Kenya

stato dell'Africa
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Il Kenya (Jamuhuri ya Kenia, in inglese Republic of Kenya; oppure Kenia; in italiano Chenia[1]) è uno Stato dell'Africa Orientale, confinante a nord con Etiopia e Sudan, a sud con la Tanzania, a ovest con l'Uganda, A nord-est con la Somalia e ad est con l'oceano Indiano. Nairobi ne è la capitale e la città più grande.

Kenya
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Kenya - Localizzazione
Kenya - Localizzazione
Dati amministrativi
Nome completoRepubblica del Kenya
Nome ufficialeJamuhuri ya Kenia, Republic of Kenya
Lingue ufficialiSwahili, Inglese
CapitaleNairobi
Politica
Forma di governoRepubblica
Capo di StatoMwai Kibaki
IndipendenzaDal Regno Unito il 12 dicembre 1963
Ingresso nell'ONU16 dicembre 1963
Superficie
Totale582 650 km² (46º)
% delle acque2,3%
Popolazione
Totale31 138 735 ab. (2002) (37º)
Densità53,4 ab./km²
Nome degli abitantikenioti
Geografia
ContinenteAfrica
Fuso orarioUTC +3
Economia
ValutaScellino keniota
PIL (nominale)48 334 milioni di $ (2005) (76º)
PIL pro capite (nominale)1 445 $ (2005) (159º)
ISU (2005)0,521 (medio) (148º)
Varie
Codici ISO 3166KE, KEN, 404
TLD.ke
Prefisso tel.+254 (005 da Tanzania e Uganda)
Sigla autom.EAK
Lato di guidaSinistra (↑↓)
Inno nazionaleEe Mungu Nguvu Yetu
Kenya - Mappa
Kenya - Mappa

Storia

  Lo stesso argomento in dettaglio: Storia del Kenya.

Numerose città costiere del Kenya furono fondate dagli arabi che, a partire dal IX secolo d.C., intrattennero intensi rapporti commerciali con i gruppi indigeni bantu. Dall'incontro tra i due popoli nacque la cultura swahili, contraddistinta da due elementi di unificazione: la lingua kiswahili e la religione islamica.

 
Il Kenia dal satellite

Gli agricoltori kĩkũyũ, etnia del gruppo bantu, rappresentarono subito il gruppo più potente e numeroso del territorio; la loro supremazia non fu mai messa in discussione dai maasai come vorrebbe la tradizione popolare. I Masai sono un popolo nilota che arrivò nell'odierno Kenya nel XVII secolo, per occupare il loro territorio attuale verso il 1750. Questa data è ottenuta contando a ritroso i gruppi di iniziazione, i cui nomi sono ricordati oralmente senza eccezioni da tutti i clan Masai. Furono i kamba, popolazione agricola interposta tra la costa e il centro del paese, ad utilizzare storie sulla presunta ferocia dei Masai per evitare che troppe carovane di mercanti raggiungessero l'interno, togliendo loro il ruolo di mediatori nei commerci tra la costa e le regioni interne.

In quel periodo i portoghesi occuparono alcune località della costa, ma in seguito vennero soppiantati dai sultani omaniti di Zanzibar. La presenza degli europei si intensificò alla fine del XIX secolo, quando il Kenya divenne una colonia britannica. I bianchi scacciarono gli indigeni dai fertili altopiani dell'interno, avviando l'agricoltura di piantagione. I kĩkũyũ vennero impiegati nelle belle fattorie disseminate sul territorio e diedero un importante contributo alla crescita economica del Paese. I kamba vennero spinti ad arruolarsi e dar vita al nascente esercito. I luya vennero solitamente impiegati in lavori domestici e l'artigianato. Dando ad ogni etnia un ruolo diverso, i coloni inglesi applicarono la legge del divide et impera usata in tutti i paesi africani sotto il loro domino. Questa divisione è visibile ancor oggi nella società keniota.

Nel secondo dopoguerra i kĩkũyũ lottarono aspramente per conquistare l'indipendenza (molti di loro parteciparono alla celebre rivolta dei Mau-Mau). L'indipendenza fu ottenuta il 12 dicembre 1963 e le elezioni di quell'anno portarono Jomo Kenyatta, uno dei leader indipendentisti, alla presidenza del paese. Kenyatta promosse una politica moderata e filoccidentale, realizzando importanti riforme economiche e politiche che permisero la modernizzazione e l'industrializzazione del paese; inoltre rimase in buoni rapporti con la Gran Bretagna e con le nazioni confinanti. Nel 1978, alla morte di Kenyatta, fu eletto presidente Daniel Arap Moi che proseguì la politica del suo predecessore; nel 1982 approfittando di un fallito golpe da parte dell'esercito, Moi riuscì a consolidare il proprio potere, perseguitando come traditori i suoi oppositori politici e introducendo nel paese il monopartitismo. Con la fine della guerra fredda, il mondo occidentale cominciò a condannare i metodi dispotici e polizieschi del governo di Moi, che, messo alle strette dalla minaccia di sospendere gli aiuti economici, reintrodusse nel paese il multipartitismo: tuttavia, grazie alla disorganizzazione delle forze d'opposizione, che non riuscirono a trovare un accordo sul proprio candidato, Moi fu confermato alla presidenza sia nelle elezioni del 1993, sia in quelle del 1997. Alle elezioni presidenziali del 2002 Moi non si presentò come candidato, segnando di fatto il crollo del proprio regime dopo 24 anni di dominio: il nuovo presidente fu Mwai Kibaki che avrebbe avuto l'incarico di risollevare le sorti del Kenya.

