Guerra civile romana (193-197)
La Guerra civile romana degli anni 193-197 nacque come conseguenza degli omicidi prima di Commodo il 31 dicembre del 192 e quello successivo di Pertinace, che aveva avuto in un primo monento il consenso di Senato e guardia pretoriana. La guerra che ne derivò vide condendersi il trono imperiale quattro pretendenti, tra i quali emerse Settimio Severo, fondatore della dinastia dei Severi.
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Contesto storico
Con la morte di Commodo terminava la dinastia degli Antonini, iniziata con Antonino Pio e continuata con i figli adottivi Lucio Vero, Marco Aurelio e la moglie di quest'ultimo, Faustina minore, figlia delo stesso Pio. L'uccisione di Commodo portò sul trono uno dei migliori generali di quell'epoca, che in passato era stato tanto vicino all'imperatore "filosofo" nei lunghi anni di guerra lungo il fronte settentrionale. Si trattava di Pertinace. Quest'ultimo, devotissimo al Senato, tanto da pensare in un primo momento di cedere il trono al nobile senatore Acilio Glabrione, si sforzò di riformare le distribuzioni di alimenti e di terre, ma si scontrò con l'antagonismo della nobiltà e della guardia pretoriana, che si aspettava da lui generosi donativi. Una seconda cospirazione portò al suo assassinio da parte della guardia pretoriana che non ne aveva apprezzato l'operato e le prosepttive furture.
La guerra civile (193-197)
La crisi generata con la successiva morte di Pertinace evidenzò che, se dapprima fu la guardia pretoriana a disporre del trono di Roma (con Pertinace e Didio Giuliano), come era accaduto durante la precedente guerra civile del 68-69, anche in questa circostanza furono le legioni dei differenti fronti strategici, in primis quello danubiano-illirico (di Settimio Severo), a prendere il sopravvento. Le legioni siariane proclamarono, infatti, l'allora loro governatore, Pescennio Nigro, che però soccombette a Severo nel 194; le legioni di Britannia proclamarono Clodio Albino, associato in un primo momento al trono come Cesare da Severo e poi dallo stesso sconfitto nella Battaglia di Lugdunum del 197, che portò alla fine delle ostilità.[1]
Conseguenze
La fine della guerra civile portò alla creazione di una nuova dinastia, quella dei Severi, in cui il carattere militare dell'imperatore ne uscì grandemente rafforzato. Questa nuova dinastia potè regnare sull'Impero romano tra la fine del II e i primi decenni del III secolo, dal 193 al 235, con una breve interruzione durante il regno di Macrino tra il 217 e il 218, avendo in Settimio Severo il suo capostipite ed in Alessandro Severo il suo ultimo discendente. Vi è da aggiungere che la guerra che frappose l'Occidente romano (Severo) con l'Oriente romano (Pescennio Nigro), favorì l'insicurezza lungo le frontiere dell'Eufrate, tanto da constingere il nuovo imperatore, una volta portata a termine la guerra civile, a combattere una nuova guerra contro i Parti negli anni 197-198.[1]
Note
Bibliografia
Fonti primarie
- Cassio Dione Cocceiano, Storia romana, LXXIV-LXXX.
- Erodiano, Storia dell'Impero dopo Marco Aurelio, III-VI.
- Historia Augusta, da Caracalla a Diocleziano.
- Eutropio, Breviarium ab urbe condita, libro 9.
Fonti storiografiche moderne
Letteratura storiografica
- A.R.Birley, Septimius Severus. The african emperor, Londra e New York, 1988. ISBN 0-415-16591-1
- J.R.Gonzalez, Historia de las legiones Romanas, Madrid 2003.
- M.Grant, The Severans: The Changed Roman Empir, Londra e New York 1996. ISBN 0-415-12772-6
- M.Grant, Gli imperatori romani, storia e segreti, Roma 1984. ISBN 88-54-10202-4
- Yann Le Bohec, L'esercito Romano, Roma, 1992.
- A.Liberati – E.Silverio, Organizzazione militare: esercito, Roma, Museo della civiltà romana, 1988.
- S.Mazzarino, L'impero romano, vol.2, Bari 1973.
- R.Rémondon, La crisi dell’impero romano, da Marco Aurelio ad Anastasio, Milano 1975.
- P.Southern, The Roman Empire: from Severus to Constantine, Londra & New York 2001. ISBN 0-415-23944-3