Discussione:Al Qaida
Qualche dubbio su questa frase:
In realtà Al Qaida è un'organizzazione islamica i cui religiosi hanno emesso un fatwa (parere religioso) per la guerriglia contro gli stati alleati al Sionismo per aver aggredito la comunità islamica, oltre ad Al Qaida i gruppi islamici che hanno seguito il fatua sono molti, e vengono erroneamente indicati con il nome di Al Qaida.
- --Snowdog 19:52, Dic 20, 2004 (UTC)
È una filiale diretta della CIA
Al Qaida nasce in Afghanistan al periodo dell'invasione del paese da parte dell'URSS. È il meccanismo con cui gli USA mandano avanti la guerra fredda contro l'URSS. All'epoca il rappresentante della CIA in Afghanistan era un certo bin Laden.
Al Qaeda viene riutilizzata (sempre da parte della CIA) al tempo della guerra in Jugoslavia, quando gli USA finanziavano i movimenti islamici in funzione anti - Milosevic.
In tempi più recenti al Qaida sembra aver acquistato una certa autonomia dalla CIA, ma questo potrebbe essere solo un parere. Quanto sopra è storia. Prego i curatori della voce di fare un po' di ricerche storiche. Su internet non dovrebbe essere difficile.
--Truman Burbank 09:09, Mar 7, 2005 (UTC)
"di poco meno agghiacciante"
perchè gli attentati di Madrid sono qui definiti "di poco meno agghiacciante"? c'è una misura della ferocia? non lo correggo perché vorrei sapere le vostre opinioni, ma suggerirei un "altrettanto agghiacciante"
Temo di aver inserito io quella contestata frase. Non certo perché avessi voluto misurare la ferocia, ma l'agghiacciamento sì. A mio parere ha un certo peso, non proprio ignorabile, la quantità delle vittime prodotte. La frase è stata comunque cambiata ma l'uccisione (qualsiasi uccisione, a prescindere dalle idee, dal colore della pelle e dall'importanza sociale) è certamente atto tremendo ma - estremizzando, e senza retorica o filosofeggiamenti - non credo sia proprio la stessa identica cosa la morte di un singolo e quella di migliaia di esseri umani. La morte violenta è, per ogni singolo, l'abominevole e irrimediabile atto conclusivo della vita. Che riguardi 1, 190 o 3000 persone non è però per me la stessa cosa. La condanna etica è la stessa, evidentemente. L'"aggiacciamento" no e, a mio modo di sentire, l'agghiacciamento è stato maggiore nel secondo caso rispetto al primo e nel terzo rispetto al secondo. Se poi i morti sono centinaia di migliaia o milioni - come nel corso della storia è più volte avvenuto, dallo sradicamento violento delle culture native americane alla Rivoluzione Francese, da quella sovietica o cinese ai forni crematori nazisti, da Hiroshima e Nagasaki all'Indonesia, dalla Cambogia all'Uganda - l'agghiacciamento sarebbe ancora maggiore. Si può certo non condividere questo mio sentimento. Ma non credo sia razionalmente possibile definirlo oggettivamente sbagliato. Con simpatia. --Cloj 18:03, 3 feb 2006 (CET)
- Essere agghiacciati è un emozione; di conseguenza essere più agghiacciati per una cosa piuttosto che per un'altra significa aver provato quella stessa emozione con differente intensità in relazione ai due eventi considerati. In tal senso nessuno potrà mai dirti che sbagli quando dici che un'esperienza per te è stata "di poco meno agghiacciante" di un'altra; ma, appunto, per te! Essere agghiacciati è un'esperienza soggettiva e nessuno dovrebbe poter associare il predicato "agghiacciante" ad un fatto senza aver specificato per chi lo è stato. Dunque, accettando le premesse di cui sopra è impossibile dire che una cosa è oggettivamente agghiacciante, proprio in quanto POV. In tal senso il problema di trovare un criterio per stabilire vuoi un ordine vuoi un'eguaglianza tra i livelli emotivi associati a due eventi risulta mal posto. (Aggiungo che per come la vedo io è perfettamente possibile che per qualcuno il fatto di, chessò, essersi macchiato il vestito nuovo possa essere un'esperienza ben più agghiacciante del vedere crollare le torri gemelle; credo che purtroppo o per fortuna ciò non sia sindacabile (mors tua vita mea; oppure aereo precipitato, nessun italiano a bordo) ed ognuno piangerà quasi sempre solo i propri morti). Sarei, peraltro, pienamente d'accordo con l'intento di classificare la gravità di certi eventi storici di tipo catastrofico in base al numero di morti o all'incidenza relativa della morte sulla popolazione esposta, perchè mi sembra il solo criterio oggettivo che possa funzionare come riferimento; ma non mi sembra proprio che vi sia molta gente interessata/bile ad una simile operazione; così, per fare un esempio, per molti occidentali, ebrei e non, l'olocausto è paradigmaticamente la più grande tragedia della storia, un evento che non ha precedenti e non dovrà più ripetersi; mentre magari per gli armeni un "olocausto" è avvenuto vent'anni prima, e per i cambogiani vent'anni dopo. In ogni caso, per quanto riguarda Wikipedia in generale, sarei dell'opinione di provare ad evitare di usare connotazioni emozionali nello sviluppo delle voci, prorpio perchè intrinsecamente POV, e di riservarle magari per una discussione; per la voce Al-Qaida proporrei di eliminare i vari "sconvolgente" ed "agghiaciante", riformulando opportunamente le frasi in questione (ma chiaramente su questo ci dovrebbe eventualmente essere una convergenza preliminare).
- Inevitabilmente 05:20, 25 mar 2006 (CET)
Problema dell'esistenza di Al-Qaida
In base a questa definizione non riesco a capire cosa Al-Qaida sia esattamente. Spiego in parole poverissime quale è il mio problema. Possiamo senz'altro (con buona pace di Frege e Quine) affermare che le BR sono esistite, perchè alcuni eventi fisici ben precisi sono stati firmati da esse in maniera incontrovertibile; e per quanto, ad esempio, qualcuno possa voler negare che la strage di via Fani sia stata opera materiale di militanti brigatisti (per vederci magari la mano esperta di un tiratore scelto, magari facente capo a qualche servizio segreto straniero) perchè non esistono prove fisiche - non giuridiche - a supporto di quella ipotesi, nessuno può negare che un gruppo di persone autoproclamantesi apparteneti alle BR abbia tenuto sotto sequesto Moro e trattato con lo stato per conseguire obiettivi politici, militari ed ideologici (e si badi, non importa affatto se ciò sia stato fatto con l'aiuto di altri, nè chi siano questi eventuali altri). Così esistono parecchi altri eventi che sono riconducibili con sostanziale certezza a persone fisiche ben precise (per esempio del processo e dell'esecuzione del fratello di Patrizio Peci ci sono addirittura registrazioni su nastro magnetico) che si dichiaravano elementi delle BR. Ecco, per quello che ne so io (e mi farebbe enorme piacere se qualcuno volesse o condividere o colmare questa importante lacuna di informazione) nel caso di Al-Qaida questo elemento di apposizione consapevole della propria firma ad un'azione attribuita manca del tutto. Ad Al-Qaida si attribuisce dall'esterno la paternità di alcune operazioni, mentre personalmente non mi risulta che, se in occasione di un particolare evento convenzionalmente attribuito ad Al-Qaida vi è stato modo di tracciare indietro la responsabilità di quell'evento ad una persona fisica ben precisa, questi si sia dichiarato esecutore in nome di Al-Qaida, o abbia in qualunque altro modo apposto la firma di Al-Qaida; nè mi pare che alcuna delle rivendicazioni a nome di Al-Qaida, comq quelle comparse a più riprese su Internet, possa essere considerata credibile. (A dire il vero personalmente non sarebbe credibile neppure una confessione, dal momento che altrimenti dovrei parimenti ammettere l'esistenza del diavolo o delle streghe). In altri termini il denotante "Al-Qaida" mi ricorda molto più da vicino il denotante "mafia", un nome collettivo e con l'iniziale minuscola, che non i denotanti "BR" o "RAF" o "IRA"; ma la mafia non ha, per esempio, un capo, nè un'unica struttura piramidale, come si è invece detto per Al-Qaida nella voce. Inevitabilmente 04:20, 25 mar 2006 (CET)
- Ti rispondo io. Così, per il piacere di discutere. Il problema che mi sembra tu sollevi è quello della "verità storica", se non sbaglio. Elucubrare però se un fatto sia in effetti - oggettivamente e comprovabilmente - avvenuto, è impresa pressoché impossibile. La storia, come è chiaro, è sempre stata scritta dai vincitori, dai più forti (oggi, magari, anche solo a livello mediatico). Ma questo ci porterebbe a un relativismo storico che (lungi da me l'accostamento ad altri "relativismi", con buona pacre del Papa, del mondo islamico e di Marcello Pera) non ci consentirebbe di costituire alcun "modello" storico su cui procedere, se non altro per interpretare la "storia dell'oggi".
Tali modelli sono strutturalmente e perennemente perfettibili se l'indagine sarà condotta almeno in "buona fede". La dietrologia si alimenta proprio di questo dubbio che, anziché essere salubramente metodico, ci paralizzerà definitivamente, senza alcuna possibilità di salvezza. Mi spiego: non c'è molto da dsubitare del fatto che al-Qa'ida, oggi come oggi, sia più che alòtro una sigla. Una cortina fumogena dietro cui operano moltitudini di (anche distanti) organizzazioni militanti (terroristiche, partigiane, resistenti, combattenti, fai tu), con l'unico tratto comune dell'attacco senza pace alle élites di governo islamiche, alle classi dei dotti complici di queste e alle società occidentali laiche o laicizzanti (il Cristianesimo è un utile paravento per mobilitare il sostegno anche degli ambienti più derelitti e meno acculturati) che permewttono a quelle élites di seguitare a schiacciare le masse musulmane, deluse dal "progresso" occidentale (buono solo per se stessi ma mai applicato nei paesi islamici), dal "nazionalismo" e dal "socialismo". Cui resta solo la speranza della religione, in applicazione del principio secondo cui "quando il mondo non ti vuol più, rivolgiamoci al buon Gesù). Se però, oggi, al-Qa'ida è (probabilmente) questo, all'inizio era però un'organizzazione ben precisa. Di cui non si conoscono appieno i reali natali ma che ha operato, sotto la guida ideologica di alcuni personaggi precisi (tra cui Osama bin Laden è solo un finanziatore ma non un raffinato teorico). Che ha rivendicato con precisione alcuni fatti (anche nel famoso filmato si parla dello stupore suscitato dall'ionatteso crollo dei palazzi, a dimostrazione della conoscenza della pianificazione dell'azione). Si potrà dubitare. Forse è anche bene e salutare farlo. Ma attenzione a non generare nuovi Irving e a lasciare la briglia sciolta alla fantasia più dietrologica, pur sapendo e convenendo che sarà difficile assaa oggettivamente dimostrare al di là d'ogni ragionevole dubbio la realtà di certi (pretesi) fatti della storia. Ma non vorrei che, discutendo se la peste è un accidente o una sostanza, ci infettassimo e ce ne andassimo all'altro mondo, alla faccia di ogni bella e sana discussione metodologica, filosofica, espistemologica o storica, appunto. --Cloj 18:31, 25 mar 2006 (CET)