Concilio di Melfi III

sinodo cristiano del 1089

Urbano II indice il Terzo concilio di Melfi, che inizia il 10 settembre 1089 e si protrae per una settimana nel castello sul Monte Vulture. E’ molto importante perché è il momento ed il luogo in cui il Pontefice bandisce la prima Crociata ed assume importanti decisioni relative sia alla politica, sia al Clero.

* Aspetti organizzativi

Il Papa da Roma ritorna nel sud della Penisola e stabilisce la propria dimora nella Capitale dei Normanni, Melfi, presso Ruggero Borsa, che lo ospita. Urbano II riunisce il terzo dei cinque Concili Papali di Melfi, secondo il cronista Lupo Protospata, che riporta l’evento nella sua cronaca, tra i fatti religiosi. Al sinodo partecipano 70 Vescovi di Puglia, Calabria e Molise.

* Aspetti religiosi

Il Pontefice, insieme ai Capi Normanni, getta le basi per costituire una lega allo scopo di liberare dai musulmani la Terra Santa. Inizia, così, la predicazione per la crociata, che sarà formalmente indetta, in seguito, a Clermont.

Urbano II attua in pieno la riforma avviata dal predecessore Gregorio VII e procede nel meridione della penisola a trasformare nel rito latino il clero greco, di cui progetta di cancellare la secolare presenza.

Il Sinodo riforma la disciplina monastica, approva diversi articoli del diritto canonico romano e stabilisce sedici canoni: condanna le pratiche di simonia, contrasta il concubinato dei Chierici ed istituisce l’obbligo del celibato per i religiosi, a cominciare dal suddiaconato.

Per evitare la simonia prescrive che i monasteri e le canoniche chiedano il consenso episcopale per l'acquisizione di chiese private e decime. Per rafforzare il celibato impone la schiavitù alle mogli dei sacerdoti.

Urbano II ravviva l’unità delle due chiese cristiane: riapre le trattative con la chiesa greca e l’impero bizantino, ma il tentativo fallisce.

Il concilio riafferma la supremazia del Pontefice riguardo alle nomine dei Vescovi, ad eccezione dello Stato di Sicilia, e vieta l'investitura da parte dei laici.

Ai lavori interviene anche Pietro Pappacarbone, Abate della Santissima Trinità di Cava.

* Aspetti politici

Durante le sessioni al Papa rendono omaggio alcuni nobili, tra cui Goffredo, conte di Conversano, ed i religiosi baresi, l’Abate Elia e l’arcidiacono Giovanni; Alla metà di settembre anche Boemondo I d’Altavilla raggiunge il Pontefice.

Durante il sinodo, i baroni firmano la Tregua di Dio per assicurare pace alle popolazioni stremate dalle guerre.

Nel Concilio il Papa riceve in omaggio da Ruggero Borsa i territori del Ducato di Puglia e Calabria e gli concede, immediatamente dopo, la nuova investitura con il titolo di secondo Duca di Apulia.

Urbano II riesce ad ordinare i rapporti fra i due principali capi normanni: i fratellastri Boemondo e Ruggero, dopo anni di lotte interne, depongono le armi e si accordano per la divisione dei possedimenti. Il patto sancisce ufficialmente il compromesso raggiunto nel castello di Canosa dal Conte Ruggero I di Sicilia.

Il Papa riconosce Boemondo d’Altavilla Signore di Bari ("domino Boamundo eundem Papam nobiscum deprecante") e gli affida un feudo che comprende il principato di Taranto con Gallipoli, Montepeloso (Irsina) e Torre di Mare o Santa Trinità (Metaponto). Nell’occasione aggrega Matera al giustizierato di Terra d’Otranto ed incorpora Bari nel Principato di Taranto. Goffredo di Conversano si riconosce vassallo di Boemondo e chiede al Papa di recarsi a Brindisi per consacrare la cattedrale e sancire il rientro dei presuli brindisini dalla sede di Oria.

Durante le sessioni Conciliari, il Papa è invitato anche da Boemondo ad organizzare il successivo Concilio proprio a Bari ed a raggiungere la città al termine del Sinodo per deporre l’urna che contiene le ossa di San Nicola di Bari nella tomba predisposta. Urbano II è invitato inoltre dall’Abate Ursone a consacrare la Chiesa di Banzi.

* Eventi collegati al Concilio

Nel corso dei lavori ed al termine del Sinodo, il Pontefice accoglie tutti gli inviti e, di conseguenza, viaggia a lungo: a Venosa, a Cava dei Tirreni, a Banzi, a Montecassino, sul Gargano (prega nella grotta dell’Arcangelo Michele), a Bari ed a Brindisi.

Ricordiamo che il predecessore Niccolò II aveva indetto nel 1059 il Concilio di Melfi I; poi il Papa Alessandro II nel 1067 aveva tenuto il Concilio di Melfi II e, quindi, dopo il III Concilio, segue Pasquale II nel 1101 con il Concilio di Melfi IV ed Innocenzo II nel 1137 con il Concilio di Melfi V, ultimo della serie.

Voci correlate

Note

  • Lupus Protospatarius CRONACHE

Bibliografia

  • Nino Lavermicocca BARI BIZANTINA 1071-1156: IL DECLINO Edizioni di Pagina ISBN 88-7470-029-6

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