Chiesa di San Paolino (Firenze)
San Paolino è il nome semplificato della chiesa di San Paolo Apostolo, situata nel centro storico di Firenze nell'omonima piazzetta, vicino a Ognissanti.
Storia
Secondo la tradizione la chiesa fu fondata nel 335, ma è ricordata per la prima volta nel 1094. Nei primi anni del Duecento fu assegnata ai Domenicani, che vi rimasero fino al 1221, quandi si trasferirono in Santa Maria Novella, poi ai Minori osservanti. Giovanni Boccaccio la citò nel Decameron come chiesa dove venivano sepolti i poveri (giornata IV novella 7).
Nel 1485 Angiolo Ambrogini, il Poliziano, fu Priore di questa chiesa; più tardi Leone X assegnò la chiesa di San Paolino ai Canonici del Duomo. Cosimo II, nel 1618, la cedette ai Carmelitani scalzi che iniziarono nel 1669 importanti lavori di ristrutturazione diretti da Giovanni Battista Balatri e sovvenzionati dallo stesso Granduca. Nel 1693 i lavori potevano dirsi conclusi.
Descrizione
L'esetrno è molto sobrio, con la facciata incompiuta, senza alcun rivestimento. Vi si aprono tre portale, con quello centrale molto più grande, che conduce all'interno, mentre quelli laterali, oggi in genere chiusi, portano alle cappelle laterali. Sopra il portale centrale si trovano alcuni stemmi, tra i quali uno particolarmente interessante perché in terracotta policroma invetriata con l'arme dei Pandolfini, posto entro una ghirlanda vegetale retta da due cherubini. Gli altri tre stemmi di marmo appartengono invece a papa Leone X (al centro), al cardinale Giulio de' Medici (futuro papa Clemente VII, a sinistra) e ai Canonici del Duomo (a destra).
L'interno è a navata unica, con copertura a volta a botte e cappella laterali dotate di proprie cupolette; ha un breve transetto e un'ampia abside dove si trova il coro, mentre all'incrocio dei bracci si trova la cupola che si nota facilmente nel panorama cittadino. L'aspetto risale completamente agli interventi seicenteschi (non ci sono tracce visibili delle strutture precedenti), con un singolare stacco fra la parte inferiore, dove si apromo le cappelle e gli altari, ornati con grande profusione di marmi pregiati, dipinti e sculture, e la parte superiore, quasi completamente disadorna, dove spiccano solo alcuni elementi architettonici bianchi sull'intonaco verde chiaro. Poco usuale per Firenze è la presenza di un camminamento al primo piano che passa sopra le cappelle laterali e che si affaccia sualla navata e sull'altare centrale per mezzo di terrazzini balaustrati che ricordano i palchetti teatrali.
Tra le cappelle, dove si trovano diversi monumenti funerari trasferiti dalla chiesa di San Pier Maggiore, demolita nel 1784, si trovano quattro confessionali in legno intagliato, con altrettanti ovali dipinti con Santi Carmelitani di Ottaviano Dandini (XVIII secolo).
La prima cappella a destra contiene i monumenti di Luca e Gerolamo degli Albizi, di Giovan Battista Foggini e aiuti di bottega, ispirati ai monumenti berniniani a Roma. Risalgono all'inizio del XVIII secolo e ne fu riutilizzato, tagliato a metà, il sarcofago di Maso degli Albizi, morto nel 1417, con und elicato rilievo di cane, attribuito alla scuola di Lorenzo Ghiberti. Tipici del gusto seicentesco sono invece gli scheletri giacenti, scolpiti con realismo, che sembrano sollevarsi dal sepolcro emergendo da un drappo ricavato nella pietra scura. All'altare si trovava un' Adorazione dei Magi di Gian Domenico Ferretti (in deposito o in restauro, oggi sostituita da una tela devozionale moderna).
Nella seconda cappella di destra si trova una tavola con l' Annunciazione e santi della cerchia di Giovanni Antonio Sogliani. In una cappella del lato opposto si trova la Vergine col Bambino e Santi di Corrado Giaquinto.
Molto decorate sono le due cappelle del transetto. In quella di destra, con lo stemma Rinuccini, si trovano al centro il Transito di San Giuseppe di Giovanni Domenico Ferretti (1742), a destra il Riposo dalla fuga in Egitto di Ignazio Hugford e a sinistra lo Sposalizio della Vergine di Vincenzo Meucci. Nella cappella di sinistra la Madonna col Bambino, san Giovanni della Croce e Santa Teresa di Francesco Curradi (al centro), Cristo appare a San Giovanni della Croce di Ignazio Hugford (a destra) e la Madonna che dona un rosario a santa Teresa di Pietro Marchesini (1740 circa).
L'altare è sfarzoso, ricco di marmi colorati di pregio e sormontato da un crocifisso. Il coro è separato da un recinto sempre in marmi pregiati, con due porte monumentali decorate da busti. Alle pareti del coro si trovano alcune opere tra le quali un Ratto di San Paolo di Francesco Curradi.
Per ragioni di tutela non si trovano più nella chiesa il Martirio di Santa Lucia del Volterrano e un'Annunciazione attribuita al Beato Angelico.
Il convento
Il convento, dopo le soppressioni del 1810 e del 1866, è tornato, in parte, ai Carmelitani scalzi. Vi si conserva un grande chiostro e, nella cappella interna, due ovali e un'Adorazione di Domenico Nanni.
Altre immagini
-
La cupola
-
L'altare
-
Il transetto destro
-
Stemma dei Carmelitani
Bibliografia
- Franco Cesati, Le chiese di Firenze, Newton Compton Editori, Roma 2002.
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di San Paolino