Claude Eatherly
Claude Robert Eatherly (stato del Texas, 2 ottobre 1918 – Houston, 1° giugno 1978) è stato un aviatore statunitense. In qualità di ufficiale dell'United States Air Force prese parte alla missione culminata con lo sgancio della bomba atomica Little Boy su Hiroshima il 6 agosto 1945.
Il bombardamento di Hiroshima
Per quella missione vennero scelti i migliori piloti e i migliori equipaggi, e lui non era certo da meno: arruolatosi volontario, fece rapidamente carriera (a 24 anni era già maggiore), abbattendo 33 aerei nemici e guadagnandosi due medaglie, fra cui la " Dinstinguished Flying Cross ", la decorazione più alta per piloti vivi. Eatherly era il comandante del B-29 incaricato di verificare se le condizioni meteorologiche permettevano il rilascio della bomba, visto che la visibilità doveva essere ottimale. Se così non fosse stato, si sarebbe ripiegato sugli altri obiettivi strategici prefissati. Il suo aereo, battezzato Straight Flush (scala reale), e gli altri due aerei di ricognizione partirono alle 1:37 dalla base di Tinian, un'ora prima del piu' famosoB-29 Enola Gay, che sganciò la bomba. Eatherly volò sulla città per 15 minuti, durante i quali il vento spazzò via le nuvole. Le condizioni gli parvero allora ideali e trasmise quindi il seguente messaggio in codice all' "Enola Gay": "Stato del cielo su Kokura coperto. Su Nagasaki coperto. Su Hiroshima sereno, con visibilità dieci miglia sulla quota di tredicimila piedi". La scelta era fatta, dopodiché si allontanò in fretta come gli fu ordinato. Lui stesso ignorava la potenza dell' ordigno: era infatti convinto che quella fosse una missione come tante altre. Dalla sua posizione rimase terrorizzato dall'esplosione e vide sparire Hiroshima dentro una nube gialla. Solo al suo ritorno alla base di Tinian seppe della devastazione e della grande perdita di vite umane causate dallo scoppio.
Gli anni successivi
Eatherly venne decorato come gli altri, ma alla fine della seconda Guerra mondiale chiese di essere congedato, mandando a monte un futuro militare pieno di promesse. Lo stato americano gli offrì 237 dollari di pensione al mese, ma lui li rifiutò. I rifiuti non erano però consentiti dal regolamento e quindi dispose che quei soldi venissero devoluti alle vedove dei caduti di guerra. Tornò allora in Texas e si sposò, ma era cambiato, era nervoso, magro e irascibile. Di notte iniziò ad avere incubi, svegliandosi di soprassalto e gridando "Gettatevi, gettatevi: arriva la nuvola gialla!". Solo nel 1950 viene convinto dai parenti a farsi ricoverare nell'ospedale psichiatrico di Waco, che diventò la sua casa. Lì condusse una condotta da paziente modello e usufruì di un trattamento speciale. Nel 1947, divorziatosi dalla moglie (un'attricetta italo-americana), emigrò in Canada e iniziò ad alternare tentativi di suicidio a comportamenti strani. Nel 1950 cominciò anche la carriera di rapinatore: minacciando con pistole giocattolo, si faceva consegnare gli incassi, lasciava tutto lì nei pressi e si lasciava infine catturare dalla polizia. Eatherly era però pur sempre un eroe di guerra e si cercò dunque di minimizzare sui suoi atteggiamenti, ma l'opinione pubblica si divise: molti pensavano alla pazzia derivata dal rimorso, altri che si fosse inventato una malattia per farsi indennizzare profumatamente dallo stato.
La corrispondenza con Günther Anders
Nel 1958, mentre era a Waco, iniziò una corrispondenza con Günther Anders,un filosofo tedesco che voleva aiutarlo ad uscire da quella condizione. I contatti diventennero piu' intensi con il tempo e i due si incontrarono qualche anno dopo. Anders suggerì all'ex pilota di scrivere una lettera di scuse in cui descriveva il suo dolore, il suo rimorso e la sua vita dopo quella ricognizione. I superstiti di quell'inferno gli risposero che in fondo lui era solo un'ennesima vittima di Hiroshima. L'ex pilota si sentì piu' sollevato dopo essersi riappacificato con Hiroshima e visse meglio fino alla sua morte.
Onoreficenze
- Air Medal
Voci correlate
Collegamenti esterni
- carteggio tra Claude Eatherly e Günther Anders, su presentepassato.it. URL consultato il 09-05-2009.