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Panorama

Dorgali (in sardo Durgàli o Drugàli, era Dorgaly in spagnolo) è un comune di 8.190 abitanti della provincia di Nuoro. Con la sua superficie di oltre 22.000 Ha è il settimo comune per estensione in Sardegna. Dorgali geograficamente possiede elementi in comune sia con le le Barbagie che con le Baronie, un po' meno con l'Ogliastra. Storicamente faceva parte nel Medioevo proprio con le Baronie della parte meridionale del Giudicato di Gallura. Il centro di Dorgali conta un po' meno di settemila abitanti, ai quali vanno aggiunti i quasi mille e trecento della frazione marittima di Cala Gonone che negli anni del boom è riuscita a contenere circa 30000 turisti (dati Ufficio Turistico Comunale). I locali chiamano quest'ultimo paese semplicemente Gonone.

In particolare degli 8190 residenti nel Comune, in crescita negli ultimi anni, circa un centinaio di abitanti risiedono nelle campagne di Filine (Philindorf in tedesco) al confine con l'agro di Urzulei dove sono presenti case sparse abitate soprattutto da una popolazione svizzera di lingua tedesca (dati Anagrafe Comunale). Oltre a Filine, case sparse abitate vi sono anche nelle campagne di Iscopidana, Mulattai-Icorè-Isportana, Sena, Oroviddo-Sa Costa, ecc.

La parrocchia di Dorgali è oggi dedicata a Santa Caterina d'Alessandria Martire. Per Decreto della Santa Sede sono coopatroni di Dorgali: San Sebastiano (Chiesa dei Santi Nicola e Sebastiano di Sena, scomparsa), Santa Maria Madre di Dio (già La Teotocos, oggi Chiesa delle Grazie di Sa Serra, esistente), Santi Cornelio e Cipriano (Chiesa dei Santi Cornelio e Cipriano di Dorgali, oggi scomparsa). I coopatroni sono stati in altre epoche santi patroni. Recentemente sono state aggiunte quali coopatrone Beata Antonia Mesina di Orgosolo e Suo Maria Gabriella Sagheddu di Dorgali.

La parrocchia di Gonone fu costruita nel 1878 per poi essere successivamente demolita e ricostruita su un altro sito vicino al precedente negli anni cinquanta. La prima chiesa fu dedicata alla Madonna della Guardia, mentre la nuova fu dedicata a Nostra Signora di Bonaria.

Geografia

 
Visione di Dorgali dal Monte Tului

Dorgali è situata nella zona centro-orientale della Sardegna, sul versante occidentale del monte Bardia (882 m s.l.m.). Il territorio comunale confina a sud con i comuni di Baunei, Urzulei ed Orgosolo, ad ovest con quello di Oliena, Nuoro, Orune, a nord con Lula, Galtellì ed Orosei, per affacciarsi ad est sul Golfo di Orosei.

A poco più di un'ora da Olbia, Dorgali deve parte della sua fama alla frazione di Cala Gonone, diventata oggi un vero proprio paese, che dista qualche chilometro più a valle dopo la galleria che attraversa la catena calcarea sulla costa del Golfo di Orosei.

Distanze stradali

Attività produttive

Fra le attività produttive principali si annovera la viticoltura, con la produzione del cannonau. L'artigianato è vario ed è importante la lavorazione dell'oro in filigrana. Si producono anche ceramiche artistiche, pelle, tappeti e coltelli.

Tra i prodotti enogastronomici si citano il pane carasau, i dolci (savoiardi, papassini, arantzada, essas, orullettas, gulurgiones dolci fritti, ecc.), l'olio, i formaggi pecorini e il vino Cannonau.

Archeologia e turismo

Nel territorio dorgalese e nelle sue vicinanze sono presenti numerosi siti archeologici visitabili:

  • il villaggio nuragico del monte Tiscali, condiviso con il comune di Oliena
  • il villaggio nuragico di Serra Orrios
  • il villaggio nuragico punico romano e bizantino di Nuraghe Mannu (Sulcali o Cartagine Sulcos, Thurcali per i locali).
  • vari nuraghi isolati
  • i menhir
  • i dolmen di basalto e calcare
  • le domus de janas
  • la Tomba dei giganti di S'Ena e Thomes.

Il turismo non si concentra solo nel periodo estivo: infatti Cala Gonone e Dorgali sono interessanti anche in altri periodi dell'anno grazie alla presenza di percorsi di trekking e di mountain bike. Da ricordare inoltre la possibilità di praticare il free climbing in località molto suggestive, come alcune falesie sul mare o le ripide pareti del canyon di Gorroppu che è la gola più grande in tutta Europa. Sono visitabili le grotte del Bue Marino sulla costa di Gonone e le grotte di Ispinigoli nelle campagne di Dorgali. Sono da visitare: il Museo Civico (in Via Lamarmora), il Museo etnico di "S'Abba Frisca" in località Littu-Zorza (qui vicino era presente il centro romano di Cares oggi si pronuncerebbe Carese), l'esposizione del Centro di Educazione Ambientale a Gonone (Viale Bue Marino), il Museo Salvatore Fancello presso la casa comunale. E' imminente l'apertura dell'acquario di Gonone in Via La Favorita. E' caratteristica la vallata agraria di Filine Oddoene, unica nel suo contesto naturalistico, che si attraversa per raggiungere il canyon Gorroppu ed il canyon di Surtana. Quest'ultimo costituisce l'accesso al Supramonte di Dorgali, Orgosolo e Oliena. Da visitare il Lago di Iriai raggiungibile dalla località S'Ulumu dalla Strada Provinciale 38.

Storia

Dorgali come nome proprio compare con certezza per la prima volta nel 1347 nell'atto di presentazione del Feudo da parte del feudatario Gerardo di Torrents al Sovrano di Aragona. Etimologicamente il nome deriverebbe da "sorga" fonte. La "sorga", fonte, è, con il suo sostantivo "sorgal" (da cui "Castras Sorgal" o "Thorgal"), parola della lingua provenzale o occitana usata dai monaci vittorini e lerinensi presenti a Dorgali nel Sec. XII. Unu durgalu in dorgalese e in ollollaese significa un canale o un luogo d'acqua corrente. Il territorio dorgalese era già densamente popolato in periodo nuragico, punico e romano. Durante il periodo nuragico fù interessato dalla costruzione di innumerevoli nuraghi.

Nel X secolo era scomparso il centro urbano costiero di Nuraghe Mannu, Thurcali, chiamato dallo storico romano imperiale Claudianus "Cartagine Sulcos" (il cui nome romano comune Sulcali si deduce dal nome Thurcali con il quale i locali denominavano volgarmente questa città dato che la s e la th nel sardo antico erano intercambiabili per esempio Thiniscole per Siniscole, Thorres per Sorres, Sorralba per Torralba ecc. ecc.). Il porto di Thurcali era ubicato sotte le falesie di "Sos D'Orroles". Sulla montagna in agro di Dorgali i passi montani carreggiabili sul Monte Santo che dalle aree interne consentivano l'accesso all'area portuale costiera di Nuraghe Mannu erano quelli di Monte Ruiu (poco più a Sud del passo di Irghiriai secondo accesso di Gonone) e di Suttaterra (diramazione dalla S.S. 125 in prossimità dei confini con Urzulei). Il termine romano sulcos era riferito ai canaloni del Golfo di Orosei che fungevano da approdi. Sempre in questo periodo scompare il centro urbano costiero lungo l'orientale romana di Cares (Carese) i cui approdi erano invece collocati nelle insenature di Cartoe e di Osala e quindi raggiungibili senza passare le montagne. Il centro di Cares (o Qares in punico) era collocato in un'area limitrofa alle Terme Romane di San Giovanni Battista, dove è presente la Chiesa dei Santi Giovanni Battista e Lorenzo Martire. Nella valle del riu di Siddai (o riu di Littu), che sfocia a Cartoe (da Qart'oghe foce della città in lingua punica), è stato ritrovato il congedo bronzeo di Tunila (visibile nel Museo Nazionale di Cagliari) e la targa bronzea del IV secolo dopo Cristo della locale caserma dei Vigili del Fuoco romani nel centro di Cares. Quest'ultima ricorda il finanziamento della caserma a cura del Prefetto dei Vigili dell'Urbe Egnatuleio Anastasio (visibile nel Museo Comunale di Dorgali). Sulla orientalis romana era presente la mansio di Viniolae (Viniola) a circa sei miglia romane a Sud di Cares nella località Sos Mucarzos. Nel V secolo crollò l'Impero Romano e dopo un periodo di dominazione vandalica e gota subentrò la giurisdizione bizantina che tra alterne vicente legate agli attacchi costieri dei pirati barbareschi mussulmani finì nel IX secolo. In un documento del XVI secolo in catalano riportato nella prima edizione del libro di Ottorino Alberti La Diocesi di Galtellì dalla sua sopressione alla sua ricostituzione quando si parla della Chiesa dei Santi Nicola e Sebastiano di Sena (oggi scomparsa) si fa riferimento all'antico Bisbat de Dorgaly (Vescovado di Dorgali) riferito probabilmente al periodo bizantino o successivamente a una locale abbazia (nullius episcopi) con l'abate dotato di funzione vescovile.

Con lo Scisma d'Oriente del 1054 la Sardegna abbandonò il rito greco ortodosso e passò al rito latino. Ai bizantini subentrò il potere dei Giudicati. Il papato per latinizzare la chiesa sarda inviò monaci continentali. I primi monaci latini arrivati a Dorgali (Sec. XI) sono stati i vittorini provenzali di lingua occitana dell'Abbazia di San Vittore di Marsiglia e di Sant'Onorato delle isole di Lerino, benedettini cistercensi (Cessione Giudicale di Sant'Andrea di Corte e Corte di Gisalle in agro di Dorgali per i vittorini e Santa Maria de Turris, oggi Santu Cristos, in agro di Galtellì per i lerinensi). I pisani sostituirono i cistercensi vittorini e lerinensi con i cistercensi di San Felice di Vada (Provincia di Livorno) e di San Giovanni del Giglio (Provincia di Livorno) più fedeli alla Repubblica di Pisa. Nel XIII sec. Gonario di Torres, amico di Bernardo di Chiaravalle, facendo rientro con una nave templare dalla Terra Santa approdava in un porto del Golfo di Orosei. Questo dopo aveva rischiato di fare naufragio e dopo aver invocato la Madonna si era salvato fondando poi per ringraziamento la Chiesa di Gonare sulla cima della montagna alla quale si era riferito inmare per orientarsi. Sarebbe poi diventato monaco del monastero cistercense francese di Chiaravalle fondato da San Bernardo. A Dorgali allora erano presenti tutti gli ordini ospedalieri. Il paese passò al Giudicato di Gallura e divenne la propaggine più meridionale del Giudicato. Il Giudicato di Gallura fu protettorato della Repubblica di Pisa, il primo giudice fu un cittadino pisano Manfredi. Dorgali fu occupato per la Repubblica di Pisa nel XIII secolo dalle truppe pisane comandate da Lamberto Visconti, nobile lombardo, sposato (nel 1206) con Elena di Gallura. Secondo la tradizione Elena di Gallura fece restaurare la Chiesa di Sant'Elena di Scopeta sull'omonimo colle (esistono oggi solo i ruderi). I pisani consolidarono le fortificazioni del castro dorgalese (oggi quartiere di Sa Serra e Sa Porta) e per ragioni legate al controllo politico anche a Dorgali iniziarono a cercare sempre più di concentrare la popolazione in un unico centro urbano lavoro che verrà definitivamente portato a compimento dai successivi dominatori iberici.

