Fontane di Napoli
Le primissime fontane di Napoli affondano le loro radici in età classica. Nei secoli successivi, come vedremo, l'aumento demografico e le dominazioni straniere diedero più risalto anche a questo tipo di strutture, che acquisirono maggiori caratteri decorativi.

L'approvvigionamento
Il problema di condurre le acque in città: gli acquedotti
I greci scavarono cunicoli sotterranei per condurre le acque in città, numerose erano le risorse d'acqua fuori le mura e quelle maggiormente utilizzate erano le acque alle falde del Vesuvio e delle colline casertane.
I Cumani o gli stessi Ellenici, costruirono l'acquedotto della Bolla che seguiva un lungo percorso, iniziando dalle colline nell'entroterra campano (piana di Volla, da cui è derivato il nome) fino ad arrivare nella zona di Stadera. L'acqua veniva poi distribuita in cinque zone distinte: Dogana, Mercato, Annunziata, Cappella Vecchia e Loreto. Quest'acquedotto, il più antico della città, venne utilizzato anche in tempi più recenti.
L'abbondanza di acque non frappose dunque alcun ostacolo all'approvvigionamento; difficile fu invece farla arrivare fin dentro la città, poiché varia e complessa era la morfologia del terreno (un problema che si posero soprattutto i romani, in quanto, abituati a costruire perlopiù acquedotti a cielo aperto, furono, in un primo momento, "obbligati" ad ampliare e ad ammodernare i precedenti acquedotti greci). Più tardi dotarono la città anche di imponenti acquedotti all'aperto che si estendevano per decine di chilometri e che inoltre rifornivano d'acqua tutte le città del golfo.
L'acquedotto sotterraneo di età augustea, denominato Claudio, riforniva d'acqua molti insediamenti abitativi e città della piana napoletana, nonché i centri militari e marittimi di Miseno e Bacoli; ricordiamo che la celebre Piscina Mirabilis veniva rifornita d'acqua proprio da quest'acquedotto. A Napoli, invece, sottopassava il Campo di Marte (oggi Capodichino) per poi oltrepassare le mura fluendo sugl'archi dei Ponti Rossi, ad una quota di circa 42 m s.l.m.: venne utilizzato soprattutto per approvigionare d'acqua le ville di Bagnoli e Posillipo.
Di grande utilità furono anche i tre acquedotti a pelo libero che furono utilizzati fino alla costruzione dell'acquedotto intubato del 1885.
Nei secoli seguenti, con la progressiva crescita della città, importanti furono anche gli acquedotti "moderni" del Carmignano (costruito nel XVII secolo dall' architetto Cesare Carmignano) e del Serino. Ancora oggi sono visibili, sia nella Napoli sotterranea che in quella di superficie, vari esempi di questi acquedotti, dei veri e propri complessi sistemi idraulici che per secoli hanno accompagnato la storia della città.
Le "sorgenti di quartiere": le acque sorgive di Napoli
L'approvvigionamento d'acqua, proveniva dunque dagli acquedotti oppure da acque sorgive sparse in varie zone della città. Quest'ultime furono molto usate sino in età moderna o anche oltre; utilizzate per la distribuzione e/o per alimentare antiche fontane.
Per la sua leggerezza e freschezza, ma, soprattutto per le sue abbondanti riserve d'acqua, la sorgente del convento di San Pietro Martire fu tra le più celebri acque sorgive. Venne largamente utilizzata nel XVI secolo, anche da importanti figure storiche: come Carlo V, che prima di lasciare Napoli, fece rifornire le sue galee proprio dell'acqua di questo convento.
A Napoli quasi ogni rione era provvisto di almeno un'acqua sorgiva, di conseguenza numerose altre sono passate alla storia; solo per citarne qualcun'altra: a Santa Lucia vi erano due acque sorgive, quella che ha lasciato maggiori testimonianze di sè è la sorgente naturale che fuoriusciva dal Monte Echia. Altre ancora, erano site nella zona della Basilica di San Paolo Maggiore e nel quartiere aristocratico di Chiaia, precisamente, nella zona di Mergellina (un'acqua sorgiva molto amata ed usata dai Borboni).
