Licodia Eubea
« In elevata e scoscesa rupe è Licodia paese di nome saraceno, dove sono meravigliose ruine di antichità sebbene prostrate e sepolte in gran parte; vestigia di antica giacente Città »
(Abate Fazello dei PP. Predicatori)
Licodia Eubea (Licuddìa in siciliano) è un comune di 3.198 abitanti(31/ottobre/2008 fonte Demo Istat) della provincia di Catania facente parte del comprensorio calatino. Licodia Eubea era soprannominato in passato Palermu u piccilu, che in dialetto siciliano vuol dire Palermo il piccolo, soprannome attribuito per la fervente economia basata principalmente sull'agricoltura.

Geografia fisica
Territorio
Licodia Eubea sorge a 688 metri di altezza sul livello del mare, sul versante nord-occidentale dei Monti Iblei, e si adagia su due colli, quello del Castello medievale e quello del Calvario. Tra i due colli giace il quartiere Carmine con l'omonima chiesa.
Il più grande corso d'acqua che attraversa il comune di Licodia Eubea è il fiume Dirillo, che forma nel suo territorio il Lago Dirillo, un bacino artificiale.
Le distanze dai capoluoghi di provincia siciliani sono:
- 68,7 km da Catania
- 165 km da Messina
- 76,9 km da Siracusa
- 88,7 km da Enna
- 40,6 km da Ragusa
- 106 km da Caltanissetta
- 140 km da Agrigento
- 216 km da Palermo
- 316 km da Trapani
Quartieri di Licodia Eubea
- Abatelli;
- Ajiricelle;
- Borgo antico;
- Carcarelle;
- Zona nuova.
Toponimo
Il toponimo è composto da due elementi, di origine differente.
Il più antico è "Eubea", derivante dall'identificazione del territorio con il luogo in cui i calcidesi di Lentini fondarono, nel 650 a. C., una colonia con questo nome.
In seguito, durante il medioevo, il toponimo Eubea fu sostituito da "Licodia", termine che trae origine, con molta probabilità, dal vocabolo greco lukos, cioè lupo, poichè nella zona al tempo vi era una grande presenza di questi animali.
Solo nel 1871 il Consiglio comunale decise di utilizzare entrambi i toponimi, aggiungendo il nome di Eubea a quello di Licodia, da cui l'attuale toponimo di Licodia Eubea.
Ipotesi del Maurolico e del Fazello sul toponimo Licodia
Il monaco benedettino Francesco Maurolico (1494-1575), basò l'origine del toponimo Licodia sul fatto che i greci,traendo spunto dalla possibile forte presenza di branchi di lupi nel territorio Licodiano di allora ,abbiano denominato il territorio con la parola Lukos, vocabolo greco che vuol dire appunto lupo e che quindi potrebbe costituire l'origine dell'attuale nome, Licodia. C'è da dire che all'epoca del Maurolico , spesso ci si riconduceva alla cultura greca per spiegare l'origine di molte debnominazioni , tralasciando il fatto che la Sicilia ebbe pure un'altra forte dominazione ossia quella araba. Infatti , l'Abate Fazello dell'ordine dei Padri predicatori e contemporaneo del Maurolico , disse su Licodia: " In elevata e scoscesa rupe è Licodia paese di nome saraceno, docve sono meravigliose ruine di antichità sebbene prostrate e sepolte in gran parte; vestigia di antica giacente Città ". Infatti in arabo Alkudia vuol dire cerro ovvero colle e quindi sarebbe molto attestabile l'ipotesi che il toponimo Licodia deriva da Alcudia poi trasformato in dialetto siculo A-Likudya oggi Licodia Eubea. A tutto questo c'è da aggiungere che in siculo, gli abitanti di Licodia , venivano chiamati Kuddiani, oggi Licuddiani.
Storia
Descrizione araldica: "Campo di cielo, al lupo rapace di grigio tenente una bandiera di rosso, sostenuto da una pianura al naturale di verde".
Lo stemma del comune di Licodia Eubea ha come simbolo principale il lupo rapace.Il lupo si attribuisce a Licodia per il fatto che il nome della città deriva dal greco lukos,che vuol dire lupo.
.
Il ritrovamento di focolari e di ceramiche risalenti al neolitico superiore, attestano la presenza di popolazioni autoctone, i siculi, in territorio licodiano. Le notizie sulla fondazione di Licodia Eubea sono piuttosto incerte, ma le varie e molteplici testimonianze delle dominazioni del passato portano a dare notevole credito all'identificazione dell'attuale abitato con l'antica Euboia fondata dai calcidesi di Leontinoi nel 650 a.C. I numerosi ritrovamenti archeologici di epoca ellenistica, le ceramiche di epoca classica rinvenute nei campi di Pizzo del Corno, gli scavi effettuati nel 1985 nel centro storico della cittadina, sono solo alcune delle testimonianze che tendono a confermare l'origine ellenistica di Licodia. Molti dei reperti archeologici acquisiti negli anni mediante ritrovamenti e scavi sono stati raccolti ed esposti nel Museo Civico.
Durante la dominazione saracena in Sicilia, il Monte di Licodia divenne un presidio militare di strategica importanza, provvisto di fortificazione, trasformato poi, in epoca normanna, nel Castello di Licodia, la cui esistenza è storicamente attestata a partire dal 1272.
Nel medioevo Licodia venne anche denominata la Piccola Palermo (in siciliano detta Palermu u piccilu), per l'abbondanza di nobili nel suo territorio e quindi per la sua potenza commerciale e politica.. Il primo signore di Licodia fu Bertrando Artus, in epoca angioina. Con gli Aragonesi il paese tornò sotto il dominio regio, fino al 1299, anno in cui re Federico III d'Aragona lo concesse in feudo a Ugolino Callari (o di Callaro), col titolo di conte. Passò poi alla famiglia Filangeri. Nel XIV secolo Re Martino affidò le terre licodiane ad un'altra famiglia nobile, gli Adamar, signori di Santa Pau, da cui prenderà il nome il castello (Castello Santapau). Il periodo di maggior lustro Licodia l'ebbe nel XV e XVI secolo d.C. quando la famiglia Santa Pau ne governò il territorio. Il 1615 segnò il passaggio del feudo al principe Muzio Ruffo di Calabria. Il terribile e devastante terremoto del Val di Noto, nell'anno 1693, distrusse quasi del tutto il castello, riducendolo agli attuali ruderi. In seguito alla soppressione feudale, il borgo divenne autonomo nel 1844, affrancandosi da Vizzini e divenendo Comune autonomo. Il nome di Licodia è anche legato a quello di Giovanni Verga, che vi ambientò molte delle sue novelle e romanzi (L'amante di Gramigna e Jeli il pastore su tutte).
