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La Repubblica Araba d'Egitto (in arabo جمهوريّة مصر العربيّة?, Jumhūriyya Misr al-ʿArabiyya, dove con مصر, Miṣr, si intende l'Egitto) è uno Stato del Nord Africa. Include la Penisola del Sinai, il che rende l'Egitto un paese che fa parte anche dell'Asia. La principale parte abitata del paese si estende ai lati del fiume Nilo. Vaste aree dell'Egitto sono coperte dalle sabbie del Sahara e sono disabitate.

Egitto
Egitto - Localizzazione
Egitto - Localizzazione
Dati amministrativi
Nome completoRepubblica Araba d'Egitto
Nome ufficialein arabo جمهوريّة مصر العربيّة?
Lingue ufficialiarabo
CapitaleIl Cairo
Politica
Forma di governoRepubblica presidenziale
PresidenteHosni Mubarak
Primo MinistroAhmad Nazif in carica dal 14 luglio 2004
IndipendenzaDal Regno Unito nel 1922
Ingresso nell'ONU24 ottobre 1945 1
Superficie
Totale1.001.450 km² (29º)
% delle acque0,6%
Popolazione
Totale77.505.756 ab. (2005) (15º)
Densità77 ab./km²
Nome degli abitantiegiziani
Geografia
ContinenteAfrica e Asia
Fuso orarioUTC +2
Economia
ValutaLira egiziana
PIL (nominale)353,112 milioni di $ (2006) (32º)
PIL pro capite (nominale)4,317 $ (2005) (113º)
ISU (2005)0,708 (medio) (112º)
Varie
Codici ISO 3166EG, EGY, 818
TLD.eg
Prefisso tel.+20
Sigla autom.ET
Lato di guidaDestra (↓↑)
Inno nazionaleBiladī (Patria mia)
Festa nazionale23 luglio
Egitto - Mappa
Egitto - Mappa
1È uno dei 51 Stati che hanno dato vita all'ONU nel 1945.

L'Egitto confina ad ovest con la Libia, a sud con il Sudan, ad est con il mar Rosso ed Israele e a nord con il mar Mediterraneo. La capitale è Il Cairo.

Etimologia

Miṣr, il nome arabo e ufficiale del moderno Egitto, è una parola di origine semitica, affine all'ebraico מִצְרַיִם Mitzráyim che significa "i due stretti".

L'antico nome del paese, kemet, o "terra nera", è dovuto al fertile terreno nero depositato dalle piene del Nilo, distinto dalla "terra rossa", il deserto (deshret). Il nome è diventato keme in una fase successiva del Copto.

Il nome italiano Egitto deriva dalla parola latina Aegyptus che a sua volta viene dal greco Αίγυπτος, Aigyptos. Il nome greco potrebbe ancora essere una derivazione dall'egiziano antico Hwt k3 Pth, "casa del Ka di Ptah", nome di un tempio del dio Ptah a Menphi.

Nel periodo egizio il termine più usato, soprattutto nelle titolature ufficiali, fu t3wy traducibile come Le Due Terre, termine indicante l'unione del Basso e dell'Alto Egitto.

Geografia

  Lo stesso argomento in dettaglio: Geografia dell'Egitto.

L'Egitto è situato nell'Africa settentrionale e per una sua parte (la penisola del Sinai) in Asia: è quindi un paese transcontinentale.

Morfologia

È bagnato a nord dal Mar Mediterraneo, e a est dal Mar Rosso; confina a est con Israele, a sud con il Sudan e a ovest con la Libia. La regione di confine con il Sudan lungo il Mar Rosso, il cosiddetto Triangolo di Hala' ib, è contesa dal Sudan. La parte ovest dell'Egitto è occupata dal deserto libico.

Idrografia

L'Egitto ha pochissimi fiumi. Il Nilo è il più importante dell'Egitto, e uno dei fiumi più lunghi del mondo (secondo le misurazioni, si contende il primato di lunghezza col Rio delle Amazzoni). Esso nasce dai Grandi Laghi africani, nella zona centrale del continente, e nel suo ultimo tratto attraversa da sud verso nord la parte orientale dell'Egitto. Il Nilo è stato di vitale importanza per il fiorire delle antiche civiltà, e lo è ancor oggi poiché è una fonte inesauribile di acqua per l'irrigazione dei campi. Senza di esso l'Egitto sarebbe un'isolata landa desertica senza vita, poiché si trova su uno dei territori più aridi del deserto sahariano, il Deserto Libico, poverissimo di oasi.

Clima

Il clima egiziano si presenta di tipo desertico su quasi tutto il Paese, eccezione fatta per la zona mediterranea dove esso è più temperato. Gli inverni sono miti, anche se non mancano gelate invernali nel deserto, dovute alle forti escursioni termiche tra il giorno e la notte. Le estati sono molto calde e secche, e le temperature raggiungono molto facilmente i 43-45 °C, con punte di oltre 50 °C in pieno deserto. La zona più "fresca" del Paese in estate è quella delle coste mediterranee, avvantaggiata dalle brezze marine che rendono più sopportabile la calura. Le precipitazioni sono molto scarse, soprattutto nelle zone interne sahariane, dove può non piovere per molti mesi.

Popolazione

La popolazione è quasi totalmente araba, i Berberi sono pochi e vivono nelle oasi del deserto. Data la vastità del territorio desertico, la densità media è bassa.

Demografia

L'Egitto, con i suoi quasi 80 milioni di abitanti[1] è lo stato più popoloso del Medio Oriente e il secondo stato più popoloso dell'Africa. Quasi tutta la sua popolazione è concentrata lungo il corso del Nilo, nell'area del suo delta e nell'area intorno al canale di Suez. Agli Egiziani urbani, residenti nelle metropoli di Cairo e Alessandria, si contrappongono gli egiziani rurali (fellahin). La popolazione totale e l'urbanizzazione sono molto aumentate nel XX secolo, grazie ai progressi sanitari e alla rivoluzione verde.

Etnie

Quello degli Egiziani è il gruppo etnico dominante del paese, che comprende il 94% della popolazione.

Fra le minoranze etniche si contano:

L'antichissima e vivacissima comunità ebraica è virtualmente scomparsa per emigrazione tra il 1948 e il 1962, anche se dopo la pace con Israele molti tornano in visita ai siti storici e archeologici delle principali città.

L'Egitto ospita anche un numero imprecisato di rifugiati politici:

  • circa 70.000 palestinesi, storicamente i primi, qui dal 1948;
  • circa 150.000 iracheni, giunti a partire dai primi anni 90;
  • oltre 200.000 rifugiati sudanesi, giunti negli ultimi anni.

Lingue

L'arabo è la lingua ufficiale del Paese.

Il francese e l'inglese sono due lingue storicamente diffuse in Egitto nel mondo della cultura e nei commerci. L'Egitto prende parte all'Organizzazione internazionale della Francofonia.

Religioni

  Lo stesso argomento in dettaglio: Religioni in Egitto.

Quasi il 90% della popolazione è di fede musulmana; del rimanente il 10% sono cristiani copti; esistono piccolissime minoranze di ebrei (resto di una antichissima comunità fiorente fino alla metà del XX secolo), di bahá'í e di atei o agnostici.

Identità

La valle del Nilo fu sede di una delle più antiche civiltà del mondo, con lingua e religione proprie, che durò per tre millenni. Dopo il 343 a.C. l'Egitto cadde sotto una serie di dominazioni straniere (Ellenismo, Impero Romano, Impero Bizantino, Arabi, Mamelucchi, Impero Ottomano, Impero britannico), ciascuna delle quali lasciò la sua impronta sulla cultura locale. L'identità egiziana è evoluta in questi due millenni facendo spazio a due nuove religioni (Cristianesimo e Islam) e ad una nuova lingua, l'arabo e il suo discendente orale, l'arabo egiziano.

La misura in cui i singoli egiziani si identificano con ciascuno strato della storia della nazione, che ne articola l'identità collettiva, può variare. Le questioni identitarie sono emerse negli ultimi duecento anni, quando l'Egitto mirò a liberarsi da ogni occupazione straniera, sotto forma di tre ideologie principali:

Storia

  Lo stesso argomento in dettaglio: Storia dell'Egitto.
 
La Grande Sfinge di Giza e la Piramide di Chefren, simboli indiscussi dell'Egitto storico e attuale

La storia dell'Egitto viene fatta iniziare con l'unione di Alto e Basso Egitto da parte di Narmer, primo sovrano della I dinastia, intorno al 3200 a.C. anche se questi eventi vennero preceduti da una fase urbana preparatoria durata alcuni secoli. Sappiamo da recenti scoperte archeologiche che la civiltà egizia esisteva già da almeno un millennio prima.

Attraverso momenti imperiali ed altri di profonda anarchia l'Egitto mantenne la sua indipendenza fino alla metà del I millennio a.C. quando cadde sotto il controllo persiano.

Conquistato da Alessandro Magno nel IV secolo a.C., rimase sotto il controllo dei suoi successori, i Tolomei, fino alla conquista romana al 30 a.C.

Alla divisione dell'impero romano l'Egitto divenne parte dell'Impero romano d'Oriente. Nel VII secolo fu conquistato dagli Arabi che resero il paese una provincia ( wilāya ) del loro califfato. Una prima autonomia il paese la riguadagnò coi Tulunidi e, dopo la riconquista abbaside, i cui califfi affidarono l'Egitto agli Ikshididi, il paese fu conquistato nel X secolo dai Fatimidi, che erano sciiti-ismailiti.

Saladino e la dinastia da lui fondata degli Ayyubidi posero sotto il proprio controllo l'Egitto, la Siria e lo Yemen a partire dal XII secolo. Successivamente, fu la volta dei mamelucchi, turchi e circassi. Infine fu il turno degli Ottomani che presero il potere nel XVI secolo (1517), al termine della Campagna militare voluta dal Sultano ottomano Selim I Yavuz che, tuttavia, mantenne come suoi "feudatari" gli sconfitti Mamelucchi.

Ai primi di luglio 1798 l'Egitto fu invaso via mare da un corpo di spedizione francese forte di circa 40.000 uomini guidato da Napoleone Bonaparte. Lo scopo principale dell'invasione fu quello di mettere in difficoltà l'Inghilterra ma, tra gli scopi secondari, c'era anche quello di agevolare la conduzione di studi storici, archeologici, geografici, linguistici che il nutrito gruppo di uomini di scienza e di lettere, che il Bonaparte era riuscito ad aggregare alla spedizione, svolse effettivamente in modo più che egregio. L'occupazione francese durò fino all'estate del 1800 (Napoleone era tornato in Francia già ad agosto del 1799) quando le ultime truppe comandate dal generale Menou si arresero agli anglo-turchi.

Dai primi del XIX secolo l'Egitto fu tenuto con saldo e innovatore polso dall'albanese Mehmet Ali Pascià (fondatore della dinastia albanese a guida di Egitto estinta con l'ultimo re Faruq I d'Egitto nel 1953) che avviò una dinastia vicereale (khediviale), formalmente ossequente nei confronti della Sublime Porta (Istanbul) ma sostanzialmente del tutto autonoma.

Nel 1881, sfruttando l'estrema debolezza del dominio turco e le inettitudini finanziarie di Isma'il Pascià, giustificando il tutto con la necessità di proteggere gli investimenti europei nella zona del Canale di Suez, il Regno Unito e la Francia obbligarono l'Egitto a nominare due loro esperti alla guida dei dicasteri delle Finanze e dei Lavori Pubblici. Più tardi Londra occupò l'Egitto reggendolo fino al 1922, senza definirne uno status giuridico preciso e indicandolo come un semplice possedimento della Corona.

 
Il Cairo una vistosa insegna pubblicitaria nell'Egitto moderno evoca i fasti antichi della Valle del Nilo

Il 28 febbraio 1922 venne riconosciuta una formale indipendenza, sotto la veste istituzionale monarchica, pur perdurando, di fatto, l'occupazione militare britannica. Questo stato di cose proseguì fino al 1952 quando il 23 luglio un colpo di Stato dei Liberi Ufficiali del generale Muhammad Neghib e del colonnello Gamāl ʿAbd al-Nāṣer (Nasser) proclamò la repubblica, deponendo la dinastia fondata da Mehmet Ali e imponendo pochi anni dopo il definitivo ritiro delle truppe britanniche dalla zona del Canale e dalle basi militari che ancora gestiva.

Il 23 giugno 1956 Nasser viene eletto Presidente della Repubblica, ed il 26 luglio decreta la nazionalizzazione del Canale di Suez, ponendo termine al controllo franco-britannico, e bloccando, di fatto, questa importante via di comunicazione. La situazione precipita nel mese di ottobre; a seguito di attacchi terroristici nelle zone di confine, infatti, il 20 ottobre, Israele invade il Sinai, e punta sul Canale di Suez; il 29 ottobre 1956, truppe britanniche e francesi occupano la zona del Canale, il 31 ottobre bombardano Il Cairo e il 5 novembre occupano Porto Said. Il 6 novembre l'Unione Sovietica intima ad Israele, Francia e Regno Unito, di interrompere le ostilità verso l'Egitto, minacciando un intervento diretto nel conflitto, ed anche gli Stati Uniti premono sugli alleati per porre fine al conflitto.

Il cessate il fuoco entra in vigore l'8 novembre, ed il 15 dello stesso mese truppe di pace dell'ONU giungono nella zona. L'intero Egitto fu così affidato alla nuova classe dirigente espressa dai "Liberi Ufficiali".

Il successivo mancato finanziamento del progetto dell'Alta Diga di Aswān da parte della Banca Mondiale fu una delle cause dell'avvicinamento dell'Egitto, governato da Gamāl ʿAbd al-Nāṣer, all'URSS. Nel 1967 scoppia la "Guerra dei sei giorni" (vedi Conflitti arabo-israeliani), e il 28 settembre 1970 muore Nasser. Gli succede il vice presidente, Anwar al-Sādāt, che, nel 1973 sferra una nuova offensiva verso Israele , e che verrà ucciso il 6 ottobre del 1981 in un attentato. Gli succede Hosni Mubarak.

  Lo stesso argomento in dettaglio: Conflitti arabo-israeliani.

Ordinamento dello stato

 
Bandiera egiziana

L'Egitto è una repubblica dal 18 giugno 1953; si auto-definisce una repubblica araba e socialista. La Costituzione organizza il potere politico secondo un sistema semi-presidenziale multi-partitico con bicameralismo asimmetrico (la Costituzione vieta i partiti su base confessionale).

Il potere esecutivo è diviso tra il Presidente e il Primo Ministro. Tuttavia, in pratica, il potere esecutivo è fortemente concentrato nel Presidente, che dal 1952 al 2005 è stato eletto in consultazioni popolari con un solo candidato.

Il potere legislativo è esercitato dal Parlamento bicamerale:

  • Assemblea del Popolo (Majlis al-Shaʿb), composto da 454 deputati eletti a suffragio universale diretto ogni 5 anni, 400 con sistema proporzionale, 44 in collegi uninominali e non più di 10 nominati dal Presidente. Il Parlamento può sfiduciare il governo.
  • Consiglio Consultivo (Majlis al-Shura), composto di 264 consiglieri, per 2/3 eletti direttamente e per 1/3 nominati dal Presidente per un mandato di 6 anni (con rinnovo di metà consiglio ogni 3 anni). Il Consiglio, creato nel 1980, ha poteri limitati: in caso di disaccordo fra i due rami, l'Assemblea ha l'ultima parola.

Il potere giudiziario è costituzionalmente indipendente (con al suo vertice la Suprema Corte Costituzionale) e durante le presidenze Mubarak ha dimostrato anche una crescente indipendenza di fatto. Il diritto è di tipo codicistico (civil law), salvo per le questioni matrimoniali e di stato personale, dove vige il diritto religioso (coranico o canonico).

Suddivisione amministrativa

  Lo stesso argomento in dettaglio: Governatorati dell'Egitto.

L'Egitto ha cinque livelli amministrativi al di sotto dello Stato.

Dall'aprile 2008 l'Egitto è diviso in 29 muhāfaza, o Governatorati.[4] In genere i Governatorati prendono il nome dalla città principale. Ogni Governatorato è retto da un governatore che viene designato dal presidente della repubblica.

Elenco dei Governatorati dell'Egitto

 
Governatorati dell'Egitto
Nome Area (km²) Popolazione (2006) Capitale
1 Iskandariyya 2.679 4.110.015 Alessandria
2 Aswan 679 1.184.432 Assuan
3 Asyut 25.926 3.441.597 Asyut
4 Buhayra 10.130 4.737.129 Damanhur
5 Beni Suef 1.322 2.290.527 Beni Suef
6 Il Cairo 214 7.786.640 Cairo
7 Dakahliyya 3.471 4.985.187 Mansura
8 Damietta 589 1.092.316 Damietta
9 Fayyum 1.827 2.512.792 Faiyum
10 Gharbiyya 1.942 4.010.298 Tanta
11 Giza 85.153 6.272.571 Giza
12 Ismailiyya 1.442 942.832 Ismailia
13 Kafr el-Sheykh 3.437 2.618.111 Kafr el-Sheikh
14 Matruh 212.112 322.341 Marsa Matruh
15 Minya 32.279 4.179.309 Minya
16 Manufiyya 1.532 3.270.404 Shibin El Kom
17 Wadi al-Jadid 376,505 187,256 Kharga
18 Sinai del Nord 27.574 339.752 Arish
19 Port Said 72 570.768 Port Said
20 Qalyubiyya 1.001 4.237.003 Banha
21 Qena 1.851 3.001.494 Qena
22 Mar Rosso 203,685 288,233 Hurghada
23 Sharqiyya 4.180 5.340.058 Zagazig
24 Sohag 1.547 3.746.377 Sohag
25 Sinai del Sud 33.140 149.335 el-Tor
26 Suez 17.840 510.935 Suez
27 Luxor 55 451.318 Luxor
28 Helwan n/a 643.327 Helwan
29 6 ottobre n/a 500.000 6th October City

Città principali

 
Mappa dell'Egitto

Istituzioni

Ordinamento scolastico

L'istruzione è obbligatoria dai 6 ai 13 anni di età; l'alfabetizzazione ufficiale è del 100%.

Sistema sanitario

Politica

Sia sul piano della politica interna, in particolare per quanto concerne l'assetto economico, sia su quello della politica estera, l'Egitto ha assunto, negli ultimi decenni, posizioni molto variegate e non sempre coerenti.

Il sistema politico egiziano è multi-partitico, ma con un partito dominante, il Partito Nazionale Democratico (الحزب الوطنى الديمقراطى Al-Hizb Al-Watany Al-Demoqraty), fondato nel 1978 dal presidente Sadat, oggi guidato dal presidente Mubarak e membro dell'Internazionale Socialista.

Alle elezioni legislative dell'ottobre-novembre 2000 il PND ottenne 353 seggi su 444; un'altra trentina si avvicinò dopo le elezioni al PND; i partiti di opposizione di tipo occidentale non ottennero più di 15 seggi, mentre gli indipendenti riconducibili ai Fratelli Musulmani furono 17 e gli altri indipendenti (notabili locali) 27.

Alle elezioni legislative del novembre-dicembre 2005 il PND ottenne 317 seggi, contro gli 88 indipendenti riconducibili ai Fratelli Musulmani, i veri vincitori delle elezioni. Come terza forza, con 6 seggi, si è confermato il Nuovo Partito Wafd (حزب الوفد الجديد Hizb al-Wafd al-Jadid), erede dal 1983 del Wafd ("Delegazione"), tradizionale partito del nazionalismo liberale dissolto nel 1952. Dal Wafd si era scisso a ottobre 2004 il Partito del Domani (حزب الغد Hizb el-Ghad), liberal democratico, che ha ottenuto 1 seggio.

Mohamed Hosni Mubarak è presidente dal 14 ottobre 1981, data dell'assassinio del presidente Mohammed Anwar El-Sadat; è stato eletto al suo quinto mandato nel settembre 2005, nella prima elezione presidenziale pluralistica, con l'88,6% dei voti (Ayman Nur del Ghad ottenne il 7,3%, Numan Gumaa del Wafd il 2,9%). I votanti furono però solo il 23% degli elettori.

Ahmad Nazif ha assunto la carica di primo ministro il 9 luglio 2004, in seguito alle dimissioni di Atef Ebeid, in carica dal 1999.

Oltre 50 anni dopo la rivoluzione dei Liberi Ufficiali (23 luglio 1952), alla fine di febbraio 2005, Mubarak annunciò a sorpresa la revisione della legge elettorale presidenziale in senso pluralistico. Tuttavia, anche la nuova legge rende estremamente difficili le candidature e favorisce la rielezione del presidente uscente. Ayman Nur, del Ghad, fu la vittima più nota di tale processo.[5] Peraltro, anche riguardo alle elezioni presidenziali e parlamentari del 2005 si levarono accuse di violenze pubbliche e private contro gli oppositori e di brogli a favore del partito di governo. Meno del 25% dei 32 milioni di elettori registrati votò nel 2005.

Il 19 marzo 2007 il Parlamento approvò 34 emendamenti alla Costituzione, ma l'opposizione non partecipò al voto; gli emendamenti miravano a:

  • proibire che i partiti usino la religione come fondamento dell'attività politica;
  • consentire una nuova legge anti-terrorismo, sostitutiva dello stato di emergenza vigente dal 1981, concedendo alla polizia ampi poteri di arresto e sorveglianza;
  • attribuire al presidente il potere di sciogliere il parlamento;
  • terminare il controllo giudiziario sulle elezioni.[6]

Il referendum vide la partecipazione del 27% dell'elettorato: il 27 marzo si annunciò che il 75,9% dei votanti aveva approvato gli emendamenti. Ciò avrà per conseguenza una più efficiente repressione dell'islamismo.

Nonostante la crescente libertà del dibattito politico ed elettorale, secondo le organizzazioni umanitarie internazionali quali Amnesty International, Human Rights Watch e Freedom House) l'Egitto è da considerarsi non libero, per le persistenti violazioni dei diritti umani (donne, omosessuali, minoranze religiose), civili e politici.[senza fonte]

La politica estera è moderata e in genere filo-occidentale dagli anni 70. L'Egitto ha considerevole influenza nel Medio Oriente e in Africa. Ospita al Cairo il quartier generale della Lega Araba e media spesso i conflitti inter-arabi. Come primo paese arabo a far pace con Israele (1979) assume spesso il ruolo di mediatore fra quest'ultimo e gli arabi. Dal 1991 al 1996 fu segretario generale delle Nazioni Unite l'ex vice-primo ministro egiziano Boutros Boutros-Ghali.

Questione democratica

Dopo gli anni bui sotto il regime filo-sovietico di Nasser che aveva regalato agli egiziani solo guerre, espropri, sottosviluppo, repressione violenta del dissenso e l'inimicizia dei paesi occidentali, l'Egitto con Sadat iniziò un lunghissimo processo di apertura in politica ed economia che può essere considerato un processo di democratizzazione. L'Egitto passa da dittatura a regime autoritario, e forse, oggi, ci sono buone probabilità che questa lunga fase porti finalmente ad una vera democrazia nei prossimi anni. Elementi interni ed esterni confermano questa sensazione. L'alleanza con gli USA è un primo elemento che, sopratutto dopo l'11 settembre e la guerra in Iraq, può spingere verso questo risultato, come insegna l'esempio della transizione democratica in Pakistan. Un altro elemento, questa volta interno, è la stagnazione economica unita all'incertezza sul futuro della leadership di Mubarak che non ha nominato un successore e nemmeno un vicepresidente. Inoltre l'Egitto è un paese che ha tutte le carte in regola per diventare una vera democrazia: una società civile tra le più evolute del mondo musulmano, una magistratura indipendente e capace di prendere decisioni coraggiose (come quelle di legalizzare nuovi partiti e di assumersi la responsabilità dei controlli nei seggi sottraendoli ai brogli del ministero dell'interno), un sistema multipartitico e teoricamente democratico dal punto di vista istituzionale e infine una nascente élite economica,un ceto dinamico ed istruito che potrebbe aiutare il passaggio democratico. Ma se ci son tutti questi presupposti, come mai oggi l'Egitto non è ancora un paese democratico? Il problema sta tutto nell'eredità nasseriana di un sistema militarizzato dove l'esercito assume ancora un ruolo preponderante dove il 50% dei ministri è un ex militare, e sta nella caparbietà del partito di governo di non mollare le redini del potere e nemmeno di porsi in discussione in una vera competizione elettorale. Infatti le elezioni son palesemente truccate prima del voto con le malversazioni nell'iscrizione degli elettori nei registri elettorali, e successivamente durante lo spoglio dei voti. Senza contare che il sistema elettorale viene modificato ad ogni elezione senza che se ne faccia conoscenza agli elettori. Poi c'è la questione dei candidati indipendenti, capaci di sconfiggere i candidati di regime (in quanto fanno confluire su di loro i voti clintelari delle elite economiche e del popolo che vuole punire il partito di governo e che sa che solo gli indipendenti hanno vere possibilità di vittoria), ma che dopo le elezioni vengono inglobati nel partito di regime garantendo la maggioranza a Mubarak. Insomma, la struttura democratica c'è, la volontà degli egiziani pure, solo il tempo è ormai l'unico ostacolo ad una vera democrazia in Egitto.

Economia

 
Le antiche cave di porfido nel deserto orientale tra il Nilo e il Mar Rosso

L'economia egiziana, prevalentemente agricola, nonostante il recente sviluppo delle attività industriali, e turistiche, era caratterizzata fino a qualche tempo fa da una pressoché assoluta staticità alla monocoltura del cotone che assoggettava, e in parte tutt'ora assoggetta, l' economia del paese alle fluttuazioni dei mercati internazionali.

  • Addetti all'agricoltura: 32%
  • Addetti all'industria: 22%
  • Addetti al Turismo  : 46%

Un recente rapporto del governo egiziano indica un aumento sostanziale delle entrate dello Stato nel corso del primo semestre dell’ anno fiscale 2008-2009. Secondo i dati, i ricavi del Cairo ammontano a 128 miliardi di sterline egiziane (circa $ 25 miliardi di euro) - un aumento del 98,5% rispetto al precedente anno fiscale. La relazione inoltre ha indicato un aumento del 46,5% di acquisti fiscali ($ 5,7 miliardi), un 22% di aumento in tasse doganali ($ 1,35 miliardi). Turismo, insieme con i ricavi generati dal Canale di Suez, i trasferimenti di denaro da parte egiziana ai lavoratori all'estero, e il Gas e le esportazioni di petrolio, costituiscono per l'Egitto le entrate in valuta estera. [7]

Operazione Piombo Fuso a Gaza ha suscitato aspri sentimenti anti-Israele in Egitto, molte le intimazioni a tagliare i legami commerciali con lo Stato ebraico. Tuttavia, le organizzazioni del mercato egiziano non hanno ceduto alle pressioni e non hanno istituito il boicottaggio. Secondo dati egiziani, gli scambi commerciali tra Israele ed Egitto nel 2008 sono stati stimati di circa quattro miliardi di dollari, esclusi il gas e la benzina. [8]

Lavoratori egiziani all'estero

La crisi finanziaria mondiale ha colpito anche l'Egitto. Secondo uno studio pubblicato dal Centro egiziano di studi economici, le autorità temono che circa mezzo milione di lavoratori egiziani perderà il posto di lavoro nei paesi del Golfo entro la fine del 2009. [9]


Settore primario

La maggior parte dei campi è irrigata artificialmente ma la Alta Diga non permette ormai più al Nilo di fertilizzare i terreni e di ottenere fino ai tre raccolti tradizionali che precedentemente si potevano avere ogni anno. Le colture sono diversificate a seconda della stagione:

Industria

Grazie a petrolio e gas naturale l'industria energetica è abbastanza sviluppata. Sono importanti anche il settore siderurgico, meccanico e chimico. Il settore più sviluppato è comunque quello tessile, soprattutto con la lavorazione del cotone. La zona più industrializzata è quella tra il Cairo ed Alessandria.

Nella città di 6th October City si sta sviluppando un forte polo industriale dedicato alla produzione automobilistica. Qui sono presenti molti gruppi industriali stranieri come Nissan, Mercedes-Benz, Suzuki e la tedesca BMW attraverso la Bavarian Auto.

Terziario

 
Sharm el-Sheikh, notissima località turistica e balneare

Servizi alle imprese, finanza, commercio interno, servizi alla persona

Trasporti

  Lo stesso argomento in dettaglio: Trasporti in Egitto.
  • Strade: 64.000 km
  • Ferrovie: 8.600 km
  • Vie navigabili interne: 3.100 km

La navigazione interna (lungo il Nilo e canali ad esso collegati) è molto intensa. Il Canale di Suez, lungo 120 chilometri, è stato terminato nel 1869 e da allora costituisce una via di comunicazione di somma importanza strategica. I trasporti su gomma sono sviluppati solo nella zona della valle del Nilo.

Turismo

Il turismo, attualmente l'attività più importante del settore terziario, ripreso dopo gli attentati degli anni novanta, vede in Sharm el-Sheikh, Hurghada e Marsa Alam i centri più importanti dove sono sorti numerosi alberghi e villaggi turistici con animazione turistica e internazionale.

Commercio estero

La bilancia commerciale egiziana è in passivo, anche perché le esportazioni riguardano solo il petrolio, il cotone e i datteri. Tuttavia il turismo internazionale è fonte di entrate valutarie, e così le rimesse degli emigrati.

L'Egitto esporta il proprio gas naturale ad Israele. Recentemente, una battaglia legale e' in corso contro l'esportazione di gas naturale dall’ Egitto a Israele. Una commissione di esperti, nominata dal tribunale egiziano che discute una petizione contro la tratta di gas, ha presentato una raccomandazione volta ad annullare la decisione del governo per l'esportazione di gas naturale ai vari paesi, tra cui Israele, ad un prezzo ridotto. [10]

Ambiente

Estremamente arido e principalmente desertico,eccezion fatta per le rive del Nilo che quando straripa deposita, nei campi circostanti, una sostanza molto fertile chiamata Limo.

Arte

Sport

La Nazionale di calcio egiziana si è aggiudicata per due volte consecutive (2006 e 2008) la Coppa d'Africa e con un totale di 6 vittorie su 7 finali detiene il primato africano.

La Nazionale di pallavolo femminile dell'Egitto ha vinto due volte il campionato africano e ha partecipato sia ai Mondiali che alla Coppa del Mondo.

Tradizioni

Gastronomia

L'alimentazione nell'antichità

Si consumavano volatili ed animali da cortile. I campi disposti lungo le rive del Nilo producevano anche varie verdure, legumi ed una grande quantità di frutta.

Essendo sconosciuto lo zucchero, per dolcificare si utilizzava il miele o, talvolta, il succo dei datteri.

Il sale veniva ricavato dai depositi del Wadi Natrun, nel deserto libico ed era usato principalmente come conservante per le carni.

L'olio veniva utilizzato per l'alimentazione, come unguento e per l'illuminazione ed era ricavato dai semi di varie piante, tra cui, principalmente, sesamo e ricino. Il più pregiato era ricavato dai gigli.

L'olio d'oliva era in gran parte importato dalla Siria, essendo insufficienti le piantagioni di olivi in Egitto.

Bevanda usuale, oltre l'acqua e i succhi di frutta, era la birra, che si otteneva facendo fermentare nell'acqua - e forse con datteri - pagnotte d'orzo. La birra aveva anche un valore rituale e faceva parte fissa delle offerte ai defunti ed alle divinità, insieme al pane e alle carni.

Il vino era conosciuto in Egitto dall'età più antica. I vigneti più antichi erano nel Delta, ma anche nelle oasi e in Nubia si coltivava la vite. Nella tomba di Tutankhamon furono trovate 26 giare di vino, ognuna con l'indicazione della data e del luogo di produzione, oltre al nome del produttore.

Piatti moderni

Vita dell'Egitto antico

 
Una scena di transumanza

La vita nell'Egitto antico era molto legata al gruppo sociale a cui si apparteneva.

Il Faraone (termine che andrebbe utilizzato solo dalla sedicesima dinastia in poi) era al vertice di tutta la società. Tramite gli scribi il Faraone poteva controllare il buon funzionamento dell'economia del paese. Costoro, conoscendo la scrittura e la matematica, mantenevano in ordine i registri della produzione agricola consegnata al Faraone e calcolavano la parte spettante per ogni abitante dell'Egitto in base al lavoro svolto, alle necessità della famiglia, alla parte da destinare al magazzino per far fronte alle possibili carestie.

Il popolo era per la maggior parte dedito all'agricoltura. La fertilità del terreno permetteva diversi raccolti l'anno, ma durante il periodo delle esondazioni del Nilo gli agricoltori si impegnavano per la costruzione delle grandi opere, ad esempio le grandi piramidi, in cambio di un compenso.

Pesi e misure

Il sistema metrico decimale (metro, chilogrammo, ecc) è stato adottato in Egitto il 28 aprile 1891, ed è ampiamente usato. È rimasto in uso il feddan come unità per la misura della superficie dei terreni. Un feddan = 4.200 mq = 1,038 acro = 0,42 ettari.

Note

  1. ^ Egitto su CIA World Factbook
  2. ^ Jankowski, James. "Egypt and Early Arab Nationalism" in Rashid Khalidi, ed. The Origins of Arab Nationalism. New York: Columbia University Press, 1990, pp. 244-45
  3. ^ Dawisha, Adeed. Arab Nationalism in the Twentieth Century. Princeton: Princeton University Press. 2003, pp. 264-65, 267
  4. ^ Reem Leila, Redrawing the map, in Al Ahram Weekly (On-line). URL consultato il 19 maggio 2008.
  5. ^ United States "Deeply Troubled" by Sentencing of Egypt's Nour. U.S. Department of State, Published December 24, 2005
  6. ^ Anger over Egypt vote timetable BBC News.
  7. ^ Doron Peskin, Infoprod Egitto relazioni forte aumento delle entrate dello Stato 10.02.09
  8. ^ Egiziani in contrasto su boicottaggio Israele, Doron Peskin, Infoprod 19.01.09
  9. ^ EGITTO TEME RITORNO DI 500.000 LAVORATORI DAL GOLFO Doron Peskin, Infoprod 03.04.09
  10. ^ Egitto, esperti esortano annullamento di accordo sul gas, Doron Peskin, Infoprod 20.03.09

Bibliografia

  • M.W. Daly ed., The Cambridge History of Egypt, Cambridge, C.U.P., 1998, 2 voll.
  • Yaḥyà al-Antākī, Cronache dell'Egitto fatimide e dell'impero bizantino (937-1033), a cura di B. Pirone, Roma, Jaca Book, 1968
  • Paolo Minganti, L'Egitto moderno, Firenze, Sansoni, 1959
  • Nicola Melis, "L'importanza geostrategica dell'Egitto secondo un documento absburgico del XVI secolo", in E. Sanchez-G. P. M. Asuero-M. Bernardini (eds.), España y el Oriente islámico entre los siglos XV y XVI (Imperio Otomano, Persia y Asia central) Actas del congreso Università degli Studi di Napoli "l'Orientale" Nápoles 30 de septiembre - 2 de octubre de 2004, Isis, Istanbul 2007, pp. 238–311.
  • Bruno Aglietti, L'Egitto dagli avvenimenti del 1882 ai giorni nostri, Roma, Istituto per l'Oriente, 1965, 2 voll.
  • Massimo Campanini, Storia dell'Egitto contemporaneo. Dalla rinascita ottocentesca a Mubarak, Roma, Edizioni Lavoro, 2005

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