Monza

comune italiano, capoluogo della provincia di Monza e della Brianza in Lombardia

Template:Comune Monza (lombardo occidentale: Munscia) è una città di oltre 120.000 abitanti della Lombardia nord-occidentale, capoluogo della provincia di Monza e della Brianza, istituita l'11 giugno 2004 e in fase d'attuazione (prime elezioni giugno 2009).

Geografia

 
Il Ponte di San Gerardino sul fiume Lambro, (1715)

La città è attraversata da nord a sud dal fiume Lambro. All'ingresso a nord nel centro storico, fra le vie Zanzi e Aliprandi una biforcazione del fiume, creata artificialmente a scopo difensivo nei primi decenni del XIV secolo, dà luogo al Lambretto che si ricongiunge al corso principale del Lambro alla sua uscita a sud dall'antica cerchia delle mura (oggi interamente demolite).

Un secondo corso d'acqua è il Canale Villoresi, realizzato nel XIX secolo, che attraversa il territorio di Monza da ovest ad est incrociando il Lambro al confine settentrionale del quartiere San Rocco.

Storia

Le origini

Urne e corredi funerari, armi, lucerne, spilloni, vasellame vario: questi ritrovamenti databili all'età del bronzo (circa II millennio a.C.) sono state scoperti nel territorio monzese sul finire del XX secolo: questi ritrovamenti, oggi conservati nei depositi dei Musei Civici, documentano la sicura presenza nella regione di comunità socialmente organizzate di probabile origine celtica.

Un popolo dell'antica Gallia, gli Insubri, valicate le Alpi, si era stabilito intorno a Mediolanum (Milano), dividendosi in numerosi villaggi. In precedenza nella zona dell'antico vicus di Monza una tribù gallo-celtica aveva già fondato un villaggio in riva al fiume Lambro, così le due popolazioni si fusero.

L'epoca romana

Nell'anno 222 a.C. i consoli romani Gneo Cornelio Scipione Calvo e Marco Claudio Marcello sottomisero i Galli Insubri. La regione tuttavia, pochi anni più tardi, si sollevò all'arrivo di Annibale (218 a.C.). Tornata nell'orbita di Roma nei primi decenni del II secolo a.C., la Gallia Cisalpina ottenne da Giulio Cesare la cittadinanza romana nel 49 a.C. (Lex Roscia).

Le prime testimonianze del vicus romano di Monza ci vengono da due iscrizioni su stele di pietra risalenti al I secolo d.C., ritrovate l'una nella chiesa di S.Maria in Carrobìolo, l'altra nei giardini di Villa Reale.

Il nome latino della città era probabilmente Modicia (come testimonia la dedica incisa su di un'ara del II secolo dedicata ad Ercole dagli Juvenes Modiciates) anche se non lo si ritrova menzionato nei documenti né di età repubblicana, né imperiale.

File:Chiostro del duomo di monza, sarcofago di audasia cales, iii sec..JPG
Sarcofago di Audasia Cales,III secolo, Monza, Chiostro del Duomo

Della Monza romana sono rimaste ulteriori testimonianze quali ceramiche, grezze o dipinte, di uso quotidiano, are dedicate a Giove, Ercole e Mercurio, iscrizioni, sarcofagi e lapidi sepolcrali ed epigrafi di militari, commercianti e piccoli proprietari, spesso dai nomi celtici romanizzati.

Dai ritrovamenti pare che il nucleo principale della città fosse sulla sponda destra del fiume Lambro verso il Duomo, e sulla sponda sinistra verso l'odierna chiesa di S.Maurizio. Le due zone erano collegate dall'unico monumento tuttora rimasto della Monza romana: il ponte sul fiume Lambro detto "di Arena", così chiamato perché si trovava nelle vicinanze di un luogo in cui i giovani praticavano attività ginnico-sportive. Il ponte (che fu demolito nel XIX secolo per far posto all'odierno Ponte dei leoni) era lungo 70 m e largo 4, era composto di sette archi ribassati in cotto e serizzo, uno dei quali è tuttora visibile. Da qui passava la strada che da Milano conduceva a Lecco.

Nella ripartizione di Augusto Modicia era inclusa nella Regio XI, il cui territorio corrispondeva all'antica Gallia Transpadana.

La città non era un municipio autonomo in quanto per la relativa vicinanza dipendeva dal municipio di Mediolanum; la sua importanza cominciò a manifestarsi dalla fine del III secolo anche se il luogo continuò a mantenere un carattere essenzialmente agricolo.
Come in tutte le zone rurali dell'impero, anche in Brianza il Cristianesimo si affermò più tardi rispetto alle città.

Nell'ultimo periodo della decadenza dell'impero, nel 402 i Goti di Alarico saccheggiarono la regione Transpadana.

Dal V all'VIII secolo

Alla disgregazione dell'impero romano Monza condivide le vicende dell'intera Italia e subisce lo stanziamento di nuovi popoli.

Dapprima gli Eruli di Odoacre, che depone l'ultimo imperatore romano (476).

Quindi gli Ostrogoti di Teodorico (493), che sceglie proprio Monza come una delle sue residenze e vi fa costruire un proprio Palatium magnum. Del Palazzo di Teodorico, peraltro menzionato da Paolo Diacono nella sia Historia Langobardorum, non è rimasta traccia apparente.

Poi la guerra voluta da Giustiniano contro i Goti porta alla riconquista bizantina dell'Italia (553).

Infine l'arrivo in Italia dei Longobardi (568), guidati dal loro re Alboino: la conquista longobarda si estenderà a larga parte del territorio italiano (Langobardia Major e Langobardia Minor) e comporterà un ruolo storicamente importante per la città di Monza (Modoetia).

I Longobardi e Teodolinda

 
La regina Teodolinda (stampa colorata del XV secolo).

Non si hanno notizie storiche su Monza per tutto il periodo che intercorre tra la morte di Teodorico ed il regno di Autari che invece sarà, insieme a quello del suo successore Agilulfo, molto importante politicamente per la città.

Autari, terzo re in Italia dei Longobardi, aveva sposato, nel 589, Teodolinda, principessa cattolica bavarese, figlia del duca Garibaldo e di Valdrada principessa della stirpe longobarda dei Letingi.

Morto improvvisamente Autari nel 590, Teodolinda sposò in seconde nozze il duca di Torino, Agilulfo, incoronato re d'Italia. La coppia regale stabilì a Milano la propria capitale e a Monza la residenza estiva; Teodolinda si fece allora costruire un ricco palazzo a Monza. Anche di questa residenza regale non è rimasta traccia, se non nell'iscrizione sull'Evangeliario donato dalla regina alla chiesa di San Giovanni.

Teodolinda fece anche costruire, nel 595, vicino al suo palazzo e sulla riva del fiume Lambro un oraculum, cioè un luogo di preghiera, presto ampliato e dotato di molti ornamenti d'oro e d'argento: la prima basilica di San Giovanni Battista, adiacente il Palazzo Reale. Tutto ciò secondo la testimonianza dello storico longobardo Paolo Diacono (VIII secolo), che nella sua Historia Langobardorum scrisse: «[...] Theudelinda regina basilicam costruxerat, qui locus supra Mediolanum duodecim milibus abest, [...]»[1].