Infatti nel XIII secolo Dorgali non aveva l'attuale unitarietà urbana ma esso risultava diviso da due fiumi (Rio di San Giovanni Battista oggi quasi tutto Corso Umberto e un piccolo tratto di Via Dante a "S'Eremu", e Riu Sa Lepora oggi le vie: Galileo, Cavallotti, Cleopatra e Amsicora) in tre borghi, ai quali se ne aggiungeva un quarto più piccolo (è probabile che i borghi allora fossero conosciuti, nell'ordine, con i nomi di: Sena, Castrum, dove questi due borghi antichi oggi sono denominati rispettivamente "Gorito" e "Sa Serra-Sa Porta", poi c'era il terzo borgo Gonarium, oggi "Gonare", e il quarto borgo Sancta Maria Magdalena Thorpeiae, oggi "Sa Chejedda", il più piccolo. Questi antichi borghi di Gonarium e di Thorpeia oggi sono accomunati dai locali con l'unica denominazione che è quella di "Su Fundale"). Il nucleo originario e più importante di Dorgali è quello che nel Medioevo era costituito dalla fortificazione castrense (Castrum) dove tra l'altro erano presenti gli ordini ospedalieri (Sant'Antonio di Vienne e Ordine di San lazzaro). Vi erano poi anche i borghi distribuiti nelle campagne, oggi scomparsi, (probabilmente, da sud a nord, alla destra della sponda Cedrino, dando le spalle alla sorgente, Siffilionis: Filine, Scopeta: Iscopidana, Ortomurcato: Sor Mucarzos, S'Armulatha: Mulattai-Icorè-Isportana, Miriai: Mariscai-Iriai-Gurennoro, Corache: Oroviddo, Nurachi, Aghugheda: Cucchè, Villa de Muru: Muru. Da sud a nord, a sinistra della sponda del Cedrino: Ilohe, Hurulis, Isarlis, Dilisorre ecc.).

A Dorgali sono stati trovati due sigilli medioevali di un lazzareto e di un monastero: uno è quello di Padre Tibaldo o Teobaldo Priore di San Lazzaro (secolo XIII, trovato a casa Mereu in Via Galileo) del locale lazzareto, il sigillo è custodito nel Museo Nazionale di Cagliari. Tibaldo era sicuramente un personaggio di livello europeo legato al mondo delle crociate vista anche la pregiata fattura del sigillo. L'altro sigillo più recente è quello dell'Ordine di Vienne o forse di San Francesco (secolo XVI) che è custodito nel Museo Comunale.

Nel XII secolo fu istituita dal Papa su richiesta di Pisa la Diocesi suffraganea di Galtellì e di Castro. La seconda dizione di un vescovado in genere indica la sede precedente della diocesi di nuova istituzione. Allora molte incombenze patrimoniali ecclesiastiche continuavano ad essere gestite dal Vescovo di Civita (Olbia) con la propria mensa vescovile. L'ultimo paese a scomparire in ordine cronologico in agro dorgalese, e penultimo in Baronia, fu Isalle che si estinse nel 1567. La maggior parte dei villaggi dell'agro dorgalese scompaiono nella seconda metà del XIV secolo non solo per cause politiche ma anche per via della peste nera, dell'esosità delle tasse aragonesi, della povertà conseguente agli eventi bellici allora intercorsi tra gli aragonesi e gli arborensi, dei furti e delle ruberie.

Il governo della Spagna iniziò con l'Aragona di lingua catalana nel 1321; proseguì con la lingua castigliana dalla fine del secolo XIV e si concluse il 1713. Gli spagnoli sostituirono i monaci cistercensi pisani con i mercedari, presenti a Gonare a Dorgali e con i frati minori francescani alcantarini a Sant'Antonio e alla Vergine di Gorito a Dorgali. Le tracce della cultura spagnola si protraggono per tutto il XVIII secolo. La Spagna subì nel 1713 il Trattato di UItrecht e perse la Sardegna che fu ceduta prima all'Austria e poi nel 1718 al Ducato di Savoia con capitale Torino. A Dorgali come in molti centri della Sardegna si continuò ad usare nei documenti ufficiali lo spagnolo fino ai primi decenni del 1800. Nel 1761 Dorgali era in predicato di essere scelta dall'Arcivescovado quale sede della nuova Diocesi di Galtellì e Castro. Occorreva verificare se gli alloggiamenti della Casa Rettorale di Dorgali fossero sufficientemente dignitosi per ospitate il nuovo Vescovo. Ma, per le conseguenze di un esecrabile fatto di cronaca nera, che si verificò in quell'anno a Dorgali, e che interessò il Vicario Generale dell'Arcivescovado Don Francesco Cao, incaricato per l'incombenza e che allora risiedeva a Dorgali (Vice Arcivescovo), fu preferita dalla Chiesa quale nuova sede vescovile la futura città Nuoro. Nel frattempo per l'incombenza era stata già costruita a Dorgali la vasta Cattedrale di Santa Caterina d'Alessandria in stile neo classico piemontese i cui lavori erano iniziati nel 1713 grazie alla generosa donazione del notaio dorgalese Sebastiano Melis. La Chiesa fu ricostruita sull'impianto di una piccola Chiesa dedicata a Santa Caterina che però aveva la facciata orientata ad Ovest e prospiciente la Casa Rettorale.

Stemma

Lo stemma del Comune di Dorgali, e dei due paesi di Dorgali e di Gonone, è identico a quello di Cerreto Laziale (Provincia di Roma) centro della terra ferma che nel medioevo dipendeva dall'Abbazia Vescovile di Subiaco (Provincia di Roma), che, a sua volta, era collegata all'Abbazia benedettina di Montecassino. Quest'ultimo monastero aveva forti legami con i cistercensi francesi di cui fu capo riconosciuto Bernardo di Chiaravalle amico di Gonario di Torres. A Subiaco nel sec. XIV fu castaldo (amministratore) dell'Abbazia un componente della Familia dei Narbona, la stessa del Visconte di Narbona, provenzale, ultimo Giudice di Arborea (Gabriele Paolo Carosi - Cerreto Laziale - Tipigraf). Lo stemma di Dorgali è sovrastato da una CORONA che rappresenta l'antica cinta muraria del castro. Le TRE STELLE sono un simbolo mariano siriaco della verginità della Madonna che ricordano che l'antica patrona protettrice del paese è Santa Maria Madre di Dio (La Teotocos). I TRE MONTI collocati alla base dell'albero sono un simbolo monastico benedettino e ricordano la antica presenza dei monaci prima bizantini e poi latini. L'ALBERO ricorda l'autorità di Dorgali (caposcolca) sui numerosi piccoli centri vicini dell'attuale agro dorgalese oggi scomparsi.

Chiese e monumenti esistenti nel centro urbano

  • Cattedrale di Santa Caterina d'Alessandria quartiere di Sa Serra parrocchia subentrata a San Cornelio Cipriano negli ultimi anni del sec. XVI. Il campanile e la cupola della Chiesa di Santa Caterina sono visibili in primo piano nella prima foto (FOTO PANORAMA) con il quartiere che nel medioevo costituiva il castro fortificato (Sa Serra-Sa Porta). La Chiesa nel medioevo aveva un cimitero annesso.
  • Monte di Pietà. Presso la Chiesa Parrocchiale (a fianco di Casa Fancello) in Via Sassari vi era il Monte di Pietà (Sa Piodade), banca monastica medioevale, diventato poi Monte Granatico e Monte Nummario con i sabaudi.
  • La Chiesa di Sant'Antonio Abate nel quartiere di Sa Serra.
  • Chiesa delle Grazie, già parrocchia nel sec. XIII, del quartiere di Sa Serra-Sa Porta, prima di San Cornelio Cipriano.
  • Chiesa d'Itria e Monastero annesso del quartiere di Gorito (che sovrasta quella che oggi è l'odierna campagna di Sena).
  • Chiesa del Carmelo o Madonna del Carmine e cellette del convento dei frati del quartiere di Gorito.
  • Chiesa di San Lucifero e Santa Maria Maddalena (in essa sono presenti i simulacri dei santi gesuiti: Sant'Ignazio di Loyola e San Francesco Saverio e la Madonna dei Miracoli). Del sec. XII ampliata nel 1646 e appartenente al quartiere di "Sa Chejedda" (già Thorpeia nel Medioevo, i cui orti ricchi d'acqua appartennero in ultimo ai gesuiti che nel sec. XVIII avevano un convento a Dorgali e che possedevano le vaste proprietà ecclesiali dei fertili salti agricoli già spopolati di Mulattai -S'Armulantha-, Mariscai e Iriai -Miriai-).
  • Chiesa di San Lussorio del quartiere di Gonare.
  • Chiesa dei Santi Angelo (della Guardia e Raffaele, che in genere altrove affiancano il simulacro di San Vittore) e Madonna di Bonaria e Madonna del Natale (Nuestra Senora del Buen Aire, spagnola, e Notre Dame du Noel, francese) del quartiere di Gonare e i resti del monastero annesso retrostante. I locali la chiamano semplificando Madonna di Gonare o Chiesa dell'Angelo (Cresia de S'Anzelu).
  • Santa Lucia e Monastero Benedettino delle monache di clausura annesso, attualmente esistente in piazza Santa Lucia nel quartiere di Gonare. Nella Chiesa di Santa Lucia sono ancora custoditi gli antichi simulacri di Santa Cecilia e di San Lamberto (Santu Lumbertu) di Liegi.
  • Antica Casa dei Gesuiti Vico Carlo Alberto sec. XVII.
  • Casa degli Orfani dell'Ospedale di Sant'Antonio in Piazza di Sant'Antonio (edificio antico di fronte alla Chiesa di San'Antonio).
  • Palazzo del Balivo (il capo locale dell'ordine ospedaliero antonita) sec. XIII i ruderi sono ancora presenti a Sa Serra in Via Cagliari che ricomprendono anche un breve tratto delle mura in Via Roma al quale sono addossati, un sottopassaggio è presente da Via Cagliari per la Chiesa di Sant'Antonio.
  • Casa di Effisio Demetrio Mele (allora Melis) Rettore di Mogoro dal 1698 al 1721 (Casa Lai-Biddiddu in Via Eleonora Sec. XVII).
  • Lazzareto o Lebrosario, "Su Leporosariu " o "S'Ispidale de sos Leporosos", extra muros, oggi è la superficie ricompresa dall'area di sedime e dalle strutture di Casa Mereu in Via Galileo, Casa Macciotta in Via Vittorio Emmanuele e Casa Juann'Aghelu Lovicu in Via Sa Lepora, Via La Lebbra, (quest'ultima struttura era a tre piani ed è stata recentemente demolita). A Casa Mereu durante dei lavori di rifacimento effettuati nel 1843 dall'omonimo notaio fu trovato il sigillo di Padre Tibaldo (sec. XIII) descritto da Alberto Lamarmora assiduo frequentatore del paese. Il rio poi tombato in Via Galileo si chiamava Riu Sa Lepora.

Chiese e monumenti scomparsi nel centro urbano

  • Chiesa di Santa Cecilia che conteneva il simulacro di San Lamberto di Liegi, santo cistercense francese, in Via Gonare, nel quartiere di Gonare.
  • Chiesa della Conversione di San Paolo Apostolo e dei Santi Eusebia Abadessa, Mauro Vescovo, questi ultimi due santi cistercensi francesi, e Bonaventura Dottore della Chiesa, già del borgo di Gonare, in Via Lamarmora, incrocio con Via Vittorio Emanuele. Queste due chiese erano collegate al Monastero di Gonare.
  • Chiesa dei Santi Cornelio e Cipriano, dotata di un campanile, di grandi dimensioni, fu parrocchia di Dorgali a partire dalla fine del sec. XIV e fino a tutto il sec. XVI, aveva un cimitero annesso ed era collocata nel quartiere di Sa Serra nel vecchio campo sportivo.
  • Chiesa del Rosario e dell'omonima confraternita nel quartiere di Sa Porta in piazza Santa Caterina.
  • Chiesa di Santa Croce e dell'omonima confraternita nel quartiere di Sa Porta in piazza Santa Caterina.
  • Chiesa dei Santi Andrea (Sant'Andrea di Corte) e Marco (poi fu aggiunto in ultimo il simulacro di San Giovanni Battista, a volte rappresentato con un giglio rosso in mano, dell'omonimo eremo quando lo stesso aveva cessato di esistere) nel quartiere di Sa Porta a piazza "Su Cucuru".
  • Chiesa dei Santi Nicola e Sebastiano di Sena in Piazza dei Caduti già parrocchia nel XII sec.
  • Eremo e Monastero di San Giovanni Battista (San Giovanni di Corte o di Lata) a "S'Eremu" in Via Dante, questo Eremo diede il nome al rio principale che passava a Corso Umberto e che attraversava a cielo aperto il paese fino alla seconda metà del 1800.
  • Ospedale medioevale di Sant'Antonio in Via Venezia, "Hospitalis Sancti Antoni", nel castro (ancora presente a Oristano, Bosa e Orosei con i quali quello coevo dorgalese era stato fondato da Padre Tibaldo nel sec. XIII).
  • Romitorio e Convento nel castro di Sant'Antonio in Via del Pellegrino (casa Tzinu Lai).
  • Castro di Dorgali (Su Crastu de Sant'Antoni): le mura dell'antica fortificazione castrense di Dorgali correvano lungo le Vie: Roma, Vittorio Emanuele, Sassari, Montenero, Venezia, Pellegrino, Piazza delle Grazie. Il decumano coincideva circa con Via Garibaldi. La Porta (Sa Porta) principale rivolta a est era il principale accesso al castro fortificato ed era collocata nell'attuale Via Vittorio Emanuele, dove questa si incrocia con piazza Santa Caterina, e quindi sul retro dell'antica Chiesa del Rosario e di quella di Santa Croce. I rii di Sa Lepora e di San Giovanni Battista fungevano da fossati naturali difensivi rispettivamente a nord e a sud dell'antico castro medioevale di Dorgali.