Ritrovamenti e siti archeologici
- Necropoli greca di Vigna della signora
Nella contrada che si estende sotto il lato sud del monte calvario di Licodia Eubea, nel 1990 furono ritrovati dei loculi di una necropoli databile al 450 a.C , che risulta un proseguimento di quella del quatiere calvario. Gli scavi sul sito furono avviati dopo il ritrovamento casuale di alcuni loculi durnate la costruzione della caserma dell'arma dei carabinieri. Oggi la zona dove è sita la necropoli, risulta molto abitata a causa della costruzione della zona nuova dell'abitato. Le sepolture della necropoli in questione, sono tutte multiple e riescono a contenere dai tre ai sette defunti probabilmente della stessa famiglia.Fu trovata una rara sepoltura di un uomo tumulato con il suo stesso cavallo. Una sepoltura simile era stata già rinvenuta al calvario qualche tempo prima. Furono recupaerati vai oggetti che componevano il corredo funebre dei defunti , tra cui gioielli in oro, argento e bronzo e altri oggetti di vita comune. Inoltre si trovarono numerossissime ceramiche con decorazioni rosse risalemti al 480 e una kelebe attico sempre a figure rosse.Fu pure trovata una oinochoe a bocca trilobata a figure nere, di produzione attica.Fu anche portato alla luce, un sarcofago in tuffo che doveva ospitare una persona molto importante, ma non fu mai utilizzato.Tutti i ristrovamenti sono di pregevole rilevanza artistica e storica. Tra le vie Martoglio e regione siciliana si trovarono dei resti di abitazioni greche del VI, V e IV secolo a.C, con un laboratorio di manifatture in argilla.
- Complesso Rupestre Grotta dei Santi
- Necropoli di Fossa Quadara
- Necropoli della Piazzisa
- Grotte di Marineo
- Colle del Castello Ipogei Cristiani e insediamento Tardo-Romano
- Contrada San Cono
Monumenti e luoghi d'interesse
Basilica chiesa madre di Santa Margherita
La chiesa basilicale matrice di Licodia Eubea è dedicata alla santa patrona di Licodia, Margherita di Antiochia. Il tempio è sito in piazza Vittorio Emanuele, ai piedi del castello medievale Santapau. La chiesa fu costruita intorno al 1600 e consacrata con il titolo di chiesa madre nel 1621. Infatti, in passato, la chiesa madre di Licodia era quella di sant'Antonio abate, attuale compatrono della città, che sorgeva nel quartiere Salanitro, posto poco distante dall'attuale Matrice. Nel 1693 un sisma di forte potenza colpì tutto il Val di Noto e anche Licodia ebbe i suoi danni; la chiesa madre, infatti, fu quasi completamente distrutta, tanto che rimase un'unica ala intorno a cui si ricostruì l'intera chiesa attuale. L'ala rimasta è appunto quella dedicata a sant'Antonio abate. Solo nel 1738 la chiesa madre venne riaperta la culto pubblico. Sino all'anno 1893, per accedere al tempio bisognava salire una collinetta molto ripida che poi venne sostituita dall'attuale imponente gradinata che dà sul lato sinistro. La chiesa si presenta a pianta basilicale, "a croce latina", con tre navate suddivise da due filari di sei colonne. La struttura è dotata di due cappelle al culmine delle quali sorgono due cupole. Queste cappelle, poste in corrispondenza, una di fronte a l'altra, sono dedicate al SS. Sacramento e all'Addolorata. La cappella del SS. Sacramento è posizionata nella navata sinistra; essa è ricca di eleganti stucchi in gesso e affreschi che ne abbelliscono la struttura baroccheggiante. L'altra cappella, invece, è posta nella navata destra ed è dedicata all'Addolorata, molto venerata dai licodiani. Nella navata destra, spicca la maestosa statua di sant'Antonio abate, scolpita in legno decorato nel 1617 da Giovanni Battista Galone. Sul lato destro, nell'altare di san Giovanni Battista, è posto un dipinto raffigurante il battesimo di Gesù Cristo nel fiume Giordano: la tela fu eseguita nel 1933 dal professore Albertella. Inoltre nella chiesa viene custodita la statua di cartapesta del Cristo nell'urna, "U Signuri 'a cascia", simulacro che assume particolare interesse e devozione nella Settimana Santa licodiana, esattamente nella processione pomeridiana e notturna del venerdì Santo. Il presbiterio, in seguito alla cattiva interpretazione delle disposizioni del Concilio Vaticano II, subì profonde modifiche e fu demolita l'artistica balaustra in marmo che arricchiva ancor più la chiesa. Il prospetto, in stile tardo-barocco, venne ultimato dopo la costruzione della chiesa. Nella sua parte centrale spiccano lo stemma araldico della famiglia Santa Pau con alcuni elementi allegorici quali capitelli, fregi, mascheroni e due medaglioni con i busti dei santi Pietro e Paolo, tipici apppunto del barocco siciliano. La chiesa è dotata di una torre campanaria di notevoli dimensioni. Il campanile della chiesa madre è pure citato in una novella di Giovanni Verga.Oggi la chiesa ha il titolo di chiesa madre e di basilica arcipreturale.
Chiesa Santa Maria degli Angeli e convento dei Frati Cappuccini
La chiesa e il convento dei Cappuccini sono ubicati in contrada Ariceddi, nella parte nord del centro urbano. Oggi questa parte di Licodia risulta popolata e fa parte del centro abitato, a differenza che in passato, quando invece questa parte del paese era luogo prettamente agricolo. Il convento dei Frati Minori Cappuccini fu fondato intorno al 1568, con la venuta dell'ordine a Licodia. La chiesa annessa intitolata a Santa Maria degli Angeli, anche se piccola nelle dimensioni, risulta la più bella e la meglio conservata insieme alla chiesa del Crocefisso. La primitiva struttura del convento fu modificata dal crollo avvenuto a causa del terremoto del 1693, a seguito del quale rimase in piedi l'ala sinistra, dove ancora si possono osservare le celle cinquecentesche, parte del chiostro e la piccola cappella privata dei frati, posta sullo stesso corridoio delle celle. Il portico del chiostro, in pietra intagliata, con le volte a crociera e con la sovrastante terrazza, fu realizzato nella prima metà del XVII secolo. Uno stemma gentilizio con le insegne araldiche dei Santapau sovrasta una porta del cortile interno, che porta nel refettorio.
