Venafro
Template:Comune Venafro (in latino Venafrum) è un comune di quasi 12.000 abitanti in provincia di Isernia.
Geografia
Sorge ai piedi del monte Santa Croce (1.026 m s.l.m.), ad una altezza di 222 m s.l.m., mentre l'altezza del territorio comunale varia da 158 a 1.205 m s.l.m. Il territorio comunale si estende nella omonima piana, attraversata dai fiumi Volturno e dal San Bartolomeo, le cui sorgenti sono localizzate proprio nel centro di Venafro, li dove si trova il laghetto ("la pescara").
La città è conosciuta come "porta del Molise", come punto di transito obbligato dalla Campania (attraverso la strada statale 85 "Venafrana" oppure con la nuova Variente Esterna, inaugurata a settembre 2008) o dal Lazio (attraverso la SS 6 - dir., la diramazione della strada statale 6 Casilina verso Cassino).
Clima
Il clima di Venafro è quello tipico di pianura interna, data l'altezza modesta e la lontananza dal mare, anche se influenzato dalla presenza di rilievi che circondano la valle in cui è adagiata. Gli inverni sono freddi, piovosi e solo raramente si verificano abbondanti nevicate, infatti per lo più delle volte si tratta di spolverate brevi. Le estati sono calde e afose a causa dell'umidità, mentre l'autunno e la primavera sono generalmente miti ma piovosi.
Storia
Attribuita la fondazione a Diomede,personaggio della mitologia greca Figlio di Tideo e di Deipile, ha nell'antico nome di Venafrum origini sannitiche
Durante le Guerre Sociali[1], il frentano Mario Egnazio la prese a tradimento e fece strage di sei corti romane. Anche Silla la rase al suolo. Nel gennaio del 49 a.C. Pompeo Magno venendo da Teano, vi fece sosta. Con Augusto divenne Colonia (Colonia Augusta Julia Venafrum), e recepì la caratteristica sistemazione urbanistica romana, parzialmente conservata nell'abitato attuale.In epoca augustea molta attenzione fu data all'acquedotto (rivus venafranus) che portava l'acqua del fiume Volturno da Rocchetta a Venafro (vediPozzilli wikipedia) tanto che fu scritta la cosiddetta tavola acquaria. Rinomata per fertilità e amenità, è da Orazio ricordata come luogo di villeggiatura, e Plinio parla di una sorgente diuretica.
È Sede Vescovile dal sec. V. Ultimi Feudatari i Savelli, i Peretti, i Caracciolo di Miranda.
Fra il 774 d.C. ed il 787 d.C. la piana di Venafro fu attraversata dalle truppe di Carlomagno che si scontrarono con quelle dei Longobardi del principato di Benevento(vedi Pozzilli).
Fino al 1863 Venafro era compreso nel territorio della Terra di Lavoro l'attuale Provincia di Caserta,con l'istituzione della provincia di Campobasso fu annessa a tale territorio e quindi è entrata definitivamente a far parte della regione Molise.Dal 1970 con l'ulteriore istituzione della Provincia di Isernia è subentrata in questo territorio di cui fa attualmente parte, nonostante le polemiche e le proteste spesso violente della popolazione contraria all'entrata nella provincia di Isernia, favorevole invece a rimanere a far parte della provincia di Caserta(Terra di Lavoro).
Nell'ottobre del 1911 il Padre Provinciale, Benedetto da San Marco in Lamis, accompagnò Padre Pio da Pietralcina a Napoli dal celebre dottore Antonio Cardarelli, il quale suggerì di condurre l'ammalato a Venafro,che era il convento più vicino, perchè il giovane non poteva viaggiare a lungo, aveva i giorni contati e... pochi.Durante il mese e mezzo passato in questo convento, la fraternità si accorse dei primi fenomeni soprannaturali: estasi divine della durata anche di un'ora e apparizioni diaboliche, di breve durata. Padre Pio le riconosceva sempre tali con il solo comando: "Dì, viva Gesù".
