Ugo Tognazzi
Ugo Tognazzi (Cremona, 23 marzo 1922 – Roma, 27 ottobre 1990) è stato un attore, regista, sceneggiatore teatrale, cinematografico e televisivo italiano.

Insieme ad Alberto Sordi, Vittorio Gassman e Nino Manfredi fu una delle colonne portanti della commedia all'italiana.
Biografia
A causa della professione del padre, ispettore di una società di assicurazioni, visse gli anni dell'infanzia in varie città per tornare poi, nel 1936, nella natìa Cremona dove, quattordicenne, trovò lavoro come operaio alla Negroni, celebre fabbrica cremonese produttrice di salumi, e, nel tempo libero, recitò in una filodrammatica del dopolavoro aziendale (il suo debutto teatrale era avvenuto, quando aveva soli quattro anni, al teatro Donizetti di Bergamo).
Durante la seconda guerra mondiale fu chiamato alle armi e si dedicò con impegno ad organizzare spettacoli di varietà per i commilitoni. Dopo l'armistizio dell'8 settembre ritornò a Cremona dove lavorò come archivista. La passione per lo spettacolo però gli fece abbandonare il lavoro e lo fece trasferire, nel 1945 a Milano. Qui partecipò ad una serata per dilettanti tenuta al Teatro Puccini a seguito della quale venne scritturato dalla compagnia teatrale di Wanda Osiris.
Nel 1950 esordì al cinema con un film diretto da Mario Mattòli, I cadetti di Guascogna, al fianco di Walter Chiari. L'anno seguente conobbe Raimondo Vianello con cui formò una coppia comica di grande successo che dal 1954 al 1960 lavorò per la neonata Rai Tv. A consacrare la coppia sul piccolo schermo fu il varietà Un due tre; la comicità più popolaresca e sanguigna di Ugo e quella più raffinata e "inglese" di Raimondo si compenetravano a vicenda con ottimi risultati comici.
Anomala costola padana nello scheletro assolutamente romano che la commedia all'italiana andò assumendo nel dopoguerra, Tognazzi giocò magistralmente la carta delle sue radici equidistanti tra l'operosa Milano e la godereccia Bassa Padana tra Cremona, Piacenza e Modena, interpretando tra l'altro a più riprese personaggi emiliani, e più specificamente parmigiani, in modo assolutamente convincente, agli ordini prima di Alberto Bevilacqua (La Califfa, 1971; Questa specie d'amore, 1972) e poi di Bernardo Bertolucci (La tragedia di un uomo ridicolo, 1981: splendido piccolo misconosciuto film schiacciato tra le megaproduzioni verso cui Bertolucci si andava ormai orientando in quegli anni, che però valse a Tognazzi la Palma d'Oro al Festival di Cannes come miglior attore protagonista).
Attaccatissimo alla sua terra e alla sua città - non era infrequente trovarlo allo stadio Zini a tifare per la Cremonese del suo amico e primo compagno di palcoscenico Domenico Luzzara, il presidente - Ugo ritagliava spesso per i suoi personaggi battute in dialetto cremonese. Leggendarie sono quelle, numerose, contenute nel film La marcia su Roma (1962) di Dino Risi. Nella pellicola che lo lanciò nel cinema satirico, Il federale (1961) di Luciano Salce, il suo personaggio è nato ad Azzanello, piccolo paese vicino a Cremona.
Proprio parallelamente a quelle esperienze di cinema d'autore, peraltro, il sibarita e trasgressivo Ugo si impegnò nelle trilogie di Amici miei (1975, 1982, 1985) e Il vizietto (1978, 1980, 1985), che ebbero grande successo di pubblico.
Si è autodiretto al cinema più volte (Il mantenuto, 1961; Il fischio al naso, 1966; Sissignore, 1968; Cattivi pensieri, 1976; I viaggiatori della sera, 1979). Nel 1970 Tognazzi si è anche diretto nella serie televisiva FBI - Francesco Bertolazzi investigatore, sei telefilm polizieschi.