Geografia

  Lo stesso argomento in dettaglio: Geografia del Kenya.

Morfologia

Dalla costa bassa e sabbiosa dell'oceano Indiano, il territorio del Kenya si avvia procedendo verso l'interno. La geografia del Kenya è alquanto complessa. Il Kenya è un paese dell'Africa Orientale, ed è attraversato dall'equatore. Pur essendo un paese equatoriale, e tropicale, presenta climi molto vari. Nel nord si trovano aeree desertiche, e nel centro sud altopiani, con boschi e savane. Il paese è attraversato da lunghe catene di montagne. Complessivamente, l'elemento morfologico che più caratterizza il Kenya è la Rift Valley, che lo attraversa da nord a sud. Le acque interne presentano laghi di acqua dolce e di acqua salata; numerosi sono anche i soffioni boraciferi e i geyser. Pochi invece i fiumi, di cui solo due hanno una portata e una lunghezza degne di nota. Alla fascia costiera, lunga oltre 400 km, succede una regione di altopiani aridi e stepposi; quello centrale, che si eleva a quote comprese tra i 1500 e i 3000 metri, è diviso dalla frattura della Rift Valley che si sviluppa da nord a sud e che forma il bacino del Lago Turkana (o Rodolfo). Ai lati della Rift Valley si innalzano imponenti massicci vulcanici, il maggiore dei quali è il monte Kenya (5199 m), uno dei monti più alti dell'Africa. L'altopiano degrada a ovest, in prossimità del Lago Vittoria, e a nord dove il territorio del Kenya è occupato da un ampio tavolato desertico.

Idrografia

I fiumi del Kenya non sono imponenti; i due principali, il Tana e il Galana, si gettano nell'oceano Indiano e hanno un regime molto variabile nel corso dell'anno, in funzione dalla frequenza delle precipitazioni piovose. Il lago più vasto del paese è il Turkana, dal momento che solo una piccola porzione del Lago Vittoria appartiene al territorio del Kenya; il Lago Turkana ha acque salmastre e vi affiorano numerose isole.

Il clima

Il clima, molto caldo e umido nelle regioni costiere, diventa più mite e asciutto nel cuore del Paese, in rapporto all'altitudine. Le piogge sono concentrate in due periodi dell'anno: da marzo a maggio le grandi piogge, mentre da ottobre a dicembre le piogge sono intense ma brevi. L'ambiente dominante è quello della savana, tutelato da numerosi parchi naturali che coprono circa il 10% del territorio nazionale. Sulle pendici delle montagne e lungo il corso dei fiumi si trovano tracce dell'originaria foresta pluviale; mentre a nord, nelle zone meno piovose, la savana sfuma nel deserto. La savana è l'habitat di grandi mandrie di erbivori (antilopi, gazzelle, giraffe, bufali, zebre, elefanti) e dei loro predatori (leoni, leopardi e ghepardi). Nelle acque dei laghi e dei fiumi vivono ippopotami e coccodrilli.

Popolazione

Demografia

 
Crescita demografica del Kenya dal 1961 al 2003

La popolazione del Kenya (36.913.721 al luglio 2007) continua a crescere a ritmi elevati: nel giro di vent'anni è pressoché raddoppiata e molto alta è la quota di popolazione giovane, con meno di quindici anni. La densità demografica è elevata nella regione interna degli altopiani; mentre la fascia costiera è poco abitata, fatta eccezione per l'area di Mombasa. Il tasso di urbanizzazione è alto, con il 40% della popolazione radunata in zone urbane che si stanno estendendo. La popolazione urbana si addensa soprattutto nelle città di Nairobi, la capitale, e di Mombasa, città araba sulla costa.

Etnie

La popolazione è suddivisa in più di settanta etnie, appartenenti a quattro famiglie linguistiche: i bantu, i nilotici, i paranilotici e i cusciti. Un tempo il paese era abitato da gruppi stanziati lungo la costa e, nelle regioni interne, dai masai, che oggi vivono soprattutto nelle regioni meridionali. Attualmente l’etnia più numerosa è rappresentata dal gruppo bantu dei kikuyu (21% della popolazione); altri gruppi relativamente numerosi sono i luhya (14%), i kamba (11%), tutti di lingua bantu, i luo (13%), di lingua nilotica, e i kalenjin (11%), paranilotici. Nel paese vivono inoltre esigue minoranze di asiatici, europei e arabi.

Religione

L'appartenenza religiosa è così composta: anglicani e quaccheri 45%, cattolici 35%, musulmani 11%, religioni tradizionali 9%. Altri includono induismo, sikhismo, jainismo e il credo di bahá'í. Il Kenya contiene il più grande gruppo di quaccheri in una singola nazione.

Lingue

Inglese (92%), swahili (8%), Sheng (slang urbano)

Ordinamento dello stato

Suddivisione amministrativa

  Lo stesso argomento in dettaglio: Divisioni amministrative del Kenya.

Il Kenya è suddiviso in 8 province:

Economia

L'economia del Kenya, dopo un periodo di benessere,cadde in una profonda crisi,che peggiorò durante gli ultimi anni della dittatura Moi. Oggi, il Kenya ha una crescita che oscilla tra il 5 e il 6% annuo. Diversa è però la distribuzione del reddito. Il benessere di pochi (2%), infatti, è pagato con la miseria di molti (circa il 50% della popolazione vive sotto il livello di povertà). Attualmente, l'economia si basa sulle esportazioni soprattutto agricole e sul turismo. Buona è la crescita dell'economia, che si concentra nella capitale Nairobi, ma che si sta sviluppando in altre città.

Agricoltura

Durante il periodo coloniale le coltivazioni industriali, destinate all'esportazione, sostituirono le vecchie colture di sussistenza,impoverendo il suolo troppo sfruttato. Le coltivazioni di mais, sorgo, miglio e patate non bastano al fabbisogno interno, e il Kenya cerca di evitare i rischi della monocoltura sfruttando i vari ambienti del suo territorio. Le piantagioni forniscono, sull'altopiano: caffè, tè e piretro (una pianta utilizzata per i prodotti antiparassitari di cui il Kenya è grande esportatore). Sulla costa invece sono molto diffuse le piantagioni di palma da olio e da cocco. Viene praticato l'allevamento di ovini e caprini.

Industrie

Le maggiori industrie si concentrano nella capitale Nairobi, e si basano sulle industrie di tipo agro-industriale. Attualmente si stanno diffondendo in altre città.

Trasporti

  Lo stesso argomento in dettaglio: Trasporti in Kenya.

I trasporti kenioti sono abbastanza sviluppati in tutte le zone del Kenya abitate tramite mezzi di trasporto pubblici e privati. La metropolitana è assente, mentre i filobus sono inesistenti in tutta l'Africa. Discreta è la rete ferroviaria.

Sport

Gli atleti kenioti sono famosi e celebri per quanto riguarda la disciplina del mezzofondo e fondo nell'atletica leggera. Le etnie originarie degli altipiani godono di una concentrazione di globuli rossi nel sangue mediamente molto elevata che agevola, unitamente ad una struttura fisica piuttosto leggera, lo sforzo aerobico prolungato.

La nazionale di pallavolo femminile del Kenya è attualmente la squadra pallavolistica più forte del continente africano: vanta infatti 6 vittorie al campionato continentali e diverse partecipazioni ai mondiali e alle Olimpiadi.

Tradizioni

Una tradizione molto diffusa dei Masai sono le danze con salti. Questi balli vengono utilizzati nelle cerimonie di benvenuto e nelle feste. Incominciano con accendere un grande fuoco e poi iniziano a saltare, prima in modo normale poi sempre più in alto finché non raggiungono un'altezza elevatissima. I Masai erano una popolazione di persone basse e magre e questo gli permetteva di saltare molto. Con l'arrivo di italiani e europei questa tradizione sta scomparendo perché i Masai hanno cominciato a cambiare la loro tradizione, per fortuna qualcuno sta ancora tenendo in mano la loro identità culturale. Un altro costume tipico dei kenyani è l'allungamento del lobo dell'orecchio. Iniziano con i bucarsi le orecchie e poi a mano a mano mettono dei cerchietti dentro il lobo finché non raggiungono grandezze dei cerchi grandissimi. Dopo tolgono i cerchietti e si arrotolano il lobo sull'orecchio e rimettono i cerchi solo nelle feste. I cerchi possono cambiare aspetto rispetto alla classe sociale: il capo tribù ha i cerchi dorati il figlio adornato di perline (tipiche nel Kenya) e tutti gli altri hanno questi dischetti di bronzo rivestiti in pelle.

Altri progetti

Note

  1. ^ Il nome italiano è attestato, ad esempio, in: Umberto Toschi, Il Chenia e l'Uganda, Roma, Cremonese, 1942.

Collegamenti esterni