Montello (colle)
Il Montello (in lingua veneta el Montel o el Monteło) è un piccolo rilievo montuoso della provincia di Treviso (altitudine massima: 371 m). Si estende (da est a ovest) dall'abitato di Nervesa della Battaglia sino a Montebelluna; ai piedi delle pendici sud sorgono gli abitati di Volpago del Montello, Giavera del Montello e altri piccoli paesi; il versante nord è lambito dal Piave.
| il Montello | |
|---|---|
| Stato | |
| Regione | |
| Provincia | |
| Altezza | 371 m s.l.m. |
| Coordinate | 45°48′34.33″N 12°05′46.77″E |
| Altri nomi e significati | el Montel o el Monteło (lingua veneta) |
| Mappa di localizzazione | |
Caratteristiche fisiche e geologiche
Il Montello è un rilievo molto peculiare dal punto di vista geologico. Lo stesso nome indica che non si tratta di una vera e propria collina (non è articolato in più dorsali ed è sostanzialmente compatto e massiccio), ma l'altezza modesta non lo rende neppure una vera e propria montagna.
La sua origine è legata al processo di orogenesi delle Alpi: questi monti si sono formati (e continuano a crescere) a causa dello scontro fra il continente Europeo ed Asiatico e il Montello è in pratica un fenomeno periferico legato a ciò. Tuttavia, la crescita del rilievo è stata ostacolata dal corso del Piave che lo ha "levigato" assieme al contributo degli agenti atmosferici.
Il tutto è all'origine anche dei fenomeni carsici che interessano la zona, come doline e grotte. Da ricordare che le riserve idriche della collina scorrono in anfratti sotterranei, ma non sono praticamente presenti ruscelli o altri corsi d'acqua superficiali. Le acque fuoriescono da alcune importanti e suggestive sorgenti come il Forame nella scarpata meridionale.
Il punto di massima altitudine è in località Colesel Val dell'Acqua (371 metri).
Patrimonio ambientale
Flora
Il bosco del Montello, che ne ricopre ancora buona parte della superficie, è assai diverso rispetto al passato soprattutto a causa degli interventi antropici.
Si ritiene che 7-8 mila anni fa il bosco fosse essenzialmente costituito da aghifoglie. In seguito si stabilizzò la presenza di farnia, frassino e carpino nella fascia più bassa (bosco planiziale), mentre a maggiori altitudini prosperavano il rovere e la roverella (caducifoglie).
Solo a partire dal XIV sec. l'uomo si rese conto dell'entità delle risorse boschive della collina e ne iniziò lo sfruttamento. Esso fu favorito dalla conquista della Repubblica di Venezia che aveva bisogno di legname per l'arsenale e per le palafitte su cui si fonda la città. Nonostante ciò, i veneziani seppero sempre unire all'aspetto economico quello ecologico, sicché sino alla conquista napoleonica il taglio del bosco fu sempre controllato. Da allora però lo sfuttamento si fece sempre più intenso e disordinato. Fu addirittura emanata una legge (la Bertolini del 21 febbraio 1892) che ordinava l'abbattimento di 6.230 ettari di bosco per liberare terreni da cedere a famiglie povere e privati. Un altro duro "colpo" fu quello subito durante la prima guerra mondiale.
Attualmente, le piante autoctone (rovere e castagni) sono ormai rare ed è ben più frequente la presenza di robinie, piante di origine americana ormai divenute infestanti, e carpini.
Fauna
Il Montello è senza dubbio una delle aree naturali più importanti del Veneto e per questo motivo ospita una ricca biodiversità.
La sua posizione, al confine tra l'area prealpina e la pianura, e la vicinanza del Piave favorisce la presenza di uccelli migratori, soprattutto tra la primavera e l'autunno. Numerosissime le varietà di passeriformi, fringillidi, turdidi e rapaci, spesso rappresentanti specie assai rare. Da ricordare soprattutto gli avvistamenti di aquile reali (Aquila chrysaetos) e gufi reali (Bubo bubo), tipici delle Alpi ma che evidentemente hanno scelto il Montello per svernare.
I fenomeni carsici hanno favorito in passato la presenza di pipistrelli, soprattutto il rinolofo maggiore (Rhinolophus ferrumequinum). La loro popolazione è oggi assai diminuita, viste le varie forme di inquinamento provocate dall'uomo (in particolare l'uso di pesticidi ne ha limitato le fonti di cibo).
Gli altri mammiferi sono rappresentati da roditori - scoiattolo (Sciurus vulgaris), ghiro (Myoxus glis), moscardino (Muscardinus avellanarius) ecc.- e carnivori - volpe (Vulpes vulpes), donnola (Mustela nivalis), faina (Martes foina), tasso (Meles meles) ecc. Ultimamente l'uomo vi ha introdotto il daino (Dama dama) mentre il capriolo (Capreolus capreolus) è arrivato spontaneamente dall’area collinare settentrionale. Sporadica la presenza del cervo (Cervus elaphus) e del cinghiale (Sus scrofa).
Notevole pure la presenza dei rettili. Tra questi, il colubro di Esculapio (Elaphe longissima) che sembra essere tuttavia minacciata.
Vie di comunicazione: le prese
La dorsale del Montello è percorsa per tutta la sua lunghezza dalla SP 144 che va dunque da Montebelluna a Nervesa della Battaglia. Essa è però intersecata quasi perpendicolarmente da 21 strade di presa, le stradine che si inerpicano lungo un fianco della collina e ridiscendono dal lato opposto. Le strade di presa non sono da confondersi con le prese vere e proprie; queste ultime sono piuttosto le fascie di territorio comprese fra una strada e l'altra. Questo assetto è il risultato del controllo forestale impostato da Venezia sin dal XV secolo (il nome deriva da "prendere il legname") e dei vari lavori di manutenzione e lottizzazione che si sono succeduti sino alla fine dell'Ottocento; vengono indicate tramite un numero e un nome che solitamente ricorda i caduti della Grande Guerra. Piacevoli da percorrere perché poco trafficate e talvolta sterrate, sono per questo frequentate da escursionisti e ciclisti, anche perché le pendenze non superano mai il 6%. Eccone l'elenco:
| Presa | Nome | Lunghezza (km Nord+km Sud) | Fondo versante Nord | Fondo versante Sud |
|---|---|---|---|---|
| I | Francesco Baracca | 2,2 (1+1,2) | ripida e in parte sterrata | asfaltata |
| II | Guido Alessi | 2,8 (1,8+1) | sterrata dal fondo buono e pendenze non eccessive | molto ripida all'inizio, asfaltato, poi meno ripido e sterrato |
| III | Umberto Sacco | 4,2 (2,2+2) | sterrata dal fondo discreto, molto panoramica | tutta asfaltata e abbastanza trafficata |
| IV | Luigi Lama | 5,5 (3+2,5) | solo un lungo tratto sterrata | quasi tutta sterrata |
| V | via del Solstizio | 6,3 (3,3+3) | tutta asfaltata, pendenze moderate | importante collegamento alla dorsale (in abbinamento con la 6), completamente asfaltata |
| VI | Annibale Carretta | 6 (3,5+2,5) | sterrata stretta e molto tortuosa | sterrata fino al congiungimento con la 5 |
| VII | A.N. Gorini | 6,3 (3,3+3) | parzialmente sterrata | sterrata e tortuosa fino all'innesto nella 6 |
| VIII | Eligio Porcu | 6 (3+3) | importante collegamento con la dorsale, tutta asfaltata | all'inizio sterrata, poi asfaltata dall'innesto con la 'strada militare' |
| IX | Giuseppe Mancino | 6,2 (3+3,2) | asfaltata solo in alto dove più ripida | parzialmente sterrata, con rampe molto ripide |
| X | Cesare Battisti | 6,2 (3+3,2) | in parte sterrata, con rampe molto ripide | inizialmente asfaltata ma molto ripida, poi sterrata e pendenze più dolci |
| XI | via Sernaglia | 5,7 (2,5+3,2) | completamente asfaltata, pendenze non eccessive ma continue | completamente sterrata e con rampe molto ripide |
| XII | via San Martino | 6,1 (3+3,1) | tutta sterrata e con pendenze molto forti | tutta sterrata, non si congiunge alla dorsale ma termina alla chiesetta di San Martino |
| XIII | via del Fante | 6,2 (3+3,2) | sterrata solamente alla fine, rampe molto ripide | sterrata |
| XIV | via della Vittoria | 5,5 (2,5+3) | panoramica, asfaltata, pendenza continua non eccessiva | inizio molto ripido e sterrato |
| XV | via delle Medaglie d'Oro | 5,4 (2,4+3) | inizialmente sterrata, poi asfaltata ma molto ripida | completamente sterrata, all'inizio ripidissima |
| XVI | gen. Vaccari | 5 (2,5+2,5) | parzialmente asfaltata | completamente asfatata con tratti ripidi iniziali |
| XVII | Ivo Lollini | 5,5 (2,5+3) | asfaltata ripida, sterrata falsopiano, asfaltata ripida | tutta asfaltata, inizio molto ripido |
| XVIII | gen. Vittorio Fiorone | 4,9 (2,4+2,5) | tutta asfaltata | tutta asfaltata, inizio molto ripido |
| XIX | Brigata Campania | 4,2 (2+2,2) | quasi tutta asfaltata | tutta asfaltata, inizio ripidissimo |
| XX | Emilio Bongioanni | 4 (2+2) | quasi tutta sterrata | tutta asfaltata |
| XXI | Asclepia Gandolfo | 2 (1+1) | tutta asfaltata | tutta asfaltata, è il tratto iniziale della dorsale |
Storia e luoghi di interesse
Come già detto, le selve del Montello furono intensamente sfruttati dalla Repubblica di Venezia per rifornire l'Arsenale e per costruire le palafitte su cui si fonda l'intera città. Attualmente, buona parte del Montello è ancora ricoperta dai magnifici boschi, interrotti da pascoli, vigneti e villette private (la collina è anche un'apprezzata località di villeggiatura, oltre al fatto che vi vivono stabilmente alcune centinaia di persone).
Dopo la rotta di Caporetto, il Montello fu colpito dai duri combattimenti della prima guerra mondiale, in quanto si trovava al centro del fronte del Piave. Fu il principale obiettivo dell'offensiva austriaca del 15 giugno 1918; l'VIII armata italiana riuscì, però, a contenere lo sfondamento e poi a respingere il nemico oltre il Piave.
Testimonianza di ciò sono i vari monumenti militari, i toponimi e soprattutto il Sacrario del Montello, nelle cui vicinanze precipitò l'aereo di Francesco Baracca.
Il bosco del Montello, per l'isolamento e la quiete, fu scelto in passato come luogo di ritiro spirituale. È il caso della certosa e dell'Abbazia di Sant'Eustachio.
La Certosa di San Girolamo
Si trattava inizialmente di un modestissimo eremo ricavato dalla grotta carsica detta di San Girolamo presso la Valle delle Tre Fonti, nel luogo dove, appunto, sgorgavano tre sorgenti (ve ne è ancora una). Nella cavità avrebbe vissuto, attorno al XIV sec., l'eremita Giovanni di Fassa che la adattò alle proprie esigenze, scavandovi ad esempio le nicchie tutt'ora visibili. Pochi anni dopo i Collalto vi costruirono un monastero vero e proprio che prosperò sino alle soppressioni napoleoniche. Di esso, usato come cava da cui attingere materiale di riciclo, non resta quasi più nulla. Nel 1863 anche il cimitero fu smantellato e i resti dei frati furono trasferiti nella parrocchia di Giavera del Montello
L'abbazia di Sant'Eustachio
A differenza della precedente, era questo un importante complesso benedettino, reso potente ancora dalle donazioni dei Collalto e meta di pellegrinaggi e ritiri di uomini illustri: il più noto fu Giovanni Della Casa, autore del celebre Galateo. Le sue ricchezze la fecero però più volte meta di saccheggi e distruzioni. Nel Cinquecento, durante la lotta tra Chiesa e istituzioni politiche, il monastero fu soppresso e ridotto a semplice luogo di culto. Con le leggi napoleoniche le ricchezze rimaste furono confiscate e tutto cadde in rovina. Il "colpo di grazia" si ebbe durante la Grande Guerra, quando la chiesa fu letteralmente sventrata dall'artiglieria.
I ruderi, che compongono un suggestivo insieme, sono stati di recente restaurati e possono essere raggiunti tramite un facile sentiero che si arrampica dalla chiesa parrocchiale di Nervesa della Battaglia.