Po di Adria

ramo del delta del Po
Versione del 12 ago 2009 alle 20:14 di Achillu (discussione | contributi) (Storia: +link a Adige)

Il Po di Adria (In greco antico: Ἀδρίας) è stato un ramo del delta del Po che passava per Adria e che si estinse intorno al I secolo a.C..

Il suo nome ci è giunto tramite le opere di antichi geografi greci quali Ecateo[1], Teopompo[2] e Tolomeo[3].[4]

Ecateo suggerisce che il mare Adriatico e la stessa città di Adria abbiano preso il nome da questo ramo dell'antico delta.[5]

Storia

Tra il XII e il IX secolo a.C., all'altezza dell'odierna Guastalla, il Po si divideva in due rami principali: il Po di Adria era quello settentrionale e aveva una portata maggiore rispetto a quello meridionale, il Po di Spina; l'alveo del Po di Adria corrispondeva grossomodo, da Sermide in poi, all'attuale sistema Fissero-Tartaro-Canalbianco e alla sua foce nacquero i primi insediamenti greci e venetici di Adria (si deve tener presente che all'epoca la linea di costa era molto più arretrata rispetto ad oggi). Lungo questa naturale via navigabile, che risalendo il Mincio arrivava fino al lago di Garda, sorse anche l'insediamento oggi chiamato Frattesina, presso Fratta Polesine.[6]

Tra il IX e l'VIII secolo a.C. si verificò la "rotta di Sermide" che ebbe importanti conseguenze nell'idrografia della bassa pianura Padana: la separazione dei due rami principali del Po si spostò più a valle, all'altezza di Sermide, ma soprattutto il maggiore dei due divenne il Po di Spina, spostando quindi gli interessi commerciali più a sud; il Po di Adria continuava ad esistere, grazie agli apporti del Mincio e del Tartaro.[7] Fu in questa situazione che fiorirono, nel VI secolo a.C., i porti etruschi di Adria e Spina alle rispettive foci di questi rami del delta. Gli Etruschi si occuparono anche della bonifica idraulica del territorio delle paludi Adriane:[5] scavarono la fossa Messanica, che corrisponde all'odierno Po di Primaro, per scolmare il Po di Spina; scavarono la fossa Filistina, deviando il Tartaro verso nord-est e facendolo sfociare presso l'odierna Pellestrina; scavarono anche i Fossoni, una rete di canali paralleli alla linea di costa, che mettevano in collegamento i porti senza passare per il mare aperto.[8] Il risultato di queste bonifiche favorì la nascita di insediamenti presso i principali corsi d'acqua, una colonizzazione che procedette dal mare verso l'entroterra del territorio di Adria; fenomeno che invece non si replicò lungo il Po di Spina.[5]

Il Po di Adria era ancora attivo durante l'occupazione siracusana del IV secolo a.C. ad opera di Dionigi I e suo figlio Dionigi II; i Greci si mescolarono con Etruschi e Venetici nei due porti principali, dove Spina ebbe una maggiore predilezione verso i nuovi colonizzatori mentre Adria tese a rimanere più etrusca.[5] I Greci si occuparono della manutenzione delle opere idrauliche etrusche, arrivando addirittura a imporre gli idronimi greci (vedi Filistina da Filisto e Messanica da Messina).[8]

Dopo i Greci arrivarono i Celti e infine i Romani; in questo periodo l'idrografia subì un altro duro colpo: Plinio il Vecchio[9] non cita più il Po di Adria; l'Adige aveva subito una rotta ed era confluito nella Filistina e in altri due canali, chiamati il Fossone e la Carbonaria, riducendone notevolmente la capacità di scolo; Adria era nuovamente circondata da paludi. Il porto di Adria continuava però a funzionare, grazie ai Fossoni e agli altri canali che i Romani continuavano a mantenere.[8] Dato che Plinio per la sua Naturalis historia si era presumibilmente riferito a un'opera precedente, si può sostenere che il Po di Adria si estinse entro il I secolo a.C..[10]

Note

  1. ^ Alla voce Ἀδρίας in Stefano di Bisanzio, Ethnica
  2. ^ In Strabone, Geografia, vii. p. 317.
  3. ^ Che lo chiama Ἀτριανὸς ποταμός ossia "fiume Atriano".
  4. ^ Smith, p.26
  5. ^ a b c d Bonomi, pp.241-243
  6. ^ Casazza, p.50
  7. ^ Peretto, pp.87-96
  8. ^ a b c Braccesi, pp.52-53
  9. ^ Naturalis historia, III
  10. ^ Uggeri, pp.45-46

Voci correlate

Bibliografia

  • (EN) William Smith, Adria, in Dictionary of Greek and Roman geography, v.1, Londra, Little, Brown & Co., 1854.
  • Raffaele Peretto, Uomini ed acque nel territorio di Adria, in Margherita Bergamini (a cura di), Gli Etruschi maestri di idraulica (Atti Convegno Perugia), Perugia, Electa, 1991.
  • Giovanni Uggeri, La romanizzazione nell'antico Delta Padano, in Atti e Memorie della Deputazione Provinciale Ferrarese di Storia Patria, Ferrara, 1975.
  • Simonetta Bonomi, Adria e Spina, in Fernando Rebecchi (a cura di), Spina e il delta padano (Atti del convegno "Spina, due civiltà a confronto"), L'ERMA di BRETSCHNEIDER, 1998, ISBN 887062983X, 9788870629835.
  • Lorenzo Casazza, Il territorio di Adria tra VI e X secolo, CLEUP, 2001.
  • Lorenzo Braccesi (a cura di), Hellenikòs kolpos: supplemento a Grecità adriatica, L'ERMA di BRETSCHNEIDER, 2001, ISBN 8882651533, 9788882651534.
  • Maurizio Harari, Note di aggornamento sugli scavi delle Università di Pavia e di Ferrara nell'entroterra di Adria, in Lorenzo Braccesi, Mario Luni (a cura di), I greci in Adriatico, L'ERMA di BRETSCHNEIDER, 2004, ISBN 8882652661, 9788882652661.