Vestigia del tempio teodolindeo, quali muri del VI secolo, iscrizioni, lastre decorate a soggetto religioso si trovano tuttora a far parte dell'odierno Duomo, che forse ne comprende alcune navate. A lato dell'abside rimane anche una torre longobarda usata più tardi come campanile del Duomo e forse in origine posta a difesa dell'adiacente Palazzo Reale.

 
I domini longobardi alla morte di Agilulfo (616)

Più tardi nacque una leggenda riguardo alla costruzione dell'oraculum. Secondo la tradizione infatti Teodolinda, addormentatasi lungo la riva del Lambro durante una battuta di caccia del re e della corte longobarda, avrebbe visto in sogno una colomba, simbolo dello Spirito santo, che le avrebbe pronunciato la parola modo, ad indicare che avrebbe dovuto dedicare quel luogo a Dio. La regina a quel punto avrebbe risposto etiam, indicando la sua accondiscendenza al volere divino. Dall'unione delle due parole modo ed etiam sarebbe poi nato il nome della città: Modoetia. L'episodio è narrato, insieme ad altri della vita della regina, nel ciclo di affreschi dei fratelli Zavattari che decorano interamente le pareti della Cappella di Teodolinda nel Duomo di Monza.

Papa Gregorio Magno, grazie all'influenza della regina, sostenne la conversione al cattolicesimo del popolo longobardo, ancora in gran parte pagano o ariano. Per incoraggiare e confermare la fede del popolo il papa donò una serie di oggetti di culto, molti dei quali, carichi di valore storico ed artistico, sono ancora oggi conservati nel museo del Duomo, insieme anche a numerosi oggetti d'arte di questo popolo: tra questi l'Evangeliario di Teodolinda, che papa Gregorio Magno donò nel 603 alla regina dei Longobardi.

Teodolinda morì nel 627 e venne sepolta nell'Oraculum. Nel 1308 i suoi resti furono trasferiti in un sarcofago nella Cappella a lei dedicata.

Dopo Teodolinda la Chiesa monzese andò assumendo un'importanza spirituale e temporale sempre maggiore. A suo capo fu posto un "Diacono custode" (che successivamente, nell'anno 879, divenne "Arciprete"). In questo periodo la Basilica monzese e le sue terre furono prima soggette a "Principi", cioè a feudatari inviati dai re longobardi residenti a Pavia.
Più tardi l'Arciprete di Monza giunse ad associare il potere temporale a quello spirituale.

 
La Corona Ferrea (Monza, Museo del Duomo)

Nell'anno 774 i Longobardi di Desiderio sono sconfitti dai Franchi di Carlo Magno che riceve la Corona Ferrea nel 775.

IX secolo

Nell'843 l'Impero carolingio viene diviso in tre regni: Monza fa parte del Regno d'Italia, assegnato a Lotario I.

Negli stessi anni Monza diviene possesso del conte franco Ugo di Tours.

X secolo

Il Glossario di Monza risale probabilmente ai primi decenni del secolo X.

Con Berengario (850-924), duca del Friuli, divenuto re d'Italia e poi, nel 915, anche imperatore del Sacro Romano Impero, Monza torna nuovamente ad assumere l'importanza perduta dopo la morte della regina Teodolinda.
Berengario, incoronatovi imperatore con la Corona Ferrea, sceglie Monza come Sede imperiale e dalla città emana molti decreti per il governo dell'impero stesso. Vi fa anche costruire un castrum fortificato contro le incursioni degli Ungari.
Sotto il suo regno Monza poté godere di una certa indipendenza: disponeva infatti di un proprio sistema di pesi e di misure; poteva anche confiscare beni e contrassegnare gli atti notarili con proprie segnature.

Berengario I fu molto generoso con Monza donando numerose opere al suo Duomo, tra cui la famosa Croce, e concedendo ampi benefici ai suoi 32 canonici ed alle altre chiese. In particolare il dominio della chiesa monzese divenne consistente ed il suo Arciprete venne a riunire i ruoli di capo della Basilica e di Signore con potere politico.

Monza città fortificata ospitò, nel 980, Ottone II proveniente dalla Germania . Nell'anno 1000 suo figlio Ottone III divenne protettore di Monza e di tutti i suoi possedimenti: Bulciago, Cremella, Lurago, Locate e Garlate.

La potenza economica della città ed il suo prestigio come sede di incoronazione affermatosi nel corso del X secolo andrà consolidandosi nei due secoli successivi, suscitando la rivalità di Milano che cercherà con varie e alterne vicende di sotttometterla.

XI secolo

Nel 1018, Ariberto d'Intimiano (970-1045), Signore di Monza, viene consacrato vescovo di Milano: così la città perde la propria autonomia rispetto alla potente e troppo vicina Milano. Sono gli anni che vedono le lotte tra Ariberto e l'imperatore Corrado II. Alla sua morte, Ariberto lascia importanti donazioni alla Basilica e al clero monzese.

Non si hanno documenti certi per ricostruire storicamente l'origine del Comune di Monza. La maggior parte degli studiosi propende per collocarla alla fine dell'XI secolo, o all'inizio di quello successivo, come reazione al forte potere politico esercitato dall'Arciprete sulla città.

XII Secolo

 
Corrado III di Svevia.

Si stima che la città di Monza contasse circa settemila abitanti. L'agricoltura ne costituisce l'attività prevalente, anche se l'artigianato inizia a crescervi d'importanza.

Nel 1128, a Monza nella chiesa di San Michele, Corrado III di Svevia, della famiglia degli Hohenstaufen, viene incoronato Re d'Italia dall'arcivescovo di Milano Anselmo Pusterla. Non si sa con certezza quale fu la corona usata in questa cerimonia poiché la basilica ne possedeva tre: quella di Teodolinda, la Corona Ferrea e quella di Agilulfo. Però le prime due si ritengono poco adatte per una incoronazione per le loro dimensioni, troppo piccole; rimarrebbe la corona di Agilulfo, che viene fatta risalire non all'epoca longobarda, ma al secolo XI e che oggi non è più a Monza perché è stata fusa a Parigi dove fu portata da Napoleone alla fine del XVIII secolo.

Nel terzo decennio del secolo nasce a Monza San Gerardo dei Tintori, fondatore di un ospedale.

Nel 1135 Corrado III deve cedere il proprio regno a Lotario III (secondo un'altra numerazione, Lotario II). Nello stesso anno papa Innocenzo II prende la Chiesa di Monza sotto la protezione apostolica e ne conferma i beni e i privilegi.

L'anno successivo Lotario garantisce al clero monzese l'indipendenza da Milano: Monza riacquista così la propria autonomia che non è solamente limitata al governo feudale di terre e di beni, ma è estesa anche al potere spirituale: infatti, mentre è negata ad altri, all'arciprete di Monza è confermata la facoltà di ordinare i chierici della propria chiesa (anno 1150); naturalmente tale autonomia non fu mai assoluta, non potendosi svincolare completamente dall'autorità del vescovo di Milano.

Federico I Barbarossa succede allo zio Corrado III di Svevia ed è due volte nella città di Monza: nel 1158 e nel 1163. In questo periodo la città torna ad assumere grande importanza e riacquista la propria indipendenza da Milano, città fortemente ostile all'imperatore.

Federico dichiara Monza di sua proprietà e le concede anche la "curraria" (cioè il diritto di riscuotere la dogana sulle strade), diritto solitamente concesso solo alle città di "sede regia".
Nel periodo delle lotte contro Milano e le altre città della Lega, Monza è soprattutto un centro amministrativo per il Barbarossa.

