Crisi finanziaria

crisi in ambito finanziario

In un contesto macroeconomico si è in presenza di una crisi finanziaria quando la domanda di denaro da parte delle aziende è superiore all'offerta da parte delle banche e degli investitori. Se in passato la si associava ad una crisi bancaria, oggi può anche prendere la forma di una crisi valutaria o finanziaria, visto il peso che il mercato dei capitali riveste oggi e considerata la mobilità di capitali derivante dalla graduale rimozione dele retrizioni al movimento dei capitali avvenute negli ultimi 20 anni. Molti economisti hanno cercato di elaborare una teoria che spieghi le cause principali delle crisi finanziarie ed il loro sviluppo, ma non c'è consenso su una sola spiegazione, nè è posssbile adottare semplici modelli deterministici (causa-effetto) per la loro previsione e per determinarne lo sviluppo, pertanto le crisi rappresentano per certi versi ancora un fenomeno poco prevedibile.

Non tutte le crisi finanziarie sono imprevedibili. Ad esempio, anche un contadino dell'agro pontino avrebbe potuto prevedere la crisi economico-finanziaria innescata dai mutui c.d. sub-prime, giacche' egli ben sa' - parafrasando con un eufemismo - che bisogna evitare di mangiarsi l'uovo quando e' ancora nel sedere della gallina. Sicche' le crisi dei mercati finanziari sono spesso la matematica conseguenza (modello deterministico di causa-effetto) della trasgressione di regole semplici e fondamentali - patrimonio concettuale pure dell'antica saggezza rurale - che sono preposte al sano sviluppo di una qualunque economia, quale ad esempio la regola codificata che vieta di distribuire, spendere, utilizzare o consumare gli utili prima che siano venuti ad esistenza(1). Esiste peraltro per l'Italia un precedente storico: la crisi bancaria susseguente alla grave depressione del 1887-88 con il fallimento di numerosi istituti nazionali e lo scandalo della Banca Romana del 1892.

Quando una crisi finanziaria si manifesta quello che invece non si riesce proprio a spiegare e' perche' autorevoli autorita' finanziarie, pure capitanate da illustri scienziati, non siano state in grado - nonostante le enormi risorse messe a loro disposizione - di garantire alla comunita' dei contribuenti che siano messe in pratica le regole semplici e fondamentali del sano sviluppo economico-finanziario, notorie pure al sopracitato contadino. E ancora, non esiste ad oggi un modello econometrico convincente che spieghi perche' i costi delle crisi finanziarie debbono essere socializzati, mentre i guadagni di chi trasgredisce le regole restano privati ed un modello giuridico razionale per cui chi ha responsabilita' di controllare - e non lo ha fatto - resta impunito e quello che resta del maltolto non viene recuperato.

Le risposte a questi quesiti posti dalle crisi finanziarie restano una grande sfida per i politici, i burocrati, economisti e giuristi moderni.

Resta certo comunque che le crisi finanziarie ripongono oggi nelle mani dei cittadini informati il potere di decidere le sorti di coloro che hanno originato le crisi. Individuati i responsabili - di solito - sono cancellate le loro ingiustificate rendite di posizione spesso all'origine della crisi. I decisori in passato sono stati di ostacolo ad un ripristino equo delle responsabilita'. Nel mondo di oggi (v. il caso dei c.d. mutui sub-pime) il cittadino, contribuente e risparmiatore informato, ha la piena facolta' di decidere a chi dare fiducia.

(1) v. art. 2303 codice civile italiano.

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