Silvio Berlusconi
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Silvio Berlusconi (Milano, 29 settembre 1936) è un politico e imprenditore italiano, presidente del Consiglio dei ministri in carica per la quarta volta dal maggio 2008. Spesso viene anche chiamato Il Cavaliere in ragione dell'onorificenza di cavaliere del Lavoro conferitagli nel 1977.
Ha iniziato la sua attività imprenditoriale nel campo dell'edilizia. Nel 1978 ha fondato la società finanziaria Fininvest (dal 1993 Mediaset, società di produzione multimediale). Nel gennaio del 1994 ha fondato il movimento politico Forza Italia. Nel 2009 il partito è confluito nel Popolo della Libertà.
Da uomo politico siede alla Camera dei Deputati dal 1994, anno della sua prima elezione. Ha tenuto quattro mandati da presidente del Consiglio: il primo nella XII legislatura (1994), due consecutivi nella XIV (2001-2005 e 2005-2006);[1] infine, l'attuale, nella XVI (2008). Dal 20 gennaio 2009 è leader senior del G8.
Secondo la stima elaborata dalla rivista americana Forbes, nel 2009 Silvio Berlusconi è il secondo uomo più ricco d'Italia e il 70° più ricco del mondo, con un patrimonio stimato in 6,5 miliardi di dollari USA.[2][3]
Note biografiche
È il primogenito di una famiglia della piccola borghesia milanese.
Il padre Luigi[4] (Saronno, 27 marzo 1908 - Milano, 1989) era impiegato alla Banca Rasini, dove lavorò fino a diventarne Procuratore Generale; la madre Rosa Bossi (Milano, 25 gennaio 1911 - 3 febbraio 2008), detta Rosella era stata impiegata come segretaria presso il gruppo Pirelli); dal loro matrimonio, oltre a Silvio nascono:
- Maria Antonietta Berlusconi (1943 - Milano, 26 febbraio 2009);
- Paolo Berlusconi (Milano, 6 dicembre 1949), anch'egli imprenditore.
Nel 1954 Berlusconi consegue la maturità classica al liceo salesiano Sant'Ambrogio di Milano. Si iscrive quindi alla facoltà di Giurisprudenza presso l'Università Statale, dove si laurea in legge nel 1961 con lode, presentando una tesi sul contratto di pubblicità per inserzione - relatore il professor Remo Franceschelli - che gli vale una borsa di studio.[5] Dopo la laurea non svolge il servizio militare.[6] All'inizio degli anni sessanta conosce Carla Elvira Lucia Dall'Oglio (La Spezia, 12 settembre 1940), che sposerà nel 1965 e dalla quale avrà due figli:
- Maria Elvira (Milano, 10 agosto 1966), detta Marina, presidente della Fininvest e del gruppo Arnoldo Mondadori Editore;
- Pier Silvio (Milano, 28 aprile 1969), vicepresidente di Mediaset.
Nel 1985 divorzia da Carla Dall'Oglio ed ufficializza il legame con l'attrice Veronica Lario, nome d'arte di Miriam Bartolini[7] (Bologna, 19 luglio 1956), che sposa nel 1990.
Dal legame con Veronica nascono tre figli:
- Barbara (Arlesheim, Svizzera, 30 luglio 1984) (nata quindi durante il precedente matrimonio), laureata in filosofia, entrata dal settembre 2003 nel Consiglio di Amministrazione della Fininvest,[8] diventata mamma (di Alessandro) il 30 ottobre 2007;[9]
- Eleonora (Arlesheim, Svizzera, 7 maggio 1986), fondatrice insieme a Barbara ed altri sette amici dell'associazione di beneficenza Milano Young Onlus;[10]
- Luigi (18 ottobre 1988), quinto ed ultimo figlio.
Il 2 maggio del 2009 Veronica Lario ha annunciato di voler chiedere il divorzio dal marito.[11]
Attività imprenditoriale
Edilizia
Dopo le prime saltuarie esperienze lavorative giovanili come cantante e intrattenitore sulle navi da crociera insieme all’amico Fedele Confalonieri[12] e come venditore porta a porta di scope elettriche insieme all’amico Guido Possa[13], iniziò l’attività di agente immobiliare[14] e, nel 1961, fondò la Cantieri Riuniti Milanesi Srl insieme al costruttore Pietro Canali. Il primo acquisto immobiliare fu un terreno in via Alciati a Milano, per 190 milioni di lire, grazie alla fideiussione del banchiere Carlo Rasini (titolare e cofondatore della Banca Rasini, nella quale lavorava il padre di Silvio).[15]
Nel 1963 fonda la Edilnord Sas, in cui è socio d'opera accomandatario, mentre Carlo Rasini e il commercialista svizzero Carlo Rezzonico sono soci accomandanti. In quest'azienda, Carlo Rezzonico fornisce i capitali attraverso la finanziaria Finanzierungsgesellschaft für Residenzen AG di Lugano.[16] Gli anonimi capitali della finanziaria svizzera vengono in parte depositati presso l'International Bank di Zurigo e pervengono alla Edilnord attraverso la Banca Rasini.
Nel 1964, l'azienda di Berlusconi apre un cantiere a Brugherio per edificare una città modello da 4.000 abitanti. I primi condominî sono pronti già nel 1965, ma non si vendono con facilità.[17]
Nel 1968 nasce la Edilnord Sas di Lidia Borsani e C. (la Borsani è cugina di Berlusconi), generalmente chiamata Edilnord 2, acquistando 712 mila m² di terreni nel comune di Segrate, dove sorgerà Milano Due, a seguito alla dichiarazione del '71 con cui il consiglio dei Lavori Pubblici dichiara ufficialmente residenziale il suolo ed a seguito della concessione delle licenze edilizie da parte del comune di Segrate. La vicenda con cui ottenne a Roma il cambio di talune rotte aeree dell'aeroporto di Linate - le cui intollerabili onde sonore, superiori a cento decibel, rendevano improficuo l'investimento e difficoltosa la vendita degli appartamenti - fu ricostruita da Camilla Cederna come frutto di un'intensa attività di lobbying presso i Ministeri competenti[18]: lo stesso Berlusconi, ricordando anni dopo la sua frequentazione dei ministeri romani di quegli anni, dichiarerà che offire un mazzo di rose ad una segretaria gli aprì le porte di molti uffici di direttori generali.
Nel 1972 viene liquidata la Edilnord e creata la Edilnord Centri Residenziali Sas di Lidia Borsani, quest'ultima socia accomandante, con i finanziamenti della Aktiengesellschaft für Immobilienlagen in Residenzzentren AG di Lugano.
Nel 1973 viene fondata la Italcantieri Srl, trasformata poi in Spa nel 1975, con Silvio Berlusconi quale presidente. I capitali sono di due fiduciarie svizzere e precisamente della Cofigen,[19] legata al finanziere Tito Tettamanti e alla Banca della Svizzera Italiana,[20] e della Eti AG Holding di Chiasso,[21] il cui amministratore delegato è Ercole Doninelli.[22] Nello stesso anno, tramite l'avvocato Cesare Previti, Berlusconi acquista ad Arcore, pagandola ad un prezzo di favore, la Villa San Martino ed alcuni terreni contigui.[23] La proprietà gli è venduta da Annamaria Casati Stampa di Soncino, ereditiera da una nota famiglia nobiliare lombarda, rimasta orfana nel 1970 e in difficoltà finanziarie a causa di debiti con il fisco, di cui l'avvocato Previti è tutore legale.[23]
Nel 1974 viene costituita a Roma l'Immobiliare San Martino, amministrata da Marcello Dell'Utri (amico di Berlusconi fin dagli anni universitari con Fedele Confalonieri), con il finanziamento di due fiduciarie della Banca Nazionale del Lavoro (BNL), la Servizio Italia Fiduciaria Spa e la Società Azionaria Fiduciaria.
Nel 1977, a coronamento di questa ampia e riuscita attività edilizia, Silvio Berlusconi viene nominato cavaliere del lavoro dal presidente della Repubblica Giovanni Leone.
Nel gennaio 1978 viene liquidata la Edilnord per dare vita alla Milano 2 Spa, costituita a Segrate dalla fusione con l'Immobiliare San Martino Spa.
Televisioni
Dopo l'esperienza in campo edilizio Berlusconi allarga il proprio raggio d'affari anche al settore della comunicazione e dei media. Nel 1976, infatti, la sentenza n. 202 della Corte costituzionale apre la strada all'esercizio dell'editoria televisiva anche ad emittenti locali, fino ad allora appannaggio soltanto dello Stato.
Nel 1978 rileva Telemilano dal fondatore Giacomo Properzj. Si tratta di una televisione via cavo, operante dall'autunno del 1974 nella zona residenziale di Milano 2. A tale società due anni dopo viene dato il nome di Canale 5 ed assume la forma di rete televisiva a livello nazionale, comprendente più emittenti. Sempre nel 1978, Berlusconi fonda Fininvest, una holding che coordina tutte le varie attività dell'imprenditore.
Il canale nel 1981 trasmette il Mundialito, un torneo di calcio fra nazionali sudamericane ed europee, compresa quella italiana. Per tale evento, nonostante gli iniziali pareri sfavorevoli da parte di ministri del governo Forlani, ottiene dalla RAI l'uso del satellite e la diretta per la trasmissione in Lombardia, mentre nel resto d'Italia l'evento viene trasmesso in differita.
A partire dal 1981, Berlusconi inizia ad utilizzare la propria rete di emittenti locali come se fosse un'unica emittente nazionale: registrando con un giorno d'anticipo tutti i programmi e le pubblicità e trasmettendo il tutto il giorno seguente in contemporanea in tutta Italia.
Nel 1982 il gruppo si allarga con l'acquisto di Italia 1 dall'editore Edilio Rusconi e di Rete 4 nel 1984 dal gruppo editoriale Arnoldo Mondadori Editore (all'epoca controllato dall'editore Mario Formenton).
Nel 1984 i pretori di Torino, Pescara e Roma oscurano le reti Fininvest per violazione della legge che proibiva alle reti private di trasmettere su scala nazionale. L'azione giudiziaria viene fermata dopo pochi giorni dal governo guidato da Bettino Craxi che con un apposito decreto legge legalizza la situazione della Fininvest.
Il gruppo Fininvest riesce perciò, seppur con strumenti non legali per la legislazione di quegli anni, a spezzare l'allora monopolio televisivo RAI. Nel 1990 fu la Legge Mammì a stabilizzare le situazione presente rendendo definitivamente legale la diffusione a livello nazionale di programmi radiotelevisivi privati.
Negli anni seguenti il gruppo si diffonde in Europa: in Francia fonda, nel 1986, La Cinq (la cui chiusura nel 1992 fu molto controversa[senza fonte]), in Germania Tele 5 nel 1987 (si legge Telefünf; chiuderà nel 1992), in Spagna Telecinco (fondata nel 1990 e ancora oggi attiva).
Editoria e media
Nel campo editoriale diventa, ed è, il principale editore italiano nel settore libri e periodici; nel gennaio 1990 acquisisce la maggioranza azionaria di Mondadori (in cui è confluita negli anni novanta la Silvio Berlusconi Editore, fondata dal magnate milanese negli anni ottanta e attiva nella stampa periodica, e che comprò Tv Sorrisi e Canzoni) con una manovra che causerà un contenzioso (vedi Lodo Mondadori) e la Giulio Einaudi Editore (comprata dalla prima), e di alcune rilevanti case minori (Elemond, Sperling & Kupfer, Grijalbo, Le Monnier, Pianeta scuola, Frassinelli, Electa Napoli, Riccardo Ricciardi editore, Editrice Poseidona).
Nel campo della distribuzione audiovisiva, Berlusconi è stato socio dal 1994 al 2002, attraverso Fininvest, di Blockbuster Italia. Controlla inoltre il gruppo Medusa Film.
Nel 2007, Berlusconi, tramite Trefinance (una controllata del gruppo Fininvest), ha finanziato OVO s.r.l., una media company il cui progetto è realizzare una enciclopedia video formata da centinaia di brevi clip di carattere enciclopedico (storia, fisica, arte, letteratura, biografie, ecc.); uno dei canali della stessa doveva chiamarsi OVOpedia, da OVO ed enciclopedia.
Il progetto, sebbene non fosse ancora stato reso pubblico (il lancio era previsto nel primo trimestre del 2009), è stato accusato di revisionismo, perché sarebbe stato teso a controbattere la storiografia dominante che secondo Berlusconi sarebbe controllata dalla "sinistra"; la società è attualmente in liquidazione.[24]
Grande distribuzione e assicurazioni
Berlusconi effettua anche investimenti nel settore delle grandi distribuzioni, acquisendo il gruppo Standa dalla Montedison nel 1988 e i Supermercati Brianzoli dalla famiglia Franchini nel 1991. Nel 1995 il gruppo Standa vende Euromercato al gruppo Promodès-GS.
Nel 1998 scorpora e vende il gruppo Standa; la parte "non alimentare" al gruppo Coin e la parte "alimentare" a Gianfelice Franchini, ex proprietario dei Supermercati Brianzoli. A tal proposito Berlusconi dichiarerà in seguito di esser stato costretto a vendere la Standa successivamente alla sua entrata in politica, affermando che in Comuni gestiti da giunte di centrosinistra non gli concedevano le necessarie autorizzazioni per aprire nuovi punti vendita. Secondo i critici di Berlusconi l'acquisizione e la successiva vendita della Standa sarebbe stata determinata dalla volontà di creare una liquidità per il gruppo Fininvest, che attraversava un difficile periodo tra il 1990 e il 1994 (egli stesso aveva asserito di essere esposto con le banche per una cifra in lire di diverse migliaia di miliardi).[25]
Il Gruppo Fininvest, con le partecipazioni nelle società Mediolanum e Programma Italia, ha una forte presenza anche nel settore delle assicurazioni e della vendita di prodotti finanziari.
Sport
Dopo un iniziale interessamento all'acquisto dell'Inter,[26] dal 20 febbraio 1986 Silvio Berlusconi è proprietario dell'Associazione Calcio Milan, club calcistico del quale resse la presidenza dal giorno dell'acquisto fino al 21 dicembre 2004, quando lasciò la carica a seguito dell'approvazione di una legge disciplinante i conflitti d'interesse. Ha ricoperto di nuovo la carica dal 15 giugno 2006 all'aprile 2008 quando è stato rieletto alla presidenza del Consiglio dei ministri.