L'indipendenza monzese dura fino al 1185 quando il Barbarossa, conclusa con la Lega la pace di Costanza, deve abbandonare la città al predominio di Milano che la sottomette nuovamente e si appropria del Tesoro del Duomo.

Nel 1185 Enrico VI, figlio del Barbarossa, è incoronato re a Monza, in occasione delle sue nozze con Costanza d'Altavilla, erede del Regno Normanno.

 
Scena di incoronazione, Monza, Duomo

XIII secolo

 
L'Arengario

Il Comune di Monza trova il suo simbolo distintivo nell' Arengario. Il palazzo civico destinato a contrapporsi idealmente al Duomo, centro del potere religioso viene costruito alla fine del Duecento.

A quegli anni risale anche il primo stemma della città di Monza: uno scudo azzurro nel quale campeggia una Luna crescente di colore rosso, con un bianco semicerchio al mento. Se ne trova una rappresentazione nel Codice degli Statuti del Comune di Monza nella Biblioteca Capitolare del Duomo.

Altro luogo tipico duecentesco è il cosiddetto Pratum magnum, grande area aperta destinata a mercato (corrisponde all'odierna piazza Trento e Trieste).

Già all'inizio del XII secolo Monza era un luogo fortificato; con il libero Comune era venuta a cambiare la stessa struttura medioevale della città. Infatti, all'attività agricola si affiancava la lavorazione artigianale dei panni e, in grandi cascine fuori dalle mura, si sviluppava la lavorazione delle lane.

In questo periodo il Comune è nuovamente legato, per le scelte politiche, a quello di Milano che nel 1221 sostiene Monza, il cui podestà era stato scomunicato dall'arcivescovo di Milano Enrico da Settala.

Nel 1242, per aiutare i milanesi che erano in lotta contro Federico II, l'Arciprete di Monza Alberico da Oreno acconsente ad impegnare i tesori della città; purtroppo al momento della loro restituzione è mancante un calice d'oro massiccio detto magno. Per sostenere una seconda guerra contro Federico II, i milanesi chiedono in prestito un calice d'oro monzese; per la sua restituzione è necessario far ricorso alla scomunica che venne comminata nel 1254: il calice viene restituito, ma mancante di diciassette gemme, come risulta da un inventario del 1275.

 
Aliprandi

Ormai Monza è sempre più legata alle vicende di Milano e deve condividerne le vicende ed i nemici: nel 1255 la città viene saccheggiata dai Ghibellini e nel 1259 Ezzelino da Romano cerca d'impadronirsi del castello di Monza, ma ne viene respinto mentre il borgo è messo a ferro e fuoco.

Era comunque destino che il tesoro della basilica passasse ancora di mano in mano come pegno a garanzia dei prestiti ricevuti: nel 1273 è presso gli Umiliati di Sant'Agata (attuale chiesa del Carrobiolo) in Monza e nel 1311 viene impegnato presso alcuni banchieri che per sicurezza lo trasferiscono ad Avignone. Tra i membri della delegazione era anche Martino Aliprandi, residente a Milano, ma appartenente alla importante famiglia di Monza. Solo nel 1319 il tesoro verrà restituito a Monza grazie a Matteo I Visconti, già Vicario imperiale e Signore di Milano.


 
Visconti
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Della Torre

Monza rimane coinvolta nelle lotte tra i Della Torre ed i Visconti. E' presidiata da soldatesche milanesi nel 1275. Dopo la decisiva vittoria viscontea nella Battaglia di Desio del 1277 è occupata dalle truppe dell'Arcivescovo Ottone Visconti e del marchese Guglielmo di Monferrato (1278); l'anno successivo la città venne dichiarata possesso del podestà e del popolo milanese.

Dal XIV al XVI Secolo, i Visconti e gli Sforza

L'anno 1300, primo Giubileo nella storia della Cristianità, vede l'inizio dei lavori di ricostruzione del Duomo, promossi da Matteo Visconti.

 
Il Duomo di Monza

Il nuovo imperatore Arrigo VII, nel 1311, non trova a Monza la Corona ferrea (alienata dai Torriani) e si fa confezionare un'apposita corona per essere incoronato re dei Romani. Nel 1312 Monza aderisce alla fazione ghibellina.

Enrico Aliprandi, membro dell'eminente famiglia monzese, nel 1322 aderisce alla fazione dei Torriani, arruola molti soldati al suo comando e si fa acclamare Signore di Monza dal popolo. Nello stesso 1322 Luchino Visconti e Francesco da Garbagnate fanno demolire la cinta muraria di Monza per impedirle di difendersi dagli attacchi provenienti dalla parte di Milano.

Nel 1325 Galeazzo I, conquistata la città dopo un lungo assedio, pone mano a nuove grandi opere di difesa: la biforcazione del fiume Lambro (il Lambretto) e la costruzione di un castello, il terzo, in Monza. La prima costruzione consisteva in una torre alta quarantadue metri, che divenne luogo terribile di prigionia (la prigione dei Forni). Il Castello di Monza venne successivamente ampliato, tanto che si dovette abbattere una chiesa (Santa Maria d'Ingino), e furono costruite altre due torri in riva al fiume Lambro.
Nel 1327 proprio lo stesso Galeazzo I viene rinchiuso nei Forni di Monza per ordine dell'Imperatore Ludovico il Bavaro e ne verrà liberato l'anno successivo.

Nell'aprile del 1329 Pinalla Aliprandi, con un manipolo di cavalieri viscontei, riconquista Monza, occupata dalle truppe di Ludovico IV il Bavaro, giovandosi anche dell'aiuto portogli dal fratello Martino e, nel maggio dello stesso anno, respinge un tentativo dello stesso imperatore di impadronirsi della città.

Azzone Visconti concede che Monza sia nuovamente cinta di mura: i lavori hanno inizio nel 1333 e si protraggono fino al 1381.
Martino Aliprandi è Podestà di Monza dal 1334 al 1336, ove cura la costruzione delle mura e la fortificazione della rocca. Con la costruzione delle nuove mura alle tre antiche porte della città se ne aggiungono altre, per un totale di sette, fortificate e munite di ponti levatoi: la porta Nuova (verso Milano), la Carnaia (sempre verso Milano), la porta di San Biagio, quella del Carrobiolo, di Lecco, de Gradi e di Lodi.

Nell'anno 1354 il papa Innocenzo VI proclama l'indiscusso diritto di Monza di imporre in Duomo la Corona d'Italia, la Corona del Ferro.

Nel 1380 Gian Galeazzo Visconti dona il Castello di Monza alla moglie Caterina che poi vi morirà nel 1404, imprigionatavi dal figlio Giovanni Maria. Un'epidemia di peste si diffonde nel 1402.

Nel 1407 Estorre Visconti è proclamato Signore di Monza e vi fa coniare una propria monetazione; alla morte di Giovanni Maria Visconti (1412) è acclamato Duca di Milano, contendendo così la successione a Filippo Maria Visconti, ma deve poi riparare nel Castello di Monza dove viene assediato: colpito ad una gamba da una pietra lanciata dagli assedianti, muore per gli esiti della frattura nei primi giorni di gennaio 1413.

Sul finire della Signoria viscontea la bottega dei fratelli Zavattari porta a termine nel Duomo di Monza l'affresco delle Storie di Teodolinda (1440-1446).

