Heike monogatari

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Heike Monogatari (平家物語 lett. I racconti della famiglia Taira); romanzo epico del XIV secolo di autore anonimo, probabilmente tratto da storie trasmesse oralmente con accompagnamento musicale.

Descrizione dell'Opera

È uno dei più importanti Gunki Monogatari (軍記物語), racconti di guerra, insieme allo Heiji Monogatari e lo Hogen monogatari. Lo Heike Monogatari -storia dei Taira- è basato sugli scontri avvenuti durante il periodo Kamakura fra i potenti clan Taira (o Heike) e Minamoto (o Genji). In particolare fa riferimento alla Guerra Genpei (1180-1185), che vide la definitiva rovina dei Taira. E' incentrato sulla figura di Taira no Kiyomori, leader degli Heike, ma è narrato dal punto di vista dei Minamoto. Kiyomori è descritto infatti come un condottiero crudele e sanguinario.

L' Autore

L'epica storica è probabilmente il frutto di diversi canti, nati ad opera di monaci itineranti, che narravano presso le varie corti dei signori daimyo le avventure dei tempi tumultuosi di fine epoca Heian. Questi artisti erano conosciuti come "biwa hoshi", poiché secondo la tradizione erano ciechi. Un'interessante riflessione sulla paternità dell'opera è offerta da Kenko Hoshi ([Yoshida Kenkō]) , autore dello Tsurezuregusa, che al riguardo afferma: "Yukinaga scrisse lo Heike Monogatari e in seguito l'affidò ad un uomo chiamato Shobutsu affinché lo cantasse". L'identificazione dell'autore rimane controversa, anche in virtù dello stile eterogeneo dell'opera, frutto probabilmente della mano di diversi autori.

Lo Stile

Lo Heike Monogatari, concepito per un' aristocrazia guerriera, fa mostra di un linguaggio che non possiede la raffinatezza dei precedenti capolavori di epoca Heian, poiché rappresenta con crudo realismo le difficoltà della guerra e della vita, ma non è interamente dimentico della romantica eleganza e dello stretto rapporto con la natura riscontrato nella storia di Genji. Con l'avvento del medioevo si affievoliscono i sentimenti provocati dal termine estetico "aware" (あわれ), e la sensibilità letteraria si evolve sfociando nel cosiddetto "yugen" (幽玄, termine chiave dell'estetica medioevale, tradotto spesso con "profondità" e "mistero"). È una sorta di risonanza mistica e di incanto sottile che nella sua oscura ambiguità ha tutto il fascino e la suggestione della grazia di un effimero fiore di ciliegio, lievemente coperto da leggeri lembi di nebbia alla fatua luce della luna d'inverno) già presente nello Heike Monogatari.

L'Influenza Buddista

La storia degli Heike è incentrata su sentimenti più prettamente buddisti, che nella letteratura medioevale prendono vita soprattutto nelle opere a carattere zen di coloro che si erano ritirati dal mondo e dalle guerre continue, quali Kamo no Chōmei e Yoshida Kenkō: il mujō (無常), impermanenza di tutte le cose. (Degno di citazione a questo proposito è il celebre inizio dello Heike:

       祗園精舎の鐘の声、諸行無常の響きあり。娑羅双樹の花の色、盛者必衰の理をあらわす。
         おごれる人も久しからず、唯春の夜の夢のごとし。たけき者も遂にはほろびぬ、偏に風の前の塵に同じ。


     "La voce delle campane del tempio di Gion è l'eco dell'impermanenza di tutte le cose. Il colore dei fiori delle coppie di   
      alberi di Shala esprime l'ammonimento che i potenti sono destinati ineluttabilmente a indebolirsi. Anche gli arroganti,
      prima che passi molto tempo, saranno in tutto simili a sogni in una notte di primavera. Perfino i coraggiosi, alla fine, 
      finiscono con lo sparire, come polvere di fronte al vento").

Fortuna dell'opera

Numerosi episodi dello Heike Monogatari sono stati ripresi in drammi (能), come ad esempio "Sanemori" di Zeami. In Giappone è un'opera molto amata. Purtroppo non esiste ancora una traduzione italiana della storia degli Heike.