Antichi ponti sul rio San Giovanni Battista (attuale Corso Umberto):

  • Ponte di "Su Ponte" (con archi in granito fu costruito nel 1870 con la Statale 125 in Via Lamarmora-piazza Marconi).
  • Ponte di "Su Rosariu" (era in legno in Via Vittorio Emanuele incrocio corso Umberto).
  • Ponte di "Su Rettore" (era in legno in Via del Popolo e Via Concordia incrocio corso Umberto).
  • Ponte di "'Emelone", o de Ghemelone o del Gimiglione (del pedaggio), era parte in legno e parte in muratura ubicato in Via del Popolo e Piazza dei Caduti incrocio corso Umberto, collegava Sena con il Castro.

Chiese e monumenti esistenti nell'agro

  • Chiesa della Madonna di Valverde (già Nuestra Senora del Palo Verde in epoca spagnola) già dedicata all'Annunciazione a Oroviddo.
  • Chiesa di San Giovanni Crisostomo a Oroviddo.
  • Chiesa dei Santi Giovanni Battista e Lorenzo nelle Terme di "Su 'Anzu".
  • Chiesa della Trinità (è presente il simulacro di Sant'Orsola) o di "Su Babbu Mannu" a Nurachi.
  • Chiesa Santissime Madonna di Sena e Teresa d'Avila a Sena.
  • Chiesa di San Pantaleo a Gurennoro-Lago di Iriai.
  • Chiesa della Madonna degli Angeli a Gurennoro-Lago di Iriai.
  • Santuario Campestre della Madonna del Buon Cammino nell'antico salto di Filine a Oddoene (qui sono presenti i simulacri di Santa Margherita, San Quirico, Sant'Anastasio, sant'Emmanuele).
  • Ruderi della Chiesa romanica sec. XIII di San Pietro di Iloghe e di Biriddo a Iloghe (nelle vicinanze dell'incrocio della s.p. 38 con la strada comunale "Su Casteddu").
  • Ruderi della Chiesa romanica di San Basilio a Orrule presso Caserma dei Carabinieri di Iloghe.
  • Ruderi della Chiesa di San Giorgio a Isalle.
  • Ruderi del Monastero e della Chiesa romanica restaurata nel sec. XIII dei Santi Elena e Costantino omonima collina a Iscopidana.
  • Ruderi della Chiesa di San Timoteo Vescovo (Santu Tammeu o Mossen Tommeu per i locali) a Sos Mucarzos e Mossen Tommeu.
  • Ruderi della Chiesa romanica sec. XIII di San Bartolomeo a Muru (Centrale Elettrica S.S. 125, agro di Galtellì ma appartennete alla forania della Parrocchia di Santa Caterina di Dorgali).
  • Ruderi della Chiesa della Madonna di Loreto a Mulattai.
  • Ruderi della Chiesa di Santa Anna dell'antico salto di Filine a Gorroppu.
  • Ruderi della Caserma dei Vigili del Fuoco Romani della cittadina romana di Cares in località riu de Siddai (riu de Littu).
  • Conci del Tempio romano di Minerva e Atena di Cares immediatamente a Nord di Dorgali (L'Annunciazione a Oroviddo).
  • Conci della Mansio Romana di Viniolae in località Sos Mucarzos-Cucuti Nerva (Coactum Nervae: Recinto di Nerva).
  • Ruderi della Cittadina Romana di Cartagine Sulcos (Sulcali o Thurcali) in località Nuraghe Mannu.
  • Salto ecclesiale di Biriddo, del sec. XVI, citato nel libro dall'Alberti sulla Diocesi di Galtellì collocato nella palude di Biriddo e ricompreso dal Cedrino (già Riu Mannu nel Medioevo dove era presente il sito Perumas de Moro citato nel Catasto De Candia). In ultimo fu gestito dai gesuiti.
  • Jirifai salto ecclesiale (Ghirivai o Girivai), gestito da ordini monastici, era vastissimo, esteso circa 20.000 Ha. Un lato coincideva con i siti di Ghiriai di Dorgali e di Ghiriai di Galtellì (chiamati così perchè il Cedrino in questi due siti cambia direzione). Fu oggetto di cessione giudicale nel sec. XI e pertanto extraterritoriale rispetto allo stato giudicale. Il salto ecclesiale viene citato su molte carte medioevali come Salto Jurifai o Jirifai, da non confondere con il centro urbano di Gorofai ora inglobato a Bitti. Uno dei due monateri che gestiva il salto era quello di San Giovanni Sulilu. L'altro era Santa Maria di Gultudofe (Itria di Nuoro). Quest'ultimo monastero dipendeva da quello di San Felice di Vada (Provincia di Livorno). Il salto era ricompreso tra il corso del riu Mannu (oggi Fiume Cedrino), il corso del riu Sa Vite (oggi Fiume Sologo) e dalla lunga linea, che da Sud Ovest a Nord Est, univa l'agro di Oliena con quello di Nuoro attraversando il Cedrino e unendo i centri medioevali di Nothule (Chiesa della Misericordia di Dule in agro di Oliena) e Gutuofe (San'Angelo, Santa Barbara, per queste due la fonte è il Casalis Angius, Nostra Signora d'Itria, San Mamiliano o Santu Milianu, San Timoteo e San Teodoro in agro di Nuoro).
  • Chiesa di Santa Felicita di Bittè (Filitta de Vittitai) a Isalle nel rio Sologo (già riu Sa Vite nel Medioevo).
  • La Chiesa di Santa Croce era collocata presso la S.S.125 Dorgali-Orosei in agro di Orosei. Era chiesa suffraganea della Chiesa di San Bartolomeo di Muru.

Vicino a Dorgali, in agro del Comune di Urzulei, lungo il percorso dell'antica orientalis romana erano presenti:

  • Ruderi Chiesa di San Giuseppe in località Ludine, Sedd'Achiles, sotto Silana.
  • Ruderi della Chiesa di Sant'Aronau di Olevano (Sant'Onorato di Lerino) a Su Murtargiu presso Teletotes sulle pendici rio Codula di Luna.
  • Ruderi della Chiesa di Sant'Elena di Siddie nei pressi della località Genna e Rughe. Si tratta di siti popolati in periodo medioevale (Sec. XII). Di queste chiese sono ancora visibili i resti.

Chiese scomparse nell'agro

  • Chiesa dei Santi Bachisio Cosimo e Damiano di Sena presso Viale Kennedy incrocio con la strada per il cimitero.
  • Chiesa di San'Elisabetta a Toloi e Graneri presso il galoppattoio comunale.
  • Chiesa di Santo Stefano di Isportana presso riu San'Istene a Bados presso Mulattai e Icorè.
  • Chiesa di Santa Barbara a Iloghe località S'Ena de Iloghe.
  • Chiesa di San Nicola di Mira a Iloghe località Su Muristene.
  • Chiesa di San Giacomo Apostolo di Orrule presso la Caserma dei Carabinieri di Iloghe citata in una cessione giudicale come San Giacomo di Lugula (Locula è Loculi).
  • Chiesa di Santa Cristina a Isalle.
  • Chiesa di San Pietro Angelo a Dilisorre confini con Orune.
  • Chiesa di San'Eulalia confini con Orune.
  • Eremo di San Lamberto di Liegi (Santu Lumbertu per i locali) nelle vicinanze della collina di Sa Costa collegato al Monastero di Sant'Angelo di Gonare che era collegato alla Chiesa di Santa Cecilia ed alla Chiesa della Conversone di San Paolo Apostolo.

Valenze Monastiche e Monumenti scomparsi nell'agro

Nel libro di Giuseppe Manno - Storia Moderna di Sardegna – Ilisso si parla per il secolo XIII dei tre monasteri di un centro del Giudicato di Gallura chiamato Castro e dei rispettivi ordini monastici:

  • Monastero di Santa Maria (Itria n.d.e) ordine benedettino camaldolense.
  • Monastero di Sant'Antonio ordine benedettino cistercense (i cistercensi in genere erano i capellani degli ordini ospedalieri).
  • Monastero di San Paolo Apostolo ordine monastico sconosciuto (vittorino-lerinense e cistercense n.d.e.).
  • Il Convento di Sant’Antonio di Sa Serra e il Convento della Madonna di Orito a Dorgali. Con gli spagnoli gli antichi ordini religiosi benedettini furono sostituiti con ordini iberici. A Dorgali vi è la presenza del simulacro San Pasquale di Bayon nella Chiesa delle Grazie nei pressi del Convento di Sant’Antonio. La Madonna di Orito (che significa Loreto per gli spagnoli) era il nome dato dagli spagnoli al Convento della Madonna d’Itria da cui il nome del quartiere omonimo che era succeduto a Sena collocata un pò più a valle. Il simulacro di San Pietro di Alcantara è presente nella Chiesa di Santa Caterina. Si tratta di santi appartenenti ai frati minori francescani alcantaristi. Il monastero principale nella Provincia di Alicante, di quest’ordine, che ricomprendeva la Sardegna, era “El Monasterio de San Pascual y de la Virgen de Orito” nella “pedania” (pievania) di Orito nel Comune di Monforte del Cid nei pressi di Alicante e di Valencia in Spagna, questo monastero esiste ancora ( a questi santi alcantaristi si aggiunge a Dorgali la presenza di San Roque, di Santa Teresa d’Avila che fanno parte di questa tradizione iberica). Anche il sigillo francescano di Padre Castai ritrovato a Dorgali e custodito nel museo comunale nonché la presenza del simulacro di San Bonaventura, santo francescano, nella Chiesa di San Paolo, e di San Francesco d’Assisi nella Chiesa del Carmelo che era collegata al Monastero di Gorito, portano a ritenere che nel XVII sec., in piena epoca spagnola, a Dorgali i monaci di San’Antonio e di Itria fossero frati minori francescani alcantaristi. La presenza a Dorgali del simulacro della Madonna di Bonaria nel borgo di Gonare nella chiesa di San’Angelo porta a ritenere che qui nel XVII secolo i monaci erano mercedari che dipendevano dal Monastero dei Mercedari di Galtellì inaugurato nel 1611. Questi monaci a Galtellì avevano ereditato l’antico monastero dei monaci francesi lerinensi di Santa Maria de Turris (oggi Santu Cristos) con il quale il Monastero di Gonare era collegato. Il Monastero e l'Eremo di San Giovanni Battista in Via Dante costituiva nel XIII secolo il quarto monastero dell'attuale cinta urbana di Dorgali e non è chiaro se la sua esistenza si protrasse in periodo spagnolo.
  • Rettoria di Castro e di Scopeta. Nelle fonti ecclesiali risulta che la Rettoria di Santa Maria (Teotocos n.d.e.) del borgo di Castro era condivisa con il borgo di Scopeta (Iscopidana n.d.e.). In quest'ultimo borgo la chiesa principale secondo l'Alberti, che cita fonti ecclesiali, (ne Il Cristo di Galtellì) era dedicata a Sant'Elena.
  • Chiesa di San Giovanni Portu Nonu. Per l'illustre Rettore P.M. Marcello storico archivista della Diocesi di Nuoro la Chiesa di Santu Juanni (Battista) Portu Nonu citata nelle collettorie pontifice del sec. XIV era sulla costa di Cala Gonone vicino alla fonte curativa di S'Abba Meica. Riguardo al sito di questa Chiesa costiera, pertanto riferibile a San Giovanni di Rodi (Santu Juanni de Orrodas), Battista, il cui nome era legato alla presenza delle navi dell'ordine ospedaliero omonimo. Si deve rimarcare che nel Catasto De Candia del 1846 è riportato il sito di riu Orrodas (il rio del canalone di Sos d'Orroles). Portu de Gononi è riportato nel Catasto De Candia nel 1846 presso La Favorita a Palmasera (già Pramaera nel 1846) nei pressi di Sos d'Orroles.
  • Chiesa romana e bizantina della Teotocos di Thurcali e l'annesso monastero bizantino basiliano a Nuraghe Mannu era collocata nei pressi del nuraghe omonimo dove è stata trovata la lapide con la T della Teotocos.
  • Chiesa di San Giovanni (Battista) Sulinu Sec. XII e monastero annesso (Sulilu o Sollili o Ossillili o Ossilo nella documentazione medioevale). Gestiva parte del Salto Jirifai ed era ubicato o a Iloghe, a S'Ena de Sulinu o in un'altra parte dell'area dorgalese. San Giovanni di Sulilu poteva essere collocato a Iloghe dove nel Catasto De Candia del 1846 sono riportati dei ruderi accompagnati dalla scritta Giovanni. Questo territorio baroniese era interessato nel sec. XIV dalla presenza di una casa di ospedaliera (giovannita) quella San Giovanni di Lata che il Boscolo ritiene sia un mero errore materiale di trascrizione del termine Corte. Corte è una località ascrivile all'agro dorgalese o alla stessa Dorgali. San Giovanni di Ossilo (Ossillili) è segnalato dal Gianfranco Pirodda in un recente articolo sugli ospedalieri templari "alcuni elementi per la identificazione sul territorio degli insediamenti di templari" nei quaderni bolotanesi N°26 come una casa di quest'ordine ospedaliero che quindi può aver preceduto i giovanniti.
  • Chiesa di Santa Anastasia o Nastasia e monastero annesso poteva essere collocata nell'antica palude di Paule Marra de Janas (Sant'Anastasia di Marraiano nella documentazione medioevale) oggi Paule Marras e a Su Muristene (Il Monastero in italiano) a Iloghe.
  • Chiesa di San Tommaso (Thomes) che per l'Alberti poteva essere collocata a Borroscai e a Sa Ena è Tomes nelle campagne di Orrule.