Cenni storici sulle fontane
Le origini greche
Attraverso attenti esami e resoconti storici, si è intuito che le fontane decorative e le stesse acque sorgive della Napoli antica, entrarono a far parte della vita del popolo già nel periodo della Magna Grecia. Oltre che per l'aspetto utile, furono protagoniste di divinizzazioni o costituivano dei veri e propri punti di riferimento, anche per quanto riguarda alcuni aspetti socio-religiosi, nonché esoterici; da quanto pervenuto, nessuna fontana greca della città è sopravvissuta sino ad oggi.
In epoca romana, infine, la città si arricchì ulteriormente di queste strutture idriche. Tra le poche sopravvissute ricordiamo quella sita all'interno della Villa Imperiale di Pausilypon; essa, lunga circa 26 metri era in origine abbellita da marmi.
Dall'età medievale al XVIII secolo
Nel medioevo, anche a Napoli nacquero raffinate fontane che, come già accadeva da qualche secolo, aggiungevano all'aspetto utilitario, ulteriori funzioni di decoro e arredo urbano. In questo periodo, la città, che era la più popolosa d'Europa con Parigi, necessitava di nuove risorse idriche, specie di fontane: un problema che si pose in maniera più forte in età moderna.
Nella prima metà del 1500, vi fu un vero e proprio boom di fontane, legato soprattutto alla crescita demografica; infatti, Napoli stava superando velocemente i 300.000 abitanti e fu dunque doveroso potenziare le strutture idriche cittadine e dare al popolo più fontane. Alcune fontane pubbliche dell'età moderna vennero costruite addossate a mura, chiese, palazzi o altri edifici, onde evitare che il popolo intralciasse piazze e slarghi o per consuete leggi emanate (vedi ad esempio la fontana del Capone). Ricordiamo inoltre che alcune fontane della città sono state costruite anche per motivi celebrativi; a rappresentanza di un determinato periodo storico, o a raffigurazione di un sovrano.
Le varie dinastie straniere al potere, spesso, promossero le costruzioni di varie strutture idriche, anche al fine di conquistarsi il consenso popolare; infatti, usavano far dono ai cittadini di nuove e magnifiche fontane, a simboleggiare la loro generosità o il loro potere. Ciò accadeva soprattutto fino al XVIII secolo e, come è testimoniato da antiche mappe e/o documenti, Napoli si ritrovò con un enorme numero di fontane, in vari punti della città.
Ricordiamo anche che alcune fontane sono state "vittime" delle vicende storiche della città, infatti, è capitato che vari ex regnanti, prima di lasciare la città perché soppiantati da un nuovo straniero o da una dinastia avversa, distruggessero o sfreggiassero fontane o altre strutture idriche (un sorta di punizione inferta al "popolo traditore"). Altre ancora vennero invece razziate.
Dal Risanamento alla prima metà del XX secolo
Nel tempo, vari progetti che prevedevano la costruzione di ulteriori fontane, rimasero sulla carta; mentre, alcune che già adornavano la città, vennero ulteriormente spostate e/o modificate. Le fontane considerate inopportune, invece, ebbero vita breve (come nel caso della fontana del Serino del 1885 installata in Piazza del Plebiscito, di cui oggi non vi è più alcuna traccia). Questo lasso di tempo, passato alla storia come periodo del Risanamento, è caratterizzato da svariate demolizioni prevalentemente per motivi igienico-funzionali che hanno coinvolto soprattutto i quartieri storici: nella Napoli di fine ottocento, infatti, le autorità, speranzose di risolvere i numerosi problemi che affliggevano la città, applicarono le nuove concezioni urbane che sventrarono interi rioni popolari, e furono distrutte anche diverse fontane storiche. In realtà quegli interventi servirono solo a nascondere il degrado e la povertà di quelle zone piuttosto che a risolverne i problemi.
Rimanendo in tema di fontane, vero e proprio caso emblematico è la distruzione di quel gruppo di strutture idriche che facevano bella mostra fuori dal centro, nelle immediate vicinanze del Cimitero di Poggioreale, di cui oggi ne è sopravvissuta solo una ed è sita nel Chiostro di Sant'Eligio Maggiore.