Negli anni Ottanta si dedicò soprattutto al teatro, recitando in Sei personaggi in cerca d'autore a Parigi (1986) e ne L'avaro (1988).
Morì improvvisamente, nel sonno, il 27 ottobre 1990 a Roma per un'emorragia cerebrale, lasciando incompleta la serie televisiva Una famiglia in giallo, rimasta pertanto il suo ultimo lavoro. Ugo Tognazzi è sepolto a Velletri.
Goliardia e satira
"Un due tre" praticamente fu il primo esempio di satira televisiva, che non evitò di toccare Presidenti della Repubblica e del Consiglio. Per un'epoca nella quale la censura televisiva discendeva dalla stessa impostazione data alla rete unica della RAI, ciò si prestava inevitabilmente a qualche guaio censorio, che sarebbe evoluto verso la chiusura stessa del programma. Questa avvenne il 25 giugno del 1959 quando il duo Tognazzi-Vianello decise di mettere in burletta un incidente occorso la sera prima alla Scala e rigorosamente taciuto dai principali mezzi di stampa: il Capo dello Stato italiano (Giovanni Gronchi), a causa del tentativo di un gesto galante con una signora, cadde a terra per la sottrazione della sedia affianco al presidente della Repubblica Francese De Gaulle. Il duo ripeté la scena in televisione: Vianello tolse la sedia a Tognazzi che cadde a terra e Vianello gli gridò: "Chi ti credi di essere?". La sera stessa Ettore Bernabei cancellò la trasmissione dalla programmazione televisiva e il direttore della sede di Milano venne cacciato. [1][2]
Lo spirito goliardico di Ugo Tognazzi raggiunse il culmine vent'anni dopo quando, nel 1979, prese parte ad uno dei più clamorosi scherzi mediatici della storia italiana: accettò di essere fotografato ammanettato da finti poliziotti. Si trattava di una burla predisposta dal settimanale satirico Il Male. Tre finte edizioni de Il Giorno, La Stampa, Paese Sera[3] "uscirono" con titoli che annunciavano l'arresto dell'attore, in quanto capo ("grande vecchio") delle famigerate Brigate Rosse.
Giustificandosi della goliardata disse che, in un'epoca del genere, aveva solo rivendicato "il diritto alla cazzata". In realtà, lo scherzo cadeva all'indomani della retata del "caso 7 aprile", nella quale la stampa tambureggiava sui "capi occulti" delle BR che avevano simulato lo scioglimento di "Potere operaio" per proseguire sotto le insegne di "Autonomia Operaia" nell'attività di fiancheggiamento dell'eversione: ecco perché il titolo del Male, chiosando il vecchio scherzo satirico, aggiungeva: "ricercato Vianello, la coppia finse lo scioglimento dai tempi di Un due tre".
Riconoscimenti
Premi cinematografici
- David di Donatello
- 1967: miglior attore - L'immorale
- 1971: miglior attore - La Califfa
- 1976: miglior attore - Amici miei
- Nastri d'argento
- 1964: miglior attore protagonista - Una storia moderna: l'ape regina
- 1966: miglior attore non protagonista - Io la conoscevo bene
- 1969: miglior attore protagonista - La bambolona
- 1982: miglior attore protagonista - La tragedia di un uomo ridicolo
Dediche
Gli è stato dedicato un istituto professionale alberghiero, l'I.P.S.S.A.R. "Ugo Tognazzi" di Pollena Trocchia (NA).
Filmografia
Attore
- I cadetti di Guascogna, regia di Mario Mattòli (1950)
- Auguri e figli maschi!, regia di Giorgio Simonelli (1951)
- Una bruna indiavolata, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1951)
- La paura fa 90, regia di Giorgio Simonelli (1951)
- L'incantevole nemica, regia di Claudio Gora (1953)
- Sua altezza ha detto : no!, regia di Maria Basaglia (1954)
- L'amore in città - episodio Gli italiani si voltano, regia di Alberto Lattuada (1953)
- Café chantant, regia di Camillo Mastrocinque (1954)
- Siamo tutti milanesi, regia di Mario Landi (1954)
- Se vincessi 100 milioni!, regia di Carlo Moscovini (1954)
- Milanesi a Napoli, regia di Enzo Di Gianni (1955)
- Ridere, ridere, ridere!, regia di Edoardo Anton (1955)
- La moglie è uguale per tutti, regia di Giorgio Simonelli (1955)
- Totò nella luna, regia di Steno (1958)
- Domenica è sempre domenica, regia di Camillo Mastrocinque (1958)
- Mia nonna poliziotto, regia di Steno (1958)
- Marinai, donne e guai, regia di Giorgio Simonelli (1958)
- Psicanalista per signora, regia di Jean Boyer (1959)
- Il terribile Teodoro, regia di Roberto Montero (1959)
- La duchessa di Santa Lucia, regia di Roberto Montero (1959)
- Non perdiamo la testa, regia di Mario Mattoli (1959)
- Le cameriere, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1959)
- Tipi da spiaggia, regia di Mario Mattòli (1959)
- La sceriffa, regia di Roberto Bianchi Montero (1959)
- La cambiale, regia di Camillo Mastrocinque (1959)
- I baccanali di Tiberio, regia di Giorgio Simonelli (1959)
- Assi alla ribalta, regia di Ferdinando Baldi (1959)
- Guardatele ma non toccatele, regia di Mario Mattòli (1959)
- Policarpo, "ufficiale di scrittura", regia di Mario Soldati (1959)
- La Pica sul Pacifico, regia di Roberto Bianchi Montero (1959)
- Non perdiamo la testa, regia di Mario Mattòli (1959)
- Noi siamo due evasi, regia di Giorgio Simonelli (1959)
- Fantasmi e ladri, regia di Giorgio Simonelli (1959)
- Femmine di lusso, regia di Giorgio Bianchi (1960)
- A noi piace freddo...!, regia di Steno (1960)
- Un dollaro di fifa, regia di Giorgio Simonelli (1960)
- Genitori in blue-jeans, regia di Camillo Mastrocinque (1960)
- Le olimpiadi dei mariti, regia di Giorgio Bianchi (1960)
- Tu che ne dici?, regia di Silvio Amadio (1960)
- Il principe fusto, regia di Maurizio Arena (1960)
- Il mio amico Jekyll, regia di Marino Girolami (1960)
- Gli incensurati, regia di Farncesco Giaculli (1961)
- Il federale, regia di Luciano Salce (1961)
- Che gioia vivere!, regia di René Clément (1961)
- Il mantenuto, regia di Ugo Tognazzi (1961)
- La ragazza di mille mesi, regia di Steno (1961)
- I magnifici tre, regia di Giorgio Simonelli (1961)
- Sua Eccellenza si fermò a mangiare, regia di Mario Mattòli (1961)
- Cinque marines per cento ragazze, regia di Mario Mattòli (1961)
- Pugni pupe e marinai, regia di Daniele D'Anza (1961)
- Psycosissimo, regia di Steno (1961)
- I tromboni di fra' Diavolo, regia di Giorgio Simonelli (1962)
- Una domenica d'estate, regia di Giulio Petroni (1962)
- Il giorno più corto, regia di Sergio Corbucci (1962)
- La cuccagna, regia di Luciano Salce (1962)
- La voglia matta, regia di Luciano Salce (1962)
- I motorizzati, regia di Camillo Mastrocinque (1962)
- La marcia su Roma, regia di Dino Risi (1962)
- Liolà, regia di Alessandro Blasetti (1963)
- Ro.Go.Pa.G. - episodio Il pollo ruspante, regia di Ugo Gregoretti (1963)
- I mostri, regia di Dino Risi (1963)
- I fuorilegge del matrimonio, regia di Valentino Orsini, Paolo e Vittorio Taviani (1963)
- Le ore dell'amore, regia di Luciano Salce (1963)
- L'ape regina, regia di Marco Ferreri (1963)
- La vita agra, regia di Carlo Lizzani (1964)
- Alta infedeltà - episodio Gente moderna, regia di Mario Monicelli (1964)
- Controsesso - episodio Il professore, regia di Marco Ferreri (1964)
- La donna Scimmia, regia di Marco Ferreri (1964)
- Il magnifico cornuto, regia di Antonio Pietrangeli (1964)
- Io la conoscevo bene, regia di Antonio Pietrangeli (1965)
- Ménage all'italiana, regia di Franco Indovina (1965)
- L'uomo dei cinque palloni, regia di Marco Ferreri (1965)
- I complessi - episodio Il complesso della schiava nubiana, regia di Franco Rossi (1965)
- Una moglie americana, regia di Gian Luigi Polidoro (1965)
- Oggi, domani, dopodomani - episodio L'uomo dei cinque palloni, regia di Marco Ferreri (1965)
- Le piacevoli notti, regia di Armando Crispino e Luciano Lucignani (1966)
- L'immorale, regia di Pietro Germi (1966)
- Una questione d'onore, regia di Luigi Zampa (1966)
- Follie d'estate, regia di Carlo Infascelli, Edoardo Anton (1966)
- I nostri mariti - episodio Il marito di Attilia, regia di Dino Risi (1966)
- Marcia nuziale, regia di Marco Ferreri (1966)
- Il fischio al naso, regia di Ugo Tognazzi (1967)
- Il padre di famiglia, regia di Nanni Loy (1967)
- Barbarella, regia di Roger Vadim (1967)
- Straziami, ma di baci saziami, regia di Dino Risi (1968)
- Sissignore, regia di Ugo Tognazzi (1968)
- Satyricon, regia di Gian Luigi Polidoro (1969)
- Il commissario Pepe, regia di Ettore Scola (1969)
- Nell'anno del Signore, regia di Luigi Magni (1969)
- Porcile, regia di Pier Paolo Pasolini (1969)
- La bambolona, regia di Franco Giraldi (1969)
- Splendori e miserie di Madame Royale, regia di Vittorio Caprioli (1970)
- Cuori solitari, regia di Franco Giraldi (1970)
- La Califfa, regia di Alberto Bevilacqua (1970)
- Venga a prendere il caffè da noi, regia di Alberto Lattuada (1970)
- In nome del popolo italiano, regia di Dino Risi (1971)
- La supertestimone, regia di Franco Giraldi (1971)
- Stanza 17-17, palazzo delle tasse, ufficio imposte, regia di Michele Lupo (1971)
- L'udienza, regia di Marco Ferreri (1971)
- Questa specie d'amore, regia di Alberto Bevilacqua (1972)
- Il generale dorme in piedi, regia di Francesco Massaro (1972)
- Il maestro e Margherita, regia di Aleksandar Petrovic (1972)
- Vogliamo i colonnelli, regia di Mario Monicelli (1973)
- La proprietà non è più un furto, regia di Elio Petri (1973)
- La grande abbuffata, regia di Marco Ferreri (1973)
- La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone, regia di Pupi Avati (1974)
- Romanzo popolare, regia di Mario Monicelli (1974)
- Permettete signora che ami vostra figlia?, regia di Gian Luigi Polidoro (1974)
- Non toccare la donna bianca, regia di Marco Ferreri (1974)
- L'anatra all'arancia, regia di Luciano Salce (1975)
- La smagliatura, regia di Peter Fleischmann (1975)
- Amici miei, regia di Mario Monicelli (1975)
- Cattivi pensieri, regia di Ugo Tognazzi (1976)
- Telefoni bianchi, regia di Dino Risi (1976)
- Signore e signori, buonanotte, regia di Luigi Comencini, Nanni Loy, Luigi Magni, Mario Monicelli ed Ettore Scola (1976)
- Al piacere di rivederla, regia di Marco Leto (1976)
- La stanza del vescovo, regia di Dino Risi (1977)
- I nuovi mostri, regia di Mario Monicelli, Dino Risi ed Ettore Scola (1977)
- Il gatto, regia di Luigi Comencini (1977)
- Casotto, regia di Sergio Citti (1977)
- Nené, regia di Salvatore Samperi (1977)
- Dove vai in vacanza? - episodio Sarò tutta per te, regia di Mauro Bolognini (1978)
- La mazzetta, regia di Sergio Corbucci (1978)
- Il vizietto, regia di Edouard Molinaro (1978)
- Primo amore, regia di Dino Risi (1978)
- L'ingorgo, regia di Luigi Comencini (1979)
- I viaggiatori della sera, regia di Ugo Tognazzi (1979)
- Il vizietto II, regia di Edouard Molinaro (1980)
- La terrazza, regia di Ettore Scola (1980)
- Sono fotogenico, regia di Dino Risi (1980)
- I seduttori della domenica - episodio Il carnet di Armando, regia di Dino Risi (1980)
- Arrivano i bersaglieri, regia di Luigi Magni (1980)
- La tragedia di un uomo ridicolo, regia di Bernardo Bertolucci (1981)
- Amici miei atto II, regia di Mario Monicelli (1982)
- Scusa se è poco, regia di Marco Vicario (1982)
- Scherzo del destino in agguato dietro l'angolo come un brigante da strada, regia di Lina Wertmuller (1983)
- Il petomane, regia di Pasquale Festa Campanile (1983)
- Fatto su misura, regia di Francesco Laudadio (1984)
- Bertoldo, Bertoldino e... Cacasenno, regia di Mario Monicelli (1984)
- Dagobert, regia di Dino Risi (1984)
- Amici miei atto III, regia di Nanni Loy (1985)
- Matrimonio con vizietto (Il vizietto III), regia di Georges Lautner (1985)
- Yiddish Connection, regia di Paul Boujenah (1986)
- Ultimo minuto, regia di Pupi Avati (1987)
- I giorni del commissario Ambrosio, regia di Sergio Corbucci (1988)
- Arrivederci e grazie, regia di Giorgio Capitani (1988)
- Tolérance, regia di Pierre-Henry Salfati (1989)
- La battaglia dei tre tamburi di fuoco, regia di Souheil Ben-Barka e Uchkun Nazarov (1990)
Regista
- Il mantenuto (1961)
- Il fischio al naso (1967)
- Sissignore (1968)
- Cattivi pensieri (1976)
- I viaggiatori della sera (1979)
Programmi radiofonici
- Colpo di vento, baraonda musicale di Italo Terzoli con Ugo Tognazzi, regia di Adolfo Perani, domenica 17 giugno 1956, secondo programma RAI, ore 21.
- Vado e torno paisà, Le occasioni dell'umorismo di Gianni Bellavisata, con la partecipazione di Ugo Tognazzi, regia di Nino Meloni domenica 27 aprile 1958, terzo programma RAI.
- Gran Varietà, varie edizioni (1966-1972)
Note
Bibliografia
- Ugo Tognazzi, Afrodite in cucina (ISBN 8860430003)
- Ugo Tognazzi, L' abbuffone. Storie da ridere e ricette da morire (ISBN 8883091434)
- La supercazzola. Istruzioni per l'Ugo (a cura di Roberto Buffagni), Mondadori (ISBN 8804550732)
- Un, due, tre. (a cura di Roberto Buffagni) Mondadori (ISBN 8804493127)
- Claudio G. Fava - Aldo Bernardini, Ugo Tognazzi Gremese, 1981 (ISBN 8876050302)
- Andrea Jelardi-Giordano Bassetti, Queer TV, Croce, Roma 2006
- Fabio Francione Lorenzo Pellizzari (a cura di), Ugo Tognazzi regista, Edizioni Falsopiano, Alessandria, 2002
Voci correlate
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