Sport

A Dorgali sono presenti due squadre di calcio: la più antica Dorgalese, fondata nel 1945, che attualmente milita nel campionato di prima categoria nel girone C e la più recente Bardia, fondata nel 2007, che invece milita nel campionato di terza categoria nel girone I. Tutte e due le società giocano i loro incontri nello stadio comunale Osolai. Il paese di Gonone è dotato di un proprio stadio quello di "Iscrittiorè". Nel 2009 in questo paese si è ricostituita la locale squadra Cala Gonone A.S.D.

Personalità locali

Sigilli trovati a Dorgali

  • MUSEO NAZIONALE DI CAGLIARI. - "S. FRATIS TIBALDI ORD. MILITIE SANCTI LAZARI IEROSOLYMITANI". - Il Sigillo in metallo di Padre Tibaldo (Sec. XIII) del Lazzareto di Dorgali dell'Ordine di San Lazzaro fondatore dei lebbrosari di Bosa, Oristano, Orosei e Dorgali. Cfr pagina 112 della prima numerazione del Volume IV di Giovanni Spanu - Bollettino Archeologico Sardo 1860 – 1861 – Editrice Archivio Fotografico Sardo (l'edizione originale era il numero 8 Anno VI 1860).. Cagliari
  • MUSEO NAZIONALE DI CAGLIARI. Targa in bronzo del Soldato Tunila di Cares Sec. IV dove si cita il locale Tempio di Minerva (o Atena), protettrice delle Vergini. I templi di Atena venivano in genere ridedicati dalla Chiesa all'Annunciazione. A Dorgali la Chiesa dell'Annunciazione è la precedente dedicazione dell'attuale Chiesa di Valverde. Cagliari
  • MUSEO COMUNALE DI DORGALI. Il sigillo monastico in ferro del sec. XIV o XV custodito nel locale museo comunale reca la scritta: - "FRATER * FRANCI (SCUS oppure SCANUS) * PATER * GASTAI". - Gastai (genitivo), Gastè in sardo, è la Confraternita di Gaste o Ordine di Sant'Antonio di Vienne. Castai può essere anche riferito al nome di un religioso francescano di nome Castai o Casta. La matrice del sigillo oltre la scritta reca al centro una torre che si leva da uno scoglio in mezzo al mare simbolo di fermezza nella fede. Occorre ricordare che a Dorgali alla fine del XIV secolo il Rettore era un certo Daniel Casta. Dorgali.
  • MUSEO COMUNALE DI DORGALI. Targa in bronzo del Sec. IV con l'iscrizione che ricorda il finanziamento della caserma dei vigili del fuoco di Roma a Cares: - "PROVIDENTE EGNATULEO ANASTASIO VIR CLARISSIMO PRAEFECTO VIGILUM". - Dorgali.

