Unione europea

entità politica di carattere sovranazionale e intergovernativo che riunisce 27 Stati europei
Versione del 1 set 2009 alle 11:20 di Rutja76 (discussione | contributi) (-latino: dalla fonte riportata il motto è presente nelle varie dell'Unione, la versione latina è dunque da considerarsi come una traduzione e non la versione principale del motto)
Unione europea[1]

Bandiera dell'Unione europea
Motto: Unita nella diversità[2]
Paesi membri
Paesi candidati[3]
Lingue ufficiali
Sedi istituzionali
Presidente del Consiglio europeo Fredrik Reinfeldt (Svezia)
(fino al 31 dicembre 2009)
Presidente della Commissione José Manuel Durão Barroso
(fino al 30 ottobre 2009)
Presidente del Parlamento Jerzy Buzek
(fino al 14 gennaio 2012)
Superficie 4 326 253 km² (7ª nel mondo*)
Popolazione (2008)
 - Densità
494 988 486 (3ª nel mondo*)
114 ab./km²
Valuta Euro () (EUR) in 16 Paesi
Fusi orari UTC/+1/+2 (regioni periferiche: -4 e +4)
Inno Beethoven, Inno alla gioia
Dominio Internet .eu
Prefisso telefonico Ogni paese membro ha il proprio. Vi è una proposta di adottare in futuro +3 per tutti i membri.
PIL totale (2006)
 - Pro capite
13 841 mld $ (1ª nel mondo)
28 119 $ per ab.
HDI 0,922 (stima)
Festa nazionale 9 maggio (anniversario della dichiarazione di Robert Schuman)
Fondazione
 - Della CEE
 - Della UE
 
Trattato di Roma, 25 marzo 1957
Trattato di Maastricht, 7 febbraio 1992
Sito web www.europa.eu
Forum www.europa.eu/debateeurope
* se considerata come un unico paese

L'Unione europea (UE) è un'organizzazione di tipo sovranazionale e intergovernativo, che dal 1º gennaio 2007 comprende 27 paesi membri indipendenti e democratici. La sua istituzione sotto il nome attuale risale al trattato di Maastricht del 7 febbraio 1992 (entrato in vigore il 1º novembre 1993), al quale tuttavia gli stati aderenti sono giunti dopo il lungo cammino delle Comunità europee precedentemente esistenti.

L'Unione consiste attualmente di una zona di libero mercato, detto mercato comune, caratterizzata, tra l'altro, da una moneta unica, l'euro, regolamentata dalla Banca centrale europea e attualmente adottata da 16 dei 27 stati membri; essa presenta inoltre una unione doganale nata già con il trattato di Roma del 1957 ma completata fra i paesi aderenti agli accordi di Schengen, che garantiscono ai loro cittadini libertà di movimento, lavoro e investimento all'interno degli stati membri. L'Unione presenta, inoltre, una politica agricola comune, una politica commerciale comune e una politica comune della pesca.

L'Unione europea non è una semplice organizzazione intergovernativa (come le Nazioni Unite) né una federazione di Stati (come gli Stati Uniti d'America), ma un organismo sui generis, alle cui istituzioni gli stati membri delegano parte della propria sovranità nazionale. Le sue competenze spaziano dagli affari esteri alla difesa, alle politiche economiche, all'agricoltura, al commercio e alla protezione ambientale. In alcuni di questi campi le funzioni dell'Unione europea la rendono simile a una federazione di stati (per esempio, per quanto riguarda gli affari monetari o le politiche ambientali); in altri settori, invece, l'Unione è più vicina ad una confederazione (per esempio, per quanto riguarda gli affari interni) o a un'organizzazione internazionale (come per la politica estera).

Gli organi principali dell'Unione comprendono il Consiglio dell'Unione europea (denominazione che ha sostituito quella di Consiglio dei Ministri da parte del Trattato di Maastricht), la Commissione, la Corte di Giustizia, il Parlamento, il Consiglio europeo e la Banca centrale europea. L'istituzione dell'Europarlamento risale al 1950 e dal 1979 i suoi membri sono democraticamente eletti, in tutti i territori dell'Unione, a suffragio universale, per una durata in carica di cinque anni. Oggi l'UE è considerata una potenza leader in un mondo multipolare.

Status giuridico

 
I confini esterni dell'Unione europea.

Da semplice organizzazione internazionale, l'Unione europea, nel corso degli anni, ha gradualmente acquisito numerose prerogative tipiche di una federazione, con il progressivo trasferimento di poteri e di sovranità dagli Stati membri agli organismi comunitari. Malgrado ciò, essa si fonda tuttora su trattati internazionali recepiti a livello interno da tutti gli Stati membri, e non costituisce un'entità politica unitaria.