 
Sforza

La signoria dei Visconti continua su Monza fino alla morte dell'ultimo Duca, Filippo Maria (1447); ad essa succede, con le vicende del Ducato di Milano, quella di Francesco I Sforza al quale Monza si arrende nel 1449.

Nel 1500 il re di Francia Luigi XII, sconfitto e fatto prigioniero Ludovico il Moro, occupa il Ducato di Milano e Monza ne segue le vicende. Sconfitti i francesi dalla Lega Santa, tra il 1512 e il 1515, Massimiliano Sforza è nuovamente Duca. Ma dopo la battaglia di Marignano (1515) Francesco I s'impossessa del Ducato di Milano estromettendone lo Sforza. Nel 1522 il generale Lautrec occupa il castello monzese nel quale convengono altri condottieri italiani.

Con la battaglia di Pavia (1525) i francesi sono sconfitti dalle forze imperiali di Carlo V, e a Francesco II Sforza è restituito il Ducato di Milano.

A seguito di un'epidemia di peste il Duca Francesco II si rifugia nel castello di Monza fino a quando anche la città non è raggiunta dal morbo.

Nel 1527 lo scoppio di una mina provoca la semidistruzione del Castello di Monza.

Francesco II Sforza muore senza eredi nel 1535, si apre quindi la questione della successione al trono del ducato.

Dal XVI al XVII secolo, gli spagnoli

 
De Leyva

Sempre crescente era divenuta in Italia la potenza della Spagna. Nel 1526 Monza sostiene un nuovo assedio, è poi ancora per poco dominio dei duchi di Milano, poi è soggetta ad un capitano e castellano nominato da Carlo V, poi torna ancora in possesso di Francesco II Sforza; infine Antonio de Leyva, governatore di Milano e comandante supremo delle truppe imperiali, nel 1527, saccheggia la città.

Antonio De Leyva diviene Signore di Monza nel 1529. Egli si dedica al governo regolando affari ecclesiastici, controllando imposte e dazi e facendo chiudere alcune porte (di Lecco, di Lodi e di Cesare).

Nel 1530 Carlo V, dopo il Congresso di Bologna (1529-1530), viene incoronato con la Corona Ferrea. Tra il 1537 ed il 1557 il feudo è governato da Luigi de Leyva. Alla famiglia de Leyva appartiene la famosa "Monaca di Monza", Marianna o Suor Virginia.

Nel 1576 si verfica un'epidemia di peste, la famosa peste di San Carlo, che ha termine nel 1577 dopo aver provocato la morte di numerose persone.

Due anni dopo San Carlo Borromeo, unificando il rito in tutta la diocesi, impone anche a Monza quello ambrosiano. I Monzesi, che per gli antichi legami con il patriarcato di Aquileia officiavano da secoli un rito romano misto quello patriarchino-aquileiense, si ribellano appellandosi a papa Gregorio XIII. Questi, forse per evitare che i monzesi esasperassero la situazione ai quei tempi di conflitto religioso con il nascente protestantesimo, revoca il provvedimento del cardinale di Milano: dal 24 giugno 1578 a Monza ritorna il rito romano.

Il 1630 vede infuriare il morbo della peste (ricordata ne I Promessi Sposi) che provoca una profonda crisi demografica ed economica.

Nel 1648 Monza ed il suo territorio divengono proprietà dei Durini, famiglia di ricchi banchieri milanesi che vi fanno erigere vari edifici.

Il ducato di Milano, e quindi Monza, rimangono soggetti alla corona spagnola fino all'inizio del XVIII secolo. Indubbia è stata la decadenza economica della regione (e in generale di tutta Italia), soprattutto nel XVII secolo.

XVIII secolo, gli Asburgo

 
Villa Reale di Monza, la facciata est

Alla fine della Guerra di Successione Spagnola (1713), il Ducato di Milano viene assegnato alla casa degli Asburgo d'Austria. Questo periodo storico corrisponde ad una stagione di rinascita della città, con un notevole sviluppo dell'agricoltura e dell'artigianato.

Vengono costruite le prime ville storiche monzesi. L'Imperatrice Maria Teresa fa edificare per il figlio Ferdinando, Governatore di Milano, la Villa Reale (1777-1780). La scelta di Monza era dovuta, oltre che alla bellezza del paesaggio, anche alla posizione strategica e al fatto di essere facilmente collegata a Vienna oltre che per la sua vicinanza con Milano. La costruzione è compiuta in tre anni dall'architetto folignate Giuseppe Piermarini.

A conclusione della campagna d'Italia di Napoleone Bonaparte (1796) il Ducato di Milano viene ceduto alla Repubblica Francese ed entra poi a far parte della Repubblica Cisalpina (che, nel 1802, diverrà Repubblica Italiana).

XIX secolo

 
Napoleone I

Invisa ai francesi come simbolo del potere aristocratico, la Villa di Monza viene venduta per essere demolita; ma le proteste dei cittadini ne ottengono la salvezza anche se l'abbandono provoca il degrado del complesso.

Due terzi degli ori e degli argenti del famoso tesoro della basilica monzese vengono consegnati alla zecca di Milano, che li trasforma in monete per sopperire alle spese militari. Bonaparte si impossessa anche dei tesori della Basilica e dei libri della Biblioteca che vengono trasferiti alla Biblioteca Nazionale di Parigi. Invece la Corona Ferrea viene lasciata provvisoriamente a Monza.

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Periodo napoleonico: bandiera del Regno d'Italia (1805-1814)

Nel 1805 la Repubblica Italiana diventa Regno d'Italia con capitale Milano. Il 26 maggio 1805 la Corona Ferrea è a Milano per l'incoronazione di Napoleone, che da solo se la pone in capo, proferendo la famosa frase "Dio me l'ha data, guai a chi la tocca". Napoleone istituisce anche l'Ordine della Corona del Ferro. Monza riceve il titolo di città imperiale.
Vicerè d'Italia è nominato Eugenio Beauharnais che nell'agosto del 1805 si stabilisce nella Villa di Monza. L'edificio, restaurato, torna a vivere un nuovo brillante periodo e, in questa occasione, assume la enominazione di Villa Reale.

Nel 1807 il Castello di Monza è definitivamente demolito; con le sue pietre viene costruito il muro di recinzione del Parco voluto dal Beauharnais a complemento della Villa Reale.

Alla caduta del primo Impero (1815) l'Austria si annette i territori italiani nel Regno Lombardo-Veneto e li governa oppressivamente con propri funzionari: Monza è inclusa nella provincia di Milano.

I Monzesi chiedono la restituzione di tutti i tesori che Napoleone aveva fatto prelevare da Monza. Promotore della richiesta è stato l'arciprete monsignore Prugnola: il 2 marzo 1816, la città ritorna in possesso del tesoro e dei libri della Biblioteca Capitolare. I codici ritornano ed in parte anche ben rilegati, ma dal tesoro risulta mancante la Corona di Agilulfo, rubata e fusa a Parigi.

Per decreto dell'imperatore d'Austria Francesco I nell'anno 1816 Monza diviene ufficialmente una città. Nel 1818 l'arciduca Ranieri, viceré del Regno Lombardo-Veneto riutilizza la Villa di Monza.