Sotto la sua gestione l'AC Milan si è laureato 7 volte campione d’Italia, 5 volte campione d’Europa e 3 volte campione del mondo; ha vinto inoltre 5 Supercoppe nazionali e 5 europee nonché una Coppa Italia.
Nei primi anni novanta egli estese l’attività sportiva del Milan cambiandone il nome in Athletic Club (per mantenere l’acronimo), e trasformandolo in società polisportiva costituita comprando i titoli sportivi di società lombarde di varie discipline quali baseball, rugby, hockey su ghiaccio, pallavolo e acquistando per importi mai visti in precedenza i migliori giocatori a disposizione. La polisportiva si sciolse nel 1994 dopo la vittoria elettorale e le squadre in essa accorpate (Amatori Milano di rugby, Gonzaga Milano, già Mantova, di pallavolo, Devils Milano di hockey e Baseball Milano) seguirono destini diversi.
Assetto societario
In seguito all'entrata in politica Silvio Berlusconi ha lasciato la gestione delle società in suo possesso ai suoi familiari, rimane tuttavia proprietario di quote in diverse aziende.
Nel 2009 Forbes stima tutto il patrimonio del Cavaliere in 6,5 miliardi di dollari americani. Questa stima è fatta tenendo conto che Silvio Berlusconi risulta in possesso del 99,5% delle azioni della società Dolcedrago S.p.A (il restante 0,5% è diviso in parti uguali tra i figli Marina e Piersilvio),[27] questa società possiede e gestisce le principali proprietà immobiliari di Berlusconi (tra cui Villa San Martino ad Arcore, ville a Macherio, Sardegna, Porto Rotondo, Lesa, Lesmo e Bermuda) oltre a controllare le quote di maggioranza di altre piccole e medie società immobiliari italiane. La Dolcedrago S.p.A detiene anche il totale controllo della Videodue S.r.l, società che gestisce i diritti di 106 film.[27]
Silvio Berlusconi possiede inoltre il 61% di Fininvest,[27] la quota restante è nelle mani dei 5 figli (7,65% a testa per Marina e Piersilvio e 7,143% a testa a Barbara, Eleonora e Luigi). Fininvest controlla a sua volta Mediaset (38%), Mondadori (50%), Milan (100%), Mediolanum (35%) e Teatro Manzoni (100%).
Intestati alla persona di Silvio Berlusconi risultano inoltre 5 appartamenti a Milano (di cui uno in comproprietà), un terreno ad Antigua e 3 imbarcazioni di varie dimensioni.[27]
Attività politica
Gli inizi e il sostegno al Partito Socialista Italiano
Le primissime prese di posizione politiche di Berlusconi in pubblico risalgono al luglio 1977, allorché sostenne la necessità che il Partito Comunista Italiano (che l'anno precedente aveva superato il 34% dei voti) "rimanesse confinato all'opposizione dall'azione di una Democrazia Cristiana trasformata in modo da recuperare al governo il Partito Socialista Italiano"[28], alla segreteria del quale era asceso nel luglio 1976 il suo amico Bettino Craxi. L'incontro tra i due era stato propiziato nei primi anni 70 da Silvano Larini. Craxi e il PSI mostreranno per tutti gli anni successivi una significativa apertura verso le TV private, culminata con il varo del cosiddetto "decreto Berlusconi" del 16 ottobre 1984 e con la sua reiterazione attraverso il "Berlusconi bis" nel successivo 28 novembre.
Nel corso degli anni '80 e fino al 1992 Berlusconi sosterrà sui suoi networks con molteplici spot elettorali il PSI e l'amico Bettino. Nel 1984 Craxi è padrino di Battesimo di Barbara Berlusconi. Nel 1990, alla celebrazione del matrimonio tra Veronica Lario e Silvio Berlusconi, Anna Craxi (moglie del leader socialista) e Gianni Letta sono i testimoni di nozze per la sposa, Bettino Craxi e Fedele Confalonieri lo sono per lo sposo.[29][30] Come ulteriore testimonianze della vicinanza di Berlusconi a Craxi è possibile ricordare la realizzazione di uno spot televisivo di ben 12 minuti, girato dalla regista Sally Hunter[31] e presentato nella primavera del 1992 per essere trasmesso sulle emittenti di Berlusconi nel corso della campagna elettorale, nel quale compare lo stesso Berlusconi vicino ad un pianoforte che, commentando l'esperienza dei governi presieduti da Bettino Craxi (1983-1987), dichiara:
In più occasioni inoltre Craxi, da presidente del consiglio, affiderà sue esternazioni alle reti di Berlusconi e ignorerà la TV di stato.
Infine, nell'ultimo periodo politico di Craxi nell'autunno 1993, in occasione dell'ennesima autorizzazione a procedere avanzata dalla magistratura contro Craxi e respinta dalla Camera, Berlusconi espresse pubblicamente la propria solidale soddisfazione.
La "discesa in campo"
Nel novembre 1993, in occasione delle elezioni comunali di Roma, intervistato all'uscita da un supermercato di Casalecchio, auspicò la vittoria di Gianfranco Fini, all'epoca segretario del MSI, che correva per la carica di sindaco contro Francesco Rutelli.
Nell'inverno del 1993, in seguito al vuoto politico che si era formato dopo lo scandalo di Tangentopoli, Berlusconi decide di scendere direttamente in prima persona nell'arena politica italiana. Dall'esperienza dei club dell'Associazione Nazionale Forza Italia, guidati da Giuliano Urbani e dalla diretta discesa in campo di funzionari delle sue imprese, soprattutto di Publitalia 80, nasce così il nuovo movimento politico Forza Italia, uno schieramento di centrodestra che, nelle intenzioni, deve restituire una rappresentanza agli elettori moderati e contrapporsi ai partiti di centro-sinistra. Allo stesso tempo Berlusconi dà le dimissioni da alcuni incarichi di imprenditore presso il gruppo da lui fondato (affidando la gestione ai figli o a persone di fiducia e mantenendone la proprietà).
Si apre subito un dibattito sulle ragioni della scelta di Berlusconi che vede contrapporsi sostanzialmente due posizioni: quella di chi ne vedeva una scelta dettata dall'amor di patria e senso di responsabilità (godendo già lui di ricchezza e potere e vedendo l'ascesa degli ex-comunisti come un pericolo per l'Italia)[32] e quella di chi ne vedeva una scelta dettata dalla convenienza personale (finalizzata a salvare le sue aziende sull'orlo del fallimento[33] ed evitare il carcere). L'ex democristiano Ezio Cartotto che ha partecipato alla fondazione di Forza Italia racconta nel suo libro circa le origini del partito che Bettino Craxi ebbe un ruolo importante nel consigliare e spingere Berlusconi a candidarsi e fondare un nuovo partito.[34]
L'eleggibilità di Berlusconi è anche oggetto di dibattito, in relazione all'articolo 10 della legge n.361 del 1957, secondo cui «non sono eleggibili (...) coloro che (...) risultino vincolati con lo Stato (...) per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica». Nel corso della seduta del 20 luglio 1994 (con un terzo dei deputati assenti) la Giunta per le elezioni, anche grazie ad una parte degli esponenti del PDS del neo-segretario Massimo D'Alema e dei Progressisti (che votarono a favore o non parteciparono al voto), decide di rigettare un ricorso che lamentava l'illegittimità di Berlusconi.[35][36][37]
Berlusconi si propone come innovatore e modernizzatore dello Stato, promette una forte sburocratizzazione e riorganizzazione degli apparati pubblici, ed un forte ridimensionamento della disoccupazione promettendo un milione di posti di lavoro.
Campagna elettorale ed elezioni del 1994
Sovvertendo tutte le previsioni espresse dai principali quotidiani nazionali,[38][39][40][41][42] le elezioni politiche del 27 marzo 1994 si concludono con la vittoria elettorale di Forza Italia in corsa con Alleanza Nazionale di Gianfranco Fini e con la Lega Nord di Umberto Bossi. Negli ultimi mesi di campagna elettorale, alcuni fra i volti più famosi[43] delle reti Fininvest dichiarano in televisione il loro appoggio politico, all'interno dei programmi di intrattenimento da loro condotti, scatenando reazioni che scaturiscono nella discussa par condicio.
La prima esperienza di governo di Silvio Berlusconi ha però vita dura e breve, e si conclude nel dicembre dello stesso anno, quando la Lega Nord ritira l'appoggio al Governo. Il 22 dicembre Berlusconi rassegna le proprie dimissioni al presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Al suo posto viene formato un governo tecnico, il governo Dini. Contemporaneamente alla caduta del primo governo la Lega Nord scatena una violenta campagna ai danni dell'ex alleato Berlusconi che viene accusato senza mezzi termini di appartenere alla mafia[44]. Negli anni successivi il fallimento del suo governo Berlusconi attribuisce la responsabilità della caduta del suo governo all'inaffidabilità di Bossi.[45] In seguito, anche per il riavvicinamento con la Lega Nord nel 2001, accusa la magistratura e Scalfaro, il quale, secondo lo stesso Berlusconi, avrebbe indotto Bossi a ritirare l'appoggio all'esecutivo.[46] Polo e Lega si riconcilieranno in occasione delle elezioni politiche del 2001.
Campagna elettorale 1996 e capo dell'opposizione fino al 2001
Le successive elezioni sono vinte da L'Ulivo (con l'appoggio esterno di Rifondazione Comunista), la coalizione di centrosinistra capeggiata da Romano Prodi. Berlusconi guida l'opposizione di centrodestra fino al 2001.
Durante la legislatura collabora con Massimo D'Alema alla Bicamerale, che si occupa principalmente di riforme costituzionali e giudiziarie (per approfondimenti si veda la voce sulle riforme giudiziarie dell'Ulivo).
Campagna elettorale 2001 e capo del governo fino al 2006
Le elezioni del 2001 portano alla vittoria la coalizione di centrodestra capeggiata da Silvio Berlusconi. Alle elezioni Forza Italia si presenta di nuovo insieme alla Lega Nord con la coalizione della Casa delle Libertà, comprendente inoltre Alleanza Nazionale, il Centro Cristiano Democratico e i Cristiani Democratici Uniti, il Nuovo Partito Socialista Italiano e il Partito Repubblicano Italiano, mentre il centrosinistra si presenta diviso. Durante la campagna elettorale Berlusconi sigla, presso la trasmissione Porta a Porta di Bruno Vespa, il cosiddetto Contratto con gli italiani: un accordo fra lui ed i suoi potenziali elettori in cui si impegna, in caso di vittoria, a realizzare ingenti sgravi fiscali, il dimezzamento della disoccupazione, l'avviamento di centinaia di opere pubbliche, l'aumento delle pensioni minime e la riduzione del numero di reati; impegnandosi altresì a non ricandidarsi alle successive elezioni nel caso in cui almeno quattro dei cinque punti principali non fossero stati mantenuti.
Berlusconi viene per la seconda volta nominato Presidente del Consiglio, dando inizio al Governo Berlusconi II.
Durante il secondo semestre del 2003 ricopre la carica di Presidente del Consiglio dell'Unione Europea in quanto capo del Governo italiano.
Nella primavera del 2005, a seguito della pesante sconfitta della Casa delle Libertà alle elezioni regionali, si apre una rapida crisi di governo: Berlusconi si dimette il 20 aprile e dopo solo due giorni viene varato il Governo Berlusconi III che ricalca in gran parte come composizione e azione politica il precedente Governo Berlusconi II.
Durante la visita ufficiale del marzo 2006, Silvio Berlusconi è stato invitato a pronunciare un discorso ai due rami del Congresso degli Stati Uniti riuniti in seduta comune: onore concesso precedentemente solo a De Gasperi, Craxi e Andreotti. Durante l'orazione, il presidente del consiglio ha ringraziato gli Stati Uniti per la liberazione dell'Italia, durante la seconda guerra mondiale.
Campagna elettorale 2006
Il periodo pre-elettorale è infiammato dalla pubblicazione di sondaggi, commissionati prevalentemente dai quotidiani nazionali, che prevedono una vittoria de L'Unione, la coalizione di centrosinistra formatasi a sostegno della ricandidatura di Romano Prodi alla carica di capo del governo, con circa il 5% di vantaggio rispetto alla Casa delle Libertà. Solo tre sondaggi elaborati su commissione di Berlusconi da una società statunitense attribuiscono un lieve vantaggio per la Casa delle Libertà.
Silvio Berlusconi e Romano Prodi si incontrano in due dibattiti televisivi molto seguiti, andati in onda su Raiuno. Berlusconi conclude il secondo dibattito il 3 aprile annunciando a sorpresa, di voler eliminare l'Imposta Comunale sugli Immobili (ICI) sulla prima casa.[48] Nei giorni successivi, durante la trasmissione Radio anch'io su Radio Uno e promette anche l'eliminazione della tassa sui rifiuti.[49]
L'esito delle elezioni del 2006 è caratterizzato da una forte incertezza perdurata fino al termine dello scrutinio delle schede e si risolve con una leggera prevalenza della coalizione di centrosinistra capeggiata da Romano Prodi, che vince le elezioni.
Dopo l'esito del voto, Berlusconi inizialmente contesta il risultato delle votazioni denunciando brogli e chiedendo il riconteggio dei voti. Successivamente giudica l'esito un «sostanziale pareggio», e suggerisce di formare un governo istituzionale di coalizione ispirato alla "Große Koalition" tedesca. La proposta è però rifiutata dai partiti del centrosinistra e dalla Lega Nord. Il governo va così a Prodi e al centrosinistra.
Le Giunte per le elezioni, attivatesi per il riconteggio delle schede bianche e nulle,[50] nel settembre 2007 confermeranno il risultato elettorale.[51] Tuttavia Berlusconi non riconoscerà la vittoria dell'avversario.
La nascita del Popolo della Libertà e la vittoria del 2008
Dal 16 al 18 novembre 2007 Berlusconi ha organizzato una petizione popolare per richiedere elezioni anticipate, con l'obiettivo di raccogliere almeno 5 milioni di firme. Il risultato comunicato da Sandro Bondi è stato di 7.027.734,[52] sebbene ci sia chi ha avanzato dubbi sulla cifra e sulla verifica della regolarità delle adesioni via Internet e via SMS.[53] Con questa cifra alla mano, il 18 novembre durante un comizio in piazza San Babila a Milano Berlusconi ha annunciato lo scioglimento di Forza Italia e la nascita del Popolo della Libertà, un nuovo soggetto politico contro i «parrucconi della politica», che fonderà insieme a Gianfranco Fini.[54] Il giorno successivo, in una conferenza stampa tenuta a Roma in Piazza di Pietra ha sostenuto che «il bipolarismo […] nella presente situazione italiana, con la frammentazione dei partiti che esiste, non è qualcosa che può funzionare per il governo del Paese»[55] e ha dichiarato la sua disponibilità a trattare per la realizzazione di un sistema elettorale proporzionale puro con sbarramento alto per evitare il frazionamento dei partiti.
Berlusconi ha affermato che il nuovo partito «intende rovesciare la piramide del potere»[56] e che la scelta del nome, dei valori, dei programmi, dei rappresentanti e del leader del nuovo soggetto politico spetta ai cittadini e non alle segreterie. Una successiva petizione popolare tenutasi il 1° e 2 dicembre 2007 ha stabilito, con il 63,14% delle preferenze, che il nome di tale formazione politica fosse Il Popolo della Libertà. Tale nome era già stato utilizzato per definire i partecipanti alla manifestazione contro il Governo Prodi tenutasi il 2 dicembre 2006 che aveva visto, secondo gli organizzatori, scendere in piazza 2.200.000 persone.
Durante la XV Legislatura Berlusconi come deputato è stato l'onorevole più assenteista: 4623 assenze su 4693 votazioni parlamentari.[57]
Il 14 aprile 2008 la coalizione formata da Popolo della Libertà, Lega Nord e Movimento per l'Autonomia a sostegno della candidatura di Silvio Berlusconi a Presidente del Consiglio ha vinto le elezioni politiche con un'ampia maggioranza[58] in entrambi i rami del Parlamento.
Nello specifico, PdL, Lega ed MpA hanno conquistato il 46,8% (344 seggi) di voti alla Camera e il 47,3% (174 seggi) al Senato, staccando di oltre nove punti gli avversari diretti del PD in entrambi i casi.
L'8 maggio 2008 ha giurato nelle mani del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano diventando per la quarta volta Presidente del Consiglio dei Ministri.[59]
Il 29 marzo 2009 Silvio Berlusconi viene eletto all'unanimità e per acclamazione presidente del Popolo della Libertà.[60]
Governi presieduti
- Governo Berlusconi I, dal 10 maggio 1994 al 17 gennaio 1995.
- Governo Berlusconi II, dall'11 giugno 2001 al 23 aprile 2005.
- Governo Berlusconi III, dal 23 aprile 2005 al 17 maggio 2006.
- Governo Berlusconi IV, in carica dall'8 maggio 2008
Procedimenti giudiziari a carico di Berlusconi
Silvio Berlusconi è stato oggetto di numerosi procedimenti penali, nessuno dei quali si è concluso con una sentenza definitiva di condanna.
Alcuni di questi procedimenti sono stati archiviati in fase di indagine; a seguito di altri è stato instaurato un processo nel quale Berlusconi è stato assolto. In altri processi, infine, sono state pronunciate, in primo grado o in appello, sentenze di condanna per reati quali corruzione giudiziaria, finanziamento illecito a partiti e falso in bilancio. In alcuni casi, dopo un esito del primo o del secondo grado di giudizio sfavorevole a Berlusconi, i procedimenti non si sono conclusi con una sentenza di condanna: ciò grazie a sopravvenuta amnistia, al riconoscimento di circostanze attenuanti che, influendo sulla determinazione della pena, hanno comportato il sopravvenire della prescrizione oppure a nuove norme che hanno modificato le pene e la struttura di taluni reati a lui contestati, come nel caso del reato di falso in bilancio. Dette norme, approvate in Parlamento dalla maggioranza di centro-destra mentre Silvio Berlusconi ricopriva la carica di Presidente del consiglio, in taluni casi hanno imposto una valutazione di non rilevanza penale di alcuni dei fatti contestati, poiché il fatto non è più previsto dalla legge come reato; in altri casi la riduzione della pene prevista per le fattispecie di reato contestate ha fatto sì che i termini di prescrizione maturassero prima che fosse pronunciata sentenza definitiva.
Di seguito viene fornito uno schema delle sentenze:
Tipo di sentenza | Procedimento | |
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Sentenze di non doversi procedere | Reati estinti per prescrizione |
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Reati estinti per intervenuta amnistia |
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Sentenze di assoluzione | Assoluzioni per variazioni della Legge (il fatto non costituisce più reato) |
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Altre assoluzioni |
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Procedimenti archiviati | Archiviazioni per variazioni della Legge (il fatto non costituisce più reato) |
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Altre archiviazioni |
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Procedimenti in corso (sospesi in conseguenza del Lodo Alfano) |
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Dibattito
Su molti dei procedimenti giudiziari contro Berlusconi, alcuni dei quali ancora in corso, c'è acceso dibattito tra i suoi sostenitori e i suoi detrattori.
- Berlusconi ed i suoi sostenitori affermano che tutti i processi relativi alla sua attività imprenditoriale sono cominciati dopo la sua discesa in campo, ed esclusivamente a scopo persecutorio nei suoi confronti. Sostengono che tali processi, che ritengono basati su mere illazioni (spesso definite, singolarmente, "teoremi") prive di riscontro probatorio, siano stati istruiti nell'ambito di una persecuzione giudiziaria orchestrata delle "toghe rosse", ossia da magistrati vicini ai partiti e alle ideologie di sinistra (iscritti a Magistratura democratica), che utilizzerebbero illegittimamente la giustizia a fini di lotta politica.[62] [63] A questo proposito Fedele Confalonieri dichiarò che se Berlusconi non fosse entrato in politica sarebbe stato condannato o costretto al fallimento.[64] Essi affermano inoltre che Berlusconi è uscito a testa alta da tutti i processi, pienamente scagionato da ogni accusa.
- I critici di Berlusconi, sostengono invece che i processi siano iniziati prima della discesa in campo, asserendo che se non fosse entrato in politica sarebbe finito in bancarotta e probabilmente in galera, e che, grazie alle cosiddette leggi ad personam varate dal suo governo, avrebbe evitato di essere condannato[65]. Essi inoltre sottolineano che, sebbene Berlusconi non abbia mai subìto alcuna condanna definitiva, la maggior parte delle pronunce di proscioglimento non sono di natura assolutoria, ma bensì per sopravvenuta prescrizione: affermano quindi che, se avesse voluto che fosse riconosciuta la propria innocenza anche in tali processi, avrebbe potuto rinunciare espressamente alla prescrizione[66]. Riguardo alle accuse di parzialità dei giudici, infine, essi osservano che Berlusconi, rispetto ad altri imputati, abbia al contrario giovato del vedersi riconoscere dai giudici le attenuanti generiche.[67]
Silvio Berlusconi ha però più volte ribadito che le indagini hanno seguito la sua scesa in campo, e ha denunciato i magistrati milanesi, presso la procura di Brescia, per il reato di «attentato ad organo costituzionale»; la denuncia è stata archiviata, e nelle motivazioni si legge:
Riconoscimenti
— 1977, nominato dal presidente della Repubblica Giovanni Leone.
- Il 27 novembre 1991 ha ricevuto una laurea honoris causa in ingegneria gestionale dall'Università della Calabria.[68]
- Il 23 settembre 2003, a New York, gli è stato consegnato il premio "Statista dell'anno" dalla Anti-Defamation League, l'organizzazione ebraica che combatte l'antisemitismo nel mondo.[69]
- Il 2 marzo 2006, negli Stati Uniti d'America, durante l'annuale celebrazione del "saluto alla Libertà", la Intrepid Foundation, ente privato statunitense, lo ha insignito del premio Libertà Intrepid 2006 per «la coraggiosa leadership contro il terrorismo».
- Il 27 settembre 2006, gli viene riconosciuto il premio "Madonnina d'oro" offerto dalla Comunità Incontro di Don Gelmini per il contributo personale dato alla ricostruzione di alcune strutture in Bolivia e in Thailandia, dopo lo tsunami.
Critiche e aspetti controversi
Il "berlusconismo"
Controversie sulle modificazioni indotte nella società civile
Il regista e drammaturgo Dario Fo, lo scrittore Umberto Eco, il regista Nanni Moretti e il comico Beppe Grillo hanno rilasciato pubbliche dichiarazioni circa le conseguenze che i valori veicolati dai media di Berlusconi potrebbero avere, secondo la loro opinione, alla lunga sulla stessa società civile, indirizzandone gusti e tendenze allo scopo di favorire la sua parte politica.[70][71][72] A questo proposito, Dario Franceschini, leader del Partito Democratico, è arrivato a dire:
Secondo questa linea di pensiero, la comparsa sulla scena politica di Berlusconi avrebbe causato profonde mutazioni di costume nel tessuto civile del Paese e tra le sue diverse componenti sociali. Essi sostengono che sarebbe improprio, in un sistema democratico, esercitare al contempo azione di governo e di controllo su fonti di informazione a causa dell'influenza che i mass media (tv, radio, stampa, Internet) possono esecitare sulla società.[74] L'opposizione ha chiesto invano a Berlusconi di rinunciare alla proprietà dei mass media giudicando anomala una simile concentrazione in mano al capo di una coalizione politica.[75][76]
La tesi di tale denuncia è che in Italia ci sarebbe uno sbilanciamento mediatico, possibile veicolo di orientamento dell’opinione pubblica attraverso metodi di propaganda più o meno nascosta e che guidare una coalizione politica e, al contempo, un gruppo mediatico editoriale, è contrario ai principi di equità stabiliti dalla Costituzione italiana che, all'articolo 10 t.u. 30 marzo 1957 n.361, prevede la "ineleggibilità di coloro che in proprio o in qualità di rappresentanti legali di società o imprese private risultano vincolati allo Stato per contratti di opere o di somministrazioni oppure per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica".[77][78]
Controversie sull'attività imprenditoriale
I finanziamenti di origine ignota
Per avviare la sua attività imprenditoriale nel 1961 nel campo dell'edilizia Berlusconi ottiene una fideiussione dalla Banca Rasini. Nella società fondata da lui e Pietro Canali impegna 10 milioni di lire che anni dopo sosterrà fossero suoi risparmi guadagnati con la sua attività di intrattenitore e venditore di elettrodomestici. In realtà, quei 10 milioni provengono dalle tasche di suo padre Luigi, procuratore della Banca Rasini[senza fonte].
Riguardo invece all'origine di alcuni finanziamenti, provenienti da conti svizzeri alla Fininvest negli anni 1975-1978, dalla fondazione all'articolazione in 22 holding, (i quali ammontavano a 93,9 miliardi lire dell'epoca)[79] Berlusconi, interrogato in sede giudiziaria dal P.M. Antonio Ingroia, si avvalse della facoltà di non rispondere,[80] per questo, anche a causa delle leggi svizzere sul segreto bancario, non è stato possibile accedere alle identità dei possessori dei conti cifrati inerenti al flusso di capitali transitato all'epoca e in piena disponibilità della Fininvest.[81]
In particolare alcune delle "piogge di liquidità" contestate a Berlusconi sono:
- Il 26 settembre 1968 la Edilnord Sas acquistò dal conte Bonzi l'intera area dove Berlusconi edificherà Milano 2. Berlusconi pagò il terreno 4.250 lire al metro, per un totale di oltre tre miliardi di lire, inoltre nei mesi successivi l'imprenditore edificherà un cantiere dal costo di circa 500 milioni al giorno. All'epoca Berlusconi aveva 32 anni e nessun patrimonio a disposizione suo o della famiglia per attingere questa liquidità.[82]
- Il 2 febbraio 1973 Berlusconi fondò la Italcantieri Srl. Il 18 luglio 1975 questa piccola impresa diventò una Spa con un aumento di capitale a 500 milioni. In seguito, quei 500 milioni aumenteranno fino a diventare 2 miliardi e la società emetterà un prestito obbligazionario per altri due miliardi. [82]
- Il 22 maggio 1974 la Edilnord Centri Residenziali Sas compì un aumento di capitale che arrivò a 600 milioni di lire. Il 22 luglio 1975 la medesima società eseguì un altro aumento di capitale passando dai suddetti seicento milioni a due miliardi.[82]
- Nel 1974 Berlusconi acquisisce il controllo dell'Immobiliare Romana Paltano, una società con 12 milioni di capitale. L'anno successivo il capitale sociale aumenterà a 500 milioni e nel 1977 ad 1 miliardo cambiando nome in "Cantieri Riuniti Milanesi Spa".[82]
- Il 15 settembre 1977 la società Edilnord Sas cedette alla neo costituta Milano2 Spa tutto il costruito di Milano 2 più alcune aree ancora da edificare. In pochi giorni il capitale della Milano2 Spa passerà da 1 milione a 500 milioni e in seguito a 2 miliardi il 19 luglio 1978.[82]
- La holding capogruppo Fininvest nacque in due tappe. Il 21 Marzo 1975 a Roma Berlusconi diede vita alla Fininvest Srl con 20 milioni di capitale, lo stesso anno (11 novembre) i 20 milioni diventano 2 miliardi. L'8 Giugno 1978 Berlusconi fondò la Finanziaria di Investimento Srl, ancora con 20 milioni di capitale iniziale ma il 30 giugno 1978 (quindi 22 giorni dopo la fondazione) quei 20 milioni aumentano a 50 e il 7 dicembre raggiungono quota 18 miliardi, in seguito le due "Fininvest" si fonderanno.[82]
- Il 4 maggio 1977 a Roma Berlusconi fondò l'Immobiliare Idra col capitale di 1 milione. Questa società l'anno successivo aumentò il proprio capitale a 900 milioni di lire.[82]
Al tempo in cui Luigi Berlusconi era procuratore generale della Banca Rasini questa entrò in rapporti d'affari con la Cisalpina Overseas Nassau Bank, nel cui consiglio d'amministrazione figuravano Roberto Calvi, Licio Gelli, Michele Sindona e monsignor Paul Marcinkus, responsabile dello IOR (Istituto per le Opere Religiose) di fatto la banca dello Stato della Città del Vaticano, che sono poi divenuti famosi alla cronaca giudiziaria. Secondo Sindona e altri collaboratori di giustizia la banca Rasini era coinvolta nel riciclaggio di denaro di provenienza mafiosa (il che spiegherebbe la grossa presenza di finanziatori svizzeri nei primi anni di attività di Berlusconi).[83]
Nel 1999 Francesco Giuffrida, vicedirettore della Banca d'Italia a Palermo, durante il processo Dell'Utri, sostenne, in una consulenza da lui eseguita per conto della Procura di Palermo riguardante la ricostruzione degli apporti finanziari intervenuti alle origini del gruppo Fininvest tra gli anni 1975-1984, che non era possibile identificare la provenienza di alcuni fondi Fininvest del valore di 113 miliardi di lire dell'epoca in contanti e assegni circolari (corrispondenti a circa trecento milioni di euro odierni).[84] La questione riguardava i sospetti di presunti contributi di capitali mafiosi all'origine della Fininvest.
Querelato per diffamazione da Mediaset, nel 2007 Giuffrida giunse a un accordo transattivo ( con i legali di questa. Con l'accordo il consulente della Procura ha riconosciuto i limiti delle conclusioni rassegnate nel proprio elaborato e delle dichiarazioni fornite durante il processo (definite incomplete e parziali a causa della scadenza dei termini di indagine che non gli avevano permesso di approfondire a sufficienza l'origine di otto transizioni dubbie) e la dichiarazione conseguente che tutte le "operazioni oggetto del suo esame consulenziale erano tutte ricostruibili e tali da escludere l'apporto di capitali di provenienza esterna al gruppo Fininvest".[85]
I legali di Giuffrida nel processo per diffamazione hanno comunque emesso una dichiarazione, riportata dall'ANSA, in cui sostengono di essere stati avvertiti solo pochi giorni prima (il 18 luglio) del fatto che i legali Mediaset avevano proposto una transazione al loro assistito, di non condividere né quel primo documento ("una bozza di accordo che gli stessi non hanno condiviso, ritenendo che quanto affermato nel documento non corrispondesse alle reali acquisizioni processuali"), nè la versione definitiva leggermente corretta ("non sottoscriveranno non condividendo la ricostruzione dei fatti e le affermazioni in esso contenute").
La perizia di Giuffrida era stata ritenuta dai giudici già al tempo solo basata su "una parziale documentazione", ma era stata ritenuta valida anche in virtù del fatto che non aveva "trovato smentita dal consulente della difesa Dell’Utri", in quanto lo stesso professor Paolo Iovenitti (perito della difesa), davanti alle conclusioni di Giuffrida, aveva ammesso che alcune operazioni erano "potenzialmente non trasparenti" e non aveva "fatto chiarezza sulla vicenda in esame, pur avendo il consulente della difesa la disponibilità di tutta la documentazione esistente presso gli archivi della Fininvest".[86] [87]
Tale ritrattazione, contenuta nell'accordo transattivo raggiunto dai legali Mediaset ed il prof. Giuffrida a composizione della controversia instaurata dalla Mediaset stessa per diffamazione, non consente comunque di fare chiarezza, una volta per tutte, sulla provenienza dei capitali del gruppo societario facente capo a Silvio Berlusconi.
Berlusconi, essendo iscritto alla loggia massonica Propaganda 2[88] di Licio Gelli[89] aveva accesso a finanziamenti altrimenti inottenibili: la Commissione parlamentare d'inchiesta sulla loggia massonica P2,[90] infatti, affermò, nella relazione di maggioranza di tale Commissione firmata da Tina Anselmi, che alcuni operatori appartenenti alla Loggia (tra cui Genghini, Fabbri e Berlusconi), trovarono appoggi e finanziamenti presso le banche ai cui vertici risultavano essere personaggi inclusi nelle liste P2 al di là di ogni merito creditizio.[91]
La difesa
Le ipotesi di riciclaggio non hanno mai trovato conferma, anche a causa del segreto bancario vigente in Svizzera.
Stando alle dichiarazioni dello stesso Silvio Berlusconi, fu la liquidazione del padre, Luigi Berlusconi, divenuto poi collaboratore del figlio all'Edilnord e in molti altri momenti cruciali della sua vita imprenditoriale, che servì a finanziare gli inizi della sua attività imprenditoriale e a costituire la metà del capitale dei Cantieri Riuniti Milanesi.
Silvio Berlusconi si definisce un "uomo che si è fatto da solo" perché il suo successo - stando a queste dichiarazioni - si basa sulle sue "capacità imprenditoriali", sul suo "fiuto per gli affari", sul suo "lavoro indefesso" e su una serie di "fortuite circostanze", che gli avevano garantito la fiducia dei vari finanziatori.[92]
I rapporti con Dell'Utri e Mangano
Nella prima metà degli anni settanta diverse organizzazioni criminali (non ultima la mafia) usavano, per autofinanziarsi, ricorrere alla pratica del sequestro di persona nei confronti di imprenditori (o di loro familiari) non molto noti al grande pubblico e Berlusconi, all'epoca già padre di due figli, era tra questi: il 7 luglio 1974 l'avvocato palermitano Marcello Dell'Utri (all'epoca collaboratore di Berlusconi e che in seguito fu eletto senatore per il partito da quest'ultimo fondato), mise in contatto Berlusconi con Vittorio Mangano. L'incontro avvenne nella neoacquistata villa San Martino ad Arcore, e il motivo ufficiale della presenza di Mangano fu quello di assumere le mansioni di fattore e stalliere. In realtà, Mangano si occupò anche della sicurezza della villa e dell'incolumità dei figli di Berlusconi, che usava anche accompagnare a scuola. Disse anni dopo Dell'Utri: «Berlusconi ha assunto Mangano, gliel'ho presentato io, è verissimo, tra tante persone che c'erano in concorso per quella posizione, e ai quali Berlusconi ha addirittura affidato la casa, e il signor Mangano accompagnava anche i figli di Berlusconi a scuola. Non vedo niente di strano nel fatto che io abbia frequentato in questa maniera il signor Mangano, e lo frequenterei ancora adesso».[93] Vittorio Mangano si licenziò nel 1976. A suo carico, nel periodo successivo all'impiego a villa San Martino, una condanna per traffico di droga e un'altra per associazione mafiosa semplice. Fu inoltre sospettato del rapimento di Luigi D'Angerio, che avvenne nella notte di Sant'Ambrogio del 1974, subito dopo una cena ad Arcore. La Procura della Repubblica di Palermo sostiene che Marcello Dell'Utri era a conoscenza dei precedenti penali di Mangano. Al tempo in cui Dell'Utri, infatti, lasciò l'impiego in banca per diventare collaboratore di Berlusconi, e successivamente chiamò Mangano ad Arcore, la locale stazione dei Carabinieri ricevette un'informativa dai loro colleghi palermitani che segnalava Mangano quale persona con precedenti giudiziari e Dell'Utri quale persona che era informato di ciò.[94]
Il 26 maggio 1975 una bomba esplose nella villa di Berlusconi in via Rovani a Milano, provocando ingenti danni con lo sfondamento dei muri perimetrali e il crollo del pianerottolo del primo piano.
Berlusconi, dopo aver ricevuto varie minacce, si trasferì per qualche mese con la famiglia in Svizzera e successivamente in Spagna.
Il 28 novembre 1986 un altro attentato alla villa milanese creò unicamente danni alla cancellata esterna. Berlusconi, nel mezzo di un'intercettazione telefonica, commentò con Dell'Utri l'attentato definendolo scherzosamente un atto fatto «con affetto», proseguendo sullo stesso tono che «secondo me, come un altro manderebbe una lettera o farebbe una telefonata, lui metterebbe una bomba» e sottolineando che la natura del gesto è da ricercarsi nel fatto «che non sa scrivere».[95] Contrariamente a quanto Berlusconi pensava, invece, l'attentato non è attribuibile a Mangano in quanto all'epoca del fatto era detenuto. Esso è ascrivibile altresì (come risulta dalle dichiarazioni di Antonino Galliano) alla mafia catanese: una volta raccordatosi con il suo sodale Nitto Santapaola di Catania, Totò Riina, il capo di Cosa nostra, aveva, come si suol dire, «preso in mano la situazione» relativa a Berlusconi e Dell'Utri, che, come si è visto (per concorde dichiarazione di Ganci, Anzelmo e Galliano), sarebbe stata sfruttata non soltanto per fini prettamente estorsivi, ma anche per potere “agganciare” politicamente Bettino Craxi.
Un rapporto della Criminalpol del 13 aprile 1981 recita che «L'aver accertato attraverso la citata intercettazione telefonica il contatto tra Mangano Vittorio, di cui è bene ricordare sempre la sua particolare pericolosità criminale, e Dell'Utri Marcello ne consegue necessariamente che anche la Inim spa e la Raca spa (società per le quali il Dell'Utri svolge la propria attività), operanti in Milano, sono società commerciali gestite anch'esse dalla mafia e di cui la mafia si serve per riciclare il denaro sporco, provento di illeciti».[96]
Sull'attività di Mangano nello stesso periodo in cui prestava servizio come stalliere di Berlusconi il giudice Paolo Borsellino rilasciò, poco prima di essere ucciso in un attentato mafioso, un'intervista a un giornalista francese nella quale definiva il Mangano come una delle teste di ponte di Cosa Nostra nel nord Italia.[97] Mangano morì in carcere nel 2000, pochi giorni dopo essere stato condannato all'ergastolo per duplice omicidio. Dell'Utri commentò, in seguito, che Mangano era un eroe [98], concetto poi ribadito successivamente da Berlusconi stesso[99].
La procura di Palermo ha indagato su Silvio Berlusconi e su Marcello Dell'Utri per concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio di denaro sporco. Nel 1998 la posizione di Berlusconi è stata archiviata al termine delle indagini preliminari, che erano state prorogate per la massima durata prevista dalla legge mentre Dell'Utri è stato rinviato a giudizio. Nel 2004 Dell'Utri è stato poi condannato in primo grado a Palermo a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa; secondo la sentenza Forza Italia sarebbe stata fondata per fornire nuovi agganci politici alla mafia e Dell'Utri sarebbe stato l'intermediario tra l'organizzazione mafiosa cosa nostra e Silvio Berlusconi fin dal 1974[100]. Il processo di appello è ancora in corso.
Le televisioni nazionali
La creazione di un gruppo di canali televisivi appariva di fatto in contrasto con la legge in vigore e con le sentenze della Corte costituzionale che, sin dal 1960 (n. 59/1960), aveva mostrato il suo orientamento in materia. Un tema ripreso anche dal più recente pronunciamento del 1981, dove veniva riaffermata la mancanza di costituzionalità nell'ipotesi di permettere ad un soggetto privato il controllo di una televisione nazionale, considerando questa possibilità, visti gli spazi limitati a disposizione, come una lesione al diritto di libertà di manifestazione del proprio pensiero, garantito dall'articolo 21 della Costituzione.
Tre pretori da Roma, Milano e Pescara (tra cui Giuseppe Casalbore) intervennero il 16 ottobre 1984, disponendo - in base al codice postale dell'epoca - il sequestro nelle regioni di loro competenza del sistema che permetteva la trasmissione simultanea nel Paese dei tre canali televisivi. In conseguenza di ciò e per protesta, le emittenti Fininvest interessate dal provvedimento apposero sul video un messaggio, rinunciando ad una programmazione canonica.
Dopo quattro giorni, il 20 ottobre 1984, il governo di Bettino Craxi, intervenne direttamente nella questione aperta dalla magistratura emanando un decreto legge in grado di rimettere in attività il gruppo. Ma il 28 novembre il Parlamento, invece di convertirlo in legge, lo rifiutava in quanto incostituzionale, permettendo alla magistratura di riprendere l'azione penale contro Fininvest. Craxi varò quindi il 6 dicembre 1984 un nuovo decreto, ponendolo al Parlamento tramite la questione di fiducia e ottenendone l'approvazione. La Corte Costituzionale esaminò la legge solo tre anni dopo, mantenendola in vigore, ma sottolineandone la dichiarata transitorietà.
L'approvazione del provvedimento fu da alcuni giustificata nella stretta e mai celata amicizia tra Bettino Craxi e Silvio Berlusconi (Craxi è stato testimone di nozze al matrimonio tra Berlusconi e Veronica Lario e padrino di battesimo di Barbara Berlusconi). Secondo altri, invece, il disegno di modernizzazione del Paese del segretario socialista passava per lo scardinamento del monopolio culturale che - attraverso la RAI - la Democrazia cristiana esercitava sulla programmazione radiotelevisiva nazionale; l'oligopolio a cui si giunse, però, probabilmente non corrispondeva alla ratio con cui la Corte costituzionale nel 1976 (invocando l'articolo 21 della Costituzione) aveva ammesso a latere della concessionaria pubblica un sistema plurale di molteplici reti, distribuite sul territorio a livello esclusivamente locale. Il rapporto con Craxi fu documentato nell'archivio dell'ex-presidente del Consiglio in cui fu trovata anche una lettere a firma di Berlusconi:
Nel 1990 con la legge Mammì si tornava a legiferare in materia e veniva stabilito che non si poteva essere proprietari di più di tre canali, senza l'introduzione, però, di limiti che compromettessero l'estensione assunta televisivamente dalle reti di Berlusconi. L'approvazione della legge rinnovava forti polemiche e cinque ministri del Governo Andreotti si dimisero per protesta. Berlusconi, essendo state decise anche norme volte a impedire posizioni dominanti contemporaneamente nell'editoria di quotidiani, venne costretto a cedere le proprie quote della società editrice del Giornale, vendendole al fratello Paolo Berlusconi.
Nel 1994 una nuova sentenza della Corte (la n. 420) dichiarava incostituzionale parte della legge, richiamando la necessità di porre limiti più stretti nella concentrazione di possedimenti in campo mediatico.
Berlusconi continua, quindi, ad operare nel settore tramite l'azienda Mediaset (nata nel 1995, dallo scorporo delle attività televisive della Fininvest), con concessioni a valenza transitoria.
Aspetti controversi dell'attività politica
Appartenenza alla loggia massonica P2
L’iscrizione di Berlusconi alla loggia massonica P2 avviene il 26 gennaio 1978 nella sede di via Condotti a Roma, all'ultimo piano del palazzo che ospita il gioiellere Bulgari insieme a Roberto Gervaso [102]; la tessera è la n. 1816, codice E. 19.78, gruppo 17, fascicolo 0625, come risulta dai documenti e dalle ricevute sequestrate ai capi della loggia. Berlusconi ha negato la sua partecipazione alla P2[103], ma ha ammesso in tribunale di essere stato iscritto.[104] Nell'autunno del 1988 (nel corso di un processo contro due giornalisti accusati di averlo diffamato celebrato dal tribunale di Verona[105]), Berlusconi dichiarò: «Non ricordo la data esatta della mia iscrizione alla P2, ricordo comunque che è di poco anteriore allo scandalo. [...] Non ho mai pagato una quota di iscrizione, né mai mi è stata chiesta»[106].
Per tali dichiarazioni il pretore di Verona Gabriele Nigro ha avviato nei confronti di Berlusconi un procedimento per falsa testimonianza. Al termine il magistrato veronese ha prosciolto in istruttoria l'imprenditore perchè il fatto non costituisce reato [105]. Il sostituto procuratore generale Stefano Dragone ha però successivamente impugnato il proscioglimento[105] e la Corte d'appello di Venezia ha avviato un nuovo procedimento in esito al quale ha stabilito che «Berlusconi, deponendo davanti al Tribunale di Verona nella sua qualità di teste-parte offesa, ha dichiarato il falso» ma che «il reato attribuito all’imputato va dichiarato estinto per intervenuta amnistia»[107].
Successivamente dichiarò: "Non sono mai stato piduista, mi mandarono la tessera e io la rispedii subito al mittente: comunque i tribunali hanno stabilito che gli iscritti alla P2 non commisero alcun reato, e quindi essere stato piduista non è titolo di demerito".[103] In altra occasione, ha affermato che la P2 "per la verità allora appariva come una normalissima associazione, come se fosse un Rotary, un Lions, e non c'erano motivi, per quello che se ne sapeva, per pensare che la cosa fosse diversa. Io resistetti molto a dare la mia adesione, e poi lo feci perché Gervaso insistette particolarmente dicendomi di rendere una cortesia personale a lui".[108]
Secondo la Commissione parlamentare d'inchiesta Anselmi la loggia massonica era "eversiva". Essa fu sciolta con un'apposita legge, la n. 17 del 25 gennaio 1982.[109]
La P2 era "un'organizzazione che mirava a prendere il possesso delle leve del potere in Italia attraverso il «piano di rinascita democratica», un elaborato a mezza via tra un manifesto e uno «studio di fattibilità». Conteneva una sorta di ruolino di marcia per la penetrazione di esponenti della loggia nei settori chiave dello Stato, indicazioni per l'avvio di opere di selezionato proselitismo e anche un preventivo dei costi per l'acquisizione delle funzioni vitali del potere".[110] Il Piano programmava la dissoluzione dei partiti e la costruzione di due poli organizzati in club territoriali e settoriali; tendeva al monopolio dell'informazione, al controllo della banche, alla Repubblica presidenziale e al controllo della magistratura da parte del potere politico.[111][112][113]
Secondo il fondatore della P2 Licio Gelli, Berlusconi "ha preso il nostro Piano di rinascita e lo ha copiato quasi tutto".[114] Anche il vescovo di Ivrea Luigi Bettazzi rimprovera al primo governo Berlusconi, al momento della sua caduta (1995), di essere "l'attuazione fatta e programmata da Berlusconi del Piano di rinascita democratica proposto dalla Loggia P2 già nel 1976".[115] D'altra parte, l'affermazione di Gelli sembrerebbe sottointendere una certa estraneità di Berlusconi al tentativo che la loggia fece di attuare il suo piano, mentre, al di là delle analogie reali o apparenti, i contatti tra Berlusconi e personaggi legati alla loggia appaiono piuttosto concreti e provati e viaggiano per le vie degli affari, in particolare attraverso il canale internazionale rappresentato dal Banco Ambrosiano. Nell'organigramma complessivo della P2, incentrato, come detto, sulla segreta penetrazione dei più diversi luoghi del potere (finanza, politica, media), il ruolo dei giornali e della televisione appare decisivo. Lo stesso Gelli ha anche affermato: "Il vero potere risiede nelle mani di chi ha in mano i mass media".[116]
A partire dal 1985, gli archivi di Gelli testimoniano l'intervento della P2 nell'acquisizione da parte di Berlusconi dell’allora più diffuso settimanale popolare italiano[108], Tv Sorrisi e Canzoni.[117][118] La transazione, se vista come una delle tante compiute all'interno della stessa intricata ragnatela di imprese legate al sistema creditizio vaticano, risulta quasi solo un passaggio di consegna per la realizzazione del programma. È il giugno del 1983 quando la consociata all'estero Ambrosiano Group Banco Comercial di Managua cede a Berlusconi il 52% del pacchetto azionario della rivista. A interessarsi dell'affare sono i finanzieri Roberto Calvi e Umberto Ortolani. A seguito della presentazione delle conclusioni della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla P.2, la loggia fu sciolta per legge in ragione dei «fini eversivi» che si prefiggeva. Gelli fu condannato e arrestato, benché al riguardo Berlusconi sostenne di essere «...sempre in curiosa attesa di conoscere quali fatti o misfatti siano effettivamente addebitati a Licio Gelli...».[119][120]
Al momento del suo ingresso ufficiale in politica (1993), Berlusconi presentò un partito la cui struttura e programma parvero ad alcuni, simili a quelle prefigurate nel disegno eversivo della P2: «Club dove siano rappresentati... operatori imprenditoriali, esponenti delle professioni liberali, pubblici amministratori» e solo «pochissimi e selezionati» politici di professione. Fin dal primo governo Berlusconi i titolari di diversi incarichi sono risultati appartenenti alle liste segrete scoperte nella residenza di Licio Gelli a Castiglion Fibocchi[121].
Il 13 marzo 2006 la maggioranza parlamentare guidata da Berlusconi approvò una modifica dell'articolo 283 del Codice Penale sulla base del quale era stata messa sotto processo (e poi assolta) la P2. Il testo precedente era questo:
- "Chiunque commette un fatto diretto a mutare la costituzione dello Stato, o la forma del Governo, con mezzi non consentiti dall'ordinamento costituzionale dello Stato, è punito con la reclusione non inferiore a dodici anni".
il testo modificato è invece il seguente:
- "Chiunque, con atti violenti, commette un fatto diretto e idoneo a mutare la Costituzione dello Stato o la forma di governo, è punito con la reclusione non inferiore a cinque anni".[122]
Conflitto di interessi
Un conflitto di interessi emerge in presenza di proprietari di imprese che vengono ad assumere cariche pubbliche. La contemporanea proprietà di società di assicurazione, di colossi dell'editoria, di imprese turistiche, e così via, acuisce questo problema nella figura di Silvio Berlusconi.
Secondo il settimanale britannico The Economist, Berlusconi, nella sua doppia veste di proprietario di Mediaset e Presidente del Consiglio, deteneva il controllo di circa il 90% del panorama televisivo italiano.[123] Questa percentuale include sia le stazioni da lui direttamente controllate, sia quelle su cui il suo controllo può essere esercitato in maniera indiretta attraverso la nomina (o l'influenza sulla nomina) degli organismi dirigenti della televisione pubblica. Questa tesi viene respinta da Berlusconi che nega di controllare la RAI. Egli sottolinea il fatto che durante il suo governo siano stati nominati presidente della RAI persone facenti riferimento al centrosinistra, in primo luogo Lucia Annunziata. Attualmente il presidente della RAI è Paolo Garimberti, di centro-sinistra, mentre il ruolo di direttore generale è ricoperto da Mauro Masi. Di fatto durante il governo Berlusconi il CdA della RAI era a maggioranza di nomina della Casa delle Libertà.
Il vasto controllo sui media esercitato da Berlusconi è stato collegato da molti osservatori italiani e stranieri alla possibilità che i media italiani siano soggetti ad una reale limitazione delle libertà di espressione. L'Indagine mondiale sulla libertà di stampa (Freedom of the Press 2004 Global Survey), uno studio annuale pubblicato dall'organizzazione americana Freedom House, ha retrocesso l'Italia dal grado di "Libera" (Free) a quello di "Parzialmente Libera" (Partly Free)[124] sulla base di due principali ragioni, la concentrazione di potere mediatico nelle mani del Presidente del consiglio Berlusconi e della sua famiglia, e il crescente abuso di potere da parte del governo nel controllo della televisione pubblica RAI.[125] L'indagine dell'anno successivo ha confermato questa situazione con l'aggravante di ulteriori perdite di posizione in classifica.[126]
Reporter senza frontiere dichiara inoltre che nel 2004, «Il conflitto d'interessi che coinvolge il primo ministro Silvio Berlusconi e il suo vasto impero mediatico non è ancora risolto e continua a minacciare la libertà d'espressione».[127] Nell'aprile 2004, la Federazione Internazionale dei Giornalisti si unisce alle critiche, obbiettandosi al passaggio di una legge firmata da Carlo Azeglio Ciampi nel 2003, che i detrattori di Berlusconi ritengono sia destinata a proteggere il suo controllo dichiarato del 90% dei media nazionali.[128]
Lo stesso Berlusconi, per rispondere alle critiche su un suo conflitto di interessi, pochi giorni prima delle elezioni politiche del 2001, in un'intervista al Sunday Times annunciò di aver contattato tre esperti stranieri («un americano, un britannico e un tedesco»"), di cui però non fece i nomi, che lo consigliassero nel trovare una soluzione alla questione. Pochi giorni dopo ribadì al TG5 la sua decisione, specificando che:
a cui fecero eco le parole del presidente di AN Gianfranco Fini e di altri politici della CdL, i quali nei giorni seguenti confermarono più volte che, in caso di vittoria alle elezioni, l'intenzione del governo era quella di presentare entro i primi 100 giorni un disegno di legge per risolvere la questione tramite un blind trust. Non vennero mai resi noti i nomi dei tre esperti stranieri che si sarebbero dovuti occupare della questione, ma venne presentato un disegno di legge, poi approvato, che regolamentava il conflitto d'interesse.
Il centrosinistra, al governo dal 1996 al 2001, non intervenne invece sul tema del conflitto d'interessi. Nel 2003 Luciano Violante, allora capogruppo DS alla Camera, dichiarò in Parlamento che il centrosinistra aveva dato nel 1994 la garanzia a Berlusconi e Letta che le "televisioni non sarebbero state toccate" con il cambio di governo. Inoltre sottolineò che nel 1994 ha votato a favore per l'eleggibilità di Berlusconi a deputato quando essa fu contestata (la Costituzione nega l'eleggibilità per i concessionari dello Stato) e rimarcò il fatto che durante il governo di centrosinistra il fatturato di Mediaset era cresciuto di 25 volte[129].
A tutt'oggi il conflitto di interessi non è stato ancora risolto da nessun governo.[130]
Accuse di approvazione di leggi ad personam
Con la locuzione legge ad personam si intende un provvedimento approvato ad hoc a scopi prettamente personali.
Durante i governi Berlusconi succedutisi tra il 1994 e il 2006 il Parlamento ha varato una serie di provvedimenti legislativi aspramente contestati dall'opposizione e da alcuni settori della stampa i quali ritenevano che questi provvedimenti fossero stati approvati appositamente per favorire la posizione di Berlusconi. Dette leggi sarebbero collegate sia al conflitto di interessi del politico-imprenditore[131], sia del politico imputato nei processi in corso[132]. Altre ancora riferibili a familiari o colleghi di partito[133]. Tra queste vi sarebbero:
- modifiche strutturali e di pena alla disciplina del falso in bilancio (legge n. 61/2002)
- la legge sulle rogatorie (legge n. 367/2001)
- l'introduzione del divieto di sottoposizione a processo delle cinque più alte cariche dello Stato tra le quali il presidente del Consiglio in carica ("Lodo Schifani", 140/2003), dichiarata incostituzionale dalla Corte costituzionale e riproposta nella attuale legislatura come Ddl con alcune modifiche rese necessarie dai rilievi della Corte [134].
- la "legge Cirami" sul legittimo sospetto (Legge n. 248/2002)
- la riduzione della prescrizione (che cancellava gran parte dei fatti oggetto di contestazione nel processo sui diritti TV verso Berlusconi e favoriva la scarcerazione dell'amico e collega di partito Cesare Previti) ("Legge ex-Cirielli", 251/2005)
- l'estensione del condono edilizio alle zone protette (legge delega 308/2004) (comprensiva la villa "La Certosa" di proprietà di Berlusconi)
- la legge "Legge Pecorella" (legge n.46/2006), proposta dal parlamentare Gaetano Pecorella, avvocato di Silvio Berlusconi, che sanciva l'inappellabilità da parte del pubblico ministero per le sole sentenze di proscioglimento (DL n. 3600), bocciata quasi integralmente nel 2007 dalla Corte Costituzionale[135]
- la legge Gasparri sul riordino del sistema radiotelevisivo e delle comunicazioni (Legge 112/2004)
- il Lodo Alfano, riproposizione del Lodo Schifani, emanato poco prima della conclusione del processo per corruzione dell'avvocato David Mills in cui il Presidente Berlusconi era coimputato. David Mills è stato poi condannato a 4 anni e sei mesi per corruzione in atti giudiziari perchè come riportato nelle motivazioni della sentenza agì da falso testimone per consentire a Berlusconi e alla Fininvest l'impunità dalle accuse, o almeno, il mantenimento degli ingenti profitti realizzati.[136]
- l'allineamento dell'IVA sulla pay tv Sky Italia (10%) a quella delle altre pay tv (20%), richiesto dalla Commissione UE che era in procinto di aprire una procedura d'infrazione contro l'Italia[137], ha suscitato nell'opposizione (principalmente per voce di Antonio di Pietro)[138] diverse polemiche poiché viene visto in questo provvedimento un desiderio di aiutare Mediaset penalizzando la principale concorrenza privata.
Anche se non rientra nel novero delle leggi, possiamo citare a tal proposito il ricorso del governo contro la legge della regione Sardegna al divieto di costruire a meno di due chilometri dalle coste (ricorso n. 15/2005 alla legge regionale 8/2004) (che bloccava, tra l'altro, l'edificazione di "Costa Turchese", insediamento di 250.000 metri cubi della Edilizia Alta Italia di Marina Berlusconi).
I rapporti con il mondo dell'informazione
Dichiarazione contro Biagi, Santoro e Luttazzi
Il 18 aprile 2002, durante la visita di Stato a Sofia in Bulgaria Berlusconi, da circa un anno Presidente del Consiglio rende una assai discussa dichiarazione (soprannominata dai suoi oppositori il "diktat bulgaro" o l'"editto di Sofia"):
I tre non vennero più chiamati a condurre programmi in RAI: di fatto la nuova dirigenza RAI insediatasi all'epoca del governo Berlusconi e da esso spronata a prendere provvedimenti, espulse Biagi, Santoro e Luttazzi da tutte le programmazioni televisive. La situazione perdurò fino al 2006 quando, in seguito ad azioni giudiziarie che li hanno visti vincenti sulla dirigenza RAI, Biagi e Santoro hanno ripreso a condurre programmi giornalistici.
La legge Gasparri e il lodo Retequattro
La situazione di Retequattro è incerta dalla fine degli anni ottanta, dove si iniziò a discutere di concentrazione dei mezzi di informazione, in seguito all'acquisto della Mondadori da parte di Fininvest. Tale situazione perdura tutt'oggi nonostante la giurisprudenza si è pronunciata in più occasioni sulla destinazione del canale, il quale avrebbe dovuto migrare dal sistema analogico a quello digitale e le cui frequenze analogiche sarebbero dovute passare ad un diverso concessionario, vincitore legittimo della gara d'appalto: Francesco Di Stefano, proprietario dell'emittente televisiva Europa 7 . Con la legge Gasparri Retequattro ha potuto invece continuare a trasmettere in chiaro senza risolvere la succitata discriminazione. Tale legge a luglio 2006 è stata bocciata dall'Unione Europea, che ha chiesto all'Italia di cambiare le regole sulla tv, altrimenti scatterebbe una multa di 300.000 euro al giorno.[139]
Dissapori con la TV pubblica
Berlusconi ha sempre avuto rapporti contrastati con la televisione pubblica, da lui spesso accusata di essere, se non totalmente schierata a sinistra, per gran parte controllata dai partiti dell'opposizione (soprattutto Raitre, definita da Berlusconi «una macchina da guerra contro il Presidente del Consiglio»). Questa visione è ovviamente ribaltata secondo il punto di vista dei suoi oppositori che lo accusano di averla pesantemente occupata nel periodo in cui è stato capo del governo.
È del 12 marzo 2006 (durante la campagna elettorale per le elezioni politiche) la polemica, in occasione del programma di Raitre, "In 1/2 h" (In mezz'ora), tra Berlusconi che accusava la conduttrice Lucia Annunziata di muoversi sulla base di posizioni di pregiudizio nei suoi confronti e di aperta partigianeria in appoggio della sinistra, e la giornalista stessa che gli rimproverava l'incapacità di trattare con i giornalisti. Silvio Berlusconi lasciò lo studio dopo 17 minuti.[140]
Il caso Saccà
Nel 2007 la procura di Napoli apre un'inchiesta su Berlusconi (allora leader dell'opposizione) sospettato di aver corrotto Agostino Saccà, direttore generale della RAI. Tra gli atti dell'inchiesta c'è una intercettazione telefonica trai due imputati che viene pubblicata in tutti i media quando l'indagine è ancora in corso. [141] [142]
Nella telefonata si ascolta Saccà esprimere una posizione di appassionato appoggio politico a Berlusconi e di critica per il comportamento degli alleati. Berlusconi sollecita Saccà a mandare in onda una trasmissione voluta da Umberto Bossi e Saccà si lamenta del fatto che ci sono persone che hanno diffuso voci su questo accordo provocandogli problemi. Berlusconi poi chiede a Saccà di dare una sistemazione in una fiction ad una ragazza spiegando in modo molto esplicito che questo servirebbe per uno scambio di favori con un senatore della maggioranza che lo aiuterebbe a far cadere il governo. Saccà saluta esortando Berlusconi a impadronirsi della maggioranza quanto prima possibile.[143]
Berlusconi ha sostenuto in sua difesa: "lo sanno tutti nel mondo dello spettacolo, in certe situazioni in Rai si lavora soltanto se ti prostituisci oppure se sei di sinistra. Io ho fatto diversi interventi per personaggi che non sono di sinistra e che sono stati messi completamente da parte dalla Rai".[144]
L'indagine napoletana è giunta a Gennaio alla richiesta di rinvio a giudizio ma, prima che si aprisse il processo, nel luglio 2008 gli avvocati di Berlusconi chiesero ed ottennero dal GIP lo spostamento dell'indagine a Roma per incompetenza territoriale[145]. Nel 2008 i pm romani nuovi titolari dell'inchiesta hanno chiesto l'archiviazione dell'inchiesta e la distruzione delle intercettazioni argomentando che «Non c' è alcuna certezza del "do ut des". Lo stretto legame tra l' onorevole Berlusconi e Saccà, che emerge con evidenza dall' attività investigativa, era tale da consentire al primo di effettuare segnalazioni al secondo senza dover promettere o ottenere nulla in cambio».[146]
Il caso Carfagna
Nel quarto governo Berlusconi, l'onorevole Mara Carfagna, ex showgirl, è stata scelta per ricoprire il ruolo di ministro delle Pari Opportunità.
Secondo il quotidiano argentino El Clarín alcune intercettazioni avrebbero prodotto materiale non penalmente rilevante riguardante presunti favori sessuali ottenuti dal Presidente del Consiglio dei Ministri Berlusconi in cambio della poltrona da ministro.[147] Di tali intercettazioni esisterebbero ormai solo copie, essendo stati distrutti, ai sensi della legge, gli originali in quanto non rilevanti ai fini del processo per corruzione a carico di Berlusconi.[148]
Dell'esistenza delle intercettazioni parlarono prima Sabina Guzzanti durante la manifestazione di piazza Navona l'8 luglio 2008,[149] poi il deputato PdL Paolo Guzzanti sul suo blog, ritenendo esistessero «proporzionati motivi per temere che la signorina in questione occupi il posto per motivi che esulano dalla valutazione delle sue capacità di servitore dello Stato, sia pure apprendista».[150]
Le dichiarazioni sortirono una citazione in sede civile per Sabina Guzzanti.[151] Anche al padre, il deputato PdL Paolo Guzzanti arriva una minaccia di querela, a cui risponde: "Mi è capitato di imbattermi in persone, parlo di membri del parlamento, che mi hanno raccontato di avere letto le intercettazioni e di avere da esse tratto certe sensazioni e a loro parere fondate sulla vicenda. Se dovessi essere chiamato da un magistrato per difendermi sarei pronto a dire i nomi di questi autorevoli membri del parlamento", la vicenda si conclude quindi con una riconciliazione formale e con una precisazione:" Parlavo di una questione più generale: se i ministri debbano essere nominati solo perché in rapporti molto personali".[152][153] [154]
Dichiarazioni e comportamenti controversi
In Italia e all'estero grande risalto mediatico hanno ricevuto alcune sue dichiarazioni, battute di spirito e comportamenti irrituali che gli hanno dato una fama di gaffeur, contribuendo nel contempo a caratterizzare la sua immagine pubblica.[155]
Nel settembre 2001, in seguito agli attentati terroristici sferrati da Al-Qaida agli Stati Uniti, dichiarò: «Noi [occidentali] dobbiamo essere consapevoli della superiorità della nostra civiltà, il nostro è un sistema che ha garantito il benessere, il rispetto dei diritti umani e, a differenza dei paesi islamici, il rispetto dei diritti religiosi e politici. Un sistema che ha come valore la comprensione delle diversità e la tolleranza». L'affermazione suscitò le proteste di diverse nazioni islamiche e della Lega araba.[156][157][158][159]
Nel 2003, particolarmente controversa fu la polemica che al Parlamento europeo – in occasione del suo esordio come presidente del Consiglio dell'UE – lo vide opposto all'eurodeputato socialista tedesco Martin Schulz, che lo criticò per i suoi problemi giudiziari, per il suo rapporto con l'informazione, e che lo accusò di avere un conflitto d'interessi. Berlusconi replicò all'intervento dell'eurodeputato dicendo: «Signor Schulz, so che in Italia c'è un produttore che sta facendo un film sui campi di concentramento nazisti. La suggerirò per il ruolo di kapò, lei sarebbe perfetto». L'aula accolse con disapprovazione l'intervento del capo del governo italiano, che rispose rivolgendo un «turisti della democrazia» all'ala sinistra del Parlamento che lo contestava. Il presidente Pat Cox lo invitò a scusarsi, ma Berlusconi replicò: «Il signor Schulz mi ha offeso gravemente e personalmente, era solo una battuta ironica e non la ritiro». Accettò poi di scusarsi con il popolo tedesco, ma non con Schulz e l'Europarlamento. La controversia coinvolse anche il cancelliere Schröder, che convocò l'ambasciatore italiano a Berlino spingendo il governo italiano a fare lo stesso con quello tedesco a Roma.[160][161]
Successivamente Berlusconi dichiarò che in Italia «girano da anni storielle sull'Olocausto» perché «gli italiani sanno scherzare su tragedie come quella nel tentativo di superarle», provocando le proteste della comunità ebraica di Roma e dell'ANED.[162][163][164] Qualche mese dopo, gli procurò altre critiche dalla comunità israelita, unite a quelle di alcuni familiari delle vittime dello squadrismo fascista, l'intervista rilasciata al periodico britannico The Spectator in cui disse che Mussolini, a differenza di Saddam Hussein, non avrebbe «mai ammazzato nessuno» e si sarebbe limitato a mandare «la gente a fare vacanza al confino».[165][166] Della stessa intervista fu contestato anche il giudizio espresso sui giudici, definiti «mentalmente disturbati», che spinse il presidente della Repubblica Ciampi ad intervenire in difesa della magistratura.[167][168]
Ripercussioni sul piano diplomatico ci furono anche in altre occasioni. Nel 2005, quando irritò il governo finlandese dicendo di aver «rispolverato tutte le arti da playboy» con Tarja Halonen, capo di Stato della nazione scandinava, per fare in modo che ritirasse la candidatura di Helsinki a sede dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare in favore di Parma, non essendoci per lui «alcuna possibilità di confronto tra il culatello di Parma e la renna affumicata».[169][170][171] Nel 2006, quando contrariò il governo cinese dichiarando durante un comizio: «Leggetevi il libro nero del comunismo e scoprirete che nella Cina di Mao i comunisti non mangiavano i bambini, ma li bollivano per concimare i campi».[172] Infine nel 2009, quando fu criticato dal governo argentino per aver affermato: «Di me hanno detto di tutto i signori della sinistra, [...] che sono come quel dittatore argentino che faceva fuori i suoi oppositori portandoli in aereo con un pallone, poi apriva lo sportello e diceva: C'è una bella giornata, andate fuori un po' a giocare. Fa ridere ma è drammatico».[173]
Hanno suscitato clamore anche alcuni comportamenti scherzosi tenuti in presenza di ministri e governanti stranieri. Nel 2002 fece discutere la foto di gruppo dei ministri degli Esteri riuniti a Cáceres, in cui Berlusconi, titolare ad interim della Farnesina, fu immortalato mentre faceva il gesto delle corna alle spalle del suo omologo spagnolo per divertire un gruppo di boy-scout.[174][175] Nel 2008, durante una conferenza stampa con il presidente russo uscente Vladimir Putin, dopo che una giornalista pose a quest'ultimo una domanda sgradita circa una sua presunta relazione extra-coniugale, Berlusconi mimò un mitra che le sparava. Il gesto fu criticato dalla Federazione Nazionale Stampa Italiana a causa dei numerosi casi di giornalisti assassinati in Russia, ma la cronista dichiarò: «Ho visto il gesto del vostro presidente e so che scherza sempre. So che il gesto non avrà alcuna conseguenza».[176]
Lo stesso anno, in seguito all'elezione dell'afro-americano Barack Obama alla presidenza degli Stati Uniti, Berlusconi, durante una conferenza stampa congiunta con il nuovo presidente russo Dmitrij Medvedev al Cremlino, affermò: «Ho detto a Medvedev che Obama ha tutto per andare d'accordo con lui: è giovane, bello e anche abbronzato». La frase suscitò polemiche poiché il termine "abbronzato" (in inglese tanned o suntanned) è stato talvolta impiegato in maniera dispregiativa nei confronti delle persone di colore. In seguito Berlusconi affermò che la sua intenzione era quella di rivolgere ad Obama «una carineria assoluta, un grande complimento», e definì «imbecilli» chi aveva criticato la dichiarazione. I media internazionali diedero ampio risalto alla vicenda.[177][178][179]
L'anno successivo, durante la riunione del G20 a Londra, dopo la foto di rito Berlusconi chiamò il presidente statunitense a voce alta attirando l'attenzione della regina Elisabetta II che, giratasi per capire da dove e da chi provenisse il richiamo, apparentemente irritata esclamò: «Che cos'è? Ma perché deve urlare?» (What is it? Why does he have to shout?).[180][181] L'episodio ricevé ampio eco mediatico da parte della stampa internazionale,[182] ma il giorno successivo Buckingham Palace intervenne puntualizzando che la sovrana non era affatto infastidita dall'irritualità del capo di governo italiano.[183]
In Italia hanno sollevato polemiche alcune sue esternazioni rivolte agli avversari politici ed alla magistratura. Nel 2006, in prossimità delle elezioni politiche che lo avrebbero contrapposto al candidato del centro-sinistra Romano Prodi, durante un discorso alla Confcommercio affermò: «Ho troppa stima dell'intelligenza degli italiani per pensare che ci siano in giro così tanti coglioni che possano votare contro i propri interessi». Definì inoltre la magistratura «il cancro del paese».[184][185] Due anni dopo, alla Confesercenti, ribadì lo stesso concetto definendo «i giudici e i pm ideologizzati» una «metastasi della nostra democrazia». L'ANM protestò per la dichiarazione temendo una delegittimazione dell'intera categoria.[186][187]
Nel 2009, fu protagonista di uno scontro istituzionale con il presidente della Repubblica Napolitano, che rifiutò di firmare il decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri che avrebbe vietato l'interruzione dell'alimentazione e dell'idratazione artificiale di Eluana Englaro.[188] Berlusconi, contrariato dalla mancata firma, dichiarò: «si vogliono attribuire dei poteri che secondo l'interpretazione mia e del governo non sono del capo dello Stato ma semmai spettano al governo», quindi sollecitò una riforma della Costituzione, da lui ritenuta necessaria «perché la Carta è una legge fatta molti anni fa sotto l'influenza della fine di una dittatura e con la presenza al tavolo di forze ideologizzate che hanno guardato alla Costituzione russa come a un modello da cui prendere molte indicazioni».[189][190] La dichiarazione fu accolta da diverse polemiche a cui Berlusconi replicò: «Ho giurato sulla Costituzione. La rispetto. È la prima legge alla base dello Stato. Non ho mai pensato di attaccarla», poi aggiunse: «La Costituzione però non è un Moloch: può evolvere con i tempi», ma ribadì: «Che i valori costituzionali abbiano guardato alla Carta dell'Unione Sovietica è una realtà storica».[191][192]
Il caso Letizia e le escort
Il 28 aprile 2009 mentre ancora si dibatte sul velinismo del PdL, la Repubblica pubblica la notizia che due giorni prima Berlusconi ha partecipato a sopresa a una festa di 18 anni di una sconosciuta di Casoria: Noemi Letizia[193], la quale chiama affettuosamente il premier «papi»[194][195]. Ne nascerà un caso soprattutto per via delle azioni di Veronica Lario la quale sulle prime parlerà solo di «stupore» perché il marito «non è mai venuto a nessun diciottesimo dei suoi figli pur essendo stato invitato», e poi il 3 maggio annuncia di voler divorziare perché, tra l'altro, «non posso stare con un uomo che frequenta le minorenni»[196]. Una storia dai contorni poco chiari riuscirà così ad appannare l'ultimo mese di campagna elettorale del leader del PdL. Il 14 maggio un comunicato stampa di Palazzo Chigi sosterrà che «i motivi della campagna denigratoria che La Repubblica e il suo editore stanno conducendo da giorni contro il Presidente Berlusconi» sono l'«invidia e odio nei confronti di un Presidente del Consiglio che ha raggiunto il massimo storico della fiducia dei cittadini»[197]. Quello stesso giorno la Repubblica intensificherà la sua campagna ponendo dieci domande sui punti meno chiari della vicenda Noemi[198]. Poco dopo della vicenda se ne occupa anche il The Times[199], El País[200], The Guardian[201], The Independent[202], New York Times[203] e Time[204]. Il 23 maggio Berlusconi alla CNN dirà: «Il mio gradimento personale è al 74,8%, sono più che sereno»[205]. Nel frattempo si sono però aggiunte delle novità giudiziarie.
Il 19 maggio arrivano infatti le motivazioni con le quali il Tribunale di Milano ha condannato l'avvocato inglese David Mills a 4 anni e 6 mesi per corruzione in atti giudiziari avendo agito da falso testimone «per consentire a Berlusconi e alla Fininvest l'impunità dalle accuse, o almeno, il mantenimento degli ingenti profitti realizzati». La posizione di Berlusconi è però stata stralciata il 4 ottobre precedente grazie al Lodo Alfano, da qui le nuove polemiche[206]. Di tutta risposta il 21 maggio davanti all'assemblea di Confindustria, Berlusconi, accolto calorosamente, attacca alcuni «giudici pericolosi» e si lamenta che come Presidente del Consiglio non ha poteri «perché la Costituzione è stata scritta dopo il Ventennio, tutto il potere è andato al Parlamento, pletorico, 630 deputati, ne basterebbero 100 come il Congresso americano...»[207].
Il 28 maggio giunge la notizia che il settimanale L'espresso sarebbe pronto a pubblicare delle foto scattate dal fotoreporter Antonello Zappadu presso Villa Certosa, residenza di Berlusconi a Porto Rotondo. Ma Berlusconi, venuto a conoscenza delle foto due giorni prima, tramite l'avvocato parlamentare del PdL Niccolò Ghedini, gioca d'anticipo e ne impedisce la pubblicazione tramite un esposto al Garante della privacy. Le centinaia di foto si sa già che ritraggono delle feste varie e recenti alle quali oltre a Noemi Letizia avrebbe partecipato anche l'allora primo ministro della Repubblica Ceca Mirek Topolanek. Gli ospiti sono ritratti pure mentre scendono da aerei di Stato[208][209]. E le foto saranno prontamente sequestrate dai Carabinieri[210]. Tuttavia il 5 giugno le foto vengono pubblicate dallo spagnolo El País. Le indiscrezioni trovano fondamento e Topolanek vi appare nudo. La pubblicazione delle foto, secondo il quotidiano, ha uno scopo che «non è quello di giudicare la morale di Berlusconi ma di dimostrare che, da premier, sta cercando di trasformare lo spazio della politica democratica in un prolungamento dei suoi svaghi»[211][212]. Su un presunto abuso dei voli di Stato nascerà subito anche un'indagine della magistratura[213] che però già a metà giugno sarà archiviata[214].
Sempre il 28 maggio Berlusconi giura sulla testa dei suoi figli che non ha mai avuto relazioni «piccanti» con minorenni, e che se stesse mentendo si dimetterebbe immediatamente[215][216].
Il 13 giugno Berlusconi, parlando dalla tribuna del convegno dei giovani di Confindustria, fa un bilancio della bufera che lo ha visto protagonista da fine aprile sostenendo che «su quattro calunnie messe in fila, veline, minorenni, Mills e voli di Stato, è stata fatta una campagna che è stata molto negativa per l'immagine all'estero» ovvero «un comportamento eversivo. Volevano far decadere il presidente del Consiglio per mettere un'altra persona non eletta dagli italiani: se questa non è eversione ditemi cosa è?»[217].
Il giorno dopo da Otranto Massimo D'Alema ospite su Raitre di In 1/2 h ritiene che «la vicenda italiana potrà conoscere delle scosse, non c'è dubbio», cioè «momenti di conflitto, di difficoltà, anche imprevedibili, che richiedono un'opposizione in grado di assumersi le proprie responsabilità»[218][219]. Non saranno pochi quelli che vi leggeranno una conferma che esista un piano per rovesciare il governo Berlusconi[220].
Il 17 giugno scoppia il caso Patrizia D'Addario, un'escort barese che sul Corriere della Sera dichiara, sostenendo di poterlo provare, di aver preso del denaro e ottenuto una candidatura alle elezioni comunali baresi ne La Puglia prima di tutto (alleata del PdL) dopo due feste a palazzo Grazioli, residenza romana di Berlusconi, fra ottobre e novembre 2008[221]. Si viene pure a sapere che dalle dichiarazioni della D'Addario sarebbe partita alla Procura di Bari un'indagine per induzione alla prostituzione in luoghi esclusivi di Roma e della Sardegna[222]. Berlusconi non risulta indagato. Il PdL in questa nuova ondata che definisce di «spazzatura» vi legge una conferma delle annunciate «scosse» dalemiane, ma l'ex premier democratico si difende ricordando che il suo «era un giudizio politico, come è stato del tutto evidente a chi ha visto la trasmissione, riferito al governo e al nervosismo del presidente del Consiglio, il quale aveva appena denunciato oscuri e imprecisati complotti contro di lui. Nessun riferimento, dunque, da parte mia, a vicende giudiziarie di cui non so nulla. Per quanto riguarda, poi, le insinuazioni prive di qualsiasi fondamento di verità e di riscontri, mi riservo di agire su ogni piano nei confronti dei calunniatori»[223]. Alla luce dei nuovi eventi, il 26 giugno la Repubblica riformula le sue dieci domande al premier[224], il quale il 24 agosto citerà per questo (e altri articoli) il quotidiano diretto da Ezio Mauro in giudizio avanzando una richiesta di danni per un milione di euro alla quale aggiungere una somma riparatoria da stabilire[225]. Tra il 20 e il 23 luglio L'espresso ha pubblicato gli audio registrati dalla D'Addario nei suoi incontri con Berlusconi[226].
Il controverso caso D'Addario resta tutt'ora al vaglio delle indagini della magistratura.
Al di là dell'interesse di natura scandalistica, le vicende riguardanti i presunti rapporti extraconiugali di Berlusconi con escort e giovani ragazze dello spettacolo hanno attirato l'attenzione dell'opinione pubblica e di parte del mondo politico, in quanto paiono essere in più punti intrecciate con la promessa di candidature politiche nelle liste del PdL e affiliate (La Puglia prima di tutto) in occasione delle elezioni europee e delle amministrative del giugno 2009[227].
Influenza culturale
Musica
Sono molte nel panorama musicale italiano le canzoni che si riferiscono a Silvio Berlusconi. Nella maggior parte dei testi, non viene citato direttamente ma sottinteso con riferimenti alla sua vita privata e pubblica (ad esempio sulla sua statura, sui lifting e sulla storia della sua carriera politica e imprenditoriale). Sono quasi tutti testi critici, ma non mancano le eccezioni. Tra questi:
- Antonello Venditti - Il sosia
- La famiglia Rossi - Mi sono fatto da solo
- Consorzio Suonatori Indipendenti - Maledirai
- Mau Mau & Africa Unite - Ritmo politico
- Talco - Signor presidente
- Francesco Guccini - Nostra signora dell'ipocrisia
- Modena City Ramblers - El presidente
- Cristiano Malgioglio - Caro Berlusconi
- Vallanzaska - Cheope
- Paolo Rossi - Era meglio morire da piccoli
- Enzo Jannacci e Giorgio Gaber - La strana famiglia
- Roberto Benigni - È tutto mio
- Roberto Benigni - Quando penso a Berlusconi
- CapaRezza - Gli insetti del podere
- CapaRezza - Ninna nanna di Mazzarò
- Bandabardò - Lo sciopero del sole
- I ratti della Sabina - Il mercante
- La Banda Bassotti - Una storia italiana
- Roberto Vecchioni - Faccetta rosa (in campo azzurro)
- Daniele Silvestri - Che bella faccia
- Andrea Vantini - Meno male che Silvio c'è
- Santarita Sakkascia - Largo all'alleanza (sull'aria di Largo all'avanguardia degli Skiantos)
- Raina (Villa Ada Posse) - Berluscone
- Peter Punk - Chi non salta...
- Paola Turci - Un bel sorriso in faccia
- Litfiba - Tammùria
- Edoardo Bennato - Meglio Topolino
- Luciano Ligabue - A che ora è la fine del mondo?
- Fausto Amodei - Berluscrauti
Film e documentari su Berlusconi
- Citizen Berlusconi - The Prime Minister and the Press di Andrea Cairola e Susan Gray, PBS (2003)
- Lilli e il cavaliere - 10 giorni per battere Berlusconi di Caterina Borelli (2004)
- Viva Zapatero! di Sabina Guzzanti (2005)
- Bye Bye Berlusconi! di Jan Henrik Stahlberg (2006)
- Il caimano di Nanni Moretti (2006)
- Quando c'era Silvio di Beppe Cremagnani, Enrico Deaglio e Ruben Oliva (2006)
- Uccidete la democrazia! Memorandum sulle elezioni di aprile di Beppe Cremagnani, Enrico Deaglio e Ruben H. Oliva (2006)
- Shooting Silvio di Berardo Carboni (2006)
- Ho ammazzato Berlusconi di Gian Luca Rossi (2008)
- Videocracy di Erik Gandini (2009)
Note
- ^ Nel corso del quale ricoprì gli incarichi ad interim di ministro degli Esteri, dell'Economia, della Salute e della Funzione Pubblica
- ^ Forbes - The World's Billionaires 2009, su forbes.com. URL consultato il 20-03-2009.
- ^ Forbes: sempre meno miliardari, il più ricco del mondo è Bill Gates, in Corriere della Sera, 12 marzo 2009. URL consultato il 20-03-2009.
- ^ A lui è dedicato il Trofeo Luigi Berlusconi
- ^ Vita, opere e miracoli di Silvio, in societacivile.it, 6 marzo 2002. URL consultato il 15/4/2008.
- ^ Lo scrittore Mario Guarino, ne L'orgia del potere: testimonianze, scandali e rivelazioni su Silvio Berlusconi, Dedalo, Bari, 2005, p. 18, sostiene che fu dispensato per legge in quanto primo figlio, mentre altri biografi non indicano quale sia il motivo della dispensa.
- ^ Viene qui usato il termine "ufficializzato" in quanto Silvio Berlusconi inizia la relazione con lei prima di ottenere il divorzio da Carla Dall'Oglio.
- ^ Scheda sul sito della Fininvest.
- ^ Il Cavaliere: "Sono di nuovo nonno", da Corriere.it, 30 ottobre 2007.
- ^ Il sito dell'associazione.
- ^ Dario Cresto-Dina, Veronica, addio a Berlusconi "Ho deciso, chiedo il divorzio", in la Repubblica, 3 maggio 2009. URL consultato il 26-7-2009.
- ^ Silvio Berlusconi, L’avventura imprenditoriale del fondatore della Ignis, un uomo che aveva fiducia nell’Italia: Borghi, un simbolo del miracolo economico, in Governo italiano, 8 novembre 2002. URL consultato il 16/4/2008.
- ^ Nel film Sua maestà Silvio Berlusconi, prodotto da CAPA PRESS T.V. di Parigi (regia di Stéphane Bentura), Guido Possa, viceministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nel governo Berlusconi I, direttore per molti anni della sua segreteria personale, amico fin dai tempi del liceo dai padri Salesiani di Milano, ricorda come il suo primo lavoro sia stato di venditore porta a porta di scope elettriche.
- ^ Il sito di Forza Italia parla di attività di direttore commerciale e, dopo sei mesi, di direttore generale [1].
- ^ Una biografia di Berlusconi su societacivile.it.
- ^ Le due finanziarie che facevano capo a Carlo Rezzonico erano controllate dalla Discount Bank Overseas Limited, con sede a Tel Aviv e filiali a Lugano, Ginevra e Milano.
- ^ Il sito di Forza Italia parla di "terribile crisi del mercato edilizio", pur essendo quello un periodo di pieno boom economico.[2].
- ^ Camilla Cederna, Il nasetto di Silvio, Milano, 1977, v. ((http://www.rifondazione-cinecitta.org/silvioberlusconi1.html)).
- ^ La Cofigen era stata creata qualche settimana prima della Italcantieri ed era controllata per il 50% dalla Banca della Svizzera Italiana e per il 48% dalla Privat Kredit Bank; quest'ultima era controllata in gran parte dalla Cofi Compagnie de l'Occident pour la Finance et l'Industrie, creazione della stessa Banca della Svizzera Italiana, della Société de Banque Suisse e della Cassa Lombarda di Milano.
- ^ Tettamanti di fatto controllava la Banca della Svizzera Italiana e sembra fosse implicato in diversi affari che hanno influenzato l'economia italiana come il caso Enimont e quello della Merchant Bank di Sergio Cragnotti.
- ^ Di fatto era intestata ad un praticante notaio e ad una casalinga, Stefania Doninelli, moglie di Ercole Doninelli. La società nasceva da un complessa sistema di scatole cinesi al cui capo c'era la Interchange Bank, nata con capitali italiani, svizzeri e venezuelani.
- ^ Ercole Doninelli era titolare della Fimo di Chiasso, una finanziaria che in seguito si è trovata coinvolta in diverse indagini giudiziarie sul riciclaggio del denaro derivante dal narcotraffico colombiano e su diversi crack finanziari in Italia, Francia, Belgio e Paesi Bassi, come riportato da indymedia.org.
- ^ a b Chi è Cesare Previti, in Corriere della Sera, 29 aprile 2003. URL consultato il 21/5/2008. Si tratta di una breve biografia di Cesare Previti. Parla diffusamente della vicenda il libro di Giovanni Ruggeri Berlusconi. Gli affari del Presidente, Kaos Edizioni, Milano, 1994, p. 79-90.
- ^ http://www.ilbenecomune.net/2008/ovopedia-la-prima-enciclopedia-storica-in-videoclip-secondo-verso-berlusconiano/
- ^ Ettore Livini, Berlusconi incassa 141 milioni Nel 2005 dividendi raddoppiati, in la Repubblica, 23 febbraio 2006. URL consultato il 19-12-2006.
- ^ Gino Bacci, Berlusconi, il premier e il mister, Eco libri, 2004
- ^ a b c d lastampa.it. URL consultato il 13-05-2009. Errore nelle note: Tag
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non valido; il nome "graficogruppo" è stato definito più volte con contenuti diversi - ^ a b Il periodo socialista di Silvio Berlusconi
- ^ http://archiviostorico.corriere.it/1995/novembre/24/Silvio_non_rinnega_mai_gli_co_8_9511242321.shtml "Silvio non rinnega mai gli amici"
- ^ http://www.giannivattimo.it/menu/libro_berl.html Vita di Berlusconi. Cronologia
- ^ Berlusconi testimonial per Craxi, Corriere della Sera, marzo 1992
- ^ «Fare politica significa realizzare cose concrete» «Ho scelto di scendere in campo e di occuparmi della cosa pubblica perché non voglio vivere in un Paese illiberale, governato da forze immature e da uomini legati a doppio filo a un passato politicamente ed economicamente fallimentare. Mai come in questo momento l'Italia ha bisogno di persone con la testa sulle spalle e di esperienza consolidata, creative ed innovative, capaci di darle una mano, di far funzionare lo Stato»
- ^ Sull’orlo del fallimento: Debiti per 4 mila miliardi. Così la Fininvest ha rischiato il naufragio. Poi, la quotazione in Borsa. Ovvero: come diventare ricchi con i «comunisti» al governo.
- ^ http://archiviostorico.corriere.it/1996/aprile/12/Quel_giorno_Arcore_quando_Craxi_co_0_9604123451.shtml
- ^ Compatibili tv e mandato del Cavaliere, Corriere della Sera, 21 luglio 1994.
- ^ GIUNTA ELEZIONI Si', il Cavaliere era eleggibile, la Stampa, 21 luglio 1994.
- ^ Noi Berlusconi l’Opposizione, Paolo Sylos Labini, tratto da l'Unità, 24 novembre 2001.
- ^ La Repubblica, "Scende in campo il ragazzo coccodè"
- ^ Corriere della Sera, "Lo strappo del Cavaliere"
- ^ La Stampa, SONDAGGIO CIRM Ppi-Segni e pds al 22%
- ^ IL CASO <MESSAGGIO> AL PAESE Il Cavaliere regista di se stesso Trucchi e seduzioni nel giorno del debutto
- ^ <FORZA ITALIA> Uno spottino in grigio per il timido Cavaliere
- ^ Tra questi Mike Bongiorno, Raimondo Vianello e Sandra Mondaini, Ambra Angiolini e Iva Zanicchi, che in un programma d'intrattenimento della domenica pomeriggio dichiara che la sua mamma voterà per Silvio «perché i ricchi, essendosi già arricchiti, non avrebbero interesse a rubare dalle tasche dei cittadini».
- ^ http://www.brianzapopolare.it/sezioni/politica/berlusconi_mafioso_lega_2001feb16.htm
- ^ «Non mi siederò mai più ad un tavolo a cui ci sia il signor Bossi e non sosterrò mai più un governo che conti su Bossi come sostegno perché è una persona totalmente inaffidabile.» Da una intervista televisiva.
- ^ In un'intervista pubblicata il 9 settembre 2003 sul quotidiano La voce di Cremona Berlusconi dice «nel 1994 il mio governo è caduto perché mi hanno accusato di corruzione e poi io sono stato assolto in appello e in cassazione, dopo sei anni, per non aver commesso il fatto. Eppure hanno fatto cadere il mio governo con quelle accuse. Perché il capo dello Stato di allora ha chiamato Bossi e gli ha detto "guarda che è sicuro che Berlusconi cada e ti porta con lui nel baratro" e Bossi poi me lo ha raccontato.» (Da welfareitalia.it). In un'intervista a Repubblica del 28 gennaio 2006, Berlusconi sostiene che «nel 1994 ci fu un golpe. Scalfaro disse a Bossi: "Berlusconi è nel baratro, i giudici di Milano lo condanneranno. In quel baratro non finirci anche tu". I giudici di Milano dopo sette anni mi assolsero, ma gli italiani nel frattempo non ci videro più al governo, ma all'opposizione». (repubblica.it.
- ^ Il testo del discorso
- ^ Video su mediacenter.corriere.it
- ^ Radio anch'io - Trasmissione del 7 aprile 2006
- ^ Senato della Repubblica, Giunta elezioni e immunità parlamentari: scheda della seduta del 6 dicembre 2006 (Regolamento per la verifica dei poteri, si veda art. 12, c.2 e c.3)
- ^ Senato della Repubblica, Giunta elezioni e immunità parlamentari: scheda della seduta del 18 settembre 2007
- ^ «FI: raccolte oltre 7 milioni di firme contro il governo», da AdnKronos.com, 18 novembre 2007.
- ^ «"In sette milioni per mandare via Prodi", ma restano i dubbi sul valore delle firme», la Repubblica, 19 novembre 2007.
- ^ Gian Antonio Stella. «La seconda discesa in campo contro i politici “parrucconi”, Corriere.it, 19 novembre 2007
- ^ Conferenza trasmessa in diretta su Rete 4
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- ^ Silvio Berlusconi intervistato da Bruno Vespa nel libro La scossa (Bruno Vespa, 2001, Mondadori, ISBN)
- ^ Dichiarazioni del 21 luglio 1994, 5 aprile 1995, 16 gennaio 1996, 8 agosto 1998, 17 marzo 1999 riportate sul libro Le mille balle blu, pp. 73, 77-79, 87 (Peter Gomez e Marco Travaglio, 2006, Rizzoli, ISBN).
- ^ Fedele Confalonieri intervistato su la Repubblica del 25 giugno 2000, p.11: «La verità è che, se Berlusconi non fosse entrato in politica, se non avesse fondato Forza Italia, noi oggi saremo sotto un ponte o in galera con l'accusa di mafia. Col cavolo che portavamo a casa il proscioglimento nel Lodo Mondadori».
- ^
- Articolo di Repubblica sul processo Sme
- Dichiarazioni di Giovanni Russo Spena (dal Corriere della Sera)
- Accuse de l'Unità sul processo Mills
- ^
- Articolo de La Repubblica
- Accuse de l'Unità sul processo Mills
- ^ "Art. 62 bis Codice penale - Attenuanti generiche: Il giudice, indipendentemente dalle circostanze prevedute nell'art. 62, può prendere in considerazione altre circostanze diverse, qualora le ritenga tali da giustificare una diminuzione della pena. Esse sono considerate, in ogni caso, ai fini della applicazione di questo capo, come una sola circostanza, la quale può anche concorrere con una o più delle circostanze indicate nel predetto articolo 62". La concessione delle attenuanti generiche è dunque rimessa alla valutazione discrezionale del giudice.
- ^ Guida degli studenti 2007-2008 (PDF), su unical.it, Università della Calabria. URL consultato il 21-04-2008.
- ^ La motivazione è stato per «il coraggio mostrato nell'appoggio a Israele, alla guerra degli Stati Uniti in Iraq e agli sforzi contro il terrorismo»; in occasione di tale riconoscimento alcuni docenti americani, fra cui i tre premi Nobel per l'economia Franco Modigliani, Paul Samuelson e Robert Solow, hanno contestato Berlusconi per le affermazioni fatte sulla dittatura di Mussolini (Tre Nobel contro Berlusconi Repubblica.it, 23 settembre 2003)
- ^ Nanni torna girotondino, in LiberoNews.it, 15 agosto 2008. URL consultato il 25/8/2008. Deborah Solomon, Populismo e controllo totale dei media: rischio-Berlusconi anche in altri Paesi, in la Repubblica, 27 novembre 2007. URL consultato il 25/8/2008.
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- ^ «Mafia, Fininvest: “Teoremi smentiti”, da Tgcom.it, 27 luglio 2007.
- ^ Mafia, Fininvest:"Teoremi smentiti", articolo di Tgcom del 27 luglio 2007.
- ^ Il caso Giuffrida: Perché Berlusconi non dice dove ha preso i capitali Fininvest?, articolo di Marco Travaglio, del 1º agosto 2007, che cita tra le altre cose la nota dell'ANSA degli avvocati difensori di Giuffrida e le dichiarazioni dei giudici e di Paolo Iovenitti.
- ^ Per inquadrare il riferimento temporale, sebbene la loggia sia assurta alla cronaca nel 1981 con la scoperta degli elenchi degli associati, nondimeno essa era attiva fin dalla metà degli anni sessanta e, tra i mezzi che allora teorizzò per realizzare il c.d. Piano di Rinascita Democratica, vi era anche ottenere il controllo dell'opinione pubblica tramite il dissolvimento della TV di Stato e la crescita delle - allora - televisioni via cavo e l'infiltrazione nelle redazioni dei maggiori quotidiani nazionali.http://www.esmartstart.com/_framed/50g/berlusconi/inchiesta/start.htm
- ^ Il numero di tessera di Berlusconi era 1816, codice E.19.78, gruppo 17, fascicolo 0625, data di affiliazione 26 gennaio 1978
- ^ la Commissione era fornita di poteri ispettivi analoghi a quelli della magistratura, secondo la lettera della legge istitutiva 23 settembre 1981, n. 527
- ^ Nella sezione dedicata ai rapporti finanziari della loggia della relazione della Commissione emerse che «…non vanno peraltro trascurati anche altri interventi con identici fini, anche se di portata minore, che la Loggia P2 pone in essere sia tramite il Banco Ambrosiano, sia tramite altre banche ove alcuni operatori (Genghini, Fabbri, Berlusconi, ecc.), trovano appoggi e finanziamenti al di là di ogni merito creditizio. Molti degli istituti bancari, ai cui vertici risultavano essere persone incluse nelle liste P2, non hanno effettuato in merito opportune indagini, ma l'esistenza di una vasta rete di sostegno creditizio per le operazioni interessanti la loggia risulta provata dalla già citata inchiesta portata a termine dal Collegio sindacale dei Monte dei Paschi di Siena…».Commissione parlamentare d'inchiesta sulla loggia massonica P2 capitolo «Il mondo degli affari - Il mondo degli affari e dell'editoria», Camera dei Deputati, 1983, cit. in LoggiaP2.com.
- ^ «Berlusconi deve tirar fuori tutta la sua creatività e la sua tenacia. Lavora giorno e notte, sabato e domenica. Inventa nuove formule di pubblicità e di promozione diretta, di commercializzazione...» Frase una volta presente a questo indirizzo, rimossa dopo il 1 aprile 2007 e recuperabile da qui
- ^ Intervista a Marcello Dell'Utri dal Tgr Sicilia, Rai, 1° luglio 1996.
- ^ Atti citati in E. Veltri, M. Travaglio. L'odore dei soldi, 2001, pp. 27-28.
- ^ Video dell'intercettazione, da YouTube.com.
- ^ M. Guarino, L'orgia del potere, 2005, p. 162.
- ^ L'intervista di Borsellino su Mangano a Milano www.youtube.com e il testo integrale.
- ^ La Repubblica, Berlusconi: "Perizie per i pm". Dell'Utri: "Mangano un eroe"
- ^ Estense.com, Mangano eroe, Berlusconi: Dell'Utri dice bene
- ^ Narcomafie (gruppo Abele), Dossier La sentenza Dell'Utri
- ^ Il Psi, il governo, Tangentopoli ecco le carte dell'archivio Craxi - Repubblica.it
- ^ Kataweb News, Licio Gelli: “Berlusconi venne iniziato alla P2 con il rito della spada”
- ^ a b La Repubblica, Bufera su Berlusconi La P2 setta segreta
- ^ La Repubblica Angius: Silvio, ex piduista ricco
- ^ a b c La Repubblica, Berlusconi dal giudice per un interrogatorio sull'iscrizione alla P2
- ^ Caffè Europa
- ^ Repubblica, Quando Berlusconi testimoniò sulla P2
- ^ a b Giovanni Ruggeri e Mario Guarino, Berlusconi: inchiesta sul signor tv.
- ^ Sentenza della Corte Europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo del 2 agosto 2001 (nel caso Grande Oriente d'Italia di Palazzo Giustiniani c. Italia), dove si fa riferimento alla legge 17/82, "attuazione dell'art. 18 della Costituzione in materia di associazioni segrete e quelle concernenti lo scioglimento dell'associazione denominata Loggia P2".
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- ^ «vorrei chiudere, per parte mia e unilateralmente, sempre pronto ad affrontare il processo penale che mi è stato preannunciato, la questione con Mara Carfagna. [...] Mara Carfagna non è il mio obiettivo e le mando idealmente una rosa bianca in segno di pace»
Paolo Guzzanti, CHIUDO OGGI LA QUESTIONE CARFAGNA: QUESTO BLOG E’ DIVENTATO ANCHE UN MATTATOIO, COLPA MIA, E VOGLIO DIRE PAROLE CHIARE SU QUESTA VICENDA CHE RICONDUCANO DIGNITA’ E POLITICA ALLA POLITICA DELLA DIGNITA'., su paologuzzanti.it, 05-11-2008. URL consultato il 22-12-2008. - ^ «Una rosa bianca come segno di pace è sempre ben accetta prendo atto delle scuse e considero chiusa la vicenda»
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- ^ In discoteca per i 18 anni di Noemi a sorpresa arriva anche Berlusconi
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Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
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Collegamenti esterni
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