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I Camuni, chiamati anche Camunni dal nome attribuitogli da autori del I secolo a.C. o antichi Camuni per distinguerli dagli attuali abitanti della Val Camonica, erano un popolo dell'Italia antica stanziato nell'Età del ferro nella valle che da loro prende il nome. Fra i massimi produttori di incisioni rupestri in Europa, il loro nome è legato alle celebri Incisioni rupestri della Val Camonica, delle quali tuttavia non furono gli unici autori[1].

File:Incisione foppe nadro.jpg
Incisioni rupestri della Valcamonica: rosa camuna e figura umana

Etnonimo

PArticolare della pagina del Lexicon Universale con i lemmi "Camulus" e "Camuni"[2]

L'etimologia dell'etnonimo "Camuni" è incerta; nel corso dei secoli, sono state formulate diverse ipotesi

Secondo le Considerationi sopra alcvne memorie della Religione Antica dei Camvli, ò Camvni di Pietro Paolo Ormanico (XVII secolo) esiste una relazione diretta tra la parola "Camuno" e la parola "Camulo", che designava una divinità della mitologia celtica associata al culto della guerra, e per questo identificata con Marte in epoca romana[3]. Tale nesso è ripreso anche da Johann Jacob Hofmann nel suo Lexicon Universale (XVIII secolo), che lo attribuisce a Marco Antonio Sabellico e a Guarino Veronese[2].

  • Ipotesi Camugno

Secondo don Lino Ertani (XX secolo) invece il nome della popolazione della Valcamonica deriverebbe da una radice ibero-ligure che dà alla parola Camuno o Camugno il significato di camoscio. Si suppone che questo sia stato in epoca preistorica l'animale-totem della vallata, sebbene la sua rappresentazione sulle rocce istoriate risulti alquanto discreta (a dispetto del cervo che invece è molto più frequente).[4]

Storia

  Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della Valle Camonica.
 
Boccale tipo
1) Cultura di Breno
2) Dos dell'Arca
3) Lovere

I Camuni nelle fonti classiche

Il nome Camunni compare per la prima volta con gli scrittori del I secolo a.C., corrispondente alla tarda età del ferro. Ma non si sa nulla sui nomi di coloro che abitarono nell'area nell'età del bronzo, del del rame, nel neolitico o Epipaleolitico.[1]

Secondo le fonti più antiche i Camunni erano un antico popolo di origine incerta: secondo Strabone erano reti, mentre secondo Plinio il vecchio erano euganei.

Lo storico greco Strabone (58 a.C. - 25 d.C.) sosteneva che gli antichi Camuni facessero parte dei popoli retici:

(greco)
«Ἑξῆς δὲ τὰ πρὸς ἕω μέρη τῶν ὀρῶν καὶ τὰ ἐπιστρέφοντα πρὸς νότον Ῥαιτοὶ καὶ Ὀυινδολικοὶ κατέχουσι, συνάπτοντες Ἐλουηττίοις καὶ Βοίοις· ἐπίκεινται γὰρ τοῖς ἐκείνων πεδίοις. Οἱ μὲν οὖν Ῥαιτοὶ μέχρι τῆς Ἰταλίας καθήκουσι τῆς ὑπὲρ Οὐήρωνος καὶ Κώμου. Καὶ ὅ γε Ῥαιτικὸς οἶνος, τῶν ἐν τοῖς Ἰταλικοῖς ἐπαινουμένων οὐκ ἀπολείπεσθαι δοκῶν, ἐν ταῖς τούτων ὑπωρείαις γίνεται· διατείνουσι δὲ καὶ μέχρι τῶν χωρίων, δι' ὧν ὁ Ῥῆνος φέρεται· τούτου δ' εἰσὶ τοῦ φύλου καὶ Ληπόντιοι καὶ Καμοῦνοι. Οἱ δὲ Ὀυινδολικοὶ καὶ Νωρικοὶ τὴν ἐκτὸς παρώρειαν κατέχουσι τὸ πλέον· μετὰ Βρεύνων καὶ Γεναύνων, ἤδη τούτων Ἰλλυριῶν. Ἅπαντες δ' οὗτοι καὶ τῆς Ἰταλίας τὰ γειτονεύοντα μέρη κατέτρεχον ἀεὶ καὶ τῆς Ἐλουηττίων καὶ Σηκοανῶν καὶ Βοίων καὶ Γερμανῶν. Ἰταμώτατοι δὲ τῶν μὲν Ὀυινδολικῶν ἐξητάζοντο Λικάττιοι καὶ Κλαυτηνάτιοι καὶ Ὀυέννωνες, τῶν δὲ Ῥαιτῶν Ῥουκάντιοι καὶ Κωτουάντιοι.»
(italiano)
«Vi sono poi, di seguito, le parti dei monti rivolte verso oriente e quelle che declinano a sud: le occupano i Reti e i Vindelici, confinanti con gli Elvezi e i Boi: infatti si affacciano sulle loro pianure. Dunque i Reti si estendono sulla parte dell’Italia che sta sopra Verona e Como; e il vino retico, che ha fama di non essere inferiore a quelli rinomati nelle terre italiche, nasce sulle falde dei loro monti. Il loro territorio si estende fino alle terre attraverso le quali scorre il Reno; a questa stirpe appartengono anche i Leponzi e i Camuni. I Vindelici e i Norici però occupano la maggior parte delle terre esterne alla regione montuosa, insieme ai Breuni e ai Genauni; costoro però appartengono agli Illiri. Tutti questi compivano abitualmente scorrerie nelle parti confinanti dell’Italia, come pure degli Elvezi, dei Secani, dei Boi e dei Germani. I più bellicosi dei Vindelici erano considerati i Licatti, i Clautenati e i Vennoni; dei Reti, i Rucanti e i Cotuanti.»