Il problema della definizione dell'attuale status giuridico dell'Unione è sfociato, il 29 ottobre 2004, nella firma, a Roma, del Trattato che adotta una Costituzione per l'Europa, comunemente noto come Costituzione europea. Tale testo ribadisce la possibilità di una cooperazione rafforzata per la promozione di iniziative di integrazione tra gruppi di paesi, già prevista nel trattato di Amsterdam e in quello di Nizza.

Un nuovo trattato era stato richiesto dal Consiglio europeo attraverso la Dichiarazione di Laeken poiché il funzionamento delle istituzioni comuni, è attualmente ritenuto inadatto alla coesistenza di ben 27 stati membri, ciascuno dei quali con diritto di veto in aree fondamentali della politica comune.

Il processo di ratifica della Costituzione si è interrotto il 29 maggio 2005 con un referendum popolare in cui il 54,7% dell'elettorato francese ha scelto di non sottoscrivere il Trattato; pochi giorni dopo, il 1° giugno, anche la popolazione dei Paesi Bassi si è dichiarata contraria all'introduzione del Trattato (con il 61,6% dei voti). Sebbene 18 stati membri abbiano recepito il documento, prevalentemente per via parlamentare, questa costituzione non è mai entrata in vigore.

Dopo il "periodo di riflessione" durato due anni, il cancelliere tedesco Angela Merkel ha deciso di rilanciare il processo di riforma con la Dichiarazione di Berlino del 25 marzo 2007, in occasione dei 50 anni dell'Europa unita, in cui si esprimeva la volontà di sciogliere il nodo entro pochi mesi al fine di consentire l'entrata in vigore di un nuovo trattato nel 2009, anno delle elezioni del nuovo Parlamento europeo.

Si è così svolto sotto la presidenza tedesca dell'Unione il vertice di Bruxelles tra il 21 e il 23 giugno 2007 nel quale si è arrivati a un accordo sul nuovo Trattato di riforma. L'accordo recepisce gran parte delle innovazioni contenute nella Costituzione, anche se con alcune modifiche per togliere il carattere costituzionale al testo e meccanismi per alcuni paesi di "chiamarsi fuori" da politiche comuni.

Dopo la conclusione della conferenza intergovernativa che ha finalizzato il nuovo testo, il nuovo "Trattato di Lisbona" è stato approvato al Consiglio europeo del 18 e 19 ottobre 2007 e firmato il 13 dicembre dai capi di Stato e di Governo. Il Trattato è stato ratificato da quasi tutti gli stati firmatari, prevalentemente per via parlamentare, nel corso del 2008. La mancata ratifica da parte dell'Irlanda in seguito ad apposito referendum confermativo non permetterà, però, come inizialmente auspicato, di farlo entrare in vigore entro le elezioni europee del 2009: un secondo referendum è infatti previsto in Irlanda entro novembre 2009[5].

Storia

Considerazioni generali

 
Il Quai d'Orsay a Parigi, dove Schuman tenne la sua dichiarazione.

La costituzione di entità statali o parastatali che comprendessero l'intero territorio europeo può essere fatta risalire a periodi storici ben antecedenti rispetto alla fondazione dell'Unione europea. Il primo organismo di tale genere è certamente l'Impero Romano, che tuttavia non condivideva la medesima estensione geografica dell'Unione (essendo incentrato sul mar Mediterraneo); inoltre le conquiste territoriali romane dipendevano dalla potenza militare dell'Impero, e le province annesse dovevano sottostare ad un'amministrazione statale fortemente centralizzata.

Esempi successivi includono l'Impero dei Franchi di Carlo Magno, il Sacro Romano Impero (una struttura meno omogenea, che era caratterizzata da un'amministrazione decentrata) e l'unione doganale che si venne a creare sotto il dominio di Napoleone dopo l'anno 1800.

Una delle prime proposte di riunificazione pacifica del continente sotto l'egida di un'unica istituzione sovranazionale fu avanzata dal pacifista Victor Hugo; a ogni modo, l'idea cominciò a prendere fortemente piede solamente dopo le due guerre mondiali, guidata dalla determinazione a completare rapidamente la ricostruzione dell'Europa ed eliminare l'eventualità di nuovi, futuri conflitti fra le sue nazioni.

Furono fondamentalmente considerazioni di questo tipo a portare, nel 1951, la Germania dell'Ovest, la Francia, l'Italia e gli stati del Benelux a istituire la Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio, entrata in vigore nel 1952.

La prima unione doganale fra paesi europei, la cosiddetta Comunità Economica Europea, fu istituita mediante il Trattato di Roma del 1957 e implementata nel 1958; successivamente rinominata Comunità europea, è oggi uno dei tre pilastri dell'Unione europea, secondo i dettami del Trattato di Maastricht che ha introdotto l'unione politica, nei campi della "Giustizia e affari interni" e della "Politica estera e di sicurezza comune".

  Lo stesso argomento in dettaglio: Storia dell'integrazione europea.

Dichiarazioni, convenzioni, atti, trattati e accordi

Gli anni di seguito riportati sono quelli relativi alle date di firma degli atti: in alcuni casi queste possono differire, anche notevolmente, da quelle di entrata in vigore degli stessi.

1950 Dichiarazione Schuman
1951 Trattato di Parigi
1954 Trattato di Bruxelles modificato sull'UEO
1955 Risoluzione di Messina
1957 Trattati di Roma
1965 Trattato di fusione
1970 Trattato di Lussemburgo
1983 Dichiarazione solenne sull'Unione europea
1985 Accordi di Schengen
1986 Atto Unico Europeo

1992 Trattato di Maastricht
1994 Compromesso di Ioannina
1997 Dichiarazione sull'UEO
1997 Trattato di Amsterdam
2001 Trattato di Nizza
2001 Dichiarazione di Laeken
2004 Costituzione europea
2007 Dichiarazione di Berlino
2007 Trattato di Lisbona

Cronologia dell'integrazione europea

  Lo stesso argomento in dettaglio: Cronologia dell'integrazione europea.

09/05/1950 La Dichiarazione Schuman esprime la volontà di un'Europa Unita che porterà all'istituzione della Comunità europea del carbone e dell'acciaio.

18/04/1951 I sei stati fondatori (Germania Ovest, Francia, Italia, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo) firmano il trattato di Parigi, che istituisce ufficialmente la CECA.

23/05/1952 I sei stati firmano il trattato istitutivo della Comunità europea di difesa.

30/08/1954 L'Assemblea Nazionale Francese rigetta la CED, che non entrerà mai in vigore.

01/06/1955 Dal al 3 giugno si svolge la fondamentale Conferenza di Messina.

25/03/1957 I trattati di Roma istituiscono la Comunità economica europea.

01/07/1968 Entra in vigore l'unione doganale.

01/01/1973 Irlanda, Regno Unito e Danimarca entrano nella CEE.

10/06/1979 Prime elezioni a suffragio universale diretto del Parlamento europeo.

01/01/1981 La Grecia fa il suo ingresso nella CEE.

19/06/1983 I dieci paesi aderenti alle Comunità europee adottano la Dichiarazione solenne sull'Unione europea.

01/01/1986 Spagna e Portogallo entrano nella CEE. Firma dell'atto unico europeo.

03/10/1990 L'unificazione tedesca comporta l'entrata automatica della oramai ex Repubblica Democratica Tedesca nella CEE.

07/02/1992 I dodici stati CEE firmano il trattato di Maastricht, che istituisce l'Unione europea dal 1º gennaio 1993.

01/01/1995 Austria, Svezia e Finlandia entrano nell'Unione europea.

26/03/1995 In Francia, Benelux, Germania, Spagna e Portogallo entrano in vigore gli accordi di Schengen.

22/07/1997 La Dichiarazione sull'UEO istituisce una cooperazione rafforzata fra UE e UEO.

02/10/1997 I quindici stati membri dell'Unione firmano il trattato di Amsterdam.

26/10/1997 Gli accordi di Schengen entrano in vigore anche per l'Italia.

01/11/1997 Gli accordi di Schengen entrano in vigore anche per l'Austria.

01/01/1999 Entra in vigore l'euro; è fissato il tasso di concambio con 11 precedenti valute nazionali.

01/01/2000 Gli accordi di Schengen entrano in vigore anche per la Grecia.

25/03/2000 Gli accordi di Schengen entrano in vigore anche per Danimarca, Finlandia, Svezia, Islanda e Norvegia.

15/12/2001 I quindici paesi dell'UE adottano la Dichiarazione di Laeken che prevede la creazione della Convenzione europea.

01/01/2002 L'euro diviene la valuta corrente di dodici paesi dell'Unione ed anche di San Marino, Vaticano e Monaco, oltre che, de facto nei territori del Montenegro e del Kosovo (all'epoca entrambi parte della confederazione di Serbia e Montenegro) e in Andorra.

01/01/2003 L'Unione succede all'ONU, in Bosnia ed Erzegovina, alla guida del contingente di pacificazione della regione.

01/05/2004 L'UE si allarga a Lettonia, Estonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Slovenia, Malta e Cipro.

29/10/2004 Viene firmato a Roma il trattato che adotta una costituzione per l'Europa.

01/01/2007 L'UE si allarga a Bulgaria e Romania. La Slovenia adotta l'euro.

25/03/2007 L'UE compie 50 anni: in un vertice informale viene adottata la Dichiarazione di Berlino per cercare di sbloccare l'impasse costituzionale.

23/06/2007 Il Consiglio europeo trova l'accordo sul Trattato di riforma che sostituirà la Costituzione europea.

13/12/2007 I capi di stato e di governo firmano il trattato di Lisbona.

21/12/2007 Gli accordi di Schengen entrano in vigore anche per l'Estonia, la Lettonia, la Lituania, la Polonia, la Repubblica Ceca, la Slovacchia, l'Ungheria, la Slovenia e Malta.

01/01/2008 Cipro e Malta adottano l'euro, portando la zona euro a quindici membri.

01/01/2009 La Slovacchia adotta l'euro, portando la zona euro a sedici membri.

Istituzioni, organismi e agenzie decentrate

Istituzioni

L'Unione europea si articola intorno alle istituzioni inizialmente previste nell'ambito delle Comunità europee e dei suoi organi specifici.

Le principali istituzioni dell'Unione europea sono:

  • il Parlamento europeo, composto dai rappresentanti dei popoli degli stati membri eletti a suffragio universale diretto da tutti i cittadini dell'Unione ogni cinque anni; ai sensi del Trattato ha sede a Strasburgo, città della Francia, ma svolge i suoi lavori anche a Bruxelles (dove si trova un altro emiciclo) e a Lussemburgo (sede del segretariato). Ogni singolo stato stabilisce in autonomia le modalità di svolgimento delle elezioni e il metodo di ripartizione dei seggi;
  • il Consiglio dell'Unione europea (o Consiglio dei Ministri), formato da un rappresentante di ciascuno stato membro a livello ministeriale che si occupa della stessa materia a livello statale (ad esempio al Consiglio dei ministri convocato per urgenza economica parteciperanno tutti i ministri dell'economia, ambientale quelli dell'ambiente ecc.), con sede a Bruxelles;
  • il Consiglio europeo, seppur formalizzato con l'Atto Unico Europeo del 1986, attualmente, non è un'istituzione comunitaria. Esso comprende un rappresentante per ogni stato: il Capo di Stato (se si tratta di repubbliche semipresidenziali o presidenziali) o quello di Governo (se si tratta di monarchie o repubbliche parlamentari). I capi di stato e di governo sono assistiti dai ministri degli esteri e da un membro della Commissione. La presidenza è assegnata a uno stato e ruota ogni 6 mesi; il presidente di turno è anche il Presidente dell'Unione Europea. Si riunisce almeno due volte all'anno;
  • la Commissione europea, che rappresenta gli interessi generali dell'UE, formata da un Commissario per Stato membro, con sede a Bruxelles;
  • la Corte di giustizia delle Comunità europee, che vigila sull'applicazione del diritto comunitario, con sede a Lussemburgo;
  • la Corte dei conti europea, che verifica il finanziamento delle attività dell'UE, con sede a Lussemburgo;
  • Il Mediatore europeo, che difende i cittadini e le organizzazioni dell'UE dalla cattiva amministrazione, con sede a Strasburgo - Francia;
  • Il Garante europeo della protezione dei dati, che assicura che le istituzioni e gli organi dell'UE, nel trattamento dei dati personali, rispettino il diritto alla privacy dei cittadini dell'Unione, con sede a Bruxelles - Belgio.

Organismi finanziari

Organismi consultivi

Organismi inter-istituzionali

Agenzie decentrate

  Lo stesso argomento in dettaglio: Agenzie dell'Unione europea.

Tre pilastri

Il Trattato di Maastricht ha creato l'Unione Europea, strutturandola in tre pilastri.

In alcune di queste materie durante il tempo sono stati concessi degli "opt-out" a diversi paesi membri, che vanno a costituire delle "cooperazioni rafforzate" de facto.

  Lo stesso argomento in dettaglio: Tre pilastri dell'Unione europea.

Stati membri e allargamento

 
L'attuale estensione dell'Unione europea.

Originariamente costituita dai sei stati fondatori, l'Unione europea è giunta, con l'ultimo allargamento del 1º gennaio 2007, a includere 27 stati membri.

Per l'incorporazione di uno stato terzo all'Unione, questo deve rispettare una serie di condizioni economiche e politiche conosciute come criteri di Copenaghen. Nello specifico, i paesi candidati, oltre a dover essere situati geograficamente in Europa, debbono presentare:

  • istituzioni stabili che garantiscano la democrazia, lo stato di diritto, i diritti umani e il rispetto delle minoranze;
  • un'economia di mercato funzionante e la capacità di fronteggiare la competizione e le forze del mercato all'interno dell'Unione;
  • la capacità di sostenere gli obblighi derivanti dall'adesione, inclusi l'adesione all'unione politica, economica e monetaria.

Nel dicembre 1995 il Consiglio europeo di Madrid ha riformulato i criteri d'accesso, richiedendo che i nuovi membri adattino la propria struttura amministrativa e giuridica per fare in modo che la legislazione europea possa essere efficacemente adottata dalla legislazione nazionale.

Economia

Considerazioni generali

 
Il PIL procapite (a pari potere d'acquisto) nell'Unione, secondo le stime FMI per il 2007. Le tonalità di verde e di rosso indicano rispettivamente valori più o meno elevati. I valori sono espressi in dollari.

Se considerata nel suo insieme, l'Unione europea possiede l'economia più grande al mondo, con un prodotto interno lordo complessivo nel 2008 stimato in 12 504 miliardi di euro[6]. L'economia europea è, peraltro, in una fase di espansione accelerata, principalmente per via della presenza di Stati di recente ingresso caratterizzati da economie meno avanzate, i quali presentano pertanto un notevole potenziale di sviluppo.

Tra le diverse nazioni, in particolare risultano essere trainanti quattro regioni dell'Europa, che per tal motivo vengono definite i Quattro Motori economici: Baden-Württemberg, Catalogna, Rodano-Alpi e Lombardia[7].

Secondo l'ambiziosa strategia di Lisbona, l'Unione europea si è prefissa l'obiettivo di diventare "l'economia più dinamica e competitiva al mondo" entro il 2010.

Segue un prospetto sintetico che mostra la situazione economica dei ventisette Stati dell'Unione, degli Stati in fase di negoziazione per l'accesso e dei rimanenti Stati europei (compresa la Federazione Russa e fatta eccezione per il Kossovo, per il quale non sono ancora disponibili dati macroeconomici completi a causa della recente indipendenza dalla Serbia).

Gli Stati sono ordinati a seconda del prodotto interno lordo (PIL) pro capite, che può essere usato come indice del grado di benessere in una data nazione.

Stati membri dell'Unione europea

Nazione PIL (PPS)[6]
(milioni di €)
PIL (PPS) pro capite[6]
(€)
Inflaz.[8] Disocc.[8]
  Lussemburgo 30 994 63 500 +4,1% 6,1%
  Irlanda 155 447 35 000 +3,1% 10,6%
  Paesi Bassi 555 454 33 800 +2,2% 2,8%
  Austria 258 238 30 900 +3,2% 4,5%
  Svezia 280 945 30 500 +3,3% 8,0%
  Danimarca 163 120 29 700 +3,6% 5,7%
  Regno Unito 1 800 710 29 500 +3,6% 6,6%
  Germania 2 387 194 29 100 +2,8% 7,6%
  Finlandia 154 544 28 900 +3,9% 7,4%
  Belgio 305 591 28 800 +4,5% 7,3%
  Francia 1 727 579 26 900 +3,2% 8,8%
  Spagna 1 189 415 26 100 +4,1% 17,4%
  Italia 1 510 286 25 200 +3,5% 6,9%
  Grecia 268 824 23 900 +4,2% 7,8%
  Cipro 18 806 23 800 +4,4% 4,9%
  Slovenia 45 984 22 500 +5,5% 5,0%
  Rep. Ceca 210 490 20 200 +6,3% 5,5%
  Malta 7 902 19 200 +4,7% 6,7%
  Portogallo 200 908 18 900 +2,7% 8,5%
  Slovacchia 97 502 18 000 +3,9% 10,5%
  Estonia 22 626 16 900 +10,6% 11,1%
  Ungheria 158 481 15 800 +6,0% 9,2%
  Lituania 51 636 15 400 +11,1% 15,5%
  Polonia 549 816 14 400 +4,2% 7,7%
  Lettonia 31 651 14 000 +15,3% 16,1%
  Romania 247 141 11 500 +7,9% 5,8%
  Bulgaria 77 170 10 100 +12,0% 5,9%

Stati candidati all'adesione

Nazione[3] PIL (PPP)[6]
(milioni di €)
PIL (PPP) pro capite[6]
(€)
Inflaz. Disocc.
  Croazia 69 120 15 800 +3,3% 17,2%
  Turchia 814 866 11 400 +8,2% 10,2%
  Macedonia del Nord 16 711 8 200 +0,5% 36%

Stati potenziali candidati

Nazione[3] PIL (PPP)[9]
(milioni di $)
PIL (PPP) pro capite[10]
($)
Inflaz. Disocc.
  Serbia 75 647 10 393 +15,5% 31,6%
  Montenegro 7 008 10 225 +3,4% 27,7%
  Bosnia ed Erzegovina 29 292 7 468 +2,8% 35,5%
  Albania 22 399 6 385 +2,5% 13,8%
  Islanda 11 116 37 174 +4,0% 1,9%
  Kosovo[11] - - - -

Altri Stati europei

Nel seguente prospetto è compresa la Russia, ma sono esclusi Andorra, Città del Vaticano, San Marino, Monaco e Liechtenstein in quanto non sono considerati dagli studi della Banca Mondiale.