Tra l'autunno del 1943 e la primavera del 1944,come altri paesi dei dintorni(Pozzilli,Filignano,San Pietro Infine ecc.)fu teatro di aspri combattimenti tra i Tedeschi asserragliati sulle montagne a nord e gli Anglo-Franco-Statunitensi,lungo la linea Gustav,per la conquista di Montecassino. Scambiata per Montecassino dai piloti anglo-americani, Venafro venne colpita duramente dai bombardamenti alleati il 15 marzo 1944.
Nella primavera del 1984 fu molto danneggiata dal terremoto originatosi nella non lontana Val di Comino(Frosinone).
Nel 1987 la città fa parte, su segnalazione del Censis, dei 100 comuni della "piccola grande Italia"
Dal 1994,insieme ad altri 338 soci,fa parte dell'A.N.C.O.,Associazione Nazionale Città dell'Olio.
Il 25 aprile 2005 Venafro ha ottenuto la medaglia d'oro al valor civile dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi per il tragico bombardamento aereo subìto il 15 marzo 1944. Tra il centro abitato di Venafro ed il convento dei Cappuccini, che ospitò nel 1911 Padre Pio da Pietrelcina, a 500 mt di distanza verso est è presente il cimitero militare francese dei caduti della seconda guerra mondiale appartenenti al CEF guidato da Alphonse Juin, che nella cittadina pose il suo quartier generale.
Evoluzione demografica
Abitanti censiti[1]

La città ha conosciuto un forte sviluppo negli anni '70 e '80 con l'insediamento nel territorio comunale e nella piana di stabilimenti industriali; oggi lo sviluppo si mantiene costante e positivo seppur meno consistente rispetto agli anni '90.
Amministrazione comunale
Luoghi di interesse
Venafro può essere suddiviso in due diverse aree: il centro storico, di origine romana, ai piedi del monte, racchiuso tra le mura e dominato dal Castello Pandone, e il nuovo centro abitato che presenta diversi quartieri di nuova espansione. Il centro di Venafro può essere considerato Corso Campano con le numerose attività commerciali e i numerosi bar, punto di ritrovo per centinaia di persone ogni giorno.
Centro storico
Il centro storico è stato costruito sulla preesistente struttura urbana romana. Ai piani superiori degli edifici si trovano le abitazioni, mentre i locali del piano inferiore sono adibiti a botteghe, come è visibile soprattutto nella “via per dentro”.
Il castello, che sorge nella parte più alta della città, trae origine da un mastio longobardo sorto su una più antica fortificazione nel X secolo. Nel XIV secolo fu ampliato con l'aggiunta di tre torri circolari e fu trasformato nel XV secolo dai Pandone, signori della città, che vi realizzarono inoltre un fossato. Di particolare interesse risultano gli affreschi raffiguranti cavalli fatti realizzare dal conte Enrico Pandone in età rinascimentale.
L'anfiteatro romano, cosiddetto "Verlascio", rimane visibile nelle successive sovrapposizioni seicentesche, che ne hanno mantenuto la pianta ellittica. Si ritiene che le gradinate potessero contenere fino a 15.000 spettatori.
Il teatro romano, situato a monte dell'ultimo decumano, è di notevoli dimensioni e presenta una scena (frons scaena) di circa 60 m, con una cavea capace di ospitare 3.500 spettatori.
Tracce di un acquedotto romano, della cinta di mura, con una fase di epoca sannitica risalente al IV secolo a.C. ed una in opera poligonale del I secolo a.C., di mura sannitiche. Sempre di origine romana è la "Torricella", una struttura fortificata situata sulla montagna.
Altri monumenti sono la cosiddetta "Torre del mercato" ("palazzo Caracciolo") e la Palazzina Liberty, novecentesca.
Venafro è inoltre ricca di palazzi signorili: Armieri, Del Prete, De Bellis, Cimorelli, De Utris, Reale, Fiondella, Del Vecchio, Melucci, Manselli, Siravo, Colicchi, De Lellis, Nola, Mancini.
Le chiese
Il consistente numero di chiese presenti sul territorio venafrano ha dato a Venafro l’appellativo di “città delle 33 chiese”.