All'interno della chiesa, di notevole pregio artistico è la custodia settecentesca dell'altare maggiore, in legno finemente lavorato ed intarsiato. Un grande dipinto del pittore licodiano Mariano Gusmano, realizzato nel 1676 che ha come soggetto Il perdono di Assisi, sovrasta l'altare maggiore. All'interno della chiesa si possono inoltre ammirare molti oli su tela, tra cui l'adorazione dei Magi e altre tele che richiamano la Scuola siciliana e caravaggesca. Sulla parete sinistra, subito dopo l'ingresso principale sono riportati i sepolcri di Camilla Santapau, del marito Muzio Ruffo e del loro figlio sacerdote Giuseppe, segno tangibile del legame che questa famiglia ebbe nei confronti della chiesa di Santa Maria degli Angeli, tanto da farsi per l'appunto seppellire al suo interno. Nella chiesa si conservano due belle ed espressive statue lignee di san Francesco d'Assisi e dell'Immacolata Concezione; inoltre intorno al 1940 la chiesa fu notevolmante arricchita da sei altari lignei posti nelle pareti di destra e sinistra. Insieme a questi altari la chiesa venne arredata con altre statue di buona fattura che raffigurano: sant'Antonio di Padova, santa Elisabetta, santa Rita da Cascia, il Sacro Cuore di Gesù, e un complesso statuario composto da un Crocefisso e l'Addolorata.
Nell'anno 1963 la chiesa venne eretta a parrocchia, diventando così la terza parrocchia di Licodia insieme alla Matrice e alla chiesa di santa Lucia al Borgo. La neo-parrocchia venne chiamata Santa Maria degli Angeli, nome suggerito dal frate cappuccino licodiano padre Leonardo Vincenzo Ciavola (n.1920 - m. 1999). Padre Leonardo scrisse anche diversi opuscoli su Licodia, tra i quali, Santa Margherita patrona principale di Licodia Eubea, Ballata popolare Siciliana e un corposo manoscritto su Licodia mai pubblicato. Il convento dei cappuccini di Licodia Eubea, appartiene alla provincia monastica di Siracusa. Questo convento è legato fortemente al concittadino Licodiano , il "servo di Dio" Frate Francesco Cascio.
Chiesa del Carmine e Convento
La chiesa della Madonna del Carmine sorge insieme al convento annesso, in piazza papa Giovanni XXIII , ex piazzale Carmine. La chiesa e il suo convento furono eretti nel 1563 per volere della marchesa Antonia Del Balzo moglie del marchese Ambrogio Santapau.Inizialmente il convento era annesso alla chiesa di San Pietro lo vecchio in contrada nostra Donna per poi essere ricostruito, per volontà della stessa marchesa, già vedova ,nell'attuale luogo , ossia nell'antico quartiere Carcarelle, oggi quartiere Carmine.Il conveto divenne sede dei padri Carmelitani solo dal 25 novembre 1579 fino all'anno della sopressione degli ordini religiosi nel 1866. Dopo questa data il convento venne trasformato del tutto con la costruzione del secondo piano, dando così una sede alle scuole statali. Nel 1930 fu edificato un campanile, ancora oggi esistente, annesso all'antica chiesa del Carmine.Appena un secolo dopo, con il terremoto del 1693, la chiesa e il convento ebbero qualche danno ma non gravissimo ,tanto che il restaurò ebbe termine già nel 1713, data riportata anche all'interno della chiesa su di una mensoletta centrale . All'inizio il convento comprendeva ben ventidue cellette e la chiesa era provvista di 14 altari. Il covento fu sede di noviziato e vi abitarono intorno a sei religiosi e qualche chierico. La chiesa a livello strutturale si presenta ad una sola navata arricchita da due monumenti funebri in marmo della famiglia Interlandi, che tanto diede per la chiesa nel passato.La chiesa ospita due belle tele di Sant'Antonio abate, compatrono di Licodia, e un'altra tela che raffigura la deposizione. Di particolare pregio artistico e storico , un Crocefisso ligneo forse della scuola di padre Umile, che è appoggiato su di una parete reliquiaria sul lato sinistro del tempio. Il crocefisso è molto simile a quello della chiesa dell'Ospedale o Crocefisso di Licodia Eubea. Sovrasta l'altare maggiore la statua della Madonna del monte Carmelo patrona della chiesa,e ancora oggi portata in processione nella prima domenica di agosto. Altra statua importante è quella di san Giuseppe interamente scolpita in legno e portata in processione il 19 marzo. Di particolare pregio è il simulacro ligneo del profeta Elia risalente al XVII secolo e di autore ignoto. La statua del profeta è molto imponente ed è composta da più blocchi di legno massello. Sensa dubbio è di grande interesse il pulpito ligneo, decorato da effigi di Santi, Papi e Beati dell'ordine carmelitano. Inoltre il tempio presenta un prospetto molto semplice sovrastato appunto dalla torre campanaria degli anni '30 del secolo scorso. Attualmente la chiesa è chiusa al culto a causa del terremoto del 13 dicembre del 1990 ed è in fase di restauro.
Chiesa dell'ospedale o Crocefisso
La chiesa del Crocefisso o Ospedale è sita in corso Umberto, nel cuore dell'abitato. La chiesa fu edificata nel 1607, anno riportato sulla trave del portone d'entrata. Il tempio fu fatto costruire da Don Ascenzio De Pisanis, religioso di origine catalana, sotto il regno di Filippo III di Spagna e sotto il marchesato di Vincenzo Santapau. La chiesa attuale sostituì una cappella rupestre dedicata alla S.S Trinità. Uno dei due nomi con cui è chiamata la chiesa , ossia dell'Ospedale, deriva dal fatto che una struttura ospedeliera , già funzionante dal 1500, era annessa ad essa. La chiesa del Crocifisso è una delle più ben conservate strutture religiose di Licodia. Infatti il tempio resistette al terremoto del 1693 e ancora oggi si conserva in tutto il suo splendore. La chiesa al suo interno è ricchemente decorata da stucchi barocchi e da affreschi che abbelliscono la volta dell'unica navata da cui è composto l'ambiente. Gli affreschi del soffitto raffigurano le sette opere di carità.La chiesa è dotata di una cappella laterale posta sul lato sinistro della navata. In questa cappella è sepolto don Ascenzio De Pisanis sin dall'anno della sua morte , avvenuta nel 1622.In questa stessa cappella si conserva il maestoso Crocifisso ligneo , scolpito nel '600 da artisti che seguirono la scuola di frate Umile da Petralia.Questo Crocifisso è molto espressivo a tal punto che la gente in passato costruì diverse legende popolari su di esso. Duarante la settimana Santa , la chiesa acquista tanto interesse nei Licodiani, non solo per la presenza del Corcefisso ma anche per la statua in cartapesta dell'Addolorata e della croce lignea che verrà portata a spalla dal devoto acquirente. La statua dell'Addolorata è infatti conservata nella stessa cappella del Crocefisso esattamebnte ai piedi della croce. La chiesa ospita pure quattro tele di grandi misure che sono poste nei loro rispettivi altari. La prima tela raffigura la strage degli innoccenti e risale al 1673, la seconda San Cristoforo del 1677 delle altre due non si conosce la datazione.Il prospetto della chiesa è caratterizzato dalla torre campanaria che ospita l'orologio comunale e una campana di particolare pregio storico. La campana in questione risale al 1489.
Chiesa di Santa Lucia al borgo
La chiesa parrocchiale di S.Lucia è sita nel quartiere più antico di Licodia Eubea, il borgo. Il tempio si presenta ad una sola navata e risulta uno degli edifici ,ancora esistenti e funzionanti, più antichi del territorio.Il prospetto della chiesa è molto semplice ed provvisto di una possente gradinata che da sul lato destro. La chiesa, infatti, risale al 1300 all'incirca, e resistette al terremoto del 1693. Già in passato sullo stesso luogo, sorgeva una chiesa dedicata a San Giovanni e San Nicola, poi cambiata nell'attuale e deidicata alla martire di Siracusa.La chiesa di Santa Lucia , nel corso dei secoli, ha subito vari cambiamenti. Nel 1947 , infatti, la chiesa venne eretta parrocchia e in corrispondenza di tale evento fu costruita l'attuale torre campanaria in mattoni rossi , posta sul lato sinistro del tempio.Il campanile è sormontato da un'alta guglia a piramide. In passato accanto alla chiesa ,sorgeva un altro campanile simile a quello della chiesa madre,ma nel'47 venne ,appunto, abbattuto e sostiuito dall'attuale. Nel 1947 furono cambiate pure le pavimentazioni della chiesa, con le attuali piastrelle in scaglia di marmo.All'interno la chiesa, ospita la statua di Santa Lucia, portata in processione il 13 dicembre, e un simulacro in legno dorato di una Madonna su di un trono insieme a San Giovannino e Gesù bambino.Inoltre sono presenti altre statue tra cui una di san Nicola, vecchio patrono della chiesa, e il complesso statuario in legno del Cristo che porta la croce e il Circello, in licodiano Ciurciddu. Questo complesso statuario assume molta importanza per il venerdì Santo di Licodia.
Chiesa del monte Calvario
La chiesa del monte Calvario sorge sul monte omonimo all'interno del centro urbano di Licodia Eubea sul lato nord. La chiesa è pure consacrata alla Madonna della divina Provvidenza che viene festeggiata e portata in processione nel mese di giugno. Infatti nella chiesa, si conserva una statua della Madonna della Provvidenza che risale ai primi del 1900, mentre sempre nella stessa chiesa , si custodisce un altro simulacro della Madonna della Provvidenza che però risale a molto tempo prima. Il tempio è ad una navata di forma circolare per l'esattezza la struttura è a pianta ottagonale. La chiesa resistette al terremoto del 1693, ma per il cattivo stato di conservazione fu ripristinata e ricostruita nel 1773 ad opera del cappellano don Felice Accardo.La chiesa è priva di torre campanaria ma ugualmente conserva un'antica campana quattrocentesca.Il prospetto è semplice ed è classico del settecento.All'interno della chiesa oltre alle due statue della Madonna della Provvidenza, si corserva un olio su tela di ottima fattura raffigurante la deposizione e una statua di cartapesta del Cristo alla canna ,che in passato apparteneva alla non più esistente chiesa dello Spirito Santo.La chiesa del Calvario è molto cara ai licodiani per le antichissime tradizioni del venerdì santo, in cui si rievoca la morte e passione di Gesù Cristo.
Chiesa del Santissimo Rosario e Monastero di san Domenico , oggi sede comunale
La chiesa della Madonna del Rosario o semplicemente del S.S Rosario, è sita in piazza Garibaldi annessa all'attuale palazzo municipale , che fino al 1860 fu sede del monastero o convento di San Domenico , popolato dai frati dell'ordine dei domenicani. I frati di San Domenico si stabiliro a Licodia già nel 1420 , periodo in cui si posero ad amministrare la chiesetta e la confraternita del santissimo Salvatore. Nello stesso tempo i monaci, si diedero subito all'alpliamento del loro convento e della chiesa. Nel 1430 i lavori di ingngrandimento furono terminati con il finanziamento del marchese di Licodia Ponzio Santapau.Alla riapertura del nuovo convento e della chiesa , il tempio venne consacrato sotto il titolo della Madonna del Rosario e il monastero sotto quello di San Domenico. Nel 1495 , il convento dei domenicani di Licodia, era molto importante e fiorente e rendeva moltissimo alla provincia monastica di Sicilia; nel 1599 un frate Licodiano , tale Padre Giusepppe da Licodia, frequentava l'università di Napoli. Con il fortissimo terremoto del 1693 la chiesa del Rosario venne in parte distrutta e ricostruita nello stesso loco nel 1747, come riporta la scritta latina sulla trave esterna del portone centrale che da accesso al tempio. Con la sopressione del 1860 i Domenicani fuorno espulsi dai locali , ma vi fecero ritorno nel 1897, quando costruirono un nuovo convento, sempre annesso alla chiesa del Rosario però nella parte di mezzoggiorno. La struttura venne abilitata allo studio teologico e filosofico.Nel 1926 il convento venne chiuso insieme al centro di studi e qualche anno dopo venne venduto al dr. Margheritino Falcone, il quale ne fece una clinica privata sotto la direzione del dr. Giuseppe Di Gregorio. Oggi la chiesa è funzionante è svolge le sue normali attività sotto la direzione della basilica parrocchiale matrice S.Margherita di Licodia Eubea.
Chiesa del Bianchetto
La chiesa del Bianchetto è sita nell'omonima contrada nel territorio di Licodia Eubea. La chiesa si presenta a pianta ottagonale e non ha nessuna torre campanaria. In passato fu dedicata probabilmente alla Madonna delle Grazie. La chiesa ha tre aperture equidistanti di forma circolare ed una sola porta di accesso. Dal poggio dove è sita la chiesa si vede la parte del borgo con il campanile della chiesa di Santa Lucia. All'interno , si vedono ancora tracce di affreschi e stucchi. Inoltre è ben visibile quelche rimane dell'altare maggiore. Sulla trave di appoggio interna del portone è stata casualmente trovata incisa la data 1768. Oggi il tempio è sconsacrato e risulta essere l'unico edificio religioso ancora esistente , sito fuori il centro urbano di Licodia Eubea
Architetture civili
Castello Santapau
Sorge sul colle omonimo (Colle Castello) a poca distanza dal centro abitato di Licodia Eubea. Sorto probabilmente su una preesistente fortificazione bizantina, assunse l'aspetto di un castello in epoca medioevale, sotto la dominazione angioina. Fu abitato da molti nobili, tra i quali i principali furono i Santapau e i Ruffo. Venne semi distrutto dal terremoto del 1693, infatti, oggi è possibile ammirare diversi resti di mura e soffitti e un torrione cilindrico.
Palazzo Comunale
L'attuale palazzo comunale di Licodia Eubea, era prima sede del convento dei Domenicani e dell'ancora esistente e attiva chiesa del Rosario annessa ai locali dell'attuale municipio. Il complesso strutturale del palazzo municipale risale alla seconda metà del 1700. In seguito alla soppressione degli ordini relgiosi del 1860, il convento, per la sua centralità nel centro unrbano di Licodia, diede sede al municipio. In questo periodo , la legge piemontese , ebbe molti riscontri nel territorio licodiano , infatti furono tantissimi i conventi che vennero chiusi e che divennero di demanialità statale. Pure il convento dei cappuccini venne soppresso per un breve periodo. Il palazzo municipale, ex convento dei domenicani, fu adattato per il nuovo ruolo ceh tuttora svolge. Di fatti, furono allargate le finistre per crearne dei balconi e fu risistemato il porttone centrale per ottenerne l'attuale balconato.Successivamente nei locali del municipio che danno sul prospetto principale , venne aperto un circolo per anziani ancora esistente appunto dedicato a San Domenico. Recentemento, negli anni '90 del secolo scorso alcuni uffici del municipio sono stati spostati in una nuova sede municipale sita nella zona nuova dell'abitato di Licodia. Nel 2007 è stata posta, nella balconate principale, una lastra in vetro colorato raffigurante lo stemma araldico di Licodia Eubea. Inoltre all'interno dell'alpia sala consigliare , in un muro, vi è affrescato lo stemma della Città.
Palazzo Mugnos
Il Palazzo Mugnos o Vassallo, è sito in via Mugnos vicino alla chiesa madre di Santa Margherita. Il palazzo risale al '700 ed è appartenuto alla famiglia Vassallo da cui prende pure uno dei due nomiPrecedentemente appartenna pure alla famiglia dei Mugnos, stretti collaboratori dei Santapau. Il fabricato è caratterizzato da un ampio cortile interno e da un prospetto tardo barocco siciliano. Infatti decorano la facciata i mascheroni tipici del barocco siciliano e lo stemma dei Vassalo posto sul portale centrale. Il prospetto principale è composto da un'entrata maggiore che conduce al cortile interno e da due entrate minori. Inoltre sormontano le tre entrate , tre balconi posti in modo simmetrico.Dal cortile interno si può accedere al piano nobile della palazzata. Oggi la parte del palazzo che da sulla via Mugnos appartiene al comune di Licodia Eubea.Ultimamente si sta cercando ,tramite un restauro, di riportare il palazzo al suo antico splendore.
Biblioteca Comunale
La biblioteca comunale di Licodia Eubea è oggi sita in vico La Russa, vicino alla chiesa del Crocifisso o Ospedale.La biblioteca di Licodia Eubea, fu istituita ufficialmente nel 1972 e comincò a la sua attività vera e propria nel 1979.Fu una biblioteca pioniere.Dal 1996 la biblioteca possiede un primo database e oggi è fornita di nuovissimi mezzi informatici e tecnologici. In passato la biblioteca aveva sede presso l'ex struttura scolastica del quartiere Carmine.La biblioteca è fornita di testi su vari generi letterari e possiede all'incirca 15.000 volumi. La struttura è provvista di un'ampia sala lettura.La biblioteca si divide nelle seguenti sezioni:
- Storia della Sicilia;
- Storia Locale;
- Narrativa per Ragazzi;
- Testi Scientifici;
- Emeroteca;
- Raccolta di gazzette ufficiali.
Villa e anfiteatro comunale Santapau
Il parco comunale si trova nel centro storico di Licodia Eubea è da sul corso principale del paese. Il parco fu intitolato ai marchesi Santapau che governarono Licodia per quasi due secoli. La villa comunale venne costruita nella seconda metà degli anni settanta del secolo scorso. Il parco è dotato di una fontana che abbellisce una delle piazzette circondate da vaste zone alberate. All'interno della villa c'è inoltre un parco giochi e un anfiteatro, costruito in contemporanea alla villa. L'anfiteatro è costituito da tribune stile teatro greco-romano e da un'ampia piazza circolare su cui è posizionato il palcoscenico. La villa comunale assume particolare importanza nelle varie festività ,soprattutto estive, ospitando nel suo anfiteatro spettacoli di vario genere, quali concerti e opere teatrali.La villa , oltre a dare sul corso Umberto I , si affaccia pure sulle campagne Licodiane assicurando al visitatore una bella visione del panorama.
Musei
- Museo civico archeologico Antonio Di Vita
Il museo civico archeologico Antonio Di Vita è ospitato in locali comunali.In questa area museale archeologica si conservano diversi ritrovamenti di epoca greca ed ellenistica rinvenuti nel territorio di Licodia Eubea. Gran parte dei ritrovamenti furono portati alla luce da Paolo Orsi e successivamente da diversi scavi degli anni '80 e '90 del novencento a opera della sovrintendenza con laiuto dell'archeoclub di Licodia Eubea. Il museo si divide in tre sezioni:
- Sezione sulla fase più antica dell'insediamento nel territorio.
- Sezione dedicata all'abitato arcaico e al centro indigeno ellenizzato.
- Sezione con materiali importati insieme ad oggetti in ceramica locali "facies di Licodia Eubea".
- Museo etnografico o museo della comunità Licodiana
Il museo etnografico, è sito presso i locali dell'ex badia San Benedetto e Santa Chiara a Licodia Eubea. Questo museo raccoglie gli utensili originali, della vita rurale di qualche decennio fa.Tra i principali oggetti sono presenti gli attrezzi utilizzati in passato dai calzolai, dai pastori e dai contadini.
Dialetto
Diverse sono le opere scritte o tramandate da padre in figlio in dialetto licodiano. Soprattutto per la Settimana Santa sono molteplici i canti popolari cantati tutt'oggi per narrare la passione del Cristo morto sulla croce e per descrivere il dolore della Madonna Addolorata che vede patire il figlio. Le più famose composizioni sono il Rosario del Crocefisso, le Sette Spade (Setti Spati, in dialetto), che racconta i sette dolori di Maria Vergine, e il rosario dedicato alla patrona santa Margherita.Queste opere dialettali , risultano essere oltre trenta.
La maggior parte delle opere dialettali sono tramandate oralmente, e tra queste si ricorda la ballata popolare siciliana trascritta nell'estate del 1963 da padre Leonardo Ciavola (frate cappuccino locale) attinta dalla viva voce di Giovanni Caruso. In realtà questa ballata popolare risale al 1881, anno in cui Licodia fu afflitta da una lunga siccità, da cui fu liberata mediante l'intercessione della Madonna Addolorata, portata per l'appunto in devotamente in processione. La ballata fu composta oralmente da Michelangelo Caruso e poi tramandata agli eredi fino alla trascrizione in dialetto originario da parte di padre Leonardo.
- Inizio della ballata popolare siciliana: M'arraccumannu a Vui , Spiritu Santu , quantu puartu sta storia a finimentu.
Traduzione: Mi raccomando a Voi Spirito Santo per portare questa storia al suo termine.
- Inizio dell'invocazione al rosario di santa Margherita: La patruna a tutt'nmita di cantari li lodi so Idda è Santa Margherita cara spusa di Gesù.
Traduzione: La patrona a tutti invita di cantare le suo lodi , Lei è Santa Margherita cara sposa di Gesù.
Il patrocinio sulla Città
Il patrocinio sulla Città di Licodia Eubea , è oggi affidato alla Patrona Santa Margherita V.M d'Antiochia di Pisidia. S.Margherita, è ufficialmente Patrona di Licodia dal 1905, anche se da tantissimo tempo prima esisteva una radicata devozione verso la Santa Martire. Inoltre, era presente nel territorio, forse vicino al castello medievale pressocchè nel luogo dove sorge l'attuale chiesa madre, una cappella rupestre dedicata a Santa Margherita. Questa cappella era già esietsnte nel medioevo e questo fa presumere ad un culto molto presente fra gli abitanti di Licodia. Al tempo e fino al 1905 era patrono principale di Licodia Eubea Sant'Antonio abate , oggi compatrono insieme a Santa Margherita. Infatti , nell'attuale chiesa madre si conserva nella cappella a lui dedicata una maestosa statua lignea del 1600 raffigurante S.Antonio abate. Santa Margherita divenne patrona principale di Licodia Eubea il 12 aprile 1905 con approvazione del pontefice del tempo Papa Pio X.
Tradizioni e folclore
Manifestazioni religiose
Festa patronale di S.Margherita
- 20 luglio, Santa Margherita V. M., patrona di Licodia Eubea. Processione del simulacro e della reliquia per le vie del paese.La festa patronale si divide principalmente nella vigilia e il giorno festivo. Già i festeggiamenti in onore della santa patrona hanno principio all'inizio del mese di luglio denominato appunto mese margheritiano. Durante tutto il mese fino alla sua fine , viene recitato il caratteristico rosario di santa Margherita composto in dialetto tipico licodiano. Per il 19 luglio, la vigilia, ha luogo, dalla chiesa dei cappuccini, la processione con la reliquia di Santa Margherita. La processione pomeridiana termina nella chiesa madre ove la reliquia della santa viene posta sull'altare per la recitazione dei vespri. Il 20 luglio, giorno della festa, viene celebrata la messa solenne in chiesa madre alle ore 11:00 del mattino. Il pomeriggio si apre con la messa sempre in chiesa madre al termine della quale si da inizio alla solenne processione con il simulacro della santa patrona. La processione passa per le vie del paese toccando le maggiori parti del centro storico. Le celebrazioni del 20 luglio hanno fine con lo spettacolo pirotecnico di mezza notte che spesso coincide quasi con l'entrata della patrona in chiesa.La chiusura del mese margheritiano ha ufficialmente termine il 30 luglio con una messa celebrata in chiesa madre.
Maria S.S Immacolata
- 15 agosto, Maria SS. Assunta in cielo. Processione del simulacro per le vie del paese.La festa dell'Immacolata Concezione è una delle feste religiose più attese dai Licodiani.Il culto religioso verso l'Immacolata ha avuto sempre luogo nella parrocchia Santa Maria degli Angeli, ove si conserva l'artistico simulacro ligneo della Vergine Assunta.Il culmine dei festeggiamnti è nel giorno del 15 agosto.Questo giorno si apre con le varie messe celebrate nella chiesa dei cappuccini (Santa Maria degli Angeli), e con la messa solenne delle 11 del mattino. Solitamente questa messa solenne viene presieduta dal padre provinciale della provincia religiosa cappuccina di Siracusa, di cui fa parte il convento annesso alla chiesa.Dopo la messa ha luogo sul sagrato della chiesa la benedizione degli auto veicoli che sfilano per il paese.Il pomeriggio è caratterizzato dalla processione del simulacro della Madonna per le vie di Licodia. Durante il tragitto è solito dei devoti la donazione di capretti, agnellini , piante e oggetti vari che poi, al rientro in chiesa della Vergine, verranno venduti alla tradizionale asta che si terrà difronte alla chiesa dei cappuccini.
La settimana Santa
- marzo/aprile,la Settimana Santa. La settimana santa a Licodia Eubea affonda le radici nel passato. Sin dal 1500 vengono ripetute varie tradizioni che hanno luogo per le vie cittadine di Licodia. Queste tradizioni consistono in varie attività religiose esterne come solenni processioni ecc. Caratterizzano la pasqua licodiana, i canti in dialetto siciliano composti in passato dai cittadini di Licodia, che vengono ancora oggi cantati per le processioni del giovedì e venerdì Santo.La settimana santa si apre con la processione del Cristo alla Colonna che parte dalla chiesa del Rosario e va avanti per le vie del paese. E' caratteristico di questa processione l'andare lento dei portatori della vara su cui è posta la statua in cartapesta del Gesù flagellato.La processione si dilunga fino alla notte inoltrata. Altro momento importante della settimana santa è il venerdì santo , giorno in cui vengono portati in processione l'Addolorata della chiesa del Crocefisso e il Cristo trainato dal Circello. Il circello , chiamato in dialetto ciurciddu, rappresenta i peccatori che fanno soffrire il Cristo pronto per la morte al Calvario. Infatti, questo complesso statuario è composto da un Cristo che porta la Croce e un uomo dalla carnagione scura che con una conrda tira per il collo Gesù.Tra l'Addolorata e il Circello la mattina del venerdì, avviene la tradizionale giunta , che consiste nel far incontrare la madre dolente con il figlio, tramite un caratteristico muoversi dei simulacri effettuato dai portatori delle rispettive vare. Il movimento consiste nell'accostare i simulacri con un movimento in avanti durante una lenta corsetta. Dopo la giunta , che avviene nella piazza vicina alla chiesa madre,i simulacri vanno in processione per il paese e nel frattempo viene fatta l'asta per la vendita dell'antica Croce lignea che verrà aggiudicata al devoto che offre di più per portarla. Questa stessa Croce in processione con l'Addolorata e il Circello, viene portata a spalla dall'acquirente fino al monte Calvario, ove nel pomeriggio avverrà la crocifissione.Il pomeriggio ,infatti, si apre con la processione dell'Addolorata e del Cristo nell'urna ,(u Signuri a Cascia), che vanno verso il Calvario dove viene effettuata la Crocifissione del simulacro del Cristo morto che rievoca la morte vera e propria di Gesù.La statua in caratapesta del Gesù morto risale al 1700 ed è dotata di braccia mobili per permettere la crocifissione vera e propria del Signore. Al termine della Crocifissione, avvenuta davanti la chiesa del Calvario , i due simulacri vengono portati lentamente in processione fino alla chiesa dei Cappuccini ,ove avviene una sosta di preghiera. Dopo la sosta la processione riparte e termina con l'entrata dei due simulacri nelle rispettive chiese.Per la domenica di Pasqua avviene la cosi detta giunta tra il simulacro del Cristo Risorto e della Madonna ,che alla vista del figlio perde in cosrsa il manto nero e va in contro al figlio Risorto.Le due statue vengono festosamente portate in processione per il paese, insieme ai due possenti stendardi ,uno rosso per Gesù e l'altro azzurro per la Madonna, che vengono fatti ondeggiare e sventolare dai portatori.
