarsi in una lingua, talvolta venendo persino registrate dai dizionari, e acquisendo anche una forma scritta ben precisa e più o meno riconoscibile da tutti i parlanti; generalmente le onomatopee possono variare da lingua a lingua anche di molto, pur prendendo spunto dal medesimo suono. Le onomatopee cercano di imitare suoni esistenti, ma in base a impressioni che variano da lingua a lingua.

All'onomatopea italiana chicchirichì corrisponde l'inglese cock-a-doo-dle-doo; a Bau bau il tedesco wau wau: per questo, spesso si dice che le onomatopee si basano su convenzioni arbitrarie.

Ruolo nella letteratura

Le onomatopee hanno un ruolo fondamentale nei fumetti, dove evocano il suono sia foneticamente, sia graficamente.

Celebri esempi di onomatopea sono riscontrabili nelle poesie La pioggia nel pineto di Gabriele d'Annunzio, "La mia sera" di Giovanni Pascoli (http://testipoesie.blogspot.com/2008/02/giovanni-pascoli-la-mia-sera.html) o nella La fontana malata di Aldo Palazzeschi.


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Clof, clop, cloch,

cloffete,
cloppete,
clocchete,
chchch...
È giù,
nel cortile,
la povera
fontana
malata; [...]»

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