Partito Democratico (Italia)

partito politico italiano
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Il Partito Democratico (acronimo: PD) è un partito politico italiano di centro-sinistra.

È nato il 14 ottobre 2007, attraverso le elezioni primarie per la scelta del segretario nazionale e dell'Assemblea Costituente. Il partito si presenta agli elettori come l'erede de L'Ulivo, nato nel 1995 con l'obiettivo di trovare una sintesi fra le tradizioni della socialdemocrazia, del cristianesimo democratico, del liberalismo e delle sensibilità ambientalista ed europeista.

Dario Franceschini è l'attuale segretario. Walter Veltroni ne è stato il primo segretario nazionale, dalla fondazione sino al 17 febbraio 2009, quando ha dato le dimissioni dalla carica in seguito alla sconfitta nelle elezioni regionali sarde. Romano Prodi, ideatore dell'Ulivo e già Presidente del Consiglio dei Ministri, è stato presidente del partito dalla sua fondazione sino al 16 aprile 2008.

Il PD nasce innanzitutto dalla volontà dei due principali partiti di centrosinistra – Democratici di Sinistra (DS) e la Margherita (DL) – di impegnarsi per l'unificazione del centro-sinistra italiano. Al processo costituente hanno partecipato anche altre formazioni politiche: Movimento Repubblicani Europei (MRE), Italia di Mezzo, Alleanza Riformista, Repubblicani Democratici e gruppi regionali come il calabrese Partito Democratico Meridionale e Progetto Sardegna. Diverso è il caso dei Radicali Italiani, che hanno presentato i propri candidati nelle liste del PD, collocandosi all'interno del gruppo parlamentare dopo le elezioni, ma non confluiti nel partito.

Seppur inizialmente interessati ad aderire al percorso costituente, non hanno partecipato alla costruzione del PD: i Socialisti Democratici Italiani (SDI), l'Italia dei Valori (che dichiarò la propria adesione durante la campagna elettorale del 2008[1], ma frenò poi dopo le elezioni[2]), due minoranze socialiste dei DS di cui una confluita nel nuovo Partito Socialista e una fondatrice del movimento Sinistra Democratica, parte dei diniani e degli ulivisti della Margherita (che hanno dato vita rispettivamente ai Liberal Democratici e ad Unione Democratica), il movimento Italia Popolare (già federato alla Margherita), il Partito Socialista Democratico Italiano (PSDI).

Nel settembre 2008 si è svolta la 1° festa nazionale del partito democratico a Firenze.

Storia

Le origini

  Lo stesso argomento in dettaglio: Storia del Partito Democratico (Italia).
File:Schema Partiti Grezzo.JPG
Schema della storia dei partiti che hanno dato vita al PD, dell'inizio degli anni '90 al 2008.

Le prime proposte di un nuovo partito

Nel 2003 Michele Salvati, deputato eletto nelle liste dei Democratici di Sinistra in alcuni articoli pubblicati sui quotidiani Il Foglio[3] e la Repubblica[4] nell'aprile 2003, delineò un nuovo partito, nato dall'incontro tra le culture socialdemocratica, cristiano-sociale e socio-liberale. L'idea di Salvati fu ripresa da Romano Prodi, all'epoca presidente della Commissione Europea.

Nel 2003, su proposta di Romano Prodi, per le elezioni europee del 2004, nacque la lista "Uniti nell'Ulivo", composta da Democratici di Sinistra, la Margherita, SDI e i Repubblicani Europei. La lista unitaria raccolse il 31,1% dei voti, eleggendo 25 euro-parlamentari. Prodi sollecitò, quindi, la lista unitaria anche alle elezioni politiche del 2006, ma La Margherita preferì competere con il proprio simbolo.

La lista unitaria, così, si ripresentò alle elezioni regionali del 2005, tenute in aprile, ma soltanto in 9 delle 14 regioni chiamate al voto. Il 16 ottobre 2005 si tennero le elezioni primarie per scegliere il leader della nuova coalizione di centrosinistra, che prese il nome di L'Unione. I membri della federazione dell'Ulivo (comunemente chiamata anche "Fed") sostennero la candidatura di Romano Prodi, che con il 74% dei voti, divenne il candidato proposto dal centrosinistra alla Presidenza del Consiglio per il 2006.

Il buon esito delle primarie convinse snche la Margherita approvò la decisione di presentare la lista unitaria dell'Ulivo sulla scheda per l'elezione della Camera dei deputati, seppur ciascun partito sarebbe andato con il proprio simbolo al Senato.

Subito dopo le primarie, però, lo SDI dichiarò di non essere interessato alla costituzione di un partito unico.

L'evoluzione del progetto e la futura nascita del partito

Nei DS si mostrò da subito contraria al Partito Democratico la sinistra interna, guidata da Fabio Mussi e Cesare Salvi, che presentò una mozione esplicitamente dissenziente al congresso dell'aprile 2007, denominata A sinistra - Per il socialismo europeo. Una terza mozione congressuale Per un partito nuovo, democratico e socialista, fu presentata da altri esponenti del partito come Gavino Angius e Mauro Zani, favorevole ad una federazione che non si limitasse a DS e Margherita.

Nella Margherita si aprì il confronto tra la corrente ulivista e quella popolare, anche se la mozione unica presentata dal presidente Francesco Rutelli venne approvata in maniera compatta da tutte le aree del partito.

Nel frattempo nacquero numerose associazioni, che rivendicarono la partecipazione attiva dei cittadini, anche di quelli non iscritti ad alcun partito, alla formazione del Partito Democratico.

Romano Prodi in prima persona, nel corso del 2006, incaricò tredici personalità di spicco del mondo della cultura e della politica di redigere un Manifesto per il Partito Democratico. Il documento che venne reso pubblico nel dicembre del 2006.

I Congressi di DS e Margherita

Il IV congresso dei DS fu caratterizzato da una pluralità di mozioni: "Per il Partito Democratico" favorevole al processo unitario (75,5% dei consensi degli iscritti); quella dell'ex cosiddetto Correntone (leader Fabio Mussi) contraria alla formazione di un partito unico con i settori moderati della coalizione (raccolse il 15,1%); quella (primi firmatari Gavino Angius e Mauro Zani), fortemente critici verso il percorso di costituzione intrapreso, richiedendo un legame esplicito al socialismo europeo.

L'elezione alla segreteria di Piero Fassino fu sostanzialmente l'approvazione da parte della base dei DS della creazione del nuovo soggetto politico. Mussi ed il vecchio Correntone annunciarono la propria uscita dai DS e la volontà di costituire un nuovo soggetto a sinistra del partito Democratico.[5] La corrente di Gavino Angius, la settimana successiva all'assise congressuale, deciderà di abbandonare i DS, vista la non certezza dell'adesione al PSE.[6]

Anche il II congresso de La Margherita si svolse con l'obiettivo di dar vita al Partito Democratico, e orientata in tal senso fu l'unica mozione presentata dal presidente del partito Francesco Rutelli.

L'assise della Margherita non presentò le medesime divisioni interne verificatesi nei DS, coerentemente con l'ispirazione unificatrice delle forze di centrosinistra che il partito di Rutelli ebbe sin dalla sua nascita come lista elettorale nel 2001, e come partito nel 2002. Le uniche critiche vennero da Arturo Parisi, ministro della Difesa in carica, e da Willer Bordon, che chiesero lo scioglimento delle correnti interne in vista della nascita del PD, e dall'ex segretario del PPI Gerardo Bianco, che decise di non aderire al PD. Più tardi, nella fase di preparazione del PD, lo stesso Bordon e Lamberto Dini decideranno di non aderire al nuovo partito.

Le elezioni primarie

  Lo stesso argomento in dettaglio: Elezioni primarie del Partito Democratico.

Il primo atto formale verso la costituzione del nuovo Partito venne effettuato il 23 maggio 2007 con la nomina di un Comitato promotore, il "Comitato 14 ottobre", così chiamato con riferimento alla data in cui sarebbe stata eletta l'assemblea costituente del Partito Democratico.

Tale comitato, nato con 45 membri, annoverava, oltre ad esponenti di DS e Margherita, anche politici provenienti da esperienze diverse (come l'ex UDC Marco Follini e l'ex-SDI Ottaviano Del Turco, governatore della Regione Abruzzo) e personalità della società civile, come il giornalista Gad Lerner, il presidente di "Slow Food" Carlo Petrini e l'esponente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Tullia Zevi.

I membri del Comitato promotore

Il Comitato definì le modalità di svolgimento delle primarie per l'elezione dell'Assemblea Costituente Nazionale e delle Assemblee Costituenti Regionali, con i rispettivi Segretari.

Il 31 luglio 2007 il Coordinamento Nazionale delle primarie ufficializzava le candidature alla carica di Segretario Nazionale del PD di: Mario Adinolfi, Rosy Bindi, Pier Giorgio Gawronski, Jacopo Gavazzoli Schettini, Enrico Letta, Walter Veltroni. La candidatura di Gavazzoli Schettini fu successivamente invalidata a causa dell'insufficiente numero di liste presentate a suo sostegno. Queste liste scelsero conseguentemente di appoggiare la candidatura di Gawronski.

Alle elezioni costituenti di domenica 14 ottobre 2007 si registrava una partecipazione superiore alle aspettative con 3.554.169 voti validi[senza fonte], compresa la circoscrizione degli italiani all'estero.

Le liste collegate a Walter Veltroni ("Democratici con Veltroni", "Ambiente, Innovazione, Lavoro.", "A Sinistra per Veltroni" ed altre liste locali) ottenevano complessivamente 2.694.721 voti[senza fonte] (75,82%) ed eleggevano 2322 delegati all'Assemblea Costituente Nazionale (compreso lo stesso candidato alla segreteria) su un totale di 2858 eletti, decretando automaticamente l'elezione di Veltroni a Segretario Nazionale del PD. Erano invece 313 i delegati eletti per le liste "Con Rosy Bindi democratici, davvero", 221 i "Democratici per Enrico Letta". Le liste in appoggio di Adinolfi ("Generazione U'") e quelle in appoggio di Gawronski ("Il coraggio di cambiare" e "Noi per il Partito Democratico") riuscivano invece ad eleggere solo i due candidati alla segreteria.

L'Assemblea costituente

L'Assemblea Costituente Nazionale si insedia sabato 27 ottobre 2007 a Milano (presso il polo fieristico di Rho-Pero). I membri sono 2.858 eletti attraverso liste bloccate formate col criterio dell'alternanza uomo-donna. Il primo Presidente dell'Assemblea Costituente Nazionale è Romano Prodi, fondatore dell'Ulivo e Presidente del Consiglio dei Ministri in carica.

Nella riunione di insediamento viene formalizzata l'elezione di Veltroni a primo Segretario Nazionale. Al termine l'assemblea approva, senza alcuna discussione, un dispositivo[7] proposto da Veltroni, che fra le altre cose stabilisce la nomina di Dario Franceschini a Vice Segretario Nazionale del partito e di Mauro Agostini a Tesoriere Nazionale. Vengono poi costituite, all'interno dell'assemblea, tre commissioni di 100 componenti ciascuna (con rappresentanza di delegati di tutte le liste proporzionale alla composizione totale dell'assemblea) che dovranno redigere rispettivamente lo Statuto, il Manifesto dei Valori ed il Codice Etico nazionali del partito. Stante la struttura federale del PD, saranno previsti analoghi documenti a livello regionale, da redarsi da parte delle Assemblee Costituenti Regionali.

Nei giorni immediatamente successivi all'assemblea costituente di Milano, si delineano gli organi esecutivi e consultivi del partito. Il 4 novembre 2007 il segretario Veltroni nomina l'esecutivo del PD, con 17 membri di cui 9 donne (la maggioranza).[8] Il 7 novembre 2007 è eletto capogruppo del PD alla Camera dei Deputati Antonello Soro.[9] Al Senato della Repubblica viene confermata la capogruppo dell'Ulivo Anna Finocchiaro.

Nel mese di novembre si insediano le Assemblee Costituenti Regionali, che eleggono i rispettivi Presidenti e formalizzano l'elezione dei Segretari Regionali. Sempre a novembre, si insediano delle Assemblee Provinciali provvisorie (formate dai delegati alle Assemblee Costituenti Regionali e Nazionale territorialmente competenti), ciascuna delle quali sceglie il proprio Presidente ed un coordinatore provinciale, pure essi pro tempore.

Tra dicembre 2007 e febbraio 2008 avviene il radicamento territoriale del partito. In ciascun comune vengono richiamate le assemblee degli elettori del 14 ottobre, allo scopo di costituire i Circoli territoriali del PD. Ciascun Circolo elegge il proprio Coordinamento ed i propri delegati per le Assemblee Cittadina (ove nello stesso comune siano presenti più Circoli territoriali) e Provinciale. Ciascuna Assemblea Provinciale elegge poi il proprio Presidente ed il Segretario Provinciale. Allo stesso modo ciascuna Assemblea Cittadina (ove costituita) elegge il proprio Presidente ed il Segretario Cittadino, mentre all'interno di ciascun Circolo territoriale il Coordinamento elegge il Segretario del Circolo (che coincide col Segretario Cittadino nei comuni ove è costituito un solo Circolo territoriale).

Nella seconda riunione dell'Assemblea Costituente Nazionale, sabato 16 febbraio 2008 a Roma, vengono approvati lo Statuto, il Manifesto dei Valori ed il Codice Etico.

L'Assemblea Costituente Nazionale si riunisce nuovamente, tra le altre occasioni, sabato 21 febbraio 2009 a Roma, a seguito delle dimissioni da Segretario di Walter Veltroni. Alla presenza di meno della metà dei delegati, viene eletto come nuovo Segretario Nazionale Dario Franceschini, che ottiene 1.047 voti contro i 92 di Arturo Parisi.

La sede ed il simbolo

Il 9 novembre viene inaugurata la sede nazionale del PD, a Roma in Piazza Sant'Anastasia, nei pressi del Circo Massimo.

Il 21 novembre il PD presenta il suo nuovo simbolo tricolore, elaborato dal grafico venticinquenne molisano Nicola Storto. Per Ermete Realacci, responsabile della comunicazione del partito, «il simbolo assume su di sè l'identità nazionale con molta forza. Infatti, i tre colori rispondono a tre tradizioni diverse dell'Italia. Il verde è la tradizione laica e ambientalista, il bianco è il solidarismo cattolico, il rosso è il colore del lavoro e del socialismo. Il risultato è una sintesi molto forte». La definizione e l'idea di partito "verde-bianco-rosso" nel segno delle anime del PD e della bandiera nazionale viene coniata per la prima volta dal candidato alla segretaria nazionale Jacopo Gavazzoli Schettini in una lettera aperta pubblicata dal sito del PD il 5 settembre, ed è il titolo della sua candidatura presentata dal primo numero del periodico ufficiale del PD.

L'attività politica con Veltroni segretario

Il Partito Democratico all'interno del governo Prodi II

Appena sorto, il Partito Democratico assunse immediatamente il ruolo di maggiore forza politica all'interno del governo Prodi II. Il segretario Walter Veltroni intuì rapidamente la necessità di avviare un dialogo con le varie forze politiche per la creazione di importanti riforme, le quali vengono ritenute necessarie per la modernizzazione dello Stato. L'11 novembre Veltroni lanciò una nuova proposta di legge elettorale elaborata dal costituzionalista Salvatore Vassallo[10], nell'ambito di una riforma che coinvolgesse anche i regolamenti parlamentari e la Costituzione, dando l'appoggio del PD alla proposta di revisione costituzionale al vaglio della Camera dei Deputati.[11]

Nei giorni successivi, si assistette alla fine della Casa delle Libertà, coalizione di opposizione: il governo Prodi II, la cui caduta era stata data per certa al Senato da Silvio Berlusconi agli alleati tra il 14 e il 15 novembre, passò indenne il delicato passaggio della Finanziaria a Palazzo Madama. A seguito di questo fatto, la Lega Nord, l'UDC e soprattutto Alleanza Nazionale rivolsero pesantissime critiche a Forza Italia e raccolsero l'invito di Veltroni ad approvare insieme alcune riforme istituzionali. A stretto giro, lo stesso Berlusconi abbandonò il rifiuto di ogni dialogo con la maggioranza e si dichiarò disposto a discutere con Veltroni di legge elettorale, annunciando la fine della sua difesa al bipolarismo ed il gradimento per il sistema proporzionale.

A fine novembre, dopo il fallimento della "spallata" della Casa delle Libertà (termine giornalistico per indicare i tentativi di Berlusconi di far cadere il governo Prodi II), la coalizione di centro-destra sembrò frantumarsi in uno scontro tra Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini da una parte, e Silvio Berlusconi dall'altra. Ormai rassegnati all'idea che la caduta del governo non fosse imminente, tutti i partiti dell'opposizione accettarono dunque (pur con motivazioni diverse) la proposta di dialogo sulle "riforme" lanciata con forza da Veltroni e Franceschini.

Il segretario del PD incontrò quindi, in rapida successione, i leader della maggioranza e dell'ex-CdL per discutere e cercare di trovare un accordo su una nuova legge elettorale, e sulla riforma dei regolamenti parlamentari e della parte II della Costituzione: il 26 novembre Veltroni vide Gianfranco Fini, Italo Bocchino e Vincenzo Nespoli di Alleanza Nazionale; il 28 Pier Ferdinando Casini, Lorenzo Cesa e Rocco Buttiglione dell'UDC; il 29 Roberto Maroni, Roberto Calderoli e Andrea Gibelli della Lega Nord, Lamberto Dini dei Liberaldemocratici e Oliviero Diliberto dei Comunisti Italiani; il 30 Fabio Mussi di Sinistra Democratica e infine Silvio Berlusconi e Gianni Letta di Forza Italia.

La caduta di Prodi e la campagna elettorale 2008

  Lo stesso argomento in dettaglio: Elezioni politiche italiane del 2008.
 
Walter Veltroni a Trento per la campagna elettorale 2008

Ma il governo Prodi era ormai allo stremo. I risultati delle elezioni politiche del 2006 erano stati deludenti per il centrosinistra (dato largamente in testa dai sondaggi) e ne era conseguito un quadro non privo di ombre ed ambiguità: al Senato la coalizione di Prodi ottenne una maggioranza di appena 158 seggi su un totale di 315. Un sostanziale pareggio era nei fatti. Ma una proposta di collaborazione lanciata da Silvio Berlusconi, capo dell'opposizione, venne respinta con scherno. In breve tempo l'eterogeneità della coalizione non tardò a mostrarsi in tutta la sua ampiezza. Contestato fortemente per l'aumento delle imposte al ceto medio, travolto dallo scandalo dei rifiuti a Napoli, il governo registrò un drastico calo di fiducia nei sondaggi. Questa situazione iniziò a determinare lo sfaldamento della debole maggioranza, soprattutto al Senato. In particolare, in una intervista del dicembre 2007, il Presidente della Camera, Fausto Bertinotti, arrivò a definire ironicamente Prodi "un grande poeta morente" e dichiarò che bisognava prendere atto del fallimento della coalizione di governo. Alcuni senatori, quindi, iniziarono a rendersi autonomi rispetto alla maggioranza, rendendo incerto l'esito di qualsiasi votazione si tenesse a Palazzo Madama. Ciò continuò a rinfocolare le polemiche sull'apporto determinante dei senatori a vita. Nel gennaio 2008 scoppiò l'emergenza rifiuti a Napoli. Questa vicenda, oltre a gettare ombre sulla gestione del sindaco, Rosa Russo Iervolino (PD)e del Presidente della Regione, Antonio Bassolino (PD), screditò definitivamente il governo Prodi. L'esecutivo, infatti, contestato al suo interno dalla sinistra radicale, non potè permettere che la polizia ristabilisse l'ordine pubblico con la dovuta fermezza. Le immagini della città partenopea invasa dai rifiuti fecero il giro del mondo. Il ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, fu accusato di inettitudine, demagogia, ed incapacità politica: l'opposizione presentò una mozione di sfiducia nei confronti del ministro ed alcuni senatori di maggioranza minacciavano di votarla ( di fatto avrebbero determinato, in questo modo, la caduta del governo). Tuttavia, pochi giorni dopo, il governo Prodi II cadde a seguito della crisi politica innescata da Clemente Mastella. Il PD di Veltroni appoggiò il tentativo di formare un governo attorno ad una convergenza fra le forze politiche sulla riforma elettorale, affidato dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano al presidente del Senato Franco Marini (egli stesso del PD). Tuttavia il tentativo non riuscì per la ferma opposizione di Berlusconi e del centro-destra, ora ricompattato dalla prospettiva di una vittoria elettorale imminente.

Nei giorni successivi allo scioglimento delle Camere, il PD scelse di formare le sue alleanze "esclusivamente su base programmatica", il che si risolse con l'esclusione di ogni apparentamento con la Sinistra Arcobaleno e con - invece - la formazione di una coalizione con l'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro. Si giunse anche ad un accordo con i Radicali italiani, che implicò l'inserimento di alcuni loro esponenti nelle liste del PD. Nonostante gli sforzi, non si giunse a un accordo con il Partito Socialista, il quale non accettò di rinunciare al suo simbolo per inserire suoi esponenti nelle liste del PD, e presentò una lista separata indipendente.

Dopo la presentazione delle liste ufficiali dei candidati scoppiò una polemica interna al Partito a causa di alcune esclusioni eccellenti. L'esclusione di Ciriaco De Mita e quella di Giuseppe Lumia, ex-Presidente della Commissione Antimafia, furono motivate dall'esigenza di partito di non candidare persone con più di tre legislature. A questa regola generale si sono fatte 32[senza fonte] deroghe per i cosiddetti "big" del partito, tra cui lo stesso Walter Veltroni.

Altre polemiche sorsero per la presunta scarsità di candidature femminili con buone possibilità di successo.[12] I Radicali infine hanno sostenuto che Veltroni non abbia dato corso al patto siglato: agli occhi della dirigenza Radicale, infatti, non tutte le nove candidature radicali avrebbero l'elezione garantita[13] (i nove candidati risulteranno poi tutti eletti[14]). Gianfranco Pasquino, criticando il trattamento subito dai Radicali, ha dichiarato: «Le liste del Partito Democratico, redatte secondo principi di marketing e di rappresentanza settorializzata, "ma anche", burocratico-partitocratica, sono già di per sé pessime.»[15]

Elezioni politiche 2008

 
Al Quirinale: Walter Veltroni (al centro), Antonello Soro (a sinistra) e Anna Finocchiaro (a destra)

Alle elezioni politiche del 2008 PD e Italia dei Valori raccolgono complessivamente il 37,546%[16] dei consensi alla Camera, contro il 46,811% della coalizione Il Popolo della Libertà - Lega Nord - Movimento per l'Autonomia guidata da Silvio Berlusconi, e il 38,010%[17] al Senato, contro il 47,320% della coalizione avversaria. Singolarmente il Partito Democratico ha ottenuto rispettivamente il 33,17% e il 33,69% dei suffragi. Il 16 aprile 2008 viene resa nota una lettera risalente al precedente 23 marzo, giorno di Pasqua, in cui Romano Prodi informava il segretario Veltroni di voler abbandonare l'incarico di presidenza del Partito, per fare spazio a una nuova generazione dirigente.

La crisi

Dopo le elezioni in Sardegna del 14-15 febbraio 2009, dove Renato Soru, governatore uscente e uomo di punta del PD viene nettamente sconfitto dal candidato del PDL Ugo Cappellacci, in considerazione di questo e di altri risultati negativi del Partito in consultazioni elettorali precedenti e le forti critiche alla sua gestione, Veltroni si dimette da segretario, aprendo così la crisi[18]. Viene riunita sabato 21 febbraio l'Assemblea Costituente, chiamata a decidere come uscire dal momento di difficoltà e quale strada intraprendere. Si fronteggiano due linee: da una parte chi vuole andare subito a primarie, a cui far seguire un congresso per lanciare una nuova fase del partito, cambiando profondamente le leadership della classe dirigente del Partito e proponendo alla segreteria temporaneamente Arturo Parisi; dall'altra parte coloro i quali ritengono sia dannoso aprire la fase congressuale in quel momento, data la vicinanza delle Elezioni Europee, preferendo confermare alla guida del Partito il vicesegretario di Veltroni, Dario Franceschini.

Verso il I Congresso: Franceschini segretario

Seconda fase

Convocata dopo le dimissioni di Veltroni, l'Assemblea Costituente (presieduta da Anna Finocchiaro, essendo vacante la carica di Presidente del PD) ha eletto, con 1047 preferenze, Dario Franceschini nuovo segretario nazionale del Partito, contro i 92 voti raccolti da Arturo Parisi[19].

Il nuovo segretario, eletto con il compito di portare il partito alle Elezioni Europee e al Congresso di autunno, annuncia di volere cominciare una nuova fase nel Partito, basata su inedite e giovani personalità, caratterizzata da una opposizione più ferma al Governo, mettendo da parte i "capibastone" e coinvolgendo maggiormente amministratori locali e dirigenti territoriali. Con l'elezione di Franceschini, sono decaduti gli organi direttamente nominati da Veltroni, in primis il Governo ombra. Sono stati poi nominati una nuova segreteria e nuovi responsabili per tematiche politiche[20].

La collocazione europea

La collocazione europea è uno dei principali nodi da sciogliere per il Partito Democratico, diviso tra un'anima di matrice socialdemocratica e un'altra cattolico-riformista: gli ex-DS, infatti, fanno parte del Partito Socialista Europeo, mentre la Margherita nel 2004 ha fondato un Partito Democratico Europeo che siede nell'area liberaldemocratica.

Tra le maggiori preoccupazioni, specularmente delle minoranze diessine e dell'ala popolare della Margherita, c'è l'idea di rinuncia delle proprie identità storiche in un progetto che potrebbe condurre ad avere un partito senza identità ideologiche oppure l'appiattimento delle varie aree sulle posizioni di una sola. Quello della collocazione europea è il motivo che ha indotto la minoranza DS guidata da Gavino Angius (in seguito rientrato) a non aderire al partito, sostenendo appunto che mancasse un richiamo forte del partito all'appartenenza al PSE.

A tal proposito, il PSE, nel 7° congresso[21] tenuto a Oporto, ha modificato il proprio statuto definendosi come forza politica aperta a tutti i partiti europei "di ispirazione socialista, progressista e democratica", prospettando la possibilità di un allargamento a partiti e movimenti progressisti che non provengono necessariamente dallo storico campo del socialismo europeo. Tale modifica è stata considerata un'apertura nei confronti delle istanze avanzate dalla Margherita in Italia, anche se il partito ha rimarcato di non volere che il PD aderisca tout-court al PSE, semmai che intraprenda con esso un rapporto di collaborazione nell'alveo di un nuovo centrosinistra europeo.

In questa direzione va anche la posizione di Romano Prodi che, in sede di Assemblea Costituente, ha sostenuto che sarà l'Italia ad anticipare l'Europa nella creazione di un contenitore delle forze progressiste e democratiche. In sede europea, infatti, i parlamentari europei del PD mantengono la loro collocazione originaria (divisi tra PSE e ALDE) fino alle elezioni europee del 2009, dopodiché sarà stabilita una collocazione unitaria. Il segretario Dario Franceschini ha ribadito tuttavia che il PD non entrerà nel PSE, ma "non potrà mai stare in un luogo in cui non sia insieme ai socialisti europei"[22].

Profilo organizzativo

A livello centrale il massimo organismo che dirige il partito fra un congresso e l'altro è l'Assemblea Nazionale. Organo esecutivo sono la Segreteria Nazionale, collegio che aiuta il lavoro del segretario nazionale. An e Sn restano in carica quattro anni. L'organo esecutivo di indirizzo politico dell'An è il Coordinamento Nazionale. Il Cn è detta Direzione Nazionale quando comprende il Segretario Nazionale, il Presidente dell’Assemblea Nazionale, Il Vicesegretario, il Tesoriere, il massimo dirigente dell’Organizzazione giovanile, i Presidenti dei Gruppi parlamentari italiani ed europei, i Segretari Regionali, 20 personalità del mondo della cultura, dell’associazionismo, del lavoro e dell’impresa indicate dal Segretario, i Presidenti di Regione, i Sindaci delle Aree Metropolitane e i Presidenti delle Province con più di 3 milioni di abitanti e i presidenti di Anci, Upi e Uncem, gli ex Presidenti delle Camere e del Consiglio dei Ministri, i vicepresidenti di Camera e Senato e Parlamento Europeo, i vicepresidenti dei gruppi parlamentari italiani ed europei del PD, i presidenti di Commissioni parlamentari di Camera e Senato, i candidati alle Primarie, i Presidenti e i relatori delle Commissioni costituenti Statuto, Manifesto dei valori, Codice Etico, 5 giovani espressione della organizzazione giovanile del PD, i Giovani Democratici.

L'attuale Dn è stata eletta il 20 giugno 2008[23] ed è composta circa al 50% da ex-DS, al 23% da popolari, 10% da bindiani, 10% rutelliani, 7% lettiani[24][25].

A livello periferico il PD mutua l'organizzazione federale che era di DL.

Cariche del Partito

Presidenti

Segretari

Vicesegretari

Coordinatori nazionali

Segretari regionali

Presidenti dei gruppi parlamentari

Camera dei Deputati

7 novembre 2007[29]28 aprile 2008: Antonello Soro, vice: Marina Sereni, Gianclaudio Bressa
5 maggio 2008in carica: Antonello Soro, vice: Marina Sereni, Gianclaudio Bressa

Senato della Repubblica

27 novembre 2007[30]28 aprile 2008: Anna Finocchiaro, vice: Luigi Zanda, Nicola Latorre
6 maggio 2008in carica: Anna Finocchiaro, vice: Luigi Zanda, Nicola Latorre

Risultati elettorali

Voti % Seggi
Politiche 2008 Camera 12.092.998 33,2 211
Senato 11.042.325 33,7 116[31]
Estero (Camera) 331.567 32,7 6
Estero (Senato) 308.157 33,2 2

Per i risultati regione per regione, vedi la pagina: Risultati elettorali del Partito Democratico per regione italiana.

Gruppi parlamentari del PD

XV legislatura XVI legislatura
196 deputati (31,11%) 218 deputati (34,60%) (1)
XV legislatura XVI legislatura
83 senatori (26,34%) 119 senatori (37,78%)(1); (2)

(1) Include anche i parlamentari Radicali eletti nelle liste del PD.
(2) Percentuale calcolata esclusivamente sui 315 senatori elettivi.

  • Nel Parlamento di Strasburgo i singoli fondatori del partito afferiscono ancora alle proprie componenti originarie, in attesa del rinnovo dell'assemblea previsto per il giugno del 2009.

Stampa e televisione

L'organo di proprietà del PD è Europa, vecchio quotidiano della Margherita. Possono, tuttavia, essere considerati filo-democratici i quotidiani l'Unità, già vicino ai DS e Il Riformista, diretto dall'ex-senatore Antonio Polito. Anche La Repubblica, quotidiano non sportivo più venduto in Italia, ha una linea editoriale considerata vicina al PD. E' stato inoltre pubblicato anche un numero 0 di un periodico, PD.

Recentemente è stato varato il canale televisivo YouDem, che trasmette in streaming sul proprio sito Internet e via satellite sul canale 813 di SKY. Vicina al PD è anche Red TV che fa capo alla corrente di Massimo D'Alema.

A proposito di propaganda, ha creato scalpore un manifesto a favore della manifestazione di piazza del 25 ottobre in cui nella foto, che ritrae una folla, vi sono suore e frati. La foto risale alla massa oceanica che rese omaggio alla salma di Giovanni Paolo II nel 2005.

Correnti

L'articolo 30 dello Statuto del partito recita che il PD «ai sensi dell’articolo 18 della Costituzione, favorisce la libertà e il pluralismo associativo e stabilisce rapporti di collaborazione con fondazioni, associazioni ed altri istituti, nazionali ed internazionali, a carattere politico-culturale e senza fini di lucro, garantendone e rispettandone l’autonomia». «Tali fondazioni, associazioni ed istituti» vengono considerati «strumenti per la divulgazione del sapere, il libero dibattito scientifico, la elaborazione politico-programmatica» e le loro iniziative «non sono soggette a pareri degli organi del Partito Democratico».

Per tale motivo diversi esponenti nel PD hanno promosso da subito fondazioni e associazioni o hanno rilanciato quelle che già preesistevano al PD. L'attività febbrile intorno alle fondazioni democratiche ha fatto sì che da più parti si parlasse di vera e propria attività correntizia più o meno occulta. Non essendo però stato convocato alcun congresso nazionale, non è ancora dato di parlare di correnti in senso classico, e del resto uno stesso esponente democratico può essere iscritto a più fondazioni e associazioni, così come quest'ultime spesso iscrivono anche soggetti esterni al PD quando non iscritte ad altri partiti.

Veltroniani

È la corrente d'ispirazione socialdemocratica che raggruppa la parte della vecchia maggioranza dei DS fedele all' ex segretario Walter Veltroni. I suoi aderenti sono stati tra i più fedeli sostenitori della nascita del PD all'ultimo congresso DS. I suoi maggiori esponenti sono Goffredo Bettini, Piero Fassino, Anna Finocchiaro e Giovanna Melandri.

I Veltroniani hanno presentato liste comuni per l'elezione dell'Assemblea Costituente, denominate Democratici con Veltroni[32], con i Dalemiani, i Popolari, i Rutelliani, i Cristiano Sociali, esponenti della società civile.[33] La lista Democratici con Veltroni ha ottenuto il 43,7% dei voti a livello nazionale, con un forte radicamento nel centro del Paese[34]. Va detto che in alcune circoscrizioni la lista si è aggregata ad altri gruppi, mente in altre (segnatamente in Campania) alcune correnti, come i Popolari e i Rutelliani, hanno presentato liste separate dal gruppo dei Veltroniani. Alcuni Veltroniani, tra i quali Giovanna Melandri, hanno animato la lista Ambiente, Innovazione, Lavoro.

I membri della corrente sono in genere favorevoli al sistema elettorale uninominale, magari con doppio turno, e vedono di buon occhio il semipresidenzialismo. In tema di alleanze sono contrari a ricomporre una vasta coalizione di centro-sinistra "solo per vincere" ma vogliono invece un nuovo centro-sinistra basato sul programma di governo.

Oltre ai veltroniani in senso stretto, possono essere considerati veltroniani in senso lato molti esponenti di altre correnti che sono molto vicini a Veltroni: dai popolari Dario Franceschini ora nuovo segretario, e Antonello Soro ai cristiano-sociali Giorgio Tonini e Stefano Ceccanti, dall'ecologista Ermete Realacci al prodiano Salvatore Vassallo, dal liberal Enrico Morando a Vincenzo Vita della sinistra interna.

Popolari

  Lo stesso argomento in dettaglio: I Popolari.

È la componente di origine democristiana e di ispirazione cristiano-sociale che s'incardina nell'associazione I Popolari, erede del disciolto Partito Popolare Italiano. I Popolari, dopo avere a lungo mantenuto la maggioranza ne La Margherita, hanno deciso insieme alle altre principali correnti di questa, di superarne l'esperienza politica e di partecipare al progetto costituente del Partito Democratico. Riguardo alla collocazione europea del PD, i Popolari sono contrari al suo eventuale ingresso nel Partito del Socialismo Europeo, come caldeggiato dalle correnti ex-DS.

Ampi settori della CISL e delle ACLI afferiscono a questa tendenza interna. I maggiori esponenti sono Franco Marini, Giuseppe Fioroni, Dario Franceschini, Antonello Soro e Pierluigi Castagnetti. Ciriaco De Mita ha lasciato il partito il 20 febbraio 2008, dopo il rifiuto opposto dalla dirigenza, e in particolare da Veltroni, di candidarlo al Parlamento per la dodicesima legislatura. Alle primarie i Popolari, candidati nelle liste Democratici con Veltroni, hanno eletto almeno 600 membri nell'Assemblea Costituente.[35] Il gruppo - che sostiene Veltroni - si è recentemente organizato nell'associazione "Quarta Fase" guidata da Fioroni e Franceschini e ha promosso la fondazione "Persone, Comunità, Democrazia", presieduta da Castagnetti. Pochi esponenti dei Popolari, soprattutto calabresi, hanno invece aderito a ReD, l'organizzazione che fa capo a D'Alema.

Dalemiani

  Lo stesso argomento in dettaglio: Riformisti e Democratici.

È una corrente d'ispirazione prevalentemente socialdemocratica che raggruppa gli uomini vicini a Massimo D'Alema, come Pierluigi Bersani, Nicola Latorre, Marco Minniti, Barbara Pollastrini e Michele Ventura. I dalemiani propongono una linea diversa da quella di Veltroni in riferimento alle alleanze e alla struttura del partito. A questo gruppo storico si sono recentemente uniti Enrico Letta, alcuni ex-Ulivisti che avevano sostenuto la sua candidatura alle primarie del PD, tra i quali Paolo De Castro e Francesco Boccia[36][37], e alcuni Popolari, come Nicodemo Oliverio. Il gruppo è molto vicino alla Fondazione Italianieuropei, attorno alla quale ha formato un'associazione di parlamentari, denominata Riformisti e Democratici (ReD)[38][39], che comprende oltre cento eletti nelle file del PD[40][41]. Paolo De Castro, anello di congiunzione tra D'Alema e Prodi, è stato designato presidente, Lino Duilio, popolare ed ex-animatore di Italia Popolare - Movimento per l'Europa, vice presidente e Michele Ventura coordinatore.[42][43]

Rutelliani

I Rutelliani, detti in precedenza anche Democratici Rinnovatori o Coraggiosi[44][45], sono una corrente di orientamento centrista guidata da Francesco Rutelli, Paolo Gentiloni e Linda Lanzillotta, Renzo Lusetti e Rino Piscitello. Alle primarie i centristi rutelliani hanno eletto più di 230 membri nell'Assemblea Costituente, candidati nelle liste Democratici con Veltroni[46].

Al Manifesto dei Coraggiosi hanno aderito, tra gli altri, il gruppo dei Teodem, Tiziano Treu, Luigi Zanda, Antonio Polito, Ermete Realacci, Antonio Maccanico, Sergio Chiamparino, Massimo Cacciari, Filippo Penati, Enrico Gasbarra e Andrea Olivero (presidente delle ACLI)[47]. Al gruppo di Rutelli fanno riferimento anche i Socialisti Democratici per il Partito Democratico e alcuni politici vicini a Lamberto Dini che però hanno deciso di non seguirlo nei Liberaldemocratici.

Il gruppo ha manifestato insofferenza verso la cosiddetta "sinistra radicale", area politica corrispondente a La Sinistra - l'Arcobaleno alleata al PD fino al 2008. Alla corrente fanno riferimento molti laici, liberali e socialdemocratici (molti dei quali provenienti dalla componente rutelliana de La Margherita), così come molti cattolici d'ispirazione moderata che non si riconoscono né nel gruppo dei Popolari né degli Ulivisti né dei Cristiano Sociali, tutti percepiti come troppo a sinistra.

Diversi firmatari del Manifesto dei Coraggiosi hanno comunque firmato, nel gennaio 2008, anche il manifesto per la costituzione della corrente detta Liberal PD (vedi oltre), altri sono tra gli animatori degli Ecologisti Democratici. Sebbene molti membri del gruppo sostengano Veltroni, una delle principali battaglie della corrente è quella riguardo alla collocazione europea del PD, fatta in alleanza con I Popolari: i Rutelliani sono nettamente contrari al suo eventuale ingresso nel Partito del Socialismo Europeo, come caldeggiato dalla sinistra interna e dai Dalemiani. Infine alcuni esponenti cattolici rutelliani, tra i quali Renzo Lusetti, si sono uniti ai Teodem per dare vita a una nuova associazione denominata Persone e Reti (PeR).

Liberal PD

  Lo stesso argomento in dettaglio: Liberal PD.

I Liberal PD[48] la corrente di orientamento socio-liberale. Orfana di Lamberto Dini e dei suoi Liberal Democratici, che hanno deciso di non entrare nel PD sostenendo che l'identita "liberaldemocratica" sarebbe stata schiacciata nel nascente partito[49], è stata costituita il 26 gennaio 2008 da Enzo Bianco, Valerio Zanone, Enrico Morando (ex-leader dei Liberal DS) e Franco Bassanini. Fra le oltre 40 personalità di spicco che hanno firmato il manifesto dell'area ricordiamo gli ex-ministri Giuliano Amato, Linda Lanzillotta e Paolo Gentiloni.

Hanno aderito all'area molti ex-Socialisti, fra cui Giuliano Amato, Enrico Manca e Salvo Andò, la maggior parte degli ex-Repubblicani del partito, fra cui Antonio Maccanico, Stefano Passigli, Andrea Manzella, Massimo Livi Bacci, Giorgio Bogi (già leader di Sinistra Repubblicana), Giuseppe Ossorio (già leader dei Repubblicani Democratici), degli ex-Liberali, inclusi gli appartenenti a Sinistra Liberale, tra cui Beatrice Rangoni Machiavelli, patron dell'Internazionale Liberale. Alla corrente fa riferimento il Gruppo italiano dell'Internazionale Liberale.

Al gruppo fa riferimento anche Luciana Sbarbati e il suo Movimento Repubblicani Europei.

Ecologisti Democratici

  Lo stesso argomento in dettaglio: Ecologisti Democratici.

Gli Ecologisti Democratici (EcoDem)[50] sono la corrente ambientalista del PD, costituita principalmente da ex-Verdi transitati per DL (Ermete Realacci, Roberto Della Seta, Francesco Ferrante) o per i DS (Edo Ronchi, Luigi Manconi, Sergio Gentili)[51]. Alle primarie sono stati eletti oltre 100 EcoDem all'Assemblea Costituente[52].

La maggioranza degli Ecodem si è presentata alle primarie all'interno della lista Con Veltroni. Ambiente, Innovazione, Lavoro, capeggiata da Ermete Realacci, Giovanna Melandri, Cesare Damiano e Luigi Nicolais.[53] La lista ha ottenuto l'8,1% dei consensi, pur essendo presente in modo autonomo solo in 20 circoscrizioni su 29[54]. Da segnalare il dato di Milano: Con Veltroni. Ambiente, Innovazione, Lavoro, Sinistra ha ottenuto il 32,21% dei consensi, risultando la prima lista della città[55][56].

Ulivisti

  Lo stesso argomento in dettaglio: Ulivisti.

È l'area più vicina a Romano Prodi e alla sua idea di Partito Democratico. Gli Ulivisti enfatizzano molto l'apertura del PD alla società civile e la democrazia interna al partito. In occasione delle primarie per la scelta del segretario, gli Ulivisti si sono divisi in due correnti che si muovono in modo autonomo all'interno del partito: uno più di sinistra guidato da Rosy Bindi[57] e uno più centrista guidato da Enrico Letta[58][59], il quale è ora alla guida di un gruppo autonomo.

I sostenitori di Bindi includevano Arturo Parisi, Mario Barbi, Giulio Santagata, Sandra Zampa, Sandro Gozi, Franco Monaco, Marina Magistrelli, Gad Lerner, Gianfranco Morgando, Nando Dalla Chiesa, Vittorio Prodi, Roberto Zaccaria, Giovanni Bachelet, Franca Chiaromonte e Albertina Soliani. Bindi fu sostenuta anche dal Partito Democratico Meridionale di Agazio Loiero e da alcuni membri dell'associazione I Popolari, di cui sono membri sia la Bindi sia Letta.

Gli Ulivisti hanno le loro roccaforti nell'Italia settentrionale, specie in Veneto, Lombardia e Piemonte, ma la Bindi, che ottenne il 13,9% del voto a livello nazionale, ebbe il suo miglior risultato in Calabria (31,3%) grazie al supporto di Loiero.[60].

Nel luglio 2008 il gruppo della Bindi (Bachelet, Morgando, Zaccaria, Magistrelli, Dalla Chiesa) ha costituito Democratici Davvero, un'associazione separata. Motivo della separazione fu che Bindi era molto meno critica nei confronti del segretario Walter Veltroni e preferiva collaborare con lui invece di opporvisi. Gli Ulivisti (Parisi, Barbi, Lerner, Zampa, Monaco, Gozi, Santagata) decisero di continuare la loro opposizione frontale a Veltroni, in specie denunciando la sua linea politica e la mancanza di democrazia interna[61][62][63].

Il 21 febbraio 2009 Arturo Parisi presentò in Assemblea Nazionale la propria candidatura alla segreteria del partito: aiutato dallo sfidante Dario Franceschini nella raccolta delle firme necessarie[64], ricevette 92 voti (8,1%)[65].

Democratici Davvero

Il gruppo, guidato da Rosy Bindi, comprende principalmente esponenti cristiano sociali e socialdemocratici. Come gli Ulivisti, sono stati forti sostenitori di Romano Prodi e vogliono che il partito si radichi nella tradizione dell'Ulivo. Alle elezioni primarie del 2007 Rosy Bindi fu sostenuta dalla maggioranza degli Ulivisti, dal Partito Democratico Meridionale di Agazio Loiero e ad alcuni membri dell'associazione I Popolari, cui è iscritta anche la Bindi. Gli Ulivisti hanno le loro roccaforti nell'Italia settentrionale, specie in Veneto, Lombardia e Piemonte, ma la Bindi, che ottenne il 13,9% del voto a livello nazionale, ebbe il suo miglior risultato in Calabria (31,3%) grazie al supporto di Loiero[66]. Nel luglio 2008 la Bindi e il suo gruppo (Giovanni Bachelet, Gianfranco Morgando, Roberto Zaccaria, Marina Magistrelli, Nando Dalla Chiesa) hanno rotto con gli Ulivisti, molto più critici della linea politica impressa al PD da Walter Veltroni e dello standard di democrazia del partito[67][68][69].

Lettiani

  Lo stesso argomento in dettaglio: Associazione 360.

Enrico Letta[70], che ha presentato liste autonome (denominate Democratici per Letta) rappresenta la componente ulivista di formazione cattolico-liberale, sulla scia della scuola di Beniamino Andreatta e dello stesso Romano Prodi). Va sottolineato che Letta, oltre ad essere stato un convinto sostenitore di Prodi, è anche membro dell'associazione I Popolari. Tra i sostenitori di Letta figuravano, tra gli altri, il ministro Paolo De Castro, Renato Soru (e il suo Progetto Sardegna), Umberto Ranieri (DS), Gianni Pittella (capodelegazione italiano del PSE al Parlamento Europeo), Vito De Filippo, Gian Mario Spacca, Lorenzo Dellai e Marco Stradiotto[71].

La lista a sostegno di Letta si è fermata all'11,0% dei voti, forte dei buoni risultati al Nord (16,6% in Lombardia 1, 15,3% in Veneto 1, 21,6% in provincia di Bolzano e 25,9% in provincia di Trento, grazie al sostegno di Lorenzo Dellai), in alcune regioni del Sud (26,5% in Puglia e 27,4% in Basilicata) e nella Circoscrizione Estero (15,7%).[72]

Letta sta organizzando la sua Associazione 360[73], che propone con forza un'alleanza con l'Unione dei Democratici Cristiani e di Centro, a scapito dell'Italia dei Valori.[74]

A Sinistra

  Lo stesso argomento in dettaglio: A Sinistra.

A Sinistra[75] è la corrente di sinistra interna, che individua come temi principali del suo impegno quelli dell'appartenenza al socialismo europeo, dei diritti della persona, dello sviluppo sostenibile e della tutela dell'ambiente, della sicurezza, della laicità e dei saperi[76]. Vuole un PD chiaramente di sinistra e socialista, figlio delle culture politiche del Partito Comunista Italiano e del Partito Socialista Italiano. Le ideologie di riferimento di A Sinistra sono il socialismo democratico e la socialdemocrazia classica. Principali esponenti sono Livia Turco (iscritta anche a Riformisti e Democratici), Sergio Gentili, Massimo Brutti, Vincenzo Vita.

Si presenta come l'evoluzione della lista A Sinistra per Veltroni[77], che alle primarie del 2007, chiedendo un forte ancoraggio al Partito del Socialismo Europeo e all'Internazionale Socialista, un impegno per salvaguardare la Costituzione Italiana e soprattutto difendendo i principi lavoristi, ha ottenuto il 7,7% (con picchi del 30% nelle regioni rosse dove era più radicata la presenza dei DS)[78], eleggendo oltre 300 delegati all'Assemblea Costituente[79]. Va detto che in alcune circoscrizioni non è stata presentata una lista autonoma A Sinistra per Veltroni, ma, dove era presente (15 circoscrizioni su 29), essa ha ottenuto ottimi risultati, tra i quali il 32,7% in Piemonte 1 e il 27,1% in Lazio 1[80]. La lista era sostenuta, tra gli altri, da Giorgio Ruffolo, uno dei redattori della Carta dei Valori del partito.[81]

Il 18 gennaio 2008 un gruppo di dirigenti di Sinistra Democratica (perlopiù ex-esponenti della mozione Mussi e rappresentanti del mondo sindacale come Famiano Crucianelli, Olga D'Antona, Paolo Nerozzi e Massimo Cialente) solleva delle forte critiche al proprio partito invocando una «sinistra per il paese»[82]. L'8 febbraio Crucianelli annuncia sul quotidiano Europa la sua uscita da SD per il PD[83]. Altri faranno lo stesso il 24 febbraio con una manifestazione alla quale partecipa anche Veltroni e che vede aderirivi anche ex-esponenti di alcuni partiti della c.d. "sinistra radicale", come l'ex-ministro Alessandro Bianchi (indipendente del Partito dei Comunisti Italiani) e l'ex-senatore Gianfranco Pagliarulo, passato in SD attraverso l'Associazione Sinistra Rossoverde[84]. Da qui lì'idea di costituire il 7 marzo l'associazione Una Sinistra per il Paese[85][86]. Il 23 aprile l'associazione organizza un primo incontro con la sinistra del PD (Vita, Turco)[87]. Il 14 giugno l'associazione avvia di fatto la fuzione con la sinistra del PD e muta nome in Sinistra per il Paese[88].

L'unione fra Sinistra per il Paese e le correnti PD che avevano sostenuto la lista A Sinistra per Veltroni (Democratici, Laici e Socialisti, fondata da quei sostenitori delle mozione Angius che decisero di non seguirlo in Sinistra Democratica e di rimanere invece nei DS, Dì Sinistra, formata dai sostenitori della mozione Mussi che presero la stessa decisione, Laburisti - Socialisti Liberali, i cui principali esponenti hanno aderito al Partito Socialista), viene ufficializzata il 5 luglio 2008. Il 20 settembre 2008[89] l'unificazione è completata con la costituzione di A Sinistra mediante un'assemblea fondativa che ne approva lo statuto[90] e il manifesto.

Cristiano Sociali

  Lo stesso argomento in dettaglio: Cristiano Sociali.

I Cristiano Sociali (CS) sono un'associazione[91], nata come partito nel 1993 e confluita nei DS nel 1998, che, dopo aver rappresentato i valori cristiano-sociali all'interno dei DS, continua la sua attività nel nuovo partito. Oltre ai membri storici (Mimmo Lucà, Giorgio Tonini, Luigi Viviani, Aldo Preda, Franco Chiusoli, Stefano Ceccanti, Marcella Lucidi, Franco Passuello e Domenico Maselli), anche altre importanti personalità del mondo cattolico vicine al centro-sinistra e politici aderenti al PD hanno firmato il loro appello intitolato Cristiani per il Partito Democratico: Giovanni Bianchi, Valentino Castellani, Giovanni Colombo, Paolo Corsini, Luigina Di Liegro, Francesco Saverio Garofani, Franca Gorrieri, Giuseppe Lumia, Sergio Marelli, Ignazio Marino e Bruno Marziano[92]. Alle primarie i CS hanno presentato loro candidati nelle liste Democratici con Veltroni e sono considerati molto vicini al segretario PD.

Democrazia e Socialismo

Il gruppo, con il nome di Socialisti Europei, fu costituito nel 2006 da Gavino Angius e Giuseppe Caldarola come corrente nei Democratici di Sinistra in disaccordo sulle modalità di costruzione del Partito Democratico, che ritenevano esclusive dei principi di laicità e dell'appartenenza al Partito del Socialismo Europeo.

Dopo la decisione dei DS di sciogliersi nel PD nell'aprile 2007, alcuni membri (Mauro Zani, Massimo Brutti, Sergio Gentili, Giuseppe Caldarola ed altri) vi aderirono, mentre Gavino Angius, Alberto Nigra, i deputati Franco Grillini e Fabio Baratella e i senatori Roberto Barbieri e Accursio Montalbano costituirono insieme ai sostenitori della mozione Mussi il movimento Sinistra Democratica.

Presto Angius e i suoi compagni capirono che il nuovo partito si stava spostando troppo a sinistra verso una stretta alleanza con il Partito della Rifondazione Comunista, il Partito dei Comunisti Italiani e la Federazione dei Verdi invece di formare un'alleanza con i Socialisti Democratici Italiani, aderenti come SD al PSE.

Nel settembre 2007 il gruppo di Angius ruppe con SD e partecipò alla costituzione del Partito Socialista. Da allora prese il nome attuale ed ottenne l'adesione di Valdo Spini.

Dopo la pesante sconfitta del PS nelle elezioni politiche del 2008 il gruppo di Angius sostenne la candidatura di Riccardo Nencini, poi vincente, alla segreteria del Partito. Nel settembre 2008, Angius dichiarò che "la Costituente Socialista ha fallito" e che il partito avrebbe dovuto cooperare con, e possibilmente dentro, il PD alla costruzione di un "nuovo centrosinistra riformista"[93]. Nell'ottobre 2008 il gruppo abbandonò il PS per unirsi al PD, proponendo che l'intero partito lo seguisse. Aderì al PD anche Cinzia Dato, già ex-liberale di DL, mentre Spini decise di non lasciare il PS[94][95][96][97].

Teodem

  Lo stesso argomento in dettaglio: Teodem e Persone e Reti.

I Teodem[98] sono una corrente di stampo democristiano e cristiano-sociale che rappresenta la "destra" del PD sul fronte dei temi etico-sociali. Del gruppo fanno parte cinque deputati (Luigi Bobba, Paola Binetti, Enzo Carra, Marco Calgaro e Donato Mosella) e sei senatori (Benedetto Adragna, Emanuela Baio Dossi, Egidio Banti, Cristina De Luca, Luigi Lusi e Antonino Papania), tutti molto vicini a Rutelli, loro mentore politico.[99] Una settima senatrice, Dorina Bianchi, faceva parte del gruppo, ma lo ha lasciato prima di essere nominata capogruppo del partito in Commissione Sanità della Camera.

I Teodem si sono caratterizzati per un forte attivismo nel campo dei temi etici, a partire dal referendum sulla procreazione medicalmente assistita, l'opposizione ai DICO e le dure critiche alle norme anti-omofobia incluse nel Trattato di Amsterdam. Ciò non significa che essi assumano posizioni conservatrici in tutti i campi: per esempio, aderiscono all'impostazione cristiano-sociale in campo economico.

Nel settembre 2008 alcuni teodem, guidati da Luigi Bobba e Paola Binetti, hanno dato vita all'associazione Persone e Reti (PeR), assieme ad alcuni cattolici rutelliani come Renzo Lusetti e con la "benedizione" di Rutelli.[100][101][102]

Radicali

  Lo stesso argomento in dettaglio: Delegazione Radicale nel PD.

I Radicali di Marco Pannella ed Emma Bonino sono entrati a far parte del Partito Democratico qualche mese prima delle elezioni politiche 2008, pur mantenendo in vita il loro partito d'origine.

Si distinguono per il loro attivismo nelle battaglie per la laicità, per la libertà di ricerca scientifica e di cura, per la legalizzazione delle droghe leggere, e per tutti i temi cari storicamente al Partito Radicale.

Sono presenti in parlamento con 6 deputati e 4 senatori, tutti iscritti ai gruppi parlamentari del PD (salvo il senatore Villari, iscritto al Gruppo Misto).

Note

  1. ^ http://www.corriere.it/politica/08_febbraio_13/pd_radicali_idv_7c66e1ca-da17-11dc-be67-0003ba99c667.shtml
  2. ^ http://www.corriere.it/politica/08_aprile_17/dipietro_santoro_64fae6e8-0c90-11dd-aecb-00144f486ba6.shtml
  3. ^ Michele Salvati, Appello per il Partito Democratico (PDF), in Il Foglio, 10 aprile 2003, p. 1. URL consultato il 27-08-2007.
  4. ^ Michele Salvati, Perché voglio il Partito democratico (PDF), in la Repubblica, 15 aprile 2003, p. 17. URL consultato il 27-08-2007.
  5. ^ L'addio dei Mussiani: «Non abbiamo ripensamenti», in l'Unità, 19 aprile 2007. URL consultato il 27-08-2007.
  6. ^ DS, Angius annuncia che non aderirà al PD (XML), in Reuters, 24 aprile 2007.
  7. ^ Dispositivo del PD - Approvato dall'Assemblea Nazionale Costituente del PD, partitodemocratico.it, 27 ottobre 2007
  8. ^ Nominato l'Esecutivo del PD, partitodemocratico.it
  9. ^ Soro capogruppo alla Camera, partitodemocratico.it
  10. ^ Testo della proposta di legge elettorale Vassallo-Veltroni), (PDF), repubblica.it
  11. ^ Veltroni: Un nuovo bipolarismo per l'Italia, partitodemocratico.it
  12. ^ http://www.corriere.it/politica/08_marzo_05/cremonesi_8d633f6c-ea81-11dc-8a30-0003ba99c667.shtml
  13. ^ http://www.corriere.it/politica/08_marzo_04/bonino_pd_strappo_e044f9e6-e9d2-11dc-b9a0-0003ba99c667.shtml?fr=box_primopiano
  14. ^ Tutti eletti i 9 radicali nelle liste PD
  15. ^ http://www.radicali.it/view.php?id=117833
  16. ^ Ministero dell'Interno - Elezione della Camera dei Deputati del 13 - 14 aprile 2008, su politiche.interno.it. URL consultato il 15-04-2008.
  17. ^ Ministero dell'Interno - Elezione del Senato della Repubblica del 13 - 14 aprile 2008, su politiche.interno.it. URL consultato il 15-04-2008.
  18. ^ Veltroni conferma le dimissioni: "Adesso basta farsi del male", su repubblica.it.
  19. ^ Franceschini nuovo segretario del Pd, su corriere.it. URL consultato il 21-02-2009.
  20. ^ Partito Democratico - Uniti e pronti, su partitodemocratico.it. URL consultato il 26-02-2009.
  21. ^ 7° congresso del PSE, dsonline.it
  22. ^ Franceschini: Nella UE con i Socialisti, ma non nel PSE.
  23. ^ La Direzione Nazionale votata dall'Assemblea
  24. ^ Pd, tregua armata tra le correnti Ma Parisi e i prodiani restano fuori
  25. ^ Pd, battaglia sul segretario Veltroni gelido con Parisi
  26. ^ Prodi si dimentte da Presidente del PD da Repubblica.it, consultato il 16-04-2008.
  27. ^ Maurizio Agostini è il nuovo segretario del Pd, Trentino, 24 gennaio 2009.
  28. ^ Struttura Organismi Dirigenti, Partito Democratico del Trentino.
  29. ^ Data di ridenominazione del gruppo dell' Ulivo in Partito Democratico-L'Ulivo e di elezione di Antonello Soro a capogruppo, in sostituzione di Dario Franceschini.
  30. ^ Data di ridenominazione del gruppo dell' Ulivo in Partito Democratico-L'Ulivo. Anna Finocchiaro resta nella carica di capogruppo.
  31. ^ Escluso il senatore Molinari, eletto nel collegio uninominale di Rovereto con 38.743 voti (40,2%) nella lista SVP-Insieme per le Autonomie
  32. ^ http://www.lanuovastagione.it/democraticiconveltroni/
  33. ^ http://www.lanuovastagione.it/democraticiconveltroni/
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  36. ^ http://www.corriere.it/politica/08_maggio_07/alema_meli_6bab414c-1bfc-11dd-a20b-00144f486ba6.shtml
  37. ^ http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200805articoli/32577girata.asp
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Bibliografia

Voci correlate

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