Gragnano

comune italiano
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Template:Comune Gragnano è un comune di 29.818 abitanti della provincia di Napoli situato ai piedi dei Monti Lattari, in una posizione strategica per quanto concerne l'avvistamento.
È famoso a livello mondiale per la gastronomia in quanto a Gragnano, da sempre, è associata la produzione della pasta che si fa risalire alla seconda metà del 1500. A Gragnano, infatti, venivano e vengono prodotti i famosi "maccheroni", prima a livello familiare, poi industriale, come testimoniano i pastifici di lunga tradizione ivi presenti.
Gragnano è inoltre famosa per la produzione di latticini dei quali non si può parlare senza citare il provolone del monaco, simbolo della gastronomia campana oltre che napoletana.
Tale prodotto è stato, in tempi addietro, simbolo di identità e di appartenenza, essendovi gli emigranti tanto affezionati da portarselo dietro.
Va citato inoltre il famoso vino di Gragnano, simbolo anch'esso delle antiche tradizioni di questi luoghi.

Ma Gragnano non ha una storia antica solo per la gastronomia. Sul territorio sono presenti mura di cinta, cinque torri e due porte che testimoniano l'antichità di questa città. Tali ruderi fanno risalire ad un castello risalente alla fine del XII secolo secondo alcuni. È presente anche l'unico arco napoleonico di tutta la Campania, sito in via Quarantola.

Da visitare il famoso artistico presepe situato nella valle dei mulini, la chiesa di Santa Maria Assunta, ex sede dell'arcipretura ove è conservata un'antica scultura romanica, la Chiesa della Madonna del Carmine, la chiesa collegiata del Corpus Domini e la Chiesa di San Giovanni Battista, conosciuta anche come chiesa di San Sebastiano.

Storia

Le origini e il periodo romano

I primi insediamenti che diventeranno poi Gragnano risalgono al I secolo a.C., quando qui abitava l'antica popolazione italica degli Oschi, che parlavano appunto la lingua osca.
Nell'89 a.C. si assiste alla nascita del primo nucleo urbano vero e proprio. Arrivò il console Lucio Cornelio Silla per domare la rivolta della vicina città di Stabia. Silla eresse in territorio gragnanese una fortificazione, l' "oppidum sillanum" da cui deriva l'attuale Sigliano. I rivoltosi stabiani si rifugiarono a Gragnano dando vita a un centro urbano che venne chiamato "granianum", nome probabilmente derivato dalla gens Grania che qui aveva possedimenti. L'economia del piccolo centro era un'economia agricola. I ritrovamenti di antiche ville romane ci dimostrano che la popolazione era dedita all'agricoltura, in particolare alla coltivazione dell'olivo, della vite, del frumento e della frutta. Nelle località alte, la popolazione si dedicava all'allevamento e alla caccia, grazie alla selvaggina che abbondava nelle fitte foreste montane. Nel 79 d.C. Gragnano fu nuovamente meta di emigranti. La catastrofica eruzione del Vesuvio che distrusse Pompei, Ercolano e Stabiae spinse molti stabiesi a rifugiarsi nel piccolo centro allargando così il nucleo urbano.

Dalle invasioni barbariche al Regno d'Italia

Il periodo che va dal V al X secolo d.C., epoca successiva al crollo dell'impero romano, è molto travagliato. I gragnanesi, come molte altre popolazioni dell'impero, per difendersi dai continui attacchi delle popolazioni barbariche, si rifugiarono sulle montagne dove costruirono le fortificazioni di Castello e di Aurano. Nel X secolo il territorio venne annesso pacificamente, tramite accordi alla repubblica marinara di Amalfi che si munì del castello di Lettere e di Gragnano per difendersi le spalle. Il Castello di Gragnano, munito di tre cinta di mura costituiva, con il castello di Pino, il castello di Lettere, la torre Massi, nell'omonimo fondo ad Aurano ed il castello di Pimonte il baluardo difensivo verso nord del ducato amalfitano. