Disturbo da deficit di attenzione/iperattività
Template:Disclaimer soccorso ADHD (Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder), o più semplicemente ADD (Attention Deficit Disorder), è la sigla della sindrome da deficit di attenzione e iperattività.
Il Disturbo da deficit d'attenzione ed iperattività (ADHD) è un disturbo del comportamento caratterizzato da inattenzione, impulsività e iperattività motoria che rende difficoltoso e in taluni casi impedisce il normale sviluppo e integrazione sociale dei bambini. Si tratta di un disturbo eterogeneo e complesso, multifattoriale che nel 70-80% dei casi coesiste con un altro o altri disturbi (fenomeno definito comorbilità). La coesistenza di più disturbi aggrava la sintomatologia rendendo complessa sia la diagnosi sia la terapia. Quelli più frequentemente associati sono il disturbo oppositivo-provocatorio e i disturbi della condotta, i disturbi specifici dell'apprendimento (dislessia, disgrafia, ecc.), i disturbi d'ansia e, con minore frequenza, la depressione, il disturbo ossessivo-compulsivo, il disturbo da tic, il disturbo bipolare.[1]
Per la normalizzazione del comportamento di alcuni pazienti iperattivi e con deficit d'attenzione si sono rivelate efficaci alcune molecole psicoattive come il metilfenidato.
Ma critiche sono state mosse sull'uso di questi medicinali, i quali sono stati ritenuti responsabili di diversi casi di morte (infarto, suicidio, ecc.). Queste critiche hanno portato in Italia alla nascita di due campagne, una con funzioni di farmacovigilanza denominata "Giù le mani dai bambini", di taglio laico e non antipsichiatrico, la seconda con funzioni di denuncia sul rischio farmaci, denominata "Perché non accada" (tra i promotori di quest'ultima c'è il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani organizzazione legata a Scientology).
In Italia è presente anche l' "associazione famiglie ADHD "(AIFA ONLUS) associazione di genitori che ha creato una rete di mutuo aiuto tra genitori di ragazzi affetti d'ADHD.
È ancora pendente presso il TAR del Lazio un ricorso contro le attuali modalità di somministrazione di questi prodotti psicoattivi ai minori, e sono aperti presso il Ministero della Salute due tavoli di confronto - uno su iniziativa del Parlamento, l'altro su iniziativa del Ministro - per valutare l'ipotesi di una revisione in senso più restrittivo dei protocolli di diagnosi e terapia dell'Adhd. Nell'attesa, l'ISS e l'Agenzia Italiana del Farmaco hanno comunque ritenuto di autorizzare l'uso di tali presidi terapeutici anche in Italia [2]
Cause
La tesi della malattia
Secondo la maggior parte dei ricercatori e sulla base degli studi degli ultimi quarant'anni il disturbo si ritiene abbia una causa genetica e sia anche legato a fattori morfologici cerebrali, fattori prenatali e perinatali, fattori traumatici. [3]
Tale tesi è contestata da chi sostiene che, ad oggi, nessun fenotipo (marcatore biologico) è stato individuato per l'ADHD, ed alcuna prova definitiva è stata fornita circa la tesi dell'origine genetica della sindrome [4] In molti casi si registra una remissione spontanea dei sintomi con l'avanzare dell'età del soggetto, anche in pazienti non sottoposti a terapia farmacologica.
Sindrome
Secondo altri la sindrome da iperattività non è una malattia: il dottor Fred Baughman, neurologo infantile e membro dell'American Academy of Neurology, ha detto: «[…] La "psichiatria biologica" in quarant’anni non ha mai confermato l'esistenza di anomalie, "squilibri chimici" o disturbi "neurologici", "biologici" o "genetici" in una sola delle sue diagnosi o delle condizioni di cui afferma l'esistenza». Tale tesi è sostenuta anche da una parte significativa della comunità scientifica italiana: la prof. Emilia Costa (1a Cattedra di Psichiatria dell'Università "La Sapienza" di Roma) afferma infatti che «tale diagnosi (di ADHD) è inconsistente e vaga, e così come viene proposta ad oggi non andrebbe fatta».