Nazione[12] PIL (PPP)[9]
(milioni di $)
PIL (PPP) pro capite[10]
($)
Inflaz. Disocc.
  Norvegia 251 622 53 334 +1,6% 3,9%
  Svizzera 306 974 39 963 +1,2% 2,5%
  Russia 2 087 449 14 743 +12,6% 6,6%
  Bielorussia 105 183 10 850 +10,3% 1,6%
  Moldavia 9 704 8 543 +11,5% 7,3%
  Ucraina 321 542 6 916 +13,5% 2,7%

Aspetti positivi e punti forti

Fondi per lo sviluppo regionale

 
Fondo europeo per lo sviluppo regionale 2007-2013

Allo scopo di appianare le disomogeneità presenti nel tessuto economico e sociale delle diverse regioni del continente, l'Unione promuove la crescita delle aree meno sviluppate attraverso l'erogazione di ingenti fondi riservati al finanziamento degli investimenti nelle seguenti aree:

  • la creazione di nuovi posti di lavoro;
  • l'investimento nelle infrastrutture, per favorire lo sviluppo e la creazione di posti di lavoro (nelle aree coperte dall'Obiettivo 1) e, in generale, per diversificare e rivitalizzare le attività economiche locali;
  • il supporto alle piccole e medie imprese locali, ad esempio favorendo il trasferimento delle tecnologie e promuovendo strumenti finanziari idonei al sostentamento delle aziende, anche tramite aiuti economici diretti;
  • l'investimento nel campo dell'educazione e della sanità (nelle aree coperte dall'Obiettivo 1);
  • lo sviluppo dell'ambiente produttivo, la promozione della ricerca di nuove tecnologie, lo sviluppo della società dell'informazione, la tutela dell'ambiente, le pari opportunità nell'accesso al lavoro e la cooperazione interregionale e transnazionale.

Complessivamente, i fondi europei per lo sviluppo regionale contribuiscono al sostentamento di aree economicamente e socialmente meno sviluppate, segnatamente negli stati membri di recente ingresso.

  Lo stesso argomento in dettaglio: Fondo europeo per lo sviluppo regionale.

Progetto Erasmus

Il progetto Erasmus, nato nel 1987, permette agli studenti universitari europei di svolgere un periodo di studio legalmente riconosciuto dalla propria università all'interno di un qualsiasi altro ateneo situato all'interno dell'Unione.

Il progetto fu creato per educare le future generazioni di cittadini all'idea di appartenenza europea; dalla sua creazione si è giunti a mobilitare all'interno della comunità europea oltre un milione di studenti. Attualmente 2199 istituzioni universitarie dei 31 paesi che aderiscono al programma Socrates partecipano al progetto Erasmus.

Per molti studenti universitari europei il programma Erasmus offre l'occasione per vivere all'estero in maniera indipendente per la prima volta. Per questa ragione è diventato una sorta di fenomeno culturale ed è molto popolare fra gli studenti universitari europei. Il programma non incoraggia solamente l'apprendimento e la comprensione della cultura ospitante, ma anche un senso di comunità tra gli studenti appartenenti a paesi diversi. L'esperienza dell'Erasmus è considerata non solo un momento universitario ma anche un'occasione per imparare a convivere con culture diverse.

  Lo stesso argomento in dettaglio: Progetto Erasmus.

Diritti umani e democrazia

 
Gli stati confinanti con l'Unione europea secondo la classificazione di Freedom House.

     Stati liberi

     Stati parzialmente liberi

     Stati non liberi

L'Unione europea ha da sempre assunto il principio dello stato di diritto e la promozione dei diritti umani come propri valori fondanti (basti pensare che requisito fondamentale per farne parte è l'abolizione della pena di morte); essa difende attivamente tali diritti sia all'interno dei suoi confini che nelle proprie relazioni estere, ponendo talvolta precisi requisiti per la concessione di accordi commerciali o di altro genere.

Per quanto riguarda la situazione interna, l'Unione europea ha promosso l'armonizzazione delle legislazioni nazionali in materia di asilo politico per i rifugiati, e si propone di combattere il razzismo e la xenofobia attraverso il sostegno ad una rete di organizzazioni non governative ed una specifica Agenzia.