Il successivo imperatore d'Austria Ferdinando I si fa incoronare re del Lombardo Veneto a Milano con la Corona Ferrea (6 settembre 1838); con l'occasione estende vari benefici alla città. Vengono aperte nuove strade, tra cui la via Ferdinandea (l'attuale via Vittorio Emanuele); nel 1842 il Ponte dei Leoni è eretto vicino all'antico ponte romano di Arena; viene installata l'illuminazione notturna a gas. Nel 1841 viene inaugurata la prima ferrovia nell'Italia del nord a collegare Milano e Monza.

L'artigianato della lavorazione della lana va decadendo mentre diventano sempre più importanti quella del feltro e la collegata industria del cappello.

Il Risorgimento

 
Le guerre d'indipendenza.

Durante le Cinque giornate di Milano (22-23 marzo 1848) anche Monza insorse cacciando la guarnigione austriaca del reggimento Geppert. I patrioti monzesi, unitisi ai Lecchesi, combatterono poi a Milano a Porta Tosa (oggi Porta Vittoria). Scacciati gli Austriaci, a Monza si formò una "Guardia cittadina" alla quale le donne monzesi regalarono il vessillo.

Dopo la Prima guerra di indipendenza, al ritorno degli Austriaci nel 1849, il Generale Radetzky e poi l'arciduca Massimiliano (fratello dell'imperatore Francesco Giuseppe e poi imperatore del Messico) si insediarono nella Villa Reale.
La cosa che importava di più era, come al solito, il tesoro della basilica che, prelevato dal Generale Radetzky, fu portato a Mantova nel 1849, ma restituito nello stesso anno.

Nel 1859, alla fine della Seconda guerra di indipendenza, tutta la Lombardia è liberata dagli austriaci ed entra nel Regno di Sardegna.
Ma il tesoro e la Corona Ferrea, dopo una sosta a Verona, dagli austriaci erano stati trasferiti a Vienna; il tutto ritornerà solennemente a Monza solo alla conclusione della Terza guerra di indipendenza, il 6 dicembre 1866. E a Monza la Corona Ferrea rimane definitivamente, con due sole eccezioni: nel 1878, quando, a Roma, è posta sul feretro di Vittorio Emanuele II e durante le due guerre mondiali quando è messa al sicuro in Vaticano.

 
Croce dell'Ordine della Corona d'Italia

Il 1860 è l'anno della spedizione di Garibaldi in Sicilia: un giovane studente monzese, Achille Mapelli, abbandonati gli studi in legge, si arruola volontario con i Mille.

Nel 1861, all'indomani della proclamazione del Regno d'Italia, la città contava circa 25.000 abitanti.

Nel 1862 Giuseppe Garibaldi visita Monza. Alla morte dell'eroe, dopo venticinque anni dalla sua visita, Monza gli dedicherà un monumento, opera dello scultore Bazzaro, nella piazza omonima.

Nel 1868 re Vittorio Emanuele II istituisce l'Ordine della Corona d'Italia nella cui insegna compare la Corona ferrea.

Il secondo '800

Già da secoli le acque del Lambro fornivano forza motrice all'attività dei mulini e questa opportunità aveva favorito lo sviluppo di vario artigianato. Così già alla metà del XIX secolo Monza godeva di significative attività nel settore manifatturiero: tessitura della seta, produzione di cappelli e soprattutto tessitura del cotone, mentre in Brianza erano già attive imprese artigiane per la produzione di mobili.

Negli ultimi due decenni del secolo la fisionomia di Monza come città industriale si era notevolmente accentuata.
Particolare importanza avevano raggiunto l'industria del cappello (cappellifici Valera, Cambiaghi, Ricci), il settore del tessile (cotonificio Fossati) e quello legato alla meccanica (Officine meccaniche Alfredo Zopfi & C.) e all'elettricità (batterie Hensemberger).

Nel 1870 entra in funzione la Biblioteca Civica, ospitata dapprima in varie sedi comunali ( poi, nel 1938, verrà traferita nell'antico Seminario trasformato nel Palazzo degli Studi).

Il 22 agosto 1891 fu inaugurato il primo ospedale monzese dedicato a San Gerardo, compatrono della città insieme a San Giovanni Battista, grazie anche alla cospicua donazione da parte del re Umberto I.

Al 31 dicembre1895 Monza contava circa 37.500 abitanti stabili, con "31 strade interne" della lunghezza di circa 42 chilometri. Intorno a queste strade vi era la campagna che produceva frumento, mais, foraggi, patate, avena, segale ed ortaggi in genere. Altre fonte di ricchezza era l'allevamento dei bachi da seta (i bigatt) i cui bozzoli venivano lavorati delle filande della Brianza.

Il Regicidio

 
Umberto I
«Io non ho ucciso Umberto. Io ho ucciso il re. Ho ucciso un principio.»

L'anarchico Gaetano Bresci arrivò a Monza dagli Stati Uniti il 27 luglio 1900 e prese alloggio presso una affittacamere. Essendo il parco reale aperto al pubblico, egli vi andò in carrozza per informarsi delle abitudini del Re: infine seppe che Umberto I si sarebbe recato al saggio ginnico organizzato per la sera di domenica 29 dalla società sportiva "Forti e Liberi". Quella sera alle ore 22.30 circa, Bresci sparò al re che, terminato il saggio, dalla carrozza salutava la folla. A memoria del delitto il successore Vittorio Emanuele III fece edificare la Cappella Espiatoria, in via Matteo da Campione.

XX secolo

All'inizio del secolo Monza conta 41.200 abitanti; nel 1911 è annoverata tra gli otto centri più industrializzati d'Italia. Le attività principali rimangono quelle legate alla lavorazione del cotone, alla meccanica e all'industria dei cappellifici.

La Prima Guerra Mondiale (1915-1918) ha coinvolto anche Monza come le altre città d'Italia; alla fine della guerra la città ha voluto ricordare i suoi seicento caduti con il grandioso monumento ai caduti (1932) dello scultore E.Pancera, posto in piazza Trento e Trieste (l'antica piazza del mercato).

Nel periodo tra le due guerre mondiali l'assetto industriale della città non subì modifiche sostanziali, pur registrando notevoli incrementi nei volumi di produzione. Lo sviluppo edilizio conseguente fu notevole e talvolta disordinato; nel 1925 si cercò di mettere ordine in materia urbanistica con un apposito piano regolatore.
Furono abbattute le antiche costruzioni che sembravano di ostacolo, fu modificata l'antica Piazza del mercato nell'attuale Piazza Trento e Trieste in fronte alla quale fu costruito il nuovo Palazzo del Comune su disegno dell'architetto Brusconi.

Nel 1922, da un ramo dell'Umanitaria di Milano, era stato creato a Monza l' ISIA (acronimo di Istituto Superiore di Industrie Artistiche) all'interno del complesso della Villa Reale. L'ISIA ha costituito una novità assoluta nel panorama scolastico italiano dell'epoca divenendo subito un' importante fucina di arti applicate ed un vivace stimolo culturale, sia nazionale che internazionale, grazie al livello dei direttori e alla scelta dei talenti artistici chiamati a tenervi lezione.

All'interno del Parco vengono costruiti l'Autodromo (1922) e un campo di Golf (1925).

Il nuovo Cimitero è terminato nel 1930 su progetto dell'architetto Stacchini. La popolazione monzese raggiunse nel 1931 le 60.000 unità. Viene modificata la piazza Garibaldi con la costruzione del Palazzo di Giustizia (arch. Bartesaghi) sul luogo dell'antico ospedale. Negli stessi anni viene sistemata la piazza Roma con la Fontana delle rane.