Infine, Il fascismo che in Napoli vide il punto di partenza ideale per una politica coloniale, comportò la costruzione della Mostra d'Oltremare; un vasto complesso composto da numerosi edifici di vario genere e da numerose fontane.
Oggi, il loro numero è ancora considerevole; sono più di cento le fontane storiche della città (escluse le fontanelle e comprese anche quelle private site in chiostri, palazzi, ecc..) e sono racchiudibili in due categorie: quelle monumentali e quelle ornamentali. Indipendentemente dalla loro tipologia, buona parte di esse versano in un allarmante stato di degrado; inoltre, da quanto pervenuto, altre fontane pubbliche sono rinchiuse nei depositi comunali del Chiatamone, in attesa di restauro e di visibilità.
Fontane monumentali
Le fontane monumentali di Napoli sono solitamente di grandi-medie dimensioni, ad eccezione dell'enorme fontana dell'Esedra (un'opera fascista del 1938); con un' estensione di 9000 metri quadrati è tra le più grandi fontane al mondo. Altre, sono state costruite in modo che entrassero a far parte coerentemente nell'arredo urbano.
Tutte le fontane monumentali della città sono state realizzate in un arco di tempo che va dal periodo medievale alla prima metà del XX secolo, ad eccezione della fontana del Carciofo (1957 circa).
La magnificenza scultorea di molte di queste è dovuta non solo ad artisti di livello (Bernini, Domenico Fontana, Michelangelo Naccherino, ecc..) ma, in alcuni casi, anche a sapienti scultori di ignote botteghe napoletane.
Di seguito, site nelle zone più disparate della città (dalle piazze ai parchi delle regge cittadine), le fontane più monumentali di Napoli:
- La fontana dell'Esedra (XX secolo), ispirata alla settecentesca fontana della Reggia di Caserta, è sita nella Mostra d'Oltremare. È un'opera di Carlo Cocchia e Luigi Piccinato; la fontana può contenere una massa d'acqua di 4000 metri cubi ed emettere getti alti fino a 40 metri. Intorno è circondata da ottocento alberi d'alto fusto, soprattutto da pini e lecci. Attualmente la fontana può contare su 76 vasche ad esedra, 1300 ugelli fatti di ottone e di bronzo, dodici fontane a cascata e altrettante elettropompe. Le decorazioni in ceramica sono di Giuseppe Macedonio.
- La fontana del Nettuno (1595-1598) è stata realizzata su disegno di Domenico Fontana e lavorata da Michelangelo Naccherino e Pietro Bernini; ha cambiato numerose volte collocazione.
- La fontana del Sebeto (XVII secolo) fu voluta dal viceré Emanuele Zunnica y Fonseca, conte di Monterey ed è stata progettata e creata da Cosimo Fanzago, rappresenta le vicende del fiume Sebeto (l'antico fiume che scorreva nel cuore di Napoli). L'acqua sgorga dai due mostri posti ai lati della struttura; la fontana è caratterizzata da un vecchio simboleggiante il corso d'acqua.
- La fontana del Naccherino (XVII secolo) fu voluta dal viceré Juan Alfonso Pimentel duca di Benevento; a differenza della precedente, è caratterizzata da numerosi bassorilievi. Venne realizzata da Michelangelo Naccherino con la collaborazione di Alessandro Ciminiello, Geronimo d'Auria ed altri.
- La fontana di Monteoliveto (XVII secolo) detta anche di re carluccio, venne dedicata a Carlo III di Spagna. Alla creazione ha partecipato anche Dionisio Lazzari e Cosimo Fanzago. Tra i marmorai si segnalano: Bartolomeo Mori, Pietro Sanbarbiero, Giovanni Maiorino, ecc..
- La fontana della Tazza di Porfido (XIX secolo), molto probabilmente, è la più antica del complesso vanvitelliano; originariamente, la tazza si trovava nel quadriportico della Cattedrale di Salerno, luogo da dove è stata sottratta. Al suo centro è posto un piatto circolare proveniente da Paestum; in origine, sulla fontana si ergeva anche il Toro Farnese proveniente dalle Terme di Caracalla di Roma (oggi al Museo Archeologico Nazionale per motivi di sicurezza).