Dal punto di vista delle relazioni internazionali, dal 1992 l'Unione ha introdotto nei propri accordi commerciali o di cooperazione con paesi terzi una clausola che indica il rispetto dei diritti umani come elemento essenziale del rapporto bilaterale (p. es. nella convenzione di Cotonou, che lega la UE a 78 paesi in via di sviluppo ai quali si richiedono precisi impegni nel campo del rispetto dei diritti umani). I principali obiettivi della politica estera europea sono dichiaratamente il progresso e la pacificazione internazionale, ritenuti possibili solo nell'ambito di una struttura democratica.

Critiche e punti deboli

Barriere linguistiche

L'Unione europea contempla 23 lingue ufficiali, lingue parlate in almeno uno degli stati membri (anche se solo l'inglese, il francese e in parte minore il tedesco, sono usate come lingue di lavoro all'interno della Commissione europea).

Il Parlamento europeo conta circa quattromila interpreti, per un costo stimato in quasi un miliardo di euro all'anno; mediamente un singolo documento può richiedere fino ad una settimana per essere tradotto in tutte le lingue dell'Unione, spesso per la necessità di passare attraverso lingue intermedie, data la mancanza di interpreti in grado di tradurre direttamente da una lingua all'altra (le possibili combinazioni delle lingue ufficiali dell'unione, prese a due a due, sono infatti 276). Oltre al dispendio di risorse umane ed economiche, il lavoro di traduzione può compromettere la chiarezza dei documenti o addirittura portare alla perdita di informazioni e a divergenze fra versioni in lingue diverse del medesimo documento.

In passato, il commissario europeo Neil Kinnock ha proposto di rendere la lingua inglese l'unica lingua di lavoro dell'Unione; questo non comprometterebbe il principio secondo cui tutte le leggi approvate in via definitiva debbono essere tradotte nelle ventitré lingue ufficiali, e modificherebbe solamente il funzionamento interno delle istituzioni europee.

Un'altra proposta è stata quella di introdurre l'esperanto come lingua di lavoro unica per l'intera Unione, per ovviare alla fondamentale necessità di evitare favoritismi verso gli Stati anglofoni nelle trattative e nei dibattiti politici.

Per non incorrere in questa obiezione, circola fin dagli anni settanta, soprattutto nei paesi nordici, la proposta di adottare come lingua ufficiale europea il latino, considerando che, di fatto, è stata l'unica lingua comune nella storia del continente.

Politica agricola comune

La politica agricola comune (PAC) è un sistema di finanziamenti destinati alle attività di coltivazione all'interno dell'Unione; il suo scopo principale è quello di mantenere livelli adeguati di produzione agricola concedendo sussidi alle aziende ed ai lavoratori direttamente impiegati nel settore.

Furono introdotti sussidi e incentivi alla produzione agricola, per aumentarne la quantità e per rendere più stabili i prezzi, a beneficio degli agricoltori. In seguito si sono aggiunti gli obbiettivi di garantire la sicurezza dei prodotti alimentari e il rispetto dell'ambiente rurale.

Una delle misure della politica agricola perseguita in quegli anni consistette nella fissazione di livelli minimi di prezzo per i prodotti agricoli, che generano enormi eccedenze. La procedura usuale dell'Unione europea era pagare gli esportatori perché potessero vendere tali prodotti all'estero.

L'opinione pubblica ha dimostrato chiaramente di rifiutare di finanziare senza limite i surplus, ma tale politica venne presa di mira non tanto dai paesi del terzo mondo esportatori di derrate agricole quanto dai paesi ricchi, in primo luogo gli Stati Uniti, che pretendevano di esportare nel ricco mercato europeo.[13]

Negli ultimi anni gli organi dell'Unione hanno radicalmente cambiato la politica tradizionale. I nuovi regolamenti hanno drasticamente ridotto gli stimoli a produrre. Il risultato di tale inversione di rotta, proprio nel momento in cui gli Stati Uniti stanno dirottando verso usi non alimentari, ma energetici, le loro eccedenze agricole è stato criticato da chi paventa un acuirsi del problema dell'approvvigionamento di cibo. Questo mentre l'Asia sta mutando radicalmente dieta, e non avendo spazi sufficienti per produrre cereali per l'allevamento li dovrà acquistare [14]. Avere abbandonato la politica della sicurezza potrebbe provocare, conseguenze negative per i paesi come l'Italia, che ormai non produce che una frazione dei cereali consumati e dei panelli proteici necessari per l'allevamento. [15]

La PAC, anche nella versione attuale, è stata peraltro accusata di distribuire fondi in maniera poco equilibrata, favorendo le aziende agricole più grandi e sostenendo la diffusione di metodi di coltivazione invasivi.

