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Magazzini Nannucci è considerato il negozio di musica più antico d'Italia [1].

La storia

L'anno di fondazione dei Magazzini Nannucci è il 1936, il luogo è Bologna, il fondatore è Mario Nannucci (trasferitosi da Firenze).

L'impostazione iniziale dell'esercizio era la vendita di elettrodomestici, stufe, radio a valvole e di grammofoni (con annesso anche un laboratorio per l'assistenza tecnica). Percorrendo tale strada, il negozio ottenne la distribuzione degli articoli di Sinudyne, Saba e Grundig, avviando anche un "timido" smercio di prodotti musicali.

Proprio l'aumento del fatturato in rapporto di stretta correlazione con il materiale audiovisivo, indusse Nannucci, a partire dal 1956, ad una progressiva conversione della merceologia, intraprendendo la commercializzazione delle produzioni musicali delle case discografiche principali.

Fu nel 1960 che venne acquistato un locale di circa 700 m² (di cui 400 m² per l'esposizione), divenuto in seguito la collocazione storica dei Magazzini Nannucci: la sede di via Guglielmo Oberdan 7, sotto le Due Torri, in pieno centro di Bologna.

Attorno alla prima metà degli anni '60, fu attuata una riorganizzazione dell'esercizio, il quale, fra l'altro, venne adibito all'esposizione di LP e musicassette, con l'approntamento di una catalogazione per generi.

Nel 1966 scomparve il fondatore dei Magazzini Nannucci.

Il timone dell'azienda passò ai figli, Giuseppe e Carla, i quali optarono per una radicale variazione di rotta: fu accantonato tutto ciò non pertinente al settore audio/video.

Dall'esplorazione dei mercati esteri (Stati Uniti, Inghilterra, Giappone), scaturì l'opportunità di procurarsi articoli d'importazione (anche rari e per collezionisti), da proporre a prezzi convenienti (come i vinili originali, ma dalle copertine cut out, “forate” per la vendita al pubblico ad un valore fortemente ribassato).

Intanto, l'interesse crescente, in Italia, nei confronti della musica, portò i proprietari del negozio ad effettuare una più incisiva serie di cambiamenti.

Negli anni '70, infatti, i fratelli Nannucci progettaro una vendita per corrispondenza da affiancare alla più tradizionale forma di commercio. Tale nuova attività veniva svolta nel seminterrato di 300 m² circa del negozio; tuttavia, a partire dal 1972 fu esplicitamene riservato uno spazio, in superficie, alla preparazione delle spedizioni postali.

Gli incrementati scambi con l'estero, persuasero gli eredi anche della necessità di un'impresa in grado di occuparsi a tempo pieno delle importazioni: fu così costituita la Giucar Record S.r.l.

Agli inizi degli anni '80 la vendita per corrispondenza, richiese un magazzino di supporto: nacque, dunque, un piccolo deposito non lontano dalla sede principale di via Oberdan.

In seguito, la Giucar Record S.r.l., fu trasferita, dalla sua sede nei pressi del quartiere fieristico di Bologna, alla zona industriale felsinea Roveri, in via Collamarini, 26 (quartiere San Vitale).

Furono inoltre sviluppate le possibilità societarie del negozio, il quale passò da Magazzini Nannucci S.r.l., a Magazzini Nannucci S.p.A.

Negli anni '90 Giucar Record S.r.l. trovò una nuova sistemazione nella zona artigianale di San Lazzaro di Savena, alle porte di Bologna, in via Remigia 9, diventando società per azioni: lo stabile precedente fu ceduto alla vendita per corrispondenza. Quest'ultima attività fu ristrutturata sul piano tecnico ed organizzativo per gestire più adeguatamente sia gli ordinativi che il catalogo cartaceo a cadenza semestrale, inviato per posta, nonché per curare il sito Internet (per queste ultime due finalità venne creato nel 1995 un apposito ufficio). Tuttavia, causa il legame di stretta dipendenza nel tempo venutosi a creare con Giucar Services S.p.A. (figlia della Giucar Record S.p.A., nel frattempo tornata ad essere società a responsabilità limitata), i soci compirono, nel 1998, l'ennesimo trasloco della vendita per corrispondenza, in un capannone fatto fabbricare appositamente (al n.3 di via Remigia) a ridosso proprio della Giucar.

Passato recente

Nell'aprile del 2000, prematuramente, venne a mancare Giuseppe Nannucci: le sue imprese avevano raggiunto la loro massima espansione.

Si manifestarono le prime avvisaglie del declino (difficoltà che, nel tempo, si aggravarono, complice anche una lunga fase di contrazione del mercato musicale).

In un tentativo di rilancio, vennero investite ingenti risorse economiche in opere di ammodernamento del negozio di via Oberdan.

Nel corso del 2002, gli eredi decisero di dare vita ad una holding, un'unione finanziaria che aveva come capogruppo Magazzini Nannucci S.p.A., la quale controllava Nannucci Store S.r.l. (nuova ragione sociale del negozio) e Nannucci Mailing S.r.l. (legata alla vendita per corrispondenza).

Nel 2007, causa una politica di contenimento dei costi, prima Nannucci Mailing S.r.l., quindi, nel 2009, Giucar Services S.p.A. (commercio all'ingrosso), furono trasferite lontano dalla prima periferia di Bologna, rispettivamente ad Ozzano dell'Emilia ed a Castel San Pietro Terme, in capannoni dalle dimensioni più consone ai loro obiettivi revisionati.

La chiusura

Trascorsa l'epoca dei dischi a 78, 45 e 33 giri, si arrivò dalle musicassette, agli mp3, passando per il compact disc.

Ma la crisi, ciclica, del settore discografico, questa volta colpì molto più duramente il negozio (fortemente aggravata dal download da Internet, dalla sfiducia del consumatore, dovuta alla recessione economica mondiale di questo inizio secolo, dalla concorrenza agguerrita della grande distribuzione, dalla chiusura alle auto del centro storico di Bologna, dove appunto il negozio era sito, nonché dalle scelte imprenditoriali come il deciso restringimento del catalogo e da ultimo, dall'uscita dallo store di molti dei soci eredi. Tali cause provocarono danni centrali alle fondamenta dell'esercizio) [2]. La storica rivendita di musica di Bologna andò verso la chiusura.

Il 24 aprile del 2009 [3], 73 anni dopo la loro fondazione, a tarda serata, fu emesso l'ultimo scontrino fiscale della storia dei Magazzini Nannucci.

Curiosità

  • In un articolo de La Repubblica, Luca Carboni così riflette sulla chiusura dei Magazzini Nannnucci: "È un fallimento, è come una band che si scioglie. La musica si può comprare all'ipermercato o anche dal tabaccaio, il problema è che trovi quello che si vende in quel momento, non certo il vecchio disco" [4].
  • Così, Gaetano Curreri degli Stadio commenta su La Repubblica la chiusura del negozio: "Un grande dolore e lo dirò al pubblico bolognese. Come quando muore un amico, davvero. I momenti belli che ho passato lì sono come quelli passati con una bella ragazza. Un posto come Nannucci andrebbe tutelato" [5].
  • Il piccolo magazzino "ausiliario" dei Magazzini Nannucci (nato nei primi anni 80), venne soprannominato dai dipendenti il "San Tommaso".
  • L'ultimo rinnovo del locale, avvenuto nei primi anni del 2000, passò anche attraverso la sostituzione delle installazioni per l'ascolto dei brani musicali, con ben più aggiornate postazioni di computer, dotate di un Juke box completo di 45.000 album [6].
  • Nel corso della ristrutturazione avvenuta nel 2000, con il sopralluogo delle Belle arti e dei Beni culturali, dal negozio vennero alla luce archi, finestre e volte in muratura risalenti ai primi anni del Trecento (l'esercizio commerciale, in effetti, era sito all'interno di un palazzo d'importanza storica, collocabile proprio in quell'epoca[senza fonte].
  • Nel 2006, in occasione dei 70 anni dalla fondazione, fu invitato a fare gli onori di casa il cantante Luca Carboni [7].
  • Contro la chiusura dello storico negozio bolognese era stato lanciato un appello su Facebook sottoscritto da 2000 utenti (gruppo "Quelli che non vogliono la chiusura di Nannucci") [8].
  • La band bolognese Le Fragole [10] ha composto, in occasione della chiusura per liquidazione dei Magazzini Nannucci, il brano “Un'epoca con Nannucci”, di cui è stato girato anche un videoclip. Questo è forse il primo de profundis che sia stato cantato per la cessazione di un'attività commerciale [11].
  • Giucar Record e Giucar Services (costole dei Magazzini Nannucci), devono la loro ragione sociale alle iniziali dei fratelli Nannucci, Giuseppe e Carla (GIU-seppe e CAR-la).
  • Nel corso della propria attività, nel negozio furono commercializzati anche articoli d'importazione modaioli come gli occhiali Ray-Ban indossati dagli attori più in voga in quell'epoca [13].
  • Giuseppe Nannucci aveva, in giuventù, militato nella società di pallacanestro bolognese Gira [14].

Note

  1. ^ Il “Sole” è salvo. Chiude Nannucci, «City Bologna», 26 febbraio 2009
  2. ^ Nannucci chiude ad aprile finisce l'epopea del disco-rock, «la Repubblica.it», 26 febbraio 2009
  3. ^ Blog Città del capo - Radio Metropolitana
  4. ^ Carboni, c'era una volta la musica che non si può trovare al supermercato, «la Repubblica.it», 30 marzo 2009
  5. ^ Stadio, «la Repubblica.it», 24 marzo 2009
  6. ^ Nannucci, un'epopea su di giri, «la Repubblica.it», 30 novembre 2006
  7. ^ Nannucci, un'epopea su di giri, «la Repubblica.it», 30 novembre 2006
  8. ^ Blog Città del capo - Radio Metropolitana - Facebook
  9. ^ Rivogliamo vicolo Bonvi, «Corriere di Bologna.it», 28 aprile 2009
  10. ^ Sito della band Le Fragole
  11. ^ Una canzone per Nannucci, «Corriere di Bologna.it», 08 aprile 2009
  12. ^ Salviamo i negozi di dischi. Le grandi catene sconfitte dal web..., «La Stampa.it», 20 marzo 2009
  13. ^ Nannucci chiude ad aprile finisce l'epopea del disco-rock, «la Repubblica.it», 26 febbraio 2009
  14. ^ Nannucci, un'epopea su di giri, «la Repubblica.it», 30 novembre 2006

Collegamenti esterni

Così i mass media ne hanno parlato: