Rapporto Stato-Chiesa
Rapporto Stato Italiano-Chiesa Cattolica: Trasferimenti, finanziamenti ed oneri a carico dello Stato Italiano
Scuole private
In Italia la stragrande maggioranza delle scuole private è gestita direttamente da ordini o istituti cattolici o si ispira all’educazione cattolica. Benché l’articolo 33 della Costituzione della Repubblica italiana dia il diritto “ad Enti e privati di istituire scuole ed istituti di educazione”, “senza oneri per lo Stato”, ciò da decenni è di fatto disatteso. Le scuole non statali ricevono denaro pubblico secondo: sussidi diretti, per la gestione (scuole dell’infanzia e primarie); finanziamenti di progetti “finalizzati all’elevazione di qualità ed efficacia delle offerte formative (scuole medie e superiori); contributi alle famiglie (i “buoni scuola” per le scuole di ogni ordine e grado).
Sussidi diretti
Il DM 261/98 ed il DM279/99 (Ministro della Pubblica istruzione Giovanni Berlinguer, Democratici di Sinistra), convertiti poi in nel testo unico “concessione di contributi alle scuole secondarie legalmente riconosciute e pareggiate”, hanno costituito il presupposto per la concessione di finanziamenti sistematici e regolari alle scuole private.
Il governo D’Alema bis con la legge 62/2000 sancisce l’entrata a far parte a pieno titolo nel sistema di istruzione nazionale delle scuole private, che pertanto devono essere trattate “alla pari” anche sul piano economico. La legge prevede anche:
- l’applicazione del trattamento fiscale riservato agli enti senza fini di lucro anche alle scuole paritarie,
- istituzione di fatto dei buoni scuola statali (stanziamento di 300 miliardi di lire a decorrere dal 2001);
- Aumento di 60 miliardi di lire dello stanziamento per i contributi per il mantenimento di scuole elementari parificate;
- Aumento di 280 miliardi di lire dello stanziamento per le spese di partecipazione alla realizzazione del sistema prescolastico integrato;
- Stanziamento di un fondo di 7 miliardi di lire per le scuole ce accolgono disabili (per la scuole pubbliche l’accoglimento dei disabili è obbligatorio).
Il governo Berlusconi, Ministro Letizia Moratti, con il DM 27/2005 apporta alla Legge 62/2000 le seguenti modifiche:
- non si parla più di “concessione di contributi”, ma di vera e propria “partecipazione alle spese delle scuole secondarie paritarie”
- abbassamento della soglia di alunni per classe (da 10 a 8) per l’accesso ai contributi;
- innalzamento dei livelli massimi dei contributi (12.000 euro per una scuola media, 18.000 per una scuola superiore);
- raddoppio del finanziamento per i progetti formativi (da circa 6 milioni di euro ad oltre 13 milioni).
Nel 2005 i contributi alle scuole non statali hanno avuto un ammontare di circa 500 milioni di euro (circolare ministeriale 38/2005).
Buoni scuola
I buoni scuola sono stati istituiti nel 2000 dal Governo di centro-sinistra con la Legge 62/2000 sulla parità scolastica che un piano straordinario di finanziamento attuato con la Legge 289/2002 che prevede un tetto di 30 milioni di euro per il triennio 2003-2005. Per il 2005, con la Legge finanziaria 2004 del governo Berlusconi (Ministro Moratti), il tetto è stato poi aumentato a 50 milioni di euro con accesso indiscriminato a tutte le famiglie, “senza limiti di reddito”. La legge sulla parità, inoltre, non prevede alcuna incompatibilità dei buoni statali con eventuali buoni regionali (previsti da Veneto, Emilia Romagna, Friuli, Lombardia, Liguria, Toscana, Sicilia, Piemonte), per cui di fatto buoni statali e regionali risultano cumulabili.
Insegnanti di religione
La Legge 186/2003 (governo Berlusconi con l’appoggio di La Margherita e UDEUR) definisce lo stato giuridico degli insegnanti di religione cattolica di qualsiasi tipo di scuola. L’idoneità all’insegnamento della religione cattolica è data dal Vescovo. In precedenza, stante la facoltatività dell’insegnamento della religione, lo Stato assumeva gli insegnanti di religione con contratti annuali, in funzione dell’effettiva esigenza (in poche parole, in base al numero di studenti che richiedevano l’insegnamento della religione); con la Legge 186 gli insegnanti di religione cattolica diventano dipendenti statali a tutti gli effetti, con stato giuridico, trattamento economico e diritto alla mobilità equivalenti a tutti gli altri insegnanti. Il diritto alla mobilità rende possibile per gli insegnanti di religione abilitati all’insegnamento di altre materie, in caso di revoca dell’abilitazione del vescovo o semplicemente per scelta personale, il passaggio ad altra cattedra scavalcando tutti i precari in graduatoria per quella cattedra. Inoltre per tutti gli insegnanti di religione cattolica, in quanto dipendenti statali, la revoca dell’abilitazione da parte del vescovo, comporta per lo Stato l’obbligo di provvedere al loro impiego alternativo.
Università cattoliche
Da completare
Assistenza religiosa negli ospedali pubblici
Dal 2000 al 2005 numerose regioni italiane (la Sicilia, governata dal centro-destra; l’Umbria, governata dal centro-sinistra; la Toscana, governata dal centro-sinistra; la Lombardia, governata dal centro-destra) firmano con i presidenti delle Conferenze Episcopali regionali schemi di intesa per l’assistenza religiosa negli ospedali pubblici. In particolare, quello tra la Regione Lombardia (Roberto Formigoni, Forza Italia)e il Cardinal Dionigi Tettamanzi prevede che in tutte le strutture sanitarie pubbliche e private debba essere previsto almeno un “assistente religioso”, due in strutture con più di 300 posti letto, uno ogni 350 in strutture con più di 700 posti letto. Gli assistenti religiosi devono essere assunti dalla struttura ospedaliera ospitante a cui carico è pure la messa a disposizione di: spazi per le funzioni di culto, per l’attività religiosa, alloggi per gli assistenti, uffici, arredi, suppellettili, attrezzature, nonché tutte le spese necessarie al loro mantenimento; spese di illuminazione, e riscaldamento (artt. 1, 2, 4, 10 dell’Intesa).
Radio cattoliche
Da completare
Da completare
Fondi per il Palazzo Patriarcale di p.tta dei Leoncini, per la Basilica della Salute, per il Seminario patriarcale alla Salute
Nel febbraio del 2004, il Presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan (Forza Italia), storna 50 milioni di euro dal fondo speciale per il disinquinamento delle acque di Venezia versandoli nelle casse della curia patriarcale. La proposta era già stata avanzata dal segretario regionale all'ambiente Galan ed approvata all'unanimità nella riunione a Palazzo Chigi del Comitato per la gestione dei fondi per la salvaguardia di Venezia e della laguna, presieduto dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Oratori
Da completare
Agevolazioni fiscali
Da completare
Approvvigionamento idrico
L’art. 6 dei patti lateranensi lo rende completamente gratuito. Il consumo annuo, in gran parte utilizzato per innaffiare i giardini vaticani, è di circa 5 milioni di m3, corrispondente al fabbisogno di una città di medie dimensioni.
Depurazione delle acque di scarico
I pagamenti al Comune di Roma per l'espletamento del servizio (al 1999 ammontavano a 44 miliardi di lire) non sono mai stati effettuati. In seguito alla quotazione in Borsa della Acea, lo Stato Italiano si è accollato l'onere di saldare il debito reclamato dagli azionisti dietro l'impegno da parte della Santa Sede di fare fronte ai futuri costi del servizio (2 milioni di euro annui). Nel 2004, un emendamento alla legge finanziaria (presentato dal parlamentare di Forza Italia Mario Ferrara) ha di fatto cancellato l'onere, prevedendo lo stanziamento di 25 milioni di euro per il 2004 e di 4 milioni di euro a decorrere dal 2005 per dotare il Vaticano di un sistema di depurazione proprio.
Collegamenti esterni
- Legge 62/2000
- Legge 186/2003
- www.olir.it - Osservatorio delle libertà ed istituzioni religiose
- Giornale dei laici italiani
Bibliografia
- Scuola pubblica e scuola privata. Gli oneri per lo Stato, Minnei E., Giappicchelli, Torino