Problemi relazionali
Per quanto riguarda i problemi relazionali, i genitori, gli insegnanti e gli stessi coetanei concordano che i bambini con ADHD hanno anche problemi nelle relazioni interpersonali (Pelham e Millich 1984). Vari studi di tipo sociometrico hanno confermato che bambini affetti da deficit di attenzione con o senza iperattività:
- ricevono minori apprezzamenti e maggiori rifiuti dai loro compagni di scuola o di gioco (Carlson et al, 1987);
- pronunciano un numero di frasi negative nei confronti dei loro compagni dieci volte superiori rispetto agli altri;
- presentano un comportamento aggressivo tre volte superiore (Pelham e Bender, 1982);
- non rispettano o non riescono a rispettare le regole di comportamento in gruppo e nel gioco;
- laddove il bambino con ADHD assume un ruolo attivo riesce ad essere collaborante, cooperativo e volto al mantenimento delle relazioni di amicizia;
- laddove, invece, il loro ruolo diventa passivo e non ben definito, essi diventano più contestatori e incapaci di comunicare proficuamente con i coetanei.
Trattamento sintomatico e controversie alla cura farmacologica
Il trattamento sintomatico più impiegato per il trattamento dell'ADHD è il metilfenidato, un'anfetamina, ma esiste un forte dibattito all'interno degli stessi psichiatri sull'uso di queste sostanze stimolanti in bambini che sono iperattivi. In effetti, le linee-guida tendono a riconoscere l'utilità di integrare interventi educativi, psicologici, di supporto famigliare e - solo laddove realmente necessario - anche farmacologico.
Paolo Crepet, noto psichiatra, in questo senso ha affermato: il ricorso agli psicofarmaci deve «rappresentare l'extrema ratio e comunque una strada assolutamente da evitare in età giovanile. Molto meglio può fare l'attenzione della famiglia».[5]. L'atteggiamento di Crepet, come quello di molti altri esperti del settore, sottolinea l'utilità di approcciarsi ai farmaci in maniera corretta, senza "idealizzarli" (e quindi abusarne inutilmente), ma senza nemmeno "demonizzarli" (e quindi usandoli, in maniera consapevole e corretta, quando realmente necessari).
Un recente "warning" della Food and Drug Administration[6] ha indicato come potenziali effetti collaterali per l'assunzione a normale dosaggio terapeutico di questo tipo di psicofarmaci l'aumento di rischi sanitari, quali il rischio di ictus, l'insorgenza di crisi maniaco-depressive, o, in casi eccezionali ed in presenza di gravissimi fattori predisponenti, la morte improvvisa per arresto cardiaco..
Esistono campagne quali Giù le mani dai bambini che criticano l'uso del metilfenidato in età evolutiva, ed una presa di posizione al riguardo è stata assunta anche da una parte della comunità scientifica, con la sottoscrizione di un "consensus internazionale"[7] nel maggio del 2005.
La discussione nell'ambito della comunità scientifica è tuttavia accesa, tanto che l'Istituto Superiore di Sanità[8] ha costituito, per garantire una corretta informazione sanitaria ai genitori ed agli insegnanti dei bambini affetti da ADHD, un ricco sito informativo, con sezioni di approfondimento su tutti i temi relativi.
Anche le Associazioni dei genitori di bambini con ADHD hanno messo online materiale informativo di merito, spesso in reazione alle informazioni, ritenute imprecise, fatte circolare dai gruppi antipsichiatrici: :
- L'associazione delle famiglie con figli ADHD,[9] la quale si occupa di dare supporto alle famiglie. Si tratta di una Onlus senza influenze religiose o economiche, composta da genitori che hanno come unico interesse quello di curare i propri figli.
- AIDAI, Associazione Italiana Disturbi dell'Attenzione ed Iperattività.[10]
La terapia dei bambini affetti da ADHD è quasi sempre esito di un percorso interdisciplinare, che unisce le figure del Neuropsichiatra Infantile, del Pediatra e dello Psicologo dello Sviluppo da un punto di vista clinico, e di pedagogisti, educatori ed insegnanti da un punto di vista formativo. Fondamentale è sempre il coinvolgimento attivo della famiglia.
Il Manuale Diagnostico dei Disturbi Mentali (Diagnostical and Statistical Manual) dell'Associazione Psichiatrica Americana (APA), un'associazione di stampo privatistico, è un riferimento basilare, criticato per un conflitto d'interesse di alcuni autori che nello stesso tempo erano consulenti o ricercatori alle dipendenze di case farmaceutiche. L'ADHD, secondo i critici, sarebbe in questo senso una delle tante sindromi scoperte e introdotte nel prontuario negli ultimi 50 anni. Secondo questa critica sarebbe un disturbo senza una sintomatologia chiara e univoca, diagnosticabile a "piacere", elaborata ad inizi del secolo scorso e ripresa negli anni '80 per creare un nuovo mercato di farmaci.
A questi critici è stato fatto notare come in realtà sia sufficiente consultare il DSM stesso per rendersi conto che i criteri diagnostici dell'ADHD siano precisi, e che ormai nella classe medica si è sviluppata una sensibilità alla questione tale da portare a porre tali diagnosi con molta attenzione, solo davanti a riscontri evidenti. Al tempo stesso, la differenza tra "uso" ed "abuso" degli psicofarmaci, soprattutto in età evolutiva, è nota ai neuropsichiatri infantili, che sulla questione pongono ormai particolare attenzione. E tuttavia da notare che l'ICD-10, manuale analogo ma redatto dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, che riporta criteri ben più restrittivi del DSM per la diagnosi di questo disturbo, non è quasi mai utilizzato.
In Italia gli adolescenti e i bambini in cura, al settembre 2008, sono circa 700 [11].
Recenti studi
Una recente ricerca[12], durata dal settembre 2004 al marzo 2007 ha fornito dati che in parte supportano la tesi per cui gli additivi negli alimenti incrementerebbero i disturbi dell'attenzione e dell'iperattività in bambini già affetti da ADHD e in generale a tutti quelli nella fascia d'età studiata (metà infanzia).
In particolare i risultati dello studio concludono che: a fronte di una serie di indicatori dati dal giudizio dei genitori, degli insegnanti, dalla diretta osservazione e , nei casi dei bambini più grandi, da test sul grado di attenzione, certi coloranti artificiali e conservanti a base di benzoato hanno un effetto avverso sul comportamento iperattivo di taluni bambini mostrando un incremento della iperattività.
Note
- ^ I "miti" sull'ADHD, a cura dell'Associazione Italiana Famiglie ADHD, su aifa.it. URL consultato il 01-08-2008.
- ^ prontoconsumatore.it, Il Tar respinge il ricorso di “Giù le mani dai bambini”: Ritalin in commercio, su prontoconsumatore.it. URL consultato il 01-08-2008.
- ^ (EN) Barkley, Russell A., Treating Children and Adolescents with ADHD: An Overview of Empirically Based Treatments, su continuingedcourses.net. URL consultato il 01-08-2008.
- ^ Xavier Castellanos, intervista a FRONTLINE rilasciata in data 10/10/02
- ^ Nino Materi, Psicofarmaci ai bimbi «Ora anche da noi fa scuola l’America», su ilgiornale.it. URL consultato il 01-08-2008.
- ^ (EN) FDA News, FDA Directs ADHD Drug Manufacturers to Notify Patients about Cardiovascular Adverse Events and Psychiatric Adverse Events, su fda.gov. URL consultato il 01-08-2008.
- ^ Consensus internazionale, su giulemanidaibambini.org. URL consultato il 01-08-2008.
- ^ Istituto Superiore di Sanità, su iss.it. URL consultato il 01-08-2008.
- ^ AIFA - Associazione Italiana Famiglie ADHD, su aifa.it. URL consultato il 01-08-2008.
- ^ AIDAI - Associazione Italiana Disturbi dell'Attenzione ed Iperattività, su aidaiassociazione.com. URL consultato il 01-08-2008.
- ^ Articolo su Repubblica
- ^ Ricerca della Southampton University per la Food Standard Agency
Voci correlate
Collegamenti esterni
- Sito ufficiale di informazioni cliniche e scientifiche dell'Istituto Superiore di Sanità sull'ADHD - con sezione di informazioni di supporto
- (EN) Sito di informazioni del National Resource Center on AD/HD
- Portale del comitato "Giù le Mani dai Bambini"
- Sito di "Nessuno Tocchi Pierino", campagna Italiana del Movimento Umanista
- Sito dell'associazione dei genitori di bambini ADHD con informazioni utili
- Articolo sulla dibattuta costituzione del registro dei bambini ADHD da parte dal Ministero della salute
- Articolo sul funzionamento del registro istituito dall'Istituto superiore di sanità
- Campagna critica sull'ADHD
- Sito dell'Associazione Italiana Disturbi dell'Attenzione e Iperattività con informazioni per genitori e insegnanti