Trippa

frattaglia usata in gastronomia
Versione del 13 lug 2009 alle 21:13 di Fantasma (discussione | contributi) (non attribuiamo patenti pericolose e teniamo la UE al suo posto...)

La trippa è una frattaglia, più precisamente è costituita dalle diverse parti dello stomaco del bovino (e non, come molti ritengono, dall'intestino).

Lo stomaco di un vitello: m - estremità dell'esofago, v - rumine, n - reticolo, b - omaso, l - abomaso, t - inizio dell'intestino tenue
Trippa sul banco di vendita: rumine (a sinistra), reticolo (a destra, in secondo piano), foiolo (a destra in primo piano)

Descrizione anatomica

Il bovino ha quattro stomaci:

Nell'elenco stilato dalla Unione Europea riguardante le parti del bovino che secondo alcune sue norme tecnico-sanitarie sarebbero da scartare (il cranio, il cervello, gli occhi, le tonsille, la colonna vertebrale ed il midollo spinale dei bovini di età superiore ai 12 mesi e gli intestini dei bovini di qualsiasi età), non figura la trippa [1]. la sua distribuzione è quindi libera nei pesi che hanno recepito le dette norme UE.

Uso gastronomico

La trippa costituisce un alimento tradizionale di molte regioni d'Italia. In particolare a Milano la busecca (come viene denominata in milanese) è considerata talmente emblematica della milanesità che l'epiteto busecconi ("mangia-trippa") è divenuto una denominazione (scherzosa) dei Milanesi stessi.

Trippa di Moncalieri

 
Un tripperia a Napoli

La trippa di Moncalieri (tripa d'Moncalè nel dialetto locale) è un prodotto tradizionale preparato a Moncalieri, in provincia di Torino.

Si tratta di un salume cotto, confezionato con rumine e reticolo dei ruminanti e con lo stomaco dei suini; le carni vengono lessate e quindi pressate in appositi stampi prima di essere insaccate.[2]. Ha colore rosato e lunghezza di circa 30 cm, con diametro di 10-12 cm (raramente fino a 20 cm).

Si consuma come antipasto, tagliata a fette sottili e condita con olio, limone, aglio, prezzemolo e pepe [3] oppure, più semplicemente, tagliata a dadini e condita con solo sale.

Curiosità

Il famoso detto romano "nun c'è trippa pe' gatti" è stato coniato verso i primi del '900 dal primo cittadino dell'epoca Ernesto Nathan, allorchè si accingeva a eliminare dal bilancio delle spese di Roma una voce di spesa per il mantenimento di una colonia di felini randagi [1]

Note

  1. ^ In quanto stomaco del bovino.
  2. ^ Regione Piemonte, Trippa di Moncalieri, su regione.piemonte.it. URL consultato il 15 marzo 2009.
  3. ^ Provincia di Torino, Trippa di Moncalieri, su provincia.torino.it. URL consultato il 15 marzo 2009.

Bibliografia

  • Indro Neri, Troppa Trippa, Collana Centopelli n. 25, Neri Editore, Firenze 1998.