Eretto nel 6-7 a.C. il Trofeo delle Alpi (Tropaeum Alpium), un monumento romano situato presso la città francese di La Turbie, riporta nell'iscrizione frontale il nome dei Camunni. Esso doveva celebrare l'imperatore Augusto per la vittoriosa campagna militare condotta dai suoi generali, Druso maggiore e Tiberio (il futuro imperatore), contro i popoli alpini tra il 16 e il 15 a.C..

(latino)
«GENTES ALPINAE DEVICTAE TRVMPILINI · CAMVNNI · VENOSTES · (...)»
(italiano)
«Popoli alpini sottomessi Trumplini, Camunni, Venosti (...)»

Lo storico romano Plinio il Vecchio (23 d.C. - 79 d.C.) parla dei Camunni come una delle varie tribù euganee assoggettate dai Romani. La Valcamonica venne conquistata ufficialmente nel 16 a.C. da Publio Silio Nerva e durante l'epoca Flavia (69-96 d.C.) fu aggregata alla tribù Quirina.

(latino)
«Verso deinde in Italiam pectore Alpium Latini iuris Euganeae gentes, quarum oppida XXXIIII enumerat Cato. ex iis Trumplini, venalis cum agris suis populus, dein Camunni conpluresque similes finitimis adtributi municipis»
(italiano)
«Voltandoci verso l'Italia, [incontriamo] i popoli Euganei delle Alpi sotto la giurisdizione romana, dei quali Catone elenca trentaquattro insediamenti. Fra questi i Triumplini, resi schiavi e messi in vendita assieme ai loro campi e, di seguito, i Camuni molti dei quali [furono] assegnati ad una città vicina.»

L'ultimo storico romano è Cassio Dione (155 - 229 d.C.) che cita la conquista della Val Camonica nella sua Storia Romana:

(greco)
«καὶ γὰρ Καμούννιοι καὶ Ὁέννιοι αλπικα γένη, όπλα τε αντηραντο καὶ νικηθέντες aπο Ποιβλιο Σιλίου εχειρώθησαν.»
(italiano)
«I Camuni e i Vennoni, tribù alpine, scesero in guerra, ma furono conquistate e sottomesse da Publio Silio»

Le ipotesi della storiografia moderna

Secondo studiosi odierni come Raffaele De Marinis[5] e Francesco Fedele [6] essi sono associabili all'ambiente retico, in base ad una comunanza di maniere ed accessori sociali di una regione compresa tra le alpi italiane e l'alta regione del Reno.

Il grandissimo interesse storico di questa popolazione è dovuto soprattutto alle incisioni rupestri rinvenute, circa 300.000, che ne fanno la zona con la più alta densità in Europa.

 
Iscrizione riportante le voci Quirina, Camunni e Res Publica Camunnorum (Brescia, Capitolium)

Religione

  Lo stesso argomento in dettaglio: Religione in Valle Camonica.
File:Dea Spinera.jpg
Placchetta votiva rinvenuta nel santuario di Minerva a Breno

Esistono diverse pubblicazioni riguardanti l'antica religione dei camuni. Sfortunatamente, però, esse si basano tutte su teorie attuali, suffragate da criteri e tipologie settoriali di studio.

Sicuramente le incisioni rupestri dovevano avere un particolare valore, data la loro enorme diffusione, soprattutto in media Valcamonica. Infatti è qui che si trova il 90% di tutte le 300.000 incisioni presenti sul territorio.

Oltre a queste centinaia di migliaia di simboli ci rimangono anche alcuni santuari risalenti all'età del rame a Ossimo ed a Cemmo, nel quale erano presenti massi istoriati.

Sono stati segnalati anche anche alcuni brandopferplatz, ovvero siti con roghi votivi, in quanto sono stati rinvenuti degli antichissimi focolari.

In epoca romana abbiamo il santuario di Minerva rinvenuto a Spinera di Breno. L'eccezionale scoperta ha riportato alla luce uno dei più grandi santuari dell'area alpina, finemente decorato con mosaici e posto accanto ad una sorgente ed al fiume Oglio.

L'inizio del medioevo si data in concomitanza con l'arrivo della religione cristiana. Attorno al IV-V secolo dell'era volgare si assiste alla distruzione degli antichi luoghi di culto: l'abbattimento delle statue stele ad Ossimo e Cemmo, l'incendio del tempio di Spinera[7].

Economia

Le risorse su cui gli antichi Camuni si potevano basare per sopravvivere erano in un primo tempo la caccia di animali, in secondo l'agricoltura. Entrambe queste pratiche sono rappresentate sulle incisioni rupestri della Valcamonica. A ciò si aggiungeva l'allevamento di suini, ovini, caprini e bovini. L'addomesticazione degli equidi avverrà solo durante l'età del ferro.

Una forte importanza dovevano avere anche le risorse naturali, come i minerali. I complessi istoriativi datatabili all'età del rame ( Ossimo, Cemmo, Nadro) confermano l'importanza dell'area già nel 3.500 a.C. L'attività mineraria di quel periodo si sviluppava raccogliendo o estraendo quel poco che si trovava in superficie oppure scavando piccole buche.

A seguito di un'età del bronzo di breve durata, causata dalla poca disponibilità di stagno per creare la lega, si segnala l'apice della civiltà Camuna durante l'età del ferro. Questo minerale, molto diffuso nella vallata, avrà un ritorno non solo economico, ma anche militare, facendo della Val Camonica un luogo d'importanza strategica fino alla metà del XX secolo.

Lingua

  Lo stesso argomento in dettaglio: Lingua camuna.

I Camuni possedevano probabilmente un loro peculiare idioma. Non rimangono testi o libri ma epigrafi e incisioni rupestri che riportano parole scritte in un alfabeto di tipologia nord-etrusca. Attualmente sono state censite circa 250 parole.

Cultura

  Lo stesso argomento in dettaglio: Civiltà camuna e Incisioni rupestri della Valcamonica.

Alla povertà di reperti archeologici come necropoli, suppellettili o centri abitati, si contrappone l'enorme patrimonio formato dalle incisioni rupestri della Valcamonica lasciateci da questo popolo. Con oltre 300.000 simboli fino ad oggi catalogati è il più vasto sito di arte rupestre sul continente europeo.

Note

  1. ^ a b Archeocamuni - Introduzione all'arte rupestre camuna, su archeocamuni.it. URL consultato il 22 gennaio 2009.
  2. ^ a b Johann Jacob Hofmann, Lexicon Universale, p. 674, su uni-mannheim.de. URL consultato il 12-03-2009.
  3. ^ Tratto da: Pietro Paolo Ormanico, Considerationi sopra alcvne memorie della Religione Antica dei Camvli, ò Camvni, Bornato, Sardini Editrice, 1983 [1639].
  4. ^ Lino Ertani, La Valle Camonica attraverso la storia, Esine, Tipolitografia Valgrigna, 1996, p. 31.
  5. ^ Raffaele De Marinis, Italia, omnium terrarum alumna, Ed.Garzanti-Scheiwiller, capitolo Le popolazioni alpine di stirpe retica
  6. ^ Francesco Fedele, L'uomo, le Alpi, la Valcamonica - 20.000 anni di storia al Castello di Breno, Boario Terme, La Cittadina, 1988, p. 84.
  7. ^ Itinera 5 - Valcamonica preistorica e romanità, pg. 62

Bibliografia

Fonti primarie

Letteratura storiografica

Voci correlate

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