Altre feste
- Prima domenica di agosto, Maria SS. del Monte Carmelo. Processione con il simulacro per le vie del paese.
- 13 dicembre, Santa Lucia V. M.. Processione con il simulacro per le vie del paese.
- 19 marzo, San Giuseppe. Processione con il simulacro per le vie del paese.
- 21 giugno, Maria S.S della divina Provvidenza. Processione con il simulacro per le vie della parrocchia Santa Maria degli Angeli,(Cappuccini).
Sagre
- Settembre, Festa dell'uva. L'uva da tavola è un prodotto tipico del vasto territorio del comune di Licodia. Con l'uva da tavola viene preparata la mostarda che si mangia nel periodo della vendemmia.
- Premio internazionael Lupo d'Oro, spettacolo nato nel 1982 e dal 2008 viene fatto cadere in corrispondenza della festa dell'uva. Il premio lupo d'oro prende il nome dallo stemma di Licodia Eubea, e premia a nome del comune di Licodia, con una medaglia doro, persone che si sono distinte nel campo dell'arte, cultura o giustizia. Tra i premiati dal lupo d'oro spiccano i nomi di Pippo Baudo, il cardinale Angelo Comastri,Katia Ricciarelli, Leo Gullotta e molti altri personaggi famosi.
- Dicembre, Sagra della patacò. La patacò è un piatto tipico della città di Licodia Eubea. Questo piatto è preparato con la farina di cicerchia cucinata con l'acqua e condita con olio.
Prodotti tipici
- La patacò
La patacò è un piatto tipico di Licodia Eubea, un tempo chiamato piatto dei poveri, visto che era la base dell'alimentazione della povera gente nei mesi più freddi dell'anno. Ancora oggi è abitudine la preparazione di questa pietanza nelle famiglie licodiane. La patacò è ricavata dalla cicerchia da cui si estrae una farina di colore giallastro usata appunto come materia prima del piatto stesso. La farina di cicerchia in seguito, si mischia con l'acqua in modo da fare una sorta di polenta che si arricchisce con l'aggiunta di broccoli, salsiccia a pezzetti, olio, pepe e sale quanto ne basta. Prima di cucinare la patacò occorre fare un soffritto con aglio da mischiare anch'esso con la patacò. Questo piatto si mangia generalmente caldo e un tempo era solito consumarsi a colazione.
Società
Le antiche famiglie illustri
Tra i cognomi più noti nel territorio Licodiano se ne ricordano diversi i quali in passato costituivano il braccio della nobiltà di Licodia. Molto spesso oggi queste famiglie sono dislocate in varie parti della Sicilia e a causa dell'emigrzione di molti Licodiani, avvenuta negli ultimi anni verso America ed Australia , è possibile trovare tanti cognomi noti a Licodia in varie parti del pianeta.Qui di sotto riporteremo delle famiglie che nel passato erano tra le più importanti di Licodia Eubea:
- Famiglia Santapau
I Santapau, di origine spagnola, stettero a capo di Licodia per quasi duecento anni.Le prime notizie dei Santapau in Sicilia partono dal 1282, anno in cui Ugo Santapau viene per conto del re Martino.Il primo Santapau ad essere feudatario di Licodia, risale al 1408 e fu Calcerando Santapau. Prima dei Santapau avevano governato Licodia i Filangeri . I Santapau furono i numeri due della politica del regno di Sicilia occupando sempre un importante carica amministrativa all'interno del regno. Quindi si può immaginare l'importanza politica che Licodia ebbe in quel periodo. Infatti i baroni e poi i marchesi di Licodia furono presidenti del regno di Sicilia per ben due volte , la prima nel 1516 con Matteo e la seconda nel 1540 con Ponzio. L'ultima erede di questa importante e potente casata fu Camilla Santapau che poi sposò in prime nozze Pietro Gutterra Velasquez e poi Muzio Ruffo. Donna Camila morì nel 1618.Dopo la morte dell'ultima erede che portava il cognome Santapau governarono Licodia, fino alla fine del feudalesimo, la famiglia Ruffo di Calabria.Lo stemma della famiglia Santapau è composto da uno stemma sannitico all'interno del quale è raffigurato un rombo a bande di nero e bianco. Lo stemma dei Santapau è ancora visibile sui sempolcri di donna Camilla e di Muzio Ruffo nella chiesa dei Cappuccini e sul portale barocco della chiesa madre di Licodia Eubea.
- Famiglia Aliotta
Un ramo di questa famiglia si trova a Licodia ove nel 1798 un componente di nome Angelo ebbe il titolo di Barone di Camemi da parte del re Ferdinando. Angelo stesso contribuì tantissimo al restauro della chiesa dei Cappuccini. In segutio un altro componente della stessa famiglia sposò la nobilissima Carmela Papaleo di Scicli.
- Famiglia Vassallo
Questa famiglia è una tra le più note di Licodia Eubea. Di bene immobile appartenuto a questa famiglia si ricorda il palazzo Vassallo o Mugnos in stile tardo barocco , ancora esistente e sito in via Mugnos nel quartiere Matrice. Questa famiglia discende dal Paleologo Michele imperatore di Costantinopoli.Una parte di detta famiglia si estinse a Noto sotto il regno di Federico II. Per volere di Costantino Paleologo il cognome si evolse in Vassallo.Un ramo del secondo-geniti si stabilì a Licodia Eubea.Lo stemma dei Vassallo porta questo motto:In hoc signo Vinces. Il balsone di questa famiglia è visibile sul portale barocco del palazzo Vassallo/Mugnos.
- Di certo Licodia ebbe altre famiglie illustri come gli Interlandi,di cui si hanno due sepolcri al Carmine , gli Scordino, i Gandolfo , gli Astuto, i Vaina e gli Albo.
Si risocrdano inoltre varie personalità che hanno fatto la storia di Licodia, tra cui il canonico Don Martino la Russa, illustre benefattore di Licodia vissuto nel XVI e oggi tumulato nella chiesa madre. Le sue spoglie, infatti, furono portate in chiesa madre il 23 maggio del 1783 , come per altro riporta la lapide marmorea in suo onore, posta sulla parte sinistra dell'altare maggiore della chiesa madre, ove il canonico riposa . Don Martino , in morte, lascio un testamento con grandi lasciti a favore di Licodia e della chiesa madre in particolare. Si ricorda inoltre la figura del sacerdote don Ascenzio de Pisanis, di origine spagnola, che contribuì tantissimo alle tradizioni della settimana santa Licodiana. Si ricorda anche il pittore licodiano Mariano Agosta vissuto a cavallo tra l'800 e il '900. Egli lasciò varie opere al suo paese natale , tra cui un panorama olio su tela di Licodia, un San Gregorio e una scuola di Atene. Indubbiamente si ricorda la gloria di Licodia Eubea cioè il servo di Dio Frate Francesco Cascio.
Personalità legate a Licodia Eubea
Religiosi
- Francesco Cascio (religioso), frate cappuccino del XVII secolo, servo di Dio per la Chiesa cattolica.
- Don Martino la Russa, canonico della cattedrale di Siracusa, alla sua morte (1583) lasciò i suoi averi in beneficenza per le famiglie disagiate di Licodia e per i restauri della chiesa Madre, dove oggi è sepolto. Al canonico La russa è stata dedicata una via di Licodia , vicino la chiesa del Crocefisso.
- Don Ascenzio de Pisanis, sacerdote di origine spagnola, fece edificare la chiesa del Crocefisso, dove fu seppellito nel 1622.
- Frate Celestino da Licodia (1725), Laico minore riformato di San Francesco,devoto di Gesù Bambino sotto il quale operò atti miracolosi.
- Padre Angelo Emanuele Mazzone (1680-1756),nato dai genitori La Russa e Mazzone. La sua salma venne tumulata sotto l'altare della Madonna del Carmine nell'omonima chiesa ,visto che in vita appartenne all'ordine dei Carmelitani.
- Michele Pennisi, vescovo cattolico.
Pittori
- Mariano Cusmano, pittore
- Mariano Agosta, pittore
Scrittori
- Padre Carmelo La Mendola (1874-1954), padre cappuccino licodiano , fu storico e scrittore. Scrisse un importante manoscritto su Licodia intitolato ,"Contributo alla storia di Licodia",e altri scritti storici di notevole interesse.
- Padre Leonardo Ciavola (1920-1999), padre cappuccino licodiano , scrisse alcuni opuscoli su Licodia, tra cui "Santa Margherita patrona principale di Licodia Eubea" e la "Ballata popolare siciliana" ,trascrizione in dialetto licodiano.
- Giovanni Verga, scrittore.
Politici
- Enzo Trantino, avvocato e politico, è nato a Licodia Eubea il 20 settembre 1934 si è dedicato alla politica. Deputato al Parlamento fin dalla VI legislatura, eletto nelle liste di Alleanza Nazionale.
Archeologi
- Vincenzo Cannizzo, archeologo,nacque a Licodia Eubea e fu allievo del Prof. Paolo Orsi,sovrintendente archeologico di Siracusa. Il Cannizzo scrisse e pubblicò nel 1909 uno scritto sulla topografia archeologica di Licodia.
Evoluzione demografica
Abitanti censiti[1]

Cultura
Gemellaggi
- Santa Pau, comune spagnolo in cui ha avuto origine la casa regnante dei marchesi Santapau che governarono Licodia nel Medioevo.
- Eubea, isola greca, in relazione alle origini della fondazione di Licodia Eubea.
Strutture sportive comunali
Piscina comunale e campo sportivo
La piscina comunale di Licodia Eubea è sita nella zona nuova dell'abitato in viale Regione siciliana ed è di recente costruzione. La struttura è costituita da due vasche, una più piccola e l'altra semi-olimpionica di maggiori misure. La piscina comunale risulta attualmente chiusa al pubblico per lavori di ristrutturazione. Vicino alla piscina comunale è presente il campo sportivo comunale con l'annesso campetto da tennis. Il campo da calcio fu sistemato negli anni settanta con la costruzione delle tribune e degli spogliatoi.
Media e telecomunicazioni
-Emittente televisiva del territorio di Licodia Eubea: Tele Eubea
Amministrazione attuale
Template:ComuniAmministrazione
Amministrazioni precedenti
Ferrovie
Bibliografia
- S. Correnti - Catania e provincia - Black Line Edizioni, 1986.
- AA. VV. - Grande Enciclopedia De Agostini, Vol. 13 - Istituto Geografico De Agostini, 1995.
- C. Verdi, Licodia Sacra: storia, arte e tradizione, 1993;
- C. Verdi, I Santapau;
- C. Verdi, Licodia Eubea: notizie, 1981;
- P. M. Cannizzo: Licodia Eubea: le sue origini e la sua storia nel contesto della storia della Sicilia, 1995;
- Archeclub d'Italia sede di Licodia: Cenni su Licodia;
- Archeclub d'Italia sede di Licodia: Castello di Licodia;
- S. Salomone, Le provincie siciliane studiate sotto tutti gli aspetti ... : Provincia di Catania, Ragonisi, 1884
- S. Sciorto, Guida di Licodia.
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Licodia Eubea
Voci correlate
Collegamenti esterni
- Galleria fotografica
- Biografia del servo di Dio frate Francesco Cascio
- Sito ufficiale del comune di Licodia Eubea
- Sito ufficiale delle scuole statali elementari e medie Enrico Fermi di Licodia Eubea
| Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
|---|---|---|---|---|---|
| 1946 | 1952 | Dr.Giuseppe di Gregorio | sindaco | ||
| 1952 | 1954 | Dr.Giuseppe Aparo | sindaco | ||
| 1954 | 1956 | Cav.Francesco Gurfolino | sindaco | ||
| 1956 | 1957 | Dr. Vincenzo Licciardi | sindaco | ||
| 1957 | 1957 | Dr.Rosario Odierne | comm.prefetto | ||
| 1957 | 1958 | Ins.Emanuele Arma | Comm. prefetto | ||
| 1958 | 1962 | Dr. Vincenzo Licciardi | sindaco | ||
| 1962 | 1964 | Dr. Vincenzo Zappulla | sindaco | ||
| 1964 | 1965 | Prof. Sebastiano Fede | sindaco | ||
| 1965 | 1967 | Dr. Vincenzo Verga | sindaco | ||
| 1967 | 1988 | Dr. Nunzio Li rosi | sindaco | ||
| 1988 | 1992 | Prof. Manfredi Lo Blanco | sindaco | ||
| 1992 | 1992 | Dr. Elio Di Prazza | Comm. Regionale | ||
| 1992 | 1993 | Avv. Nicolò Lo Giudice | Comm. straordinario | ||
| 1993 | 1998 | Prof. Manfredi Lo Blanco | sindaco | ||
| 1998 | 2002 | Ingegn. Massimo Di Grazia | sindaco | ||
| 2002 | 2007 | Dr. Nunzio Li rosi | sindaco | ||
| 2007 | .... | Dr. Nunzio Li rosi | sindaco | ||
- ^ Dati tratti da:
- Popolazione residente dei comuni. Censimenti dal 1861 al 1991 (PDF), su ebiblio.istat.it, ISTAT.
- Popolazione residente per territorio – serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno.