Trippa

frattaglia usata in gastronomia
Versione del 13 lug 2009 alle 21:07 di 151.49.220.246 (discussione) (Curiosità: (elisione, non accento))

La trippa è una frattaglia, più precisamente è costituita dalle diverse parti dello stomaco del bovino (e non, come molti ritengono, dall'intestino).

Lo stomaco di un vitello: m - estremità dell'esofago, v - rumine, n - reticolo, b - omaso, l - abomaso, t - inizio dell'intestino tenue
Trippa sul banco di vendita: rumine (a sinistra), reticolo (a destra, in secondo piano), foiolo (a destra in primo piano)

Descrizione anatomica

Il bovino ha quattro stomaci:

Nell'elenco stilato dalla Unione Europea riguardante le parti del bovino da scartare (il cranio, il cervello, gli occhi, le tonsille, la colonna vertebrale ed il midollo spinale dei bovini di età superiore ai 12 mesi e gli intestini dei bovini di qualsiasi età) non figura la trippa (in quanto stomaco del bovino). È quindi un alimento sicuro e può essere liberamente consumata.

Uso gastronomico

La trippa costituisce un alimento tradizionale di molte regioni d'Italia. In particolare a Milano la busecca (come viene denominata in milanese) è considerata talmente emblematica della milanesità che l'epiteto busecconi ("mangia-trippa") è divenuto una denominazione (scherzosa) dei Milanesi stessi.

Trippa di Moncalieri

 
Un tripperia a Napoli

La trippa di Moncalieri (tripa d'Moncalè nel dialetto locale) è un prodotto tradizionale preparato a Moncalieri, in provincia di Torino.

Si tratta di un salume cotto, confezionato con rumine e reticolo dei ruminanti e con lo stomaco dei suini; le carni vengono lessate e quindi pressate in appositi stampi prima di essere insaccate.[1]. Ha colore rosato e lunghezza di circa 30 cm, con diametro di 10-12 cm (raramente fino a 20 cm).

Si consuma come antipasto, tagliata a fette sottili e condita con olio, limone, aglio, prezzemolo e pepe [2] oppure, più semplicemente, tagliata a dadini e condita con solo sale.

Curiosità

Il famoso detto romano "nun c'è trippa pe' gatti" è stato coniato verso i primi del '900 dal primo cittadino dell'epoca Ernesto Nathan, allorchè si accingeva a eliminare dal bilancio delle spese di Roma una voce di spesa per il mantenimento di una colonia di felini randagi [1]

Note

  1. ^ Regione Piemonte, Trippa di Moncalieri, su regione.piemonte.it. URL consultato il 15 marzo 2009.
  2. ^ Provincia di Torino, Trippa di Moncalieri, su provincia.torino.it. URL consultato il 15 marzo 2009.

Bibliografia

  • Indro Neri, Troppa Trippa, Collana Centopelli n. 25, Neri Editore, Firenze 1998.