Funzione lineare
[. Ad esempio per funzione lineare di due variabili reali x e y a valori reali si intende una funzione della forma
- f(x,y) = m x + n y + c ;
essa nello spazio tridimensionale riferito ad una terna cartesiana ortogonale viene visualizzata come piano che interseca l'asse verticale Oz nel punto (0, 0, c), l'asse Ox in (-c/m, 0, 0), o all'infinito se m = 0, e l'asse Oy in (0, -c/n, 0), o all'infinito se n = 0.
Relazione con la definizione di applicazione lineare
Dato che in considerazioni generali il termine funzione viene considerato sinonimo di applicazione e di trasformazione, le precedenti definizioni sono in disaccordo con la definizione di trasformazione lineare, ovvero di applicazione lineare, che viene data in generale e in particolare in algebra. In generale per applicazione lineare si intende una funzione che soddisfa le seguenti 2 proprietà:
- Additività: f(x + y) = f(x) + f(y).
- Omogeneità: f(αx) = αf(x) per ogni α.
Equivalentemente si può chiedere che sia
- .
In questa definizione x, y, x1 e x2 sono elementi arbitrari di uno spazio vettoriale su un campo K o anche elementi arbitrari di un modulo (struttura) su un anello commutativo R, mentre a, a1 e a2 sono elementi arbitrari di K ovvero di R; la funzione f a sua volta ha come codominio uno spazio vettoriale oppure un modulo. A questa definizione possono adattarsi anche le funzioni viste in precedenza, in quanto hanno come dominio e come codominio degli spazi vettoriali come .
Ora per la funzione considerata inizialmente i due membri dell'uguaglianza sono
- ,
e questi sono uguali solo se c = 0.
Dunque il termine funzione lineare viene usato con due significati diversi. Per la prima nozione qui introdotta sarebbe preferibile il termine funzione affine, ma l'abitudine alla definizione più comune è molto radicata.