Utopia

rappresentazione di un modello ideale irraggiungibile
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Il termine utopia (pron. utopìa) indica un progetto, o la sua realizzazione (prevista o attuale), quando questi si propongano come idealisticamente desiderabili e dotati di valore. Esso può anche indicare una meta intesa come puramente ideale e non effettivamente raggiungibile; in questa accezione, può avere sia il connotato di punto di riferimento su cui orientare azioni pragmaticamente praticabili, sia quello di mera illusione e di falso ideale. L'utopista, sia come coniatore di utopie sia come semplice propugnatore, può quindi essere tanto colui che costruisce le sue preferenze e le sue scelte ideologiche esimendosi dallo studio e dalla comprensione della realtà e delle sue dinamiche, quanto colui che indica un percorso che ritiene al contempo auspicabile e pragmaticamente perseguibile. Benché non sia un costituente essenziale del concetto di utopia, molte utopie presentano un carattere universalista; esistono, però, anche utopie di natura settaria o comunque non inclusiva. Nell'uso comune, utopia e utopismo sono spesso associati al velleitarismo.

Illustrazione per L'Utopia di Tommaso Moro

Storia

«Una carta del mondo che non contiene il Paese dell'Utopia non è degna nemmeno di uno sguardo, perché non contempla il solo Paese al quale l'Umanità approda di continuo. E quando vi getta l'àncora, la vedetta scorge un Paese migliore e l'Umanità di nuovo fa vela.»
«Solo a coloro che possiedono, con innocenza, il sorriso è dato di evocare l'utopia.»

Il termine nasce dal libro L'Utopia di Tommaso Moro (circa 1516). In esso Moro ritrae una società organizzata razionalmente, attraverso la narrazione di un esploratore, Raphael Hythlodaeus. Utopia è una repubblica in cui tutta vige la totale comunione dei beni. Non ha avvocati e raramente manda in guerra i suoi cittadini, ma assolda mercenari dalle nazioni vicine. Forse Moro, che era un convinto cattolico, venne ispirato dalla regola monastica quando descrisse il funzionamento della sua società. Fu un'ispirazione per le Reducciones fondate dai Gesuiti per cristianizzare e civilizzare il Guaraní. La parola "utopia" viene usata da Moro per suggerire simultaneamente due neologismi greci: outopia (nessun luogo) e eutopia (buon luogo).

L'utopia può essere idealistica o pratica, ma il termine ha acquisito una forte connotazione di perfezione ottimistica, idealistica e impossibile. L'utopia può essere posta in contrapposizione con l'indesiderabile distopia (anti-utopia, pseudo-utopia) e con l'utopia satirica.

Politica e storica

Un'utopia globale di pace mondiale viene spesso vista come una delle possibili e inevitabili fini della storia.

Sparta fu un'utopia militarista fondata nell'Antica Grecia da Licurgo (anche se alcuni, specialmente gli ateniesi, possono averla vista come una distopia). Fu una potenza greca fino alla sua sconfitta da parte dei Tebani nella battaglia di Leuttra.

Sviluppatasi fra il XVIII e il XIX secolo, il socialismo utopico, che fu la prima corrente del moderno pensiero socialista, propugnava una riforma generale della società e dello stato, che abbia come fine la giustizia sociale e come mezzo la statalizzazione delle risorse economiche, l'abolizione della proprietà privata (collettivismo), della famiglia, del contrasto tra città e campagna.

Economica

Le utopie socialista e comunista generalmente ruotano attorno a una distribuzione paritaria dei beni, spesso con la totale abolizione del denaro, e con cittadini che fanno un lavoro che apprezzano e che è svolto per il bene comune in quanto realizzazione della loro essenza primaria, e che gli lascia ampi margini di tempo per coltivare arti e scienze.

Religiosa

  Lo stesso argomento in dettaglio: Escatologia e Millenarismo.
 
A livello popolare l'utopia a volte si richiama all'immagine del Paradiso terrestre

Le idee cristiana e islamica di paradiso tendono ad essere utopiche, specialmente nella loro forma popolare: invitando ad una speculazione sull'esistenza libera dal peccato, dalla povertà e da ogni tristezza, oltre il potere della morte (anche se il "paradiso", nell'escatologia cristiana almeno, è più equivalente alla vita in Dio, visualizzata come un paradiso terrestre nei cieli). In un senso simile, il concetto Buddista di Nirvana può essere visto come una specie di utopia.

Le utopie religiose, peraltro diffusamente descritte come un giardino di delizie, esistenza libera da preoccupazioni, in mezzo a strade lastricate d'oro, in uno stato di illuminazione beatificante, godendo di poteri divini, sono spesso ragione per percepire benefici nel rimanere fedeli a una religione, e un incentivo per la conversione di nuovi membri.

Scientifica e tecnologica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Transumanesimo e Singolarità tecnologica.

Queste utopie preconizzano un futuro in cui una scienza e una tecnologia avanzate creeranno le condizioni per uno stile di vita utopico; ad esempio con il superamento della morte e della sofferenza e con cambiamenti migliorativi della natura e della condizione umana. Specie in ambito transumanista, si adotta anche il termine di "estropia", intesa come capacità della tecnica di contrastare, localmente o globalmente, il fenomeno dell'entropia.