- La Cattedrale è situata ai piedi del Parco Oraziano. Risalente al V secolo, fu costruita con materiali prelevati da altri monumenti di epoche precedenti (elementi romani e decorazioni cristiane, come il bassorilievo del vescovo Pietro di Ravenna: un rilievo che, per il suo aspetto inconsueto, viene chiamato dagli abitanti "Marzo Settecappotti"). L'interno è a tre navate decorate da opere pittoriche del XIV secolo. L'attuale aspetto è dovuto a lavori di restauro che hanno privato la cattedrale delle antiche forme barocche, riportando il luogo sacro all'aspetto gotico-medievale precedente. La precede una grande piazza, considerata l’inizio della antica cinta muraria cittadina.
- La chiesa dell'Annunziata è un pregevole esempio di architettura barocca della città di Venafro e dell'intero Molise. Venne costruita nel Trecento dalla "Confraterna dei Flagellanti", ed è stata più volte modificata nel tempo. Presenta un campanile di notevole altezza ed aspetto baroccheggiante rinascimentale. L'interno a navata unica conserva un Crocefisso del XIV secolo, una tavola cinquecentesca con Santa Caterina, un dipinto con Madonna e Santi e un organo del 1784, tutti affreschi dei pittori partenopei Giacinto Diano e Paolo Sperduti, allievi di Vanvitelli. In una nicchia laterale è accolto il busto argenteo di San Nicandro assieme alla testa reliquiario in oro e alcune reliquie dei martiri. La chiesa presenta anche una grande cupola affrescata che immette gran parte della luce nei pressi del presbiterio.
- La chiesa e il convento di San Nicandro, situati alla periferia della città, sulla strada per Isernia, furono edificati su resti romani, in parte riutilizzati nella costruzione. La chiesa, più volte trasformata e restaurata nel 2001, presenta interno a due navate e conserva un altare in legno intarsiato e pirografato e le opere pittoriche dell’artista molisano Amedeo Trivisonno, che narrano le vicende del Santo. I portali in bronzo sono opera di Alessandro Castani. Sotto l'altare maggiore è presente la cripta dove è stato rinvenuto il sepolcro di San Nicandro, nei pressi della quale si raccoglie in un pozzetto un liquido misterioso detto "Manna di San Nicandro" a cui vengono attribuite doti miracolose.
Sono da citare, inoltre, sempre nel centro storico, le chiese di San Francesco, di Sant’Agostino, del Carmine (presso la Cattedrale), di San Sebastiano, delle Anime del Purgatorio, del Corpo di Cristo, di Sant'Antuono, di Santa Chiara con annesso convento(oggi museo archeologico). Fuori dal centro storico sono situate le chiese di recente costruzione, come quella dedicata ai Santi Martino e Nicola, e quella in onore di San Luigi Orione, oltre che la chiesetta di Santa Cristina, la cappella della Madonna delle Rose, e altre chiese situate alle pendici del monte santa Croce, quali la chiesetta della Madonna delle Grazie e le chiese in degrado della Madonna della Libera e di Montevergine.
Personalità legate Venafro
- Santa Daria, martire
Frazioni
Ceppagna con circa 600 abitanti, Ceppagna è situata a quasi 300 m s.l.m., è la piu grande delle frazioni di Venafro. È situata alle pendici del monte Sammucro(1205 m), a pochi passi dal confine con la Campania. Abitata già in antichità, in epoca romana e sannita, Ceppagna conserva una notevole importanza storica. Il nome " Ceppagna " deriva dal latino Cippus, e stava ad indicare uno di quei grossi massi su cui era incisa, in epoca imperiale, i km di distanza da Roma. Sono presenti, l'ufficio postale, la chiasa della Madonna del Rosario, 3 bar, di cui uno è fornito di prodotti tipici, gastronomia, tv, Sky e punto di ristoro; è presente inoltre in paese, un negozio di alimentari, una macelleria, una trattoria, un centro sportivo, l'associazione "anspi" e Piazza P.Pio dove ogni prima domenica di ottobre viene festeggiata la Madonna del Rosario, con concerti e fiere. Il piccolo centro storico, racchide tutta l'area della Chiesa. Immersa nel verde, circondata da uliveti, adagiata sulla collina, Ceppagna ha da offrire ai propri visitatori e abitanti un paesaggio mestoso della piana altomolisana. Ceppagna dispone di una grande produzione di olio d'oliva annuale, è praticata la pastozia e l'allevamento).
Vallecupa Conta circa 150 abitanti e si trova come si evince dal nome in una piccola valle ai confini con la Campania sotto monte Cesima. Fino a circa 30 anni fa era frazione del vicino comune di Sesto Campano.
Le Noci Con meno di 100 abitanti questo nucleo abitativo si adagia alle pendici del monte Sambucaro(1205 m), a circa 400 m s.l.m. Gode di un clima più fresco rispetto al capoluogo comunale grazie ad un costante e gradevole vento.
Feste religiose e tradizioni
Festa dei "Santi martiri e patroni"
I patroni della città sono i santi martiri Nicandro, Marciano e Daria, (Daria consorte di Nicandro) che sono anche patroni della diocesi di Isernia-Venafro, la cui festa ricorre il 17 giugno. La festa ebbe origine in occasione di un terremoto che colpì la città nel 1688, che tuttavia non avrebbe provocato, né gravi danni, né vittime: la popolazione avrebbe tributato uno spontaneo ringraziamento ai propri patroni per lo scampato pericolo in occasione della festa, pochi giorni dopo. Si decise di celebrare ogni anno una festa di ringraziamento la prima domenica di giugno.
Venne inoltre realizzato un busto di san Nicandro in argento, in seguito rubato e sostituito da una copia identica, che viene portato in processione nel corso della festa. Nel 1933 sotto l'altare maggiore della chiesa di San Nicandro si rinvenne la tomba con i resti del santo, da cui si origina la "santa manna" a scadenze fisse, per cui la cripta della chiesa è divenuta meta di pellegrinaggio.
Attualmente le festività hanno inizio il 17 maggio( Sant N'candriegl ) , quando si apre il mese dedicato ai santi, con una processione di andata e ritorno dalla chiesa dell'Annunziata al convento di San Nicandro. La festa vera e propria viene invece celebrata dal 16 al 18 giugno, con spettacoli e processioni. Dal 18 maggio per un mese ,ionltre, presso il convento dei cappuccini intitolato a San Nicandro, ogni mattina dalle ore 5.30 si celebra la Santa Messa preceduta dalla recita del S. Rosario Il 16 giugno si tiene una processione col busto di San Nicandro e le reliquie dalla chiesa dell'Annunziata alla chiesa del santo, seguita dai solenni vespri. Le sacre e venerate icone rimangono presso la basilica per tutti i festeggiamenti. Il 17 giugno, giorno in cui si ricorda il martirio dei tre santi, si celebrano numerose messe, la più importante è la messa pontificale, a cui partecipano il vescovo e le autorità civili e religiose, durante la quale il sindaco consegna nelle mani di San Nicandro le chiavi della città, come simbolo di affidamento del popolo venafrano nelle mani del patrono. La festa culmina con l'imponente processione del 18, seguita da migliaia di persone, con la quale le statue dei tre santi vengono riportate dalla chiesa di San Nicandro a quella dell'Annunziata. Una processione di grande impatto; lo spettacolo è reso suggestivo dalle candele portate in processione che illuminano il corte religioso, nelle varie fermate poi, si intona l'inno ai patroni scritto sul finire dell'800 da Domenico Criscuolo ed eseguito dalla banda musicale. Solo a notte inoltrata dopo aver percorso le principali vie del centro storico la processione si conclude con l'ultima intonazione dell'inno cantato dalle migliaia e migliaia di persone che affollano piazza castello.
Altre feste
- Il 1 maggio si celebra la festa della Croce, sulla cima del monte, con messa e pranzo all'aperto.
- La domenica di Pentecoste si celebra la Madonna delle Rose, festa di quartiere, presso la chiesetta omonima.
- Il 13 giugno si svolge la processione di sant'Antonio di Padova per il centro storico.
- Il 1º e il 2 luglio presso la chiesetta della zona du "Colle" si festeggia la Madonna delle Grazie, festa di quartiere.
- Il 15 e il 16 luglio si festeggia la Madonna del Carmelo, molto amata dai venafrani. Il 15 si svolgono concerti bandistici e i caratteristici e particolari fuochi nel laghetto e sull'antistante palazzina Liberty. Il 16 invece oltre ai concerti bandistici c'è l'esibizione di gruppi famosi anni '60, '70, '80. Dal punto di vista religioso sono da ricordare la novena presso la chiesa sita vicino la cattedrale, le messe celebrate nei due giorni di festa e la processione del 16 luglio che si svolge intorno alle 20,00 seguita da migliaia di fedeli.
- Il 23 settembre si festeggia san Pio da Pietrelcina presso il convento di San Nicandro.
- L'11 novembre si festeggiano i santi Martino e Nicola presso l'omonima chiesa, festa di quartiere.
Tra le tradizioni troviamo i Favor r' San Giuseppe, il 19 marzo, ovvero l'accensione di falò nelle varie piazzette del centro storico, in cui sono presenti stand gastronomici con i tipici prodotti venafrani, e i Cummìt ovvero la pasquetta Venafrana che si tiene il martedì dopo Pasqua, perché il lunedì in Albis si celebra il Pontificale nella Cattedrale, altra tradizione religiosa di Venafro.
Economia
L'agricoltura viene praticata tradizionalmente a livello familiare. In particolare è tuttora attiva la storica produzione di olio d'oliva: Venafro ha ottenuto lo status di "Città dell'olio", e vanta una specie autoctona di ulivo, l'Aurino)
Nella piana, a pochi chilometri da Venafro sorge il nucleo industriale di Venafro-Pozzilli con industrie metalmeccaniche, di detersivi, aziende agricole e alimentari.
Fiorente il commercio, grazie alla sua posizione strategica, posta all'incrocio di due strade statali. Sono presenti il centro commerciale La Madonnella e ingrossi commerciali. Poco sviluppato il turismo.
Parchi
Il cosiddetto Parco Oraziano presente alle spalle della cattedrale della città in data 19-05-2009 con legge regionale è divenuto Parco Regionale Agricolo Storico dell'Olivo di Venafro. Una legge regionale tesa ad istituire un'area protetta che salvaguardi il patrimonio olivicolo del territorio venafrano e degli splenditi olivi secolari di cui Venafro è ricca. Il Parco Regionale Agricolo Storico dell'Olivo di Venafro è il primo Parco tematico sull'olivo del Mediterraneo. Oltre alla sua valenza agricola e ambientale, dovrebbe avvelersi di sviluppare un valido strumento di promozione di tutte le risorse turistiche del territorio venafrano che oltre al suo valore agricolo, è ricco in emergenze storiche ed ecologiche. La bellezza degli olivi e dei muretti a secco dei terrazzamenti catturano e cullano l'emozione dei sensi.
Apparizione nei media
La città di Venafro è stata nel 1957 palcoscenico per il film di Totò e Fernandel, La legge è legge, nella quale Venafro è travestita dall'immaginario pease italo-francese di Assola.
Nel 1996 il centro storico della città è stato teatro del film I Magi Randagi del regista Sergio Citti che ripropose in questa pellicola un vecchio progetto pasoliniano, caratterizzato da una comicità beffarda e surreale.Facevano parte del cast: Silvio Orlando, Gastone Moschin e Patrick Bauchau
Onorificenze
— Venafro (IS), 1943-1944
Gemellaggi
Venafro è gemellata con:
Collegamenti stradali e ferroviari
Sul territorio venafrano sono presenti numerosi collegamenti stradali e ferroviari proprio grazie alla sua posizione geografica, posta proprio all'estremo sud-occidentale della regione. La cittadina è attraversata dalla SS 85 Venafrana, che collega lo svincolo autostradale di Caianello e la Campania con il Molise; la Casilina "6 Bis" che collega il Molise con il Lazio e lo svincolo autostradale di San Vittore del Lazio. Recente (2008) è l'apertura della Variante esterna che consente un più rapido collegamento con la Campania per chi proviene da Isernia. Infine, il comune è attraversato dalla ferrovia.
Bibliografia
- [1]cronologia.leonardo.it/storia/aa 104 htm,05.02.2007,57686 bytes.
- [2]vedi bibliografia Pozzilli(wikipedia)
Altri progetti
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Collegamenti esterni
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- ^ Dati tratti da:
- Popolazione residente dei comuni. Censimenti dal 1861 al 1991 (PDF), su ebiblio.istat.it, ISTAT.
- Popolazione residente per territorio – serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno.