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Franca o Salto di Jirifai e Montesanto

Chiamato anche “Salt Jirifai” o “Salto (1) di Jirifai (leggi Irifai)” o “Jurifai” (leggi Iurifai). Antico stato cistercense di limitata estensione collocato in una vasta ansa fluviale in Sardegna. Era una franca di confine posta tra tre stati oggi scomparsi (il Giudicato di Cagliari, il Giudicato di Gallura e il Giudicato di Torres) la cui istituzione documentata risale al XII secolo. La franca che aveva una sua autonomia si era caratterizzata geograficamente e dal punto di vista storico e teocratico per avere una cosovranità congiunta, statale ed ecclesiale. La sua estensione era pari a oltre 170 Kmq (con le enclavi superava in totale i 270 Kmq) ed era ubicata nella parte Centro Orientale dell’Isola di Sardegna nell’attuale Provincia di Nuoro in parte dell’agro dei Comuni di Dorgali, Galtellì, Irgoli, Loculi, Oliena, Orgosolo, Nuoro. Nelle carte medioevali è presente e ricorre spesso con le denominazioni di Salt Jirifai o di Salt Jurifai. La franca rimase politicamente autonoma fino al XIII secolo quando fu occupata dalle truppe del Generale Lamberto Visconti della Repubblica di Pisa che esercitava "de facto" il protettorato del Giudicato sul Gallura stato rimasto in piedi solo nominalmente.

Confini

I confini della franca variarono nel tempo. La franca seguiva uno sviluppo geografico allungato su una direttrice Ovest-Est lungo l'asse di congiunzione del centro abitato di Nuoro con il centro di Dorgali. Il nucleo principale della franca era ricompreso in una vastissima ansa fluvale formata dal rio Sologo e dal rio Cedrino. La franca infatti aveva come confini il corso del rio Sologo dalla località Marreri-Isalle fino alla confluenza del rio Sologo medesimo con il rio Cedrino e dal corso del Fiume Cedrino dalla confluenza con il Sologo fino controcorrente al ponte di Badu è Cherchi. L'ansa della Franca era chiusa ad Ovest dal Monte Ortobene. In particolare il confine ad Ovest era una linea che dal ponte sul rio Cedrino chiamato Badu è Cerchi (Strada Provinciale 38 tratto Oliena Nuoro) (2), seguiva le pendice del Monte Ortobene medesimo, conduceva al paese di Gortobè nel Monte Ortobene (Fonte Santu Milianu), e da qui la linea proseguiva fino alla località di Marreri-Isalle dove si ricongiungeva al corso del rio Sologo. La franca era ben protetta e difesa dalle gole dei due fiumi di confine il rio Cedrino e il Rio Sologo e dal Monte Ortobene. Oggi l'accesso all'ansa fluviale di Jirifai e il superamento delle gole fluviali è garantito dall'esistenza di almeno 10 ponti. Il termine Jirifai indica che questa vasta ansa è determinata da due cambi di direzione (jiri in italiano medioevale) del fiume più importante il Cedrino. Questi due cambi di direzione del fiume hanno dato il nome ad altrettante località chiamate localmente nello stesso modo Girivai o Ghiriai. Qui oggi esistono il ponte di Ghiriai sulla Strada Provinciale 38 direzione Dorgali Nuoro e più a Nord il ponte di Ghiriai sulla Strada Statale 129 direzione Galtellì Nuoro. Il Montesanto è il massiccio calcareo che racchiude il Golfo di Orosei sulla costa sarda centro-orientale. Jirifai ricomprendeva a Est i borghi di Thorpeia, di Gonarium e di Castrum (o Corte), oggi Dorgali, che non avevano continuità con il corpo principale del salto ecclesiale di “Jirifai” ed erano collocate al di là del Cedrino che segnava una discontinutà ed erano vicine allo scalo marittimo di San Giovanni Portu Nonu tutti in agro di Dorgali. Sempre al di là del Cedrino, a Sud, i Comuni di Orgolosolo e di Oliena contribuivano con le terre del paese di Locoe e Nothule (Dule). Nothule era una precedente dizione o una frazione di Locoe paese scomparso nel 1810. Comunque la franca può essere stata più estesa ed essendo proprio al confine di tre stati (giudicati) può aver subito delle modifiche cosidette a fisarmonica. E' possibile che tutta la giurisdizione del Comune di Dorgali dalla sponda destra (dando le spalle alla sorgente) del Cedrino fino al mare ricomprendendo il massiccio calcare del Montesanto e relativi ulteriori centri (Siffiline, Scopeta, Ortomurcato-Sos Mucarzos, Corache-Oroviddo, Nurachi, Agugeda-Cucchè e Villademuro-Muru) può aver fatto parte del salto. A Dorgali erano presenti gli ordini ospedalieri (antoniti e lazzariti) che possedevano un ospedale, un lazzareto, un romitorio ecc. e che avevano provveduto alle fortificazioni di "Castro" o "Corte". Anche tutta o gran parte della giurisdizione del Comune di Nuoro può aver fatto parte di Jirifai ricomprendendo oltrecchè il borgo di Gortobè poi Seuna anche quello di San Pietro, oggi fusisi in Nuoro. Lo stesso collegamento della vicenda della Chiesa della Madonna di Gonare in agro di Sarule e di Orani potrebbe tradire l'appartenenza di questo monte alla franca. In una situazione di questo tipo la Franca di Jirifai può aver raggiunto anche l'estensione di oltre 400 Kmq pari a 40.000 Ha.

Storia

L'area geografica di Jirifai era già appartenuta agli ordini monastici della Chiesa Greca Sarda. Quest'ultima dopo lo Scisma d'Oriente (1054) fu sostituita dalla Chiesa Latina con l'abbandono della Sardegna da parte degli ordini monastici greci: studiti, basiliani ecc. I Giudici di Gallura, locali capi di stato, allora si posero il problema di riassegnare queste terre ad ordini monastici latini. Pertanto la franca cistercense di Jirifai fu costituita con atti di cessione statuali emanati successivamente dai Giudici di Gallura. Nel Secolo XII un atto fu siglato dall’allora Capo di Stato Costantino de Lacon Giudice di Gallura che cedeva in amministrazione extraterritoriale un vasto territorio giudicale ai cistercensi. Questi monaci avevano locali filiazioni del monastero cistercense di San Giovanni Battista dell’Isola del Giglio ( in sardo Santu Juanni Su Lillu storpiato nella lettura delle documentazioni amanuensi giudicali in Su Lili, Solliali, Ossillilli, Offilo ecc.) in Toscana (oggi nell'Isola del Giglio le località dove erano collocate le pertinenze del monastero sono la campagna di “La Bredici” e la “Fortezza Aldobrandesca” a Giglio Castello). Nel territorio di Jirifai era presente anche il Monastero cistercense di San Felice di Vada (Provincia di Livorno). L’atto istitutivo di Jirifai fu confermato con atti giudicali di ampliamento successivi. Al salto di Jirifai e quindi al centro di Sant'Angelo e Santa Maria di Gonarium o Corte e di San Giovanni Battista di Thorpeia è legata la vicenda storica fondamentale per la Sardegna quella di Gonario Giudice di Torres che nella seconda metà del Sec. XIII tenne i contatti con i cistercensi laziali servendosi dei cistercensi, i monaci vestiti di bianco, della Franca o Salto di Jirifai oramai già sotto il giogo politico pisano. Questi monaci che praticavano il precetto del lavoro manuale sopratutto agricolo avevano collegamenti con i templari, i giovanniti e gli antoniti, quest’ultimi presenti anche con i lazzariti. Infatti grazie alla presenza della Franca di Jirifai Gonario potè salpare per la Terra Santa con una nave templare che proprio dal Golfo di Orosei lo condusse a Gerusalemme. Nell’Abbazia delle Tre Fontane a Roma e nell’Abbazia di Montecassino nel Lazio riuscì ad attivare uno stretto contatto con San Bernardo di Chiaravalle. Al rientro dal viaggio in Terrasanta sempre nel Golfo di Orosei Gonario rischiò di fare naufragio. Esso si appellò alla Vergine dopodiccè gli apparse in miracolo la visione di un monte che gli servì per orientarsi verso la terra ferma e si salvò da morte certa. In quel monte Gonario fondò come riconoscimento della grazia ricevuta il santuario della Madonna di Gonare di Orani e Sarule. Gonario si ritirò come monaco nel convento cistercense di Chiaravalle in Francia. Tornando alla vicende locali dei cistercensi occorre ricordare che Pisa (ghibellina e filoimperiale) guardava sempre più con fastidio all'autonomia e al potere politico di queste Abbazie filopontificie (guelfe) che interferivano con i propri interessi nel Lazio settentrionale, nell'Arcipelago Toscano e in Sardegna. Il primo atto della Repubblica di Pisa utile a ridimensionare la franca di Jirifai fu di precludere il collegamento diretto con il Golfo di Orosei controllandone l'accesso al locale porto (Portu Nonu) e nel 1160 obbligò il Giudice di Gallura a revocare la cessione ai cistercensi di Thorpeia S'Armulanza e Miridai che passò sotto lo stretto controllo dei pisani per il tramite dell'Opera di Santa Maria di Pisa. Successivamente le truppe pisane nel XIII secolo finirono con l'occupare militarmente le terre di queste abbazie svotandole del loro potere politico. La franca perse la sua autonomia politica. I beni fondiari di Jirifai vennero comunque riconosciuti da Pisa come proprietà inalienabili della Chiesa ed in particolare del Vescovo di Galtellì che grazie a queste estese proprietà ebbe il titolo di Barone. Non per niente Pisa aveva creato il Vescovado di Galtellì suffraganeo di Pisa per ragioni di mero controllo politico sulla Chiesa locale. Analogamente con il Giudicato dell'Arborea i dominatori che dovevano succedere ai pisani e cioè gli aragonesi negarono all'Arborea l'indipendenza ma riconobbero per la Famiglia Alagon erede della antica casa regnante dei Bas Serra il titolo di Marchese. Nel 1200 il Monastero di San Giovanni "Su Lillu" è segnalato come sede di una precettoria templare. Questo significa che erano presenti per tutto il 1200 i cistercensi. Il suo porto quello di San Giovanni Portu Nonu viene citato nei versamenti delle collettorie pontificie del 1340. In questo periodo questi i beni templari, anche quelli di Jiirfai, erano già passati all'Ordine di Malta o Ospedalieri di San Giovanni. L'area ecclesiale, descritta nell’atto costitutivo del salto di Jirifai, risultava ancora presente in parte nel XVI Secolo quanto fu nuovamente perimetrata dalla Chiesa una parte del Salto di Jurifai, appartenete al Vescovado di galtellì, fusosi con Cagliari, chiamata “Biriddo” e poi successivamente quando queste aree ecclesiali furono cedute nel XVII Secolo ai gesuiti. Con l'abbrogazione di quest'ordine nel XVIII Secolo alcune aree apparteneti a questi beni fondiari ecclesiali furono messi all'asta, altre aree finirono comunque per essere trasformate nel 1800 in ademprivi che ancora oggi sono presenti come aree pubbliche gravate da uso civico e cioè le Paludi di "Biriddo", "Dorrisolo", "Mannolitto", "Porcarzos", il "Monte Ortobene" ecc. e altre come aree sempre pubbliche ma senza uso civico "Isalle-Orrule", "Prunetta" ecc.

Tre monasteri importanti

I monasteri locali più importanti erano il Monastero di Santa Maria di Gultudofe o Gultuofè o Gortobè (oggi area dell’Ortobene a Nuoro) annesso al borgo di Gortobè la cui parrocchia era dedicata a San Mamiliano Vescovo di Palermo, il Monastero di San Giovanni Battista annesso al borgo di Santa Maria Magdalena Thorpeiae e quello di San’Angelo e di Santa Maria annesso al Borgo di Gonarium (oggi Gonare), detta anche di Corte, questi ultimi due in agro di Dorgali. Questi monasteri tenevano i contatti marittimi con la navigazione sottocosta, e scalo a Bonifacio, (dove era presente un monastero) con le isole toscane e Ponza. I traffici di Jirifai partivano per il monastero madre di San Giovanni dell’Isola del Giglio servendosi dell’ausilio del locale porto di San Giovanni Portu Nonu e dei vascelli degli ordini ospedalieri.

Centri abitati medioevali

Agro di Dorgali: Thurcalis-Portu Nonu, Ortomurcato, Siffilionis, Scopeta, Castrum (o Corte), Thorpeia-S'Armulanza-Miriai-Gorgollennoro, Gonarium, Corache, Nurachi, Cares, Agugheda, Ilohe, Nurulis, Isarlis. Agro di Galtellì: Villademuro, Torpee Iscra Garteddi. Agro di Oliena: Golcone, Gadu o Giumpattu, Filihuri, Nothule. Agro di Orgosolo: Locoe. Agro di Nuoro: Goltofè o Gortovè o Gortobè (Ortobene e le pievi annesse di Santu Predu, Le Grazie, Santu Teru, Santu Tommeu, N.S. Itria, Santu Bainzu, Santa Barbara, Sant'Angelo).

Capoluogo

Di fatto questi tre monasteri importanti sopracitati erano i capoluoghi (Thorpeia, Gonarium, Castrum o Corte e Gortobè). Thorpeia fu citata in un atto di cessione del salto alla Repubblica di Pisa nel XII Secolo. Ma era la sede dell'Abbazia Vescovile di San Giovanni Battista "Su Lillu", Il Giglio (a Thorpeia vicina a Gonarium e a Castro o Corte borghi che si fusero nel 1300 nell'attuale Dorgali), dove vi era la potestà vescovile (El Bisbat in catalano il Vescovado) e la presenza degli ordini ospedalieri e quindi della forza militare, che conferiva il vero ruolo di capoluogo politico di Jirifai e del Montesanto.

Diritto Internazionale e Situazione Giuridica

La cessione del Giudice di Gallura come sostanza giuridica era ben diversa da quelle che in genere venivano emanate dai giudici sardi a favore degli enti monastici ecclesiastici non tanto per via dell'extraterritorialità ma per il fatto che si trattava di un'alienazione ad un altro Stato esistente. Infatti il Monastero di San Giovanni del Giglio era ricompreso in una giurisdizione politica indipendente, e quindi non si trattava esclusivamente di una giurisdizione religiosa. Intatti il Giglio era parte integrante dell’Abbazia cistercense, "nullius dioeceseos", delle Tre Fontane o di Aquas Salvias o di Sant'Anastasio di Roma che allora era una realtà autonoma politicamente dalla Stato Pontificio. La giurisdizione politica delle Tre Fontane (Isola di Ponza, Orbetello, Argentario, Ansedonia, Isola del Giglio e Giannutri, Montalto di Castro, Castro, Serpeta, Manopello e i territori ultramarini "per 100 miglia e più" ecc.) costituiva un vero e proprio stato, era molto vasta, e si era formata con il riconoscimento pontificio del grazioso atto istitutivo della giurisdizione statale delle Tre Fontane da parte dell’Imperatore CARLO MAGNO. Quest'atto risale all’803 d.C., era una ricompensa del miracolo compiuto dalle reliquie di San'Anastasio, custodite dalla stessa Abbazia, che condotte dai monaci delle Tre Fontane sul campo di battaglia, fecero ottenere all'Imperatore una grande e schiacciante vittoria militare sui longobardi ad Ansedonia. Quest'abbazia e le sue filiali avevano la giurisdizione politica sugli abitanti residenti nelle prorpie pertinenze. Pertanto questi abitanti non erano soggetti alla giurisdizione dello Sato locale (a Jirifai il Giudicato di Gallura). La Repubblica di Pisa che tra l'altro si era guadagnata il protettorato sul Regno di Gallura non si rassegnava ad avere un'altra realtà statale estranea al limite del suo stesso territorio sia in Sardegna che sulla terraferma (Toscana Meridionale, Arcipelago Toscano e Sud della Gallura) ed iniziò ad avversare non solo gli interessi dei rivali storici, i genovesi, ma anche quelli di questa abbazia "nullius dioeceseos". Sicuramente la vicenda dell'annientamento del potere e dei beni di questa abbazia legata strettamente agli interessi della Chiesa da parte della Repubblica di Pisa fu una delle cause poco conosciute che spinsero il Papa Bonifacio VIII a progettare l'espulsione di Pisa dalla Sardegna, dall'Arcipelago Toscano, dal Sud della Toscana e dal Nord del Lazio. Questo Papa si risolse a dare il via libera in funzione antipisana e antighibellina alla conquista della Sardegna, dell'Arcipelago Toscano, di Bonifacio in Corsica da parte degli aragonesi. Lo Stato pontificio si preparava ad espellere Pisa dal Nord del Lazio nell'area di Castro con l'ausilio dei Farnese. Si crearono, in questi ambiti, dopo questa decisione gli stati aragonesi del "Regnum Sardiniae" in Sardegna, di Bonifacio in Corsica (per soli per 70 anni) e dei "Presidi" nell'Arcipelago Toscano e si formò poi nel Nord del Lazio il Ducato di Castro che ricomprendeva i beni di Montalto di Castro già appartenuti alle Tre Fontane. Nella prima metà del 1600 Castro fu raso al suolo dagli stessi Farnese, il Ducato fu abrogato, e i suoi bemi passarono al Patrimonio dello Stato Pontificio che gestiva il Nord del lazio. Oggi giuridicamente Jirifai è un bene monastico dinastico in quanto non soggetto nel tempo a cambio di proprieta’. Allo Stato non è possibile la trascrizione a suo carico di beni di questo tipo in quanto sono riconosciuti dalla legge come usi civici non usucapibili di origine abbaziale che restano in perpetuum patrimonio dei discendenti degli ex conversi stabiliti sul territorio. Inoltre in questo caso l'abbazia aveva una specialità statuale che la differenziava dalle altre.

Situazione Amministrativa Pregressa

La cosovranità statale (Capo di Stato) e ecclesiastica (Abbate Vescovo) fu garantita dapprima dal potere giudicale. Ogni monastero di Jirifai era legato ad una sua propria area di pertinenza amministrativa costituita dalla comunità o pieve dove l’organizzazione comunitaria sortiva dall’interfaccia del potere ecclesiale con i locali capifamiglia. Ciascun nucleo abitato annesso al relativo monastero esercitava la giurisdizione esclusivamente nelle proprie pertinenze territoriali. Tre capi famiglia, designati dai capifamiglia medesimi, in genere conversi, componenti dei nuclei abitati, rinuniti in riunione plenaria, si affiancavano al potere abbaziale e restavano in carica tre anni ed avevano come prima incombenza organizzare la ricorrenza annuale e poi le altre incombenze. A turno uno dei tre era designato come Priore che restava in carica un anno. Ogni tre anni occorreva scegliere una nuova terna che sortiva dalla convocazione di una nuova riunione plenaria dei capifamiglia. Poi il potere giudicale a partire dal secolo XII veniva gradualmente sostituito anche formalmente dalla Repubblica di Pisa che annientò l'autonomia di queste abbazie (lo stesso avvenne nell'Isola del Giglio dove nella metà del 1200 scompare il locale monastero i cui poteri furono annessi a Pisa). Con Pisa i beni delle Abbazie vescovili "nullius dioeceseos" passarono prima al Barone Vescovo di Galtellì nel XIII Secolo per poi passare dopo alcuni secoli al Barone Vescovo di Nuoro alla fine del XVIII secolo. I cittadini divennero così soggetti allo Stato e non più all'Abbazia.

Moneta Circolante

La moneta locale nominale fu il franco. I cistercensi fondati dai francesi San Roberto di Molesmes e San Bernardo infatti avevano il loro riferimento in Francia a Chiaravalle e per questa ragione prediligevano il franco come nome della moneta locale. Il franco locale nel medioevo era una semplice unità di misura monetaria. La dizione "francu" è rimasta in uso localmente fino a tempi recenti. Occorre dure che nel Medioevo vista la posizione geografica marittima baricentrica dell'isola di sardegna nel Mediterraneo non c'era convenienza a emettere monete, pertanto circolavano diverse monete europee che non andavano fuori corso. Nel Giudicato di Gallura e in Sardegna, in quel periodo non esisteva una zecca dello Stato e cioè dei Giudicati. Tutte le monete forestiere venivano soppesate e valutate in termini di corrispondenti franchi nominali.

Lingue

La lingua parlata in quest'area dal popolo era il sardo. Il clero oltre che in quest'ultima lingua si esprimeva in italiano, in catalanoprovenzale antico e in latino.

Ricorrenze

Le ricorrenze festeggiate ad Jirifai erano: quella cistercense della Festa della Natività della Madonna il 7 e l’8 di Settembre o festa di Gonare ricorrenza festeggiata nel borgo di Gonarium. San Mamiliano Vescovo di Palermo (Santu Milianu), 18 novembre e 15 settembre, patrono di Gortobè (e anche di Golcone oggi Corcodde in agro di Oliena). San Lucifero Vescovo di Cagliari e Santa Maria Maddalena, 20 maggio il primo, 23 Luglio la seconda, patroni di Thorpeia. Tutti i borgi festeggiavano San Giovanni Battista il 24 di giugno.

Stendardo Cistercense

Lo stendardo di Jirifai era uno stendardo cistercense, quindi bianco con al centro una grande croce cistercense rossa (vedi la antica rappresentazione grafica riportata nella nota n.3). La croce cistercense era una croce patente e scorciata (detta anche di Mantova) ma con le braccia finite a foggia di arco. Il giglio bianco di San Giovanni Battista ricorre ancora come simbolo nell'oreficieria locale. A San Giovanni infatti era dedicato il locale Monastero di San Giovanni (a Dorgali in Via Dante) collegato allo scalo marittimo di San Giovanni Portu Nonu (località la Favorita e Palmasera a Gonone) e quello madre dell'Isola del Giglio sull'Arcipelago Toscano. Si parla della locale Abbazia Vescovile (Il Bisbat in catalano) in un documento cinquecentesco proprio per la località dove era ubicato San Giovanni "Su Lillu".

Note

(1) Salto = Area territoriale delimitata con confini precisi. (2) Qui c'era il guado che da Santa Maria della Misericordia di Dule (Nothule nel Medioevo) e Locoe conduceva a Santa Maria di Gortobè (Goltofè o Gortofè nel Medioevo) sul Monte Ortobene agro del Comune di Nuoro. Gortobè in agro di Nuoro e Dule-Locoe in agro di Oliena e di Orgosolo costituivano un'unica parrocchia. (3) Graficamente la croce cistercense (patente rossa), simbolo dei cistercensi, anche a Jurifai, è riportata nell'antica rappresentazione descritta nel sito seguente :

http://www.duepassinelmistero.com/_borders/Colomba61.jpg


CARLO MAGNO l'Imperatore:

http://www.youtube.com/watch?v=PRdJa-J42Ig

http://www.youtube.com/watch?v=Ps6ZeOuQgPY&feature=related

Bibliografia

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