In contrapposizione a questo orientamento ottimistico, si pone la predizione che l'avanzamento di scienza e tecnologia porterà all'estinzione dell'umanità, in seguito ad un utilizzo intenzionalmente o maldestramente distruttivo o ad un puro incidente. I pessimisti invocano il principio di precauzione e contrastano l'adozione indiscriminata delle nuove tecnologie; nelle posizioni più estreme si giunge ad una totale opposizione verso l'innovazione tecnologica.

Proto-comunismo

Con questa espressione si suole indicare quelle filosofie che in qualche maniera anticipano uno o più temi tipici del comunismo. È specialmente nel Settecento che nascono questi tipi di impostazioni politico-sociologiche che preludono il comunismo ottocentesco. A parte Rousseau che nel Contratto sociale ha avanzato idee di uguaglianza nei diritti e una certa centralizzazione del potere, vi sono altri tre personaggi che si distinguono per aver sostenuto in maniera forte l'abolizione della proprietà privata: Jean Meslier, Étienne-Gabriel Morelly e Dom Deschamps.

Il nuovo senso dell'utopia

La concezione dell'utopia come società ideale e perfetta, e per ciò stesso irreale e irrealizzabile (o anche come modello mentale o fantastico, come sogno e chimera) deriva dai progetti filosofici e letterari che si sono sviluppati nella modernità a partire da Thomas More. Questa concezione è prevalente non solo a livello popolare e corrente, ma anche a livello dotto.

La nuova concezione sviluppa l'utopia non più solo come progetto degli autori, ma come progetto dell'umanità per la sua liberazione, la sua redenzione terrena, la costruzione di una società di giustizia e di una società fraterna. Essa matura anzitutto da una fondamentale osservazione di Marx ed Engels nel Manifesto, e cioè che la società non può essere trasformata dal progetto di un autore, ma solo da un movimento che la vada trasformando dall'interno. L'utopia viene compresa come un fattore della storia da Karl Mannheim, in Ideologia e utopia (Bonn, 1929), il fattore creativo-eversivo che impelle la storia; mentre l'ideologia è il fattore di conservazione. Viene quindi compresa da Ernst Bloch come il processo stesso della storia in cui l'umanità si va liberando dalle alienazioni e contraddizioni che la dilacerano, va costruendo la sua libertà (Il principio speranza, Frankfurt a.M., 1953-59).

Gli studi più recenti mirano alla ricostruzione del processo utopico nella storia umana e individuano due grandi linee di movimenti portatori, i movimenti religiosi di salvezza e i moderni movimenti rivoluzionari. I primi, e cioè in particolare il messianismo ebraico e l'annunzio evangelico, impostano il progetto di una società di giustizia e di una società fraterna; e ne tentano la realizzazione a livello comunitario, specie attraverso due altri movimenti, il millenarismo, e l'eresia medievale e moderna, la quale altro non è che il tentativo di riprendere il progetto evangelico nella sua purezza in una chiesa fortemente mondanizzata. Proprio un movimento ereticale moderno, il puritanesimo inglese, trasferisce il progetto dal religioso nel politico e scatena la prima delle rivoluzioni moderne, la Rivoluzione inglese del Lungo Parlamento (1640-1653), la quale inizia la fase costruttiva, la costruzione di una società di giustizia. In quattro punti: i grandi principi etici (libertà, eguaglianza, sovranità popolare), sanciti nella prima delle moderne Carte dei popoli, il Patto del Popolo Inglese; la legge, contro l'arbitrio del monarca; il Parlamento eletto come organo della legge; il giusto processo per tutti.

Le rivoluzioni moderne sono quattro: l'Inglese, la Francese, la Russa (che però fallisce tragicamente), la Grande Contestazione degli anni 1960-70. I punti salienti del processo utopico moderno, oltre le rivoluzioni, sono il generalizzarsi del modello democratico, il movimento operaio e il socialismo, il dissolversi degli imperi continentali e coloniali, l'unificazione dell'umanità e il modello cosmopolitico (in costruzione), il movimento pacifista, il movimento ecologico, la promozione della condizione popolare nella dignità del lavoro, dignità del reddito, istruzione, sicurezza sociale, benessere.

Il processo utopico di costruzione di una società di giustizia si sviluppa in Occidente ma ha carattere universale; i principi etici come i modelli sono universali, universalmente umani. Il suo cammino è difficile e contrastato. Esso comporta una visione positiva e costruttiva della storia umana, e fonda la speranza dell'umanità, una visione e un'attesa di speranza.

Questa è dunque l'utopia storica, rispetto all'utopia filosofico-letteraria. Il suo è il senso originario dell'utopia, il processo originario e decisivo; di cui l'utopia letteraria è un momento accessorio, ma tuttavia fecondo per il suo apporto ideale e progettuale.

Utopie leggendarie

Utopie letterarie e cinematografiche

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