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Fontana dell'Esedra
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Fontana del Nettuno
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Particolare, il nettuno in cima alla fontana
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Fontana del Sebeto
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La fontana di Santa Lucia (o del Naccherino, perché creata da Michelangelo Naccherino)
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Piazza Monteoliveto, fontana di Monteoliveto
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La fontana della Tazza di Porfido e due delle quattro statue che circondano la fontana; ognu'una simboleggia una stagione
- La fontana del Formiello (XVI secolo) fu voluta da don Pedro Tellerz Giron duca d'Ossuna. Il suo aspetto è una struttura in muratura che richiama spunti di architettura suddivisa in due ordini. In basso dove c'è la vasca, ci sono tre maschere con le facce da leone dalla quale sgorga acqua; mentre, nella parte alta, tre grandi stemmi.
- La fontana del Gigante (XVII secolo) è stata voluta dal duca d’Alba don Antonio Alvarez di Toledo e creata per opera del Bernini e di Michelangelo Naccherino. Oggi è posta sul lungomare di Napoli.
- La fontana del Belvedere di Capodimonte (XIX secolo) è sicuramente la fontana più monumentale di Capodimonte; è posta nel parco della Reggia di Capodimonte. Venne realizzata dopo l'inaugurazione dell'acquedotto del Serino per volere di Ferdinando II.
- La fontana della Sellaria (XVII secolo) è una delle fontane barocche di Napoli; fu realizzata nel 1649 con le spese dei proprietari delle case poste in quel rione che versarono le quote al giudice della Vicaria, questo, provvide a pagare gli artisti e le maestranze. Il progetto fu commissionato all'architetto e ingegnere Onofrio Antonio Gisolfi con affidamento ai lavori al marmoraro Onofrio Calvano, al capomastro Leonardo de Mayo, al fabbro Salvatore Daniele e allo scappellino Domenico Pacifico e terminata 1653.
- La fontana della Sirena (XIX secolo) è opera del prof. Onofrio Buccino (scultore), realizzata nel 1869 anche con la collaborazione di un giovanissimo Francesco Jerace.
- La fontana della Regina Elena di Savoia è una delle fontane più belle di Capodimonte: essa è posta nelle immediate vicinanze della Basilica dell'Incoronata Madre del Buon Consiglio. Venne Costruita nel 1939 per volontà di Elena di Montenegro moglie di Vittorio Emanuele III.
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Porta Capuana, fontana del Formiello
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Fontana del Gigante
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Fontana del Belvedere al tramonto
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Fontana della Sellaria
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Fontana della Sirena
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Fontana della Regina Elena
Altre
- Fontana dei Papiri (in degrado)
- Fontana delle Sirene (la grande statua della dea Flora che era posta sulla sommità è ora conservata al museo archeologico)
- Gruppo Europa
- Fontana del Carciofo
Fontane ornamentali
Sebbene anche le fontane monumentali della città rivestano un ruolo ornamentale, quelle lì che rientrano, per antonomasia, in questa categoria, sono prevalentemente le fontane di medie-piccole dimensioni. Anch'esse, sono situate nei posti più disparati della città e costruite da rilevanti artisti, specie quelle più antiche.
Di seguito vengono descritte ed illustrate alcune tra le fontane ornamentali più celebri: tutte d'arredo cittadino, ad eccezione di una posta all'interno di un sito reale. Successivamente è riportata una lista prevalentemente di ulteriori fontane ornamentali dei maggiori siti reali e quelle propriamente d'arredo urbano.
- La fontana del Leone (XVIII secolo) fu voluta da Ferdinando IV di Borbone, perché in questo sito scorreva un'acqua molto fresca, tanto da essere richiesta anche dalla famiglia reale; soprattutto quando passava del tempo nella zona di Mergellina. La fontana ha una forma semicircolare, si raggiungono i gettanti attraverso una rampa di scale.
- Il Cortile delle Carrozze era lo slargo dove venivano accolte tutte le carrozze in arrivo al Palazzo Reale. La fontana del Cortile delle Carrozze è una delle fontane presenti nei cortili della residenza reale. Seppur venne quasi sempre usata come abbeveratoio per cavalli, acquisì comunque un notevole fascino donatogli dai pregevoli marmi utilizzati.
- La fontana del Capone risale al XV secolo ed è opera di Giovanni da Nola. Essa, faceva parte del piano di rinnovamento dei servizi pubblici emanato da Don Pedro de Toledo. È caratterizzata da un mascherone in marmo bianco e da una vasca semicircolare il cui fondo è composto da lastre di pietra bianca e grigia.
- La fontana della Spinacorona come dimostrato dallo stemma, risale ai tempi di Caro V (XVI secolo). Il soggetto della fontana è ancora una volta il simbolo leggendario di Napoli (la Sirena) che qui è raffigurata intenta a spegnere le fiamme del Vesuvio.
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Piazzetta del Leone, fontana del Leone
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Cortile delle Carrozze (Palazzo Reale), fontana del Cortile delle Carrozze
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Fontana del Capone
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Fontana della Spinacorona
Altre (non esaustiva)
- Fontana di Mezzo e statua del Gigante
- Fontane-obelischi in Piazza del Mercato (in degrado)
- Fontana degli Incanti (in abbandono)
- Fontana della Scapigliata
- Fontana della Flora del Belvedere
- Fontana della Flora Capitolina
- Fontana del Marinaretto
- Fontana di San'Eligio (è una fontana d'arredo cittadino, sebbene dagli inizi del 900 si trovi nel chiostro di Sant'Eligio Maggiore)
- Fontana della Fortuna
- Fontana del Ratto delle Sabine
- Fontana del Tritone
- Fontana della Marinella al Carmine (presso i resti del Castello del Carmine, in degrado)
- Fontana a Capo Posillipo (in degrado)
- Fontana di Oreste ed Elettra
- Fontana medievale (ritrovamento del 2007, nei pressi del Duomo, durante i lavori per la stazione della metro)
- Fontana di Castore e Polluce
- Area 28 fontane
- Fontana sulle porte aragonesi di Piazza Mercato (in degrado)
- Fontana dei Cigni
- Fontana della Maruzza (in degrado)
- Fontana della Conchiglia (in degrado)
- Fontana di San Pietro a Patierno (in degrado)
- Fontana del Pesce al Borgo Orefici
- Fontana dei Leoni (in degrado)
- Fontana-abbeveratoio al Tondo di Capodimonte
- Fontana di Vigliena
- Fontana della Duchessa Elena d'Aosta (calata Capodichino, in degrado)
- Fontana della Medusa di Mezzocannone (oggi esposta al Museo di San Martino)
- Fontana in Piazza Vincenzo Aprea (in abbandono)
- Fontane circolari alla Riviera di Chiaia (in restauro o rimosse a causa del nuovo arredo urbano che sta interessando la zona)
- Ulteriore fontana presso il castello del Carmine (?)
- Fontana di Mezzocannone (scomparsa)
- Fontana dei 4 del Molo (scomparsa)
Fontane e pozzali in palazzi, chiostri, cortili e ville
Queste strutture idriche, sicuramente molto meno conosciute rispetto ad altre fontane ornamentali della città, sono state costruite solo e rigorosamente a scopo decorativo. Gran parte di esse sono ubicate in palazzi, giardini e chiostri.
Pietro Bernini fu uno dei maggiori produttori di fontane di questo tipo, creò soprattutto numerose fontane da giardino per le ricche famiglie nobiliari dell'epoca. Tuttavia, a causa di dispersioni documentarie, rimane difficoltoso individuare con precisione quali e quante fontane sono state create da suddetto artista.
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Fontanella di un palazzo monumentale a via del Chiatamone
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Fontana del Cervo di Palazzo Berio (opera di Luigi Vanvitelli)
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Fontana di Palazzo Spinelli
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Fontanella del Chiostro del Carmine Maggiore
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Fontana di un palazzo monumentale a via dei Mille
Generalmente, per quanto riguarda questa tipologia di strutture idriche, solo di alcune vi si conosce il nome o la storia per intero; mentre, molte altre, sono talmente sconosciute che non compaiono neanche in molti libri prettamente sulle fontane di Napoli o, in libri riguardanti anche quest'argomento: come ad esempio nel caso della fontana di via del Chiatamone sopra illustrata.
Infine, testimoni di pregevoli forme architettoniche, anche i pozzali della città meritano attenzione; in città ve ne sono di varie forme, dimensioni e stili, solo per citarne alcuni: i pozzali nei chiostri dei Girolamini alimentati dall'acquedotto della Bolla, quelli di San Lorenzo Maggiore, Santa Teresa degli Scalzi, San Paolo Maggiore, ecc..
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Pozzale nel Chiostro dei Procuratori, Certosa di San Martino
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Fontana all'interno del Chiostro del Carmine Maggiore
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Fontana del cortile di Palazzo Gravina
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Il pozzo monumentale del Chiostro di San Lorenzo Maggiore
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Scorcio di una fontana, all'interno di un complesso palazziale a Materdei
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Fontanella di un Palazzo a via dei Tribunali n. 181, in abbandono
Altri (non esaustiva):
- Fontana dell'acquario
- Fontana della Conchiglia di Palazzo d'Avalos del Vasto
- Fontane del Chiostro dei Santissimi Marcellino e Festo
- Fontana del Palazzo dell'Ammiraglio
- Fontana-pozzale degli Obelischi in Santa Maria Regina Coeli
- Fontane di Santa Chiara
- Fontana nel Chiostro di San Pietro Martire
- Fontana nel cortile della Facoltà di Scienze Politiche
- Le Due fontane (nel palazzo dei principi di Monaco)
- Pozzale nel Chiostro della Stella
- Fontana del Chiostro grande (Certosa di San Martino)
- Fontana all'interno del complesso religioso del Bosco di Capodimonte
- Fontana circolare all'interno di un complesso palazziale a Materdei (presso stazione della metro)
- Fontana dell'Annunziata
- Fontana all'interno dell'Orto Botanico
- Fontana di Palazzo Amendola (in vico Melofioccolo, alcuni resti)
- Fontana di Palazzo in via Santa Caterina da Siena n. 79
- Fontana di Palazzo Cirella
- Fontana della Samaritana al Pozzo
- Fontanelle edificio storico-residenziale Piazza Amedeo
- Fontana edificio storico-residenziale viale Gramsci
- Fontana di Palazzo Cellammare
- Fontana di Villa Pignatelli
- Fontane di Villa Floridiana
- Fontana circolare all'interno del Complesso di Sant'Andrea delle Dame
- Fontana/e di Villa Bisignano
- Fontana di Villa Giulia
- Fontana/e di Villa Pignatelli di Monteleone
- Fontana Partenope (Stazione centrale)
Fontanelle
Numerose sono anche le piccole fontanelle; esse, di metallo o ghisa e perlopiù di forma cilindrica, si trovano solitamente nei parchi della città. Alcune sono caratterizzate da teste leonine poste più o meno alla sommità del cilindro. Attualmente, le opere di riqualificazione urbana stanno incrementando il loro numero.
Le nuove fontane (dalla seconda metà del XX secolo fino ai giorni odierni)
Negli anni cinquanta del XX secolo, in città, vennero costruite varie altre fontane: tra gli esempi più rilevanti di questo periodo, vi è la monumentale fontana del Carciofo già citata precedentemente e le fontane di Piazza Municipio (sia quelle dirimpettaie a Palazzo San Giacomo, sia la fontana locata nei giardinetti di fronte all'Hotel de Londres).
Altre rilevanti costruzioni di fontane si ebbero poi negli anni novanta, con la costruzione del Centro direzionale ad opera di Kenzo Tange.
Tuttavia anche negli ultimi anni, gli interventi di riordino e nuovo arredo urbano hanno donato alla città nuove fontane, solo per citarne alcune:
- Fontane di Secondigliano
- Fontana di Piazza Italia
- Fontana del Vesuvio
- Cascata del Parco del Poggio
Note
- ^ Antonio Emanuele Piedimonte, Napoli segreta, Edizioni Intra Moenia, 2006.
Bibliografia
- Aurelio De Rose, Le Fontane di Napoli, Ed. Newton&Compton Roma Prima Ed. 1994, Tascabili Economici Newton, 1994.
Voci correlate
- Monumenti di Napoli
- Piazze di Napoli
- Strade di Napoli
- Chiostri di Napoli
- Palazzi di Napoli
- Ville di Napoli
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