La PAC, da sola, assorbe investimenti per circa 45 miliardi di euro annui, pari alla metà del budget complessivo dell'Unione europea; tale valore corrisponde, a titolo di paragone, ad una spesa di circa 10 euro al mese da parte di ogni cittadino dell'Unione.

Rappresentanza democratica

Secondo alcuni critici, le strutture istituzionali dell'Unione europea non garantiscono un'adeguata rappresentanza democratica ai suoi cittadini; le principali funzioni sono infatti attribuite al Consiglio dei ministri e non al Parlamento europeo, che è investito di poteri relativamente più limitati. I lavori dell'Europarlamento sono inoltre scarsamente coperti dai mezzi di comunicazione della maggior parte degli stati membri, e di conseguenza l'opinione pubblica non è generalmente a conoscenza del funzionamento e delle decisioni dell'istituzione.

Materie religiose

Alcuni esperti di diritto ecclesiastico e di rapporti tra istituzioni e religioni criticano la politica spesso distaccata in materia dell'Unione europea, che si limita a ricalcare gli orientamenti internazionali nel garantire la libertà di culto e a delegare gli Stati nelle varie discipline. Nonostante la pressione di varie confessioni, soprattutto la Chiesa Cattolica, le religioni vengono anzi associate anche a teorie e associazioni filosofiche ed ateistiche. Ne risultano situazioni anomale come le dispense in Grecia al Monte Athos, che viola alcuni dei principali principi comunitari come la libera circolazione dei cittadini europei o l'equiparazione tra uomini e donne.[16]

Rapporti esterni

La collaborazione euromediterranea, o Processo di Barcellona, è stata varata con la conferenza di Barcellona del 27-28 novembre 1995. Vi parteciparono i ministri degli Esteri degli allora 15 stati membri e dodici paesi dell'Africa Mediterranea e del Vicino Oriente: Algeria, Cipro, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Malta, Marocco, Siria, Tunisia, Turchia e l'Autorità Nazionale Palestinese. La Libia era presente come paese osservatore. Attualmente, dopo l'allargamento del 2004 e quello del 2007, la collaborazione coinvolge i Ventisette e dieci paesi della sponda sud del Mediterraneo. Gli obiettivi dell'accordo sono tre: rafforzare le relazioni in materia politica e di sicurezza, creare una collaborazione economica e finanziaria, e potenziare la cooperazione nei settori sociale, culturale e umano.

Maggiori città

I primi dieci comuni dell'Unione Europea sono i seguenti:

Posizione Città Stato Popolazione
1.   Londra   Regno Unito Template:Nts
2.   Berlino   Germania Template:Nts
3.   Madrid   Spagna Template:Nts
4. File:Comuneroma.png Roma   Italia Template:Nts
5.   Parigi   Francia Template:Nts
6.   Bucarest   Romania Template:Nts
7.   Amburgo   Germania Template:Nts
8.   Varsavia   Polonia Template:Nts
9.   Budapest   Ungheria Template:Nts
10.   Vienna   Austria Template:Nts

Note

  1. ^ Nome dell'Unione europea nelle lingue ufficiali
  2. ^ I simboli dell'UE, su europa.eu. URL consultato il 03-08-2009.
  3. ^ a b c Paesi candidati e candidati potenziali dal sito della Commissione europea
  4. ^ EUROPA - L'UE in sintesi - Gergo europeo
  5. ^ La notizia dell'accordo su Ansa.it
  6. ^ a b c d e Eurostat
  7. ^ Quattro Motori per l'Europa, su 4motors.eu. URL consultato il 31/05/2008.
  8. ^ a b Eurostat
  9. ^ a b World Bank (Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo)
  10. ^ a b World Bank (Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo)
  11. ^ Ai sensi della risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
  12. ^ Altre nazioni europee, su europa.eu, Unione europea. URL consultato il 16/05/2009.
  13. ^ Antonio Saltini, Agripower: i futuri signori del grano del Pianeta, in Spazio rurale, LI, n. 2/2006
  14. ^ Antonio Saltini, L'Asia abbandona il riso. È la più grande rivoluzione alimentare della storia, in Spazio rurale, L, n. 3/2005
  15. ^ Antonio Saltini, Un deficit confortante, una dipendenza inquietante, in Spazio rurale, XLIX, n. 8-9 2004
  16. ^ Carlo Cardia, Ordinamenti religiosi ed ordinamenti dello Stato, 2003, "Il Mulino"

Voci correlate

Collegamenti esterni

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