La Seconda Guerra Mondiale, tra il 1940 ed il 1945, comportò per Monza bombardamenti, distruzioni e vittime civili e, dopo il 1943, l'occupazione nazista.

Le vicende monzesi furono significative in particolare per la Resistenza partigiana. Nel 1943 era stato fondato il Fronte di azione antifascista capeggiato da Gianni Citterio. Nel 1945, con la città sotto il presidio delle truppe tedesche, alcuni monzesi cercarono di tessere rapporti con il comando tedesco per evitare rappresaglie alla popolazione ed ottennero un armistizio a partire dalle ore zero del 25 aprile; mentre si discutevano gli ultimi accordi arrivò l'ordine di capitolazione per i Tedeschi che quindi lasciarono la città. Il 25 aprile si insediò la nuova amministrazione comunale.
Al termine della guerra, Monza contò ottantacinque partigiani caduti, tra cui Gianni Citterio (medaglia d'oro), Ferdinando Tacoli (medaglia d'argento) ed Elisa Sala.

Nella seconda metà del secolo la città conosce un notevole incremento di popolazione e un conseguente sviluppo edilizio. Con lo sviluppo delle varie attività si manifestano i problemi legati al traffico e ai collegamenti con i centri vicini, soprattutto con Milano.

XXI secolo

All'inizio del secolo Monza conta oltre 120.000 abitanti.

L'Università degli Studi di Milano-Bicocca ha posto in Monza il suo campus per le Facoltà di Medicina e Chirurgia e di Scienze dell'organizzazione.

Per l'importanza economica propria e del circondario, la città diventa capoluogo della Provincia di Monza e della Brianza (11 giugno 2004).

I principali monumenti

 
La Villa Reale

La Villa Reale è uno dei monumenti più importanti della città. La villa nacque come simbolo del prestigio e della magnificenza della corte asburgica, voluta dall'imperatrice Maria Teresa d'Austria per il suo quarto figlio maschio, l'arciduca Ferdinando d'Austria, che in quel tempo risiedeva a Milano in qualità di Governatore della Lombardia e desiderava una villa fuori città per trascorrervi la stagione estiva e per andare a caccia. I lavori ebbero inizio nel 1777 sotto la guida di Giuseppe Piermarini. È composta da un corpo centrale e due ali che si dipartono ad angolo retto.

Dai giardini della Villa Reale è possibile accedere al Parco. La Villa è attualmente (2007) in fase di restauro.

 
Il Duomo
 
L'Arengario

L'Arengario si trova nel punto più alto del centro storico, in piazza Roma, punto da cui partono le vie principali dell'area pedonale. È l'antico Palazzo Comunale di Monza, costruito nel XIII secolo. Inizialmente era privo della torre e della "Parlera", il balcone da cui si affacciavano i governanti per parlare alla popolazione.

Il Duomo di Monza si affaccia sull'omonima piazza del centro storico; la tradizione vuole che sia stata la Regina Teodolinda ad ordinarne la prima costruzione. Il campanile, eretto nel XVII secolo, è stato restaurato tra il 1999 ed il 2006. Il Duomo ospita lo storico Museo.

Cappella voluta da Vittorio Emanuele III sul luogo in cui venne ucciso suo padre, Umberto I, per mano di un anarchico nel 1900. Il viale di accesso si trova in viale Cesare Battisti.




Le ville e i palazzi storici

Altre architetture

Statue

Chiese

Cappelle

Altre attrazioni

 
Veduta del Parco.
 
Vista aerea dell'Autodromo e del Parco di Monza.
 
Il Ponte dei Leoni.
 
Il Ponte dei Leoni, dettaglio.
 
La torre, detta di Teodolinda, in via Lambro.
Parco

Il Parco di Monza ha una superficie di 750 ettari, più del doppio del Central Park di New York (il parco recintato più grande di Europa è il parco di Richmond a Londra con una superficie di 955 ettari). È situato a nord della città, tra i comuni di Lesmo, Villasanta, Vedano al Lambro e Biassono. Al suo interno scorre il fiume Lambro che si insinua con cascatelle e specchi tranquilli. Sorge su terreno alluvionale trasportato dal fiume, argilloso e sabbiosa. L'artista Giuliano Mauri, in prossimità della Valle dei Sospiri, tra l'ottobre e il novembre 2006 vi ha costruito la Voliera per umani, lavoro di architetture naturali, realizzato valendosi dei legni raccolti nel Parco stesso.

Autodromo

L'Autodromo Nazionale di Monza è un circuito automobilistico situato all'interno del Parco di Monza. Ospita molti eventi motoristici durante tutto l'anno, ma è famoso internazionalmente per ospitare il Gran Premio d'Italia organizzato dall'Automobile Club di Milano quasi ininterrottamente dal 1922.

Luoghi caratteristici

San Gerardino

È un rione caratteristico del centro storico come quello, più a sud del Lambro, detto i Mulini. Presenta una suggestiva veduta prospettica della case che si ergono sul fiume, che, una cinquantina di anni fa, qui si divideva in vari rami che servivano ad azionare i mulini ad acqua (di questi mulini è rimasto un frantoio). In un cortile con loggiato di via Gerardo dei Tintori è la suggestiva chiesetta detta di San Gerardino (che in realtà è la più antica delle tre chiese cittadine intitolate al santo copatrono di Monza) con affreschi interni, risalenti al Cinquecento e attribuibili in parte alla scuola luinesca. La chiesetta in realtà è parte dell'Ospedale di S.Gerardino, complesso articolato in diversi corpi di fabbrica, fondato dal Santo nel 1174, rimaneggiato in varie epoche, e in uso fino al XVIII secolo. In questo rione si svolge annualmente, il 6 giugno, la tradizionale sagra di San Gerardo, compatrono della città, con la posa di una statua del santo nel letto del fiume.

Attraversa il fiume Lambro in corrispondenza della casa e dell'antico ospedale del santo monzese. Un concio di pietra di una delle arcate reca incisa la data 1715.

Mulino Colombo

Nei pressi del ponte settecentesco detto di San Gerardino sorge il Mulino Colombo. Il mulino, già attivo all'inizio del XVIII secolo, era impiegato in origine per macinare il grano, poi per la follatura della lana ed infine venne utilizzato come frantoio. All'interno, si conservano la macina, il torchio ed altri antichi attrezzi. È utilizzato in brevi periodi dell'anno per mostre a cura del Museo Etnologico di Monza e Brianza.

Ponte dei Leoni

Fu edificato sul fiume Lambro nel 1842 vicino ai resti del grande ponte romano, detto d'Arena, del I secolo (un'arcata del quale è tuttora visibile presso un'estremità dell'attuale ponte) in occasione dell'apertura della via Ferdinandea, oggi via Vittorio Emanuele.

Il ponte è costituito da tre arcate ribassate con spallette in granito. Ai lati i quattro leoni di marmo, su basamento, sono opera dello scultore Antonio Tantardini.

Via Lambro

La via Lambro è ritenuta la più antica di Monza. Situata nel nucleo primitivo della città medioevale, parte da piazza Duomo e si estende sul fianco sinistro della Basilica, scendendo verso il Lambro con tracciato regolare e passando verso la sua fine sotto una "casa torre" medioevale ("Punt Scür" in dialetto). Questa torre, detta di Teodolinda, è in realtà duecentesca ed è stata restaurata completamente nell'Ottocento. Ha monofore, trifore e merli guelfi che poggiano sopra una cornice di archetti. All'inizio della strada si notano alcune case a sporto del Trecento e del Quattrocento con balconcini di ferro.

