Ritratto di Amedeo IX "il beato", affresco, post 1474, Torino, chiesa di San Domenico

Antoine de Lonhy (documentato dal 1446 in Borgognaducato di Savoia, ca. 1490) è stato un pittore, miniatore e maestro vetraio francese , fu un artista itinerante e polivalente, a lungo attivo in Piemonte.


Biografia

La sua identità è stata messa in luce solo in anni recenti grazie ai lavori di ricerca condotti in parallelo da Giovanni Romano e da François Avril. In precedenza egli era stato indicato con diversi nomi convenzionali: il "Maestro delle Ore di Saluzzo" o "Maestro della Trinità di Torino" (da uno dei suoi principali dipinti). Le ricerche menzionate hanno messo in evidenza che la sua formazione pittorica ha avuto luogo nella Borgogna meridionale attorno al 1440 a contato con i modelli fiamminghi di Jan Van Eyck e di Rogier van der Weyden. Lavorò poi per importanti committenti come Nicolas Rolin, cancelliere di [[Filippo III di Borgogna|Filippo il Buono] duca di Borgogna, secondo quanto attesta il più antico documento sulla sua attività pervenutoci (1446)[1], o come Jean Germain, vescovo di Chalon-sur-Saône (1449).

Agli inizi della decade successiva, Antoine si trasferì a Tolosa ove realizzò gli affreschi della cappella di Santa Caterina nella chiesa di Notre-Dame de la Dalbade (1454). Durante il suo soggiorno in Linguadoca egli realizzò anche opere in miniatura, segnatamente per l’arcivescovo di Tolosa, Bernard de Rosier, e realizzò altresì, su incarico delle autorità comunali, alcune vetrate per la sala grande del palazzo civico (1460).

Nello stesso anno (1460) fu attivo anche in Catalogna dove realizzò la vetrata per il rosone che orna la facciata della chiesa di Santa Maria del Mar in Barcellona [1] e la pala d'altare per il monastero agostiniano di Domus Dei a Miralles, Castellví de Rosanes.

Da un atto notarile del 1462 apprendiamo che Antoine si era traferito nel ducato di Savoia, ad Avigliana, presso Torino, e che cedeva ad un suo fiduciario il credito residuo che aveva per la pala d’altare del monastero agostiniano di Miralles.
Non si conosce la circostanza che portò Antoine a lavorare nel ducato di Savoia; è verosimile che sia lui il destinatario di un pagamento disposto a favore di un "maistre Anthoine pintre" per alcuni lavori decorativi eseguiti per Amedeo IX a Chambéry. Lo stesso Amedeo IX, "il beato", è ritratto in un affresco, eseguito dopo la sua morte (1474) e prima della sua beatificazione nella chiesa di San Domenico a Torino. Per Iolanda di Francia, moglie di Amedeo IX e figlia di Carlo VII, re di Francia, Antoine eseguì una serie di miniature del trattato Breve dicendorum compendium.

Il catalogo delle opere eseguite da Antoine de Lonhy nel suo periodo di permanenza in Piemonte si è andato arricchendo di nuove attribuzioni: oltre la celebre Trinità (1465-1470) conservata al Museo Civico di Arte Antica, le sei piccole tavole con figure di Apostoli (provenienti dalla predella di un ignoto polittico smembrato) acquistate nel 2000 dallo stesso Museo Civico, una tavola con Sant'Anna, la Vergine e il Bambino nel Duomo di Torino (sacrestia), il polittico nella chiesa parrocchiale di Novalesa, l'importante ciclo di affreschi (recentemente restaurati) nella chiesa abbaziale dei Santi Pietro ed Andrea ancora a Novalesa, ed altro ancora.

L'influenza di Antoine del Lonhy, un pittore aggiornato sui raffinati modi stilistici delle Fiandre (forse meditati anche attraverso la lezione franco- provenzale di Berthélemy d’Eyck, il pittore ufficiale di Renato d’Angiò[2]), passato attraverso il confronto con le novità artistiche del contesto barcellonese, sulle arti figurative piemontesi della seconda metà del XV secolo fu alquanto marcata, ma forse senza comprendere appieno il portato innovativo del suo linguaggio artistico . G. Romano osserva a questo riguardo

«L'itinerario piemontese di Antoine de Lonhy, lungo e ricco di opere, è destinato a lasciare una traccia più apparente che sostanziale, e soprattutto inciderà nelle tipologie di polittici, nell’ornato dei fondi oro e nelle damascature dei tessuti; le rischiose esplorazioni psicologiche sottotraccia dovranno attendere Pietro Grammorseo per vedersi riproposte con altrettanta febbrile acutezza; la gamma cromatica, ora trasparente ora speziata soccomberà sotto le proposte non meno seducenti dello Spanzotti»

Note

  1. ^ In Borgogna, ad Autun, nel 1446, egli fu pagato per la realizzazione delle vetrate della cappella del Castello di Authumes
  2. ^ M. Caldera, “Antoine de Lonhy”, in “Corti e Città”