Bibliografia

  • Alberto Bonfante Giovanni Carta – Santuari e Chiese Campestri della Diocesi di Nuoro.
  • Alberto Boscolo Aspetti della Società e dell’Economia in Sardegna nel Medioevo.
  • Alberto Boscolo - La Sardegna Bizantina e Giudicale - Chiarella
  • Angius Casalis - Dizionario degli Stati Sardi - Editrice Sardegna
  • Antonio Francesco Spada - Storia della Sardegna Cristiana e dei Suoi Santi - S’Alvure
  • Associazione Pro Loco di Villacidro Spigolature Storiche Villacidresi
  • Brunello Massanza Il santuario e la basilica di Nostra Signora di Bonaria.
  • Carla Casula - “La palatizzazione di cl nel logudorese settentrionale” pagina 5 data 20.07.2008 - L’Ortobene.
  • Catasto dell'Ufficiale del Regio Genio Militare De Candia - consultabile presso l'Ufficio Tecnico del Comune o presso l'Archivio di Stato di Cagliari - Dorgali - Cagliari.
  • Chessa Francesca - Loculi Storia e Sviluppo di Un Territorio
  • Corrado Zedda Giovanni Santoro - Orosei, Storia di una Città Medioevale
  • Dionigio Panedda – Il Giudicato di Gallura – Editrice Libreria Dessì
  • Dionigio Scano - Donna Francesca Zatrillas - Capolavori Sardi
  • E. B. Ferrer - I Dialetti dell’Alta Ogliastra
  • Elettrio Corda - Storia di Dorgali e della sua Marina Rusconi
  • Ente Foreste della Sardegna - Sito Istituzionale: Foreste Sarde – Foreste di Perda Liana e di Silana
  • Enzo Espa - Siniscola dalle Origini ai Nostri Giorni - Editrice Il Torchietto.
  • Ettore Pais Storia - della Sardegna e della Corsica durante il periodo romano – Ilisso.
  • Fabio Fancello - Voci di Un Mondo Remoto - L’Ortobene.
  • F.Artizzu - La Sardegna Pisana e Genovese – Chiarella. A pagina 181 viene chiarito che il termine medioevale sardo sa therra o sa serra significava la cinta muraria che racchiudeva un centro urbano e quindi il castro.
  • F. Artizzu - Liber Fondachi Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia e Magistero dell’Università di Cagliari vol. XXIX (1966) pp. 215-299.
  • F. Artizzu - Studio dei Vittorini in Sardegna “La Sardegna nel primo medioevo”- CEDAM 1963
  • F. Barreca - La Sardegna Fenicia e Punica - Chiarella
  • Franco Cuomo - Storia ed Epopea della cavalleria - Tascabili Economici Newton
  • Gabriele Paolo Carosi - Cerreto Laziale - Tipigraf
  • G. Day - I Villaggi scomparsi della Sardegna
  • Genio Militare carta 1:50.000 del Comune di Dorgali 1846.
  • G.F. Fara De Chorografia Sardiniae, libri duo, de rebus sardois libri quattuor, Edente Aloisio Librario, Cagliari 1835.
  • Giacomino Zirottu - Nostra Signora di Gonare – edizioni Solinas
  • Gian Franco Pirodda - Templari a Cagliari - Edizioni Con daghe.
  • Giovanni Maria Fancello - Musa Durgalesa - Edizioni La Torre
  • Giovanni Maria Cadoni – Relazione della Chiesa di Dorgali - 1781
  • Giovanni Todde - Storia di Nuoro e delle Barbagie
  • Giuseppe Manno - Storia Moderna di Sardegna – Ilisso
  • Giuseppe Manno - Storia Moderna di Sardegna – Volume II Ilisso
  • Giuseppe Pisanu - Storia di Dorgali – Edizione La Torre
  • Giuseppe Seu e Franco Romagna - Una chiesa medioevale a S’Ena de Iloghe - Sardegna Antica.
  • Gerardum Mercatorem cun privilegio Descriptio Sardiniae Insulae
  • G. Lilliu - Meana Radici e Tradizioni - Amministrazione Comunale di Meana Sardo.
  • Gustavo Straforello – La Provincia di Cagliari – Progetto Sardegna
  • Gustavo Straforello – La Provincia di Sassari – Progetto Sardegna
  • Mario Puddu - Ditzionariu - Condaghes
  • M.L. Wagner - Dizionario Etimologico Sardo - Gianni Trois Editore
  • M. L. Wagner La Lingua sarda – Ilisso
  • Monsignor O. Alberti - La Diocesi di Galtellì – Raccolta di Documenti
  • Monsignor O. Alberti – Scritti di storia civile e religiosa della Sardegna – Edizione Della Torre
  • Monsignor Giovanni Melis - La Cristianizzazione della Sardegna Centrale
  • Massimo Rassu - Pellegrini e Templari in Sardegna – Artigianale
  • Michele Carta – Nell’anno del Signore 1777 – Centro Studi G. Guiso
  • Monne Lussorio - Le Baronie Edizione - Solinas
  • Ottorino Pietro Alberti - Il Cristo di Saltelli
  • Ottorino Pietro Alberti – La Diocesi di Galtellì dalla sua soppressione (1495) alla fine del sec. XVI
  • Ottorino Pietro Alberti – Scritti - Edizione La Torre
  • Paba - La Repubblica Teocratica Sarda dell’Altomedioevo
  • Pasquale Zucca - Eltili Despoblada – L’Ogliastra Novembre 2004
  • P. Boffarull Collecciòn de documentos ineditos del archivo general de la Corona de Aragona Barcellona 1856 Vol. XI
  • Piano Urbanistico Comunale - Società S.A.S.S.T. Sassari - Assetto Storico dell'Urbano - Amministrazione Comunale di Dorgali
  • Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna - Per longa maris intervalla -Cagliari 2006
  • P.M. Marcello – L’Antica Diocesi di Galtellì
  • Raimondo Bonu Recensore Giampiero Todini La Sardegna nell’Opera di Raimondo Todini – Moderna Sassari.
  • Regesti Parrocchiali del Notaio Sebastiano Melis Fronteddu – Archivio Sorico della Parrocchia di Santa Caterina (consultabile in situ) - Dorgali.
  • Rotary Club di Siniscola – Siniscola dalle Origini ai Nostri Giorni – Casa editrice Il Torchietto.
  • Salvatore Bussu - Nuoro ed il Senato del Vescovo - Edizioni Solinas.
  • Salvatore Bussu - Ollolai Cuore della Sardegna - l’Ortobene
  • Salvatore Mele - Gallura Felix: Storia del Castro di Dorgali e del suo territorio nel medioevo - Sassari: Isola Editrice
  • Sebastiano Putzu - I gesuiti nel Nuorese - Ed. Coop. Grafica Nuorese
  • Tetti Virgilio Osservazioni Critiche su alcune ipotesi riguardanti la fine del dominio bizantino e la nascita dei giudicati – Sacer - Bollettino dell’Associazione Storica Sassarese - Anno 1 - Numero 1 – 1994.
  • Zedda Tullio – I Vichinghi in Sardegna - Warner Verlag Innsbruch
  • Zingarelli - Vocabolario della Lingua Italiana - Zanichelli


Galleria fotografica

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Evoluzione demografica

Abitanti censiti[1]

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