Castello Visconteo (Lodi)
Il castello visconteo è stata una fortificazione difensiva della città di Lodi.
Storia
In passato la città era difesa da una cinta di mura nella quale si aprivano tre porte di accesso (solo in seguito venne aggiunta la Porta d'Adda). Due di queste erano poste sul lato sud, in direzione delle principali città alleate: Porta Cremonese e Porta Pavese; la terza era detta Porta Imperiale (o Porta Regale) ed era la più vulnerabile in quanto si trovava sulla strada per Milano. Per questo motivo Federico Barbarossa fece erigere un castello a difesa della porta. Questo venne riadattato più di cento anni dopo da Napo della Torre, ma l'aspetto attuale è dovuto alla ricostruzione, iniziata nel 1355 e finita nel 1370, voluta da Barnabò Visconti, con un notevole ampliamento e la costruzione di quattro torri e di profonde prigioni nel sottosuolo. Nel 1416 Filippo Maria Visconti rinforzò il rivellino interno con una rocca fortificata fuori dalle mura e più tardi, quando, a causa alle bonifiche dei terreni circostanti, si rese necessario proteggere anche le nuove zone strappate alle paludi, la fortezza fu resa ancora più sicura da Francesco Sforza che nel 1456 fece aggiungere sullo spigolo a nord, una torre rotonda, opera dell'ingegnere Serafino Gavazzi, affiancata a quella di pianta quadrata di cui il castello già disponeva. Il Torrione, che divenne uno sei simboli di Lodi, fu alzato nel 1906 per contenere il serbatoio dell'acquedotto comunale. Tra il XVI e il XVIII secolo il castello subì adattamenti nei sistemi difensivi per rispondere adeguatamente agli attacchi con le nuove armi da fuoco. Le mura divennero più spesse e furono innalzati baluardi per tenere distanti le artiglierie nemiche.
Sotto la dominazione austriaca di Giuseppe II inizia un vero e proprio lavoro di demolizione. In questo periodo furono riempiti i fossati, tolti i ponti levatoi e distrutto un intero lato del castello che venne trasformato in caserma. Sui tre lati rimasti furono costruiti dei porticati sovrastati da un doppio ordine di logge, così come si vede ora. Già dai primi anni del XIX secolo il castello perse il suo vero aspetto e la sua funzione. Attualmente è sede della Questura.
I sotterranei
Al di sotto del castello, ad una profondità di circa sei metri, esistono lunghissimi camminamenti e gallerie che conducono sia fuori le mura, attraverso il rivellino esterno, all'antico convento del Pulignano, sia nel cuore della città, attraverso il rivellino interno, verso il sagrato di Piazza della Vittoria. Queste gallerie sono abbastanza alte da consentire il passaggio di un uomo a cavallo e in alcuni punti si sviluppano anche su due livelli comunicanti fra loro. L'utilità di questi passaggi segreti era sia difensiva (costituivano infatti la principale via di fuga in caso di attacco), sia offensiva (consentivano infatti di sorprendere improvvisamente il nemico che occupava parti della città). A testimonianza di quanto venissero utilizzati in passato questi cunicoli, il Guicciardini nel XVII libro Storia d'Italia riporta un fatto avvenuto nel 1526:
Vicino all'ingresso sotterraneo del rivellino interno, vi erano anche le strutture che contenevano i contrappesi per il ponte levatoio di Porta Regale. In seguito questi ambienti sotterranei furono utilizzati principalmente come depositi di armi e polveriere, e quindi abbandonati ed interrati.
Note
Bibliografia
- Ernesto Carinelli, Sandro De Palma; Giorgio Granati, Lodi Murata - Sistema difensivo e parti sotterranee, Il Pomerio, 2006, ISBN 887121448X.