Ponte de la Mariotta

Su questo ponte sul Lambretto era situata la Porta De Gradi che fu demolita nel 1890. Il ponte collega via Bergamo con via De Gradi e aveva preso il nome dall'ortolana Mariotta che aveva la sua bancarella sotto l'arcata della porta.

Torre Viscontea

E' l'unico resto del Castello di Monza fatto erigere, con le mura della città, da Galeazzo Visconti nel XIV secolo e demolito nel 1807. La torre sorge in riva al fiume Lambro ed è ben conservata: sono tuttora visibili le feritoie del ponte levatoio, una bifora e uno stemma spagnolo.

Monza sparita

Edifici di interesse pubblico

Ospedale San Gerardo

L’Azienda Ospedaliera San Gerardo di Monza ha alle spalle otto secoli di tradizione di cura e assistenza.

Oggi, considerata di rilievo nazionale e ad alta specializzazione, conta 3.500 dipendenti (fra medici, infermieri, personale tecnico e amministrativo).
L'azienda comprende due presidi ospedalieri: l’Ospedale San Gerardo di Monza, il quarto ospedale pubblico, per dimensioni, della Lombardia[senza fonte], e l’Ospedale E. Bassini di Cinisello Balsamo.

I musei

I teatri

La città di Monza possiede varie sale teatrali e associazioni culturali:

Manifestazioni

 
I fuochi d'artificio alla Villa Reale

Sagra di San Giovanni
Nelle settimane che precedono il 24 giugno, giorno in cui si festeggia il Patrono di Monza, si svolgono numerose manifestazioni sportive, culturali e folcloristiche che culminano con uno spettacolo pirotecnico a ritmo di musica. Durante le celebrazioni si tiene il corteo storico in costumi medievali, ogni anno dedicato ad un evento diverso. Da segnalare inoltre la gara podistica notturna Monza-Resegone.

Sagra di San Gerardo
Il 6 giugno si commemora la morte del santo co-patrono della città: San Gerardo dei Tintori. La celebrazione di San Gerardo inizia la sera del 5 giugno con la deposizione di una statua del santo nel fiume Lambro vicino al ponte di San Gerardino. In questo modo si vuole ricordare il miracolo di San Gerardo: si narra che il santo volesse portare del cibo ad alcune famiglie che vivevano al di là dal Lambro e, non disponendo di ponti per poterlo attraversare, distese il suo mantello carico di provviste e a bordo di questa zattera improvvisata attraversò il fiume. Un altro miracolo viene ricordato con la sagra delle ciliegie.

Sagra della Madonna delle Grazie
Nel giorno dedicato all'Annunciazione della Vergine Maria si tiene la sagra della Madonna delle Grazie. Nelle vie attorno al Santuario della Madonna delle Grazie, a ridosso del Parco, si concentrano bancarelle con dolci, giocattoli, merci di vario genere ed il "firun", un dolce tipico monzese composto da castagne cotte al forno e infilate ad un filo a formare una collana.

Festa del Santo Chiodo
Si svolge la terza domenica di settembre, con rievocazione storica e processione della Corona del Ferro.

Mercatino dell'antiquariato
Si svolge la seconda domenica di ogni mese (ad esclusione di agosto) in via Bergamo. Vi si possono trovare molti oggetti, mobili, soprammobili d'epoca. Partecipano un centinaio di venditori e di antiquari.

Mercatino di Natale
Si svolge ogni anno dal 1° dicembre al 6 gennaio, in piazza San Paolo.

Concorso internazionale della rosa
A fine maggio nel roseto al Serrone della Villa Reale.

Gran Premio d'Italia di Formula 1
Il Gran Premio d'Italia di Formula 1 si disputa annualmente la seconda domenica di settembre nell'Autodromo.

La settimana che precede il Gran Premio è sempre costellata di eventi che interessano tutta la città (Monza Più). Alcuni di questi, che si ripetono ogni anno, sono il concorso fotografico dedicata alla memoria di Pepi Cereda e la partita di calcio benefica della Nazionale Piloti.

 
Monza di notte.

Trasporti

Ferrovia

  Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione di Monza.

La città è un importante nodo ferroviario, ed è stata capolinea della prima ferrovia commerciale italiana, la Milano - Monza, inaugurata nel 1840.

La città è collegata con Milano da una linea a quattro binari, che da Monza si divide in due linee, la Milano - Chiasso e la Milano - Lecco, utilizzata anche per corse fino a Bergamo.

Inoltre è capolinea della linea Monza - Molteno - Lecco, a binario unico e non elettrificata.

La città è dotata di due stazioni: Monza Centrale, in cui fermano tutte le linee, e Monza Sobborghi, solo per la linea Monza - Molteno - Lecco.

La Stazione centrale da poco è stata completamente ristrutturata, con l'apertura di un sottopassaggio che la mette in comunicazione direttamente con piazza Castello, facilitando così l'accesso dalla zona est della città e dalla Brianza. Sono stati inoltre completati un nuovo parcheggio da 140 posti e la nuova autostazione, sempre con ingresso da piazza Castello. Sono state proposte altre quattro stazioni (Monza Libertà, Monza S. Alessandro, Monza S. Biagio e Monza Elvezia), ma, tranne per la prima stazione, già progettata, si è ancora molto lontani dalla fase progettuale.

È da menzionare infine la Stazione Reale, situata sull'attuale viale Cesare Battisti, costruita in stile eclettico nel 1884 ad uso della famiglia reale per i suoi spostamenti in ferrovia.

Strade

Monza è raggiungibile attraverso l'Autostrada A4 Torino-Trieste, la Tangenziale Nord di Milano (A52) e la Tangenziale Est di Milano (A51). La strada statale 36 la collega con Milano, Lecco e Sondrio. Il tratto urbano della statale 36 verrà completamente interrato per risolvere grossi problemi di traffico: nel febbraio 2008 sono iniziati i lavori per la realizzazione di un tunnel urbano di 2 km, il più lungo d'Italia (fonte: Anas). Fine lavori prevista nel settembre 2011.

Autobus

Area Monza - limitrofi
  • z201 [ex 1] S.Albino (via Mameli) - Monza centro (corso Milano) - (via) S.Alessandro;
  • z202 [ex circolare] Via d'Annunzio (san Rocco) - Monza Centro (via Manzoni) - Cimitero;
  • z203 [ex 3] Monza (FS) - Brugherio - Cologno Nord (M2);
  • z204 [ex 4] (Lissone -) Vedano - Monza Centro - Taccona di Muggiò;
  • z244 (Lissone -) Vedano - Monza Centro - Taccona di Muggiò - Cinisello Balsamo;
  • z205 [ex 5] Limbiate - Varedo - Nova Milanese - Muggiò - Monza (FS);
  • z206 [ex 6] Via Pellegrini - Stazione FS - Monza Centro - Ospedale nuovo S.Gerardo;
  • z266 Via Buonarroti - Stazione FS - Monza Centro - Ospedale nuovo S.Gerardo;
  • z208 [ex 3] S. Fruttuoso (via Marelli) - Monza Centro - Villasanta - Arcore (FS);
  • z209 Monza (FS) - Muggiò - Desio - Bovisio Masciago - Cesano Maderno (FNM);
  • z219 Paderno Dugnano/Palazzolo (FNM) - Nova Milanese - Muggiò - Monza (FS).
Area Monza - Brianza
  • z221 Milano Bicocca - Sesto S.G. (MI-FS) - Monza - Carate B. - Giussano-Mariano C.;
  • z226 Besana B.(FS) - Biassono - Monza(Ospedale San Gerardo);
  • z228 Meda - Seregno - Lissone - Monza (FS);
  • z231 Carate B. - Giussano (Robbiano) - Seregno - Desio;
  • z232 Desio - Seregno - Carate B. - Renate/Besana B. (FS);
  • z233 Triuggio - Albiate - Seregno (FS);
  • z234 Vedano - Lissone - Muggio;
  • z240 Desio FS - Cesano M. - Limbiate - Senago - Varedo - Bovisio M. - Desio FS;
  • z241 Desio FS - Bovisio M. - Varedo - Senago - Limbiate - Cesano M. - Desio FS.
Area Monza - Milano
  • z218 Sesto S.G. (MI-FS) - Cinisello B. (Ospedale Bassini) - Muggiò - Monza (Ospedale San Gerardo);
  • z222 Monza FS - S. Fruttuoso - Sesto S. G. (M1-FS);
  • z223 Milano Bicocca - Cinisello B. - Monza FS;
  • z225 Sesto S.G. (M1 - FS) - Nova M.se;
  • z227 Muggiò - Sesto S. G. (M1 - FS);
  • z229 Palazzolo (FNM) - Paderno D. - Cinisello B. - Sesto S.G. (M1-FS).

Impianti sportivi

Il Palazzetto dello sport, il PalaCandy, inaugurato da pochi anni, è adiacente lo stadio Brianteo ed è adibito a varie manifestazioni.

  • Atletica

Storico centro sportivo per la pratica dell'atletica è la "Società ginnastica monzese Forti e Liberi", nell'odierno viale Cesare Battisti 30, la cui data di fondazione risale al 1878. La sua storia è legata all'attentato al re Umberto I (29 luglio 1900). La "Forti e liberi" ha formato generazioni di atleti, alcuni dei quali di livello nazionale, mondiale ed olimpico.

  • Calcio

Lo stadio Brianteo, in viale Stucchi, ospita le partite dell'Associazione Calcio Monza Brianza 1912. È stato inaugurato nel 1988 dopo lunghi e tribolati anni di lavoro. Il Brianteo ha sostituito lo stadio Sada, situato in via Ghilini, che oggi ospita le partite della FiammaMonza, la squadra di calcio femminile della città, campione d'Italia 2006. Ci sono anche piccole squadre di calcio come Gerardiana, Juvenilia, La Dominante(calcio), Pro Victoria, Cederna, Santalbino, San Fruttuoso, San Rocco, Verga e Ges Monza.

  • Equitazione

Nel Parco è possibile la pratica dell'equitazione.

  • Golf

All'interno del Parco è un campo di golf.

  • Pallacanestro

Il basket a Monza è rappresentato dalla Forti e Liberi (serie B2), che gioca nel piccolo palazzetto di viale Cesare Battisti e dalla Gerardiana Basket, che gioca nel Centro Sportivo Comunale NEI

  • Rugby

Nel centro sportivo di via Rosmini gioca il Rugby Monza. Sparse in tutta la città ci sono numerose palestre scolastiche utilizzate da società minori di basket, pallavolo e hockey. Il centro natatorio comunale di Sant'Albino ospita oltre alle piscine anche un centro fitness e un centro benessere.

  • Scherma

La città è dotata anche di un centro (Promelit) per la pratica della scherma nelle sue varie specialità.

  • Tennis

Nel recinto del Parco, con accesso da via Boccaccio, è il Circolo del Tennis.

  • Tiro a segno

In via Ticino si trova il Tiro a Segno Nazionale.


Piscine
  • Centro natatorio (piscina coperta comunale), via Murri 23
  • Overseas (piscina coperta e scoperta), via Pitagora
  • Piscina comunale (piscina scoperta comunale), c/o Autodromo - Parco di Monza
  • Leone X (piscina coperta), via Monti e Tognetti 10
  • Mirtillo Baby & Fitness Club (piscina coperta), via Canova 19
  • Rondò dei Pini (piscina coperta), via Casanova 5
  • N.E.I. (piscina coperta comunale), via Enrico da Monza 6

Istruzione

Biblioteche
Scuole primarie
  • Don Milani, via Monte Bisbino 12
  • Dante, via Pacinotti 1
  • Tacoli, via V. Pisani 14
  • Raiberti, via Raiberti 4
  • De Amicis, piazza Matteotti 1
  • Rodari, via Tosi 5
  • Rubinowicz, via Magellano 48
  • Anzani, via Correggio 27
  • Iqbal Masih, via Luca della Robbia 20
  • Zara, via Caravaggio 2
  • Omero, via Omero 6
  • S. Alessandro, via S. Alessandro 13
  • Puecher, via Goldoni 20
  • Bruno Munari, via Marche 1
  • Alfieri, via S. Fruttuoso 15
  • Citterio, via Collodi
  • Buonarroti, via Piero della Francesca 1
  • Manzoni, via Mameli 18
  • Salvo d'Acquisto, via Paganini 30
  • Bachelet, via Debussy 1
  • Volta, via Volta 27
  • Collegio Bianconi, via Torneamento 1
  • Collegio Villoresi San Giuseppe, via Volta 11
Scuole medie inferiori
  • IX Scuola Media, via Monte Amiata 60
  • Pertini, via Gentili 20
  • Zucchi, via Toscana 10
  • Elisa Sala, via Sgambati
  • Confalonieri (sede), via S. Martino 4
  • Confalonieri (succursale), via Poliziano 1
  • Ardigò, via Magellano 42
  • Bellani, via Foscolo 6
  • Collegio Bianconi, via Torneamento 1
  • Collegio Villoresi San Giuseppe, via Volta 11
  • Sabin, via Iseo 18
Istituti superiori statali
Istituti superiori privati
Università
  • Sono attivi a Monza due corsi di laurea dell'Università degli studi di Milano Bicocca. Sono "Scienze dell'organizzazione", presso l'Ospedale Vecchio, e "Medicina e chirurgia" ospitata nei locali di Villa Serena nelle adicenze dell'Ospedale San Gerardo. La palazzina Villa Serena prende il nome di U19, mentre sono aperte anche la palazzina U8 e la piu recente U18 (aperta nel settembre 2007) entrambe sempre adiacenti all'ospedale San Gerardo di Monza

Personalità legate a Monza

Personaggi dello sport e dello spettacolo

Amministrazione comunale

Template:ComuniAmministrazione

Giunta In fase di definizione.

Consiglio Comunale

scadenza: primavera 2012

Difensore Civico: Anna Mocchi

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[2]

Note

  1. ^ Paolo Diacono, Historia Langobardorum, IV, 21.
  2. ^ Dati tratti da:

Bibliografia

  • AA.VV. Dizionario Biografico degli Italiani. Roma, 1960 (Aliprandi Pinalla).
  • AA.VV. La Chiesa di San Marco in Milano. Milano, 1998. Pag. 56-57 (Aliprandi Martino).
  • Paolo Diacono, Historia Langobardorum.
  • Bonincontro Morigia. Chronicon Modoetiense.
  • Il Duomo di Monza, 1300-2000, VII Centenario della fondazione. Silvana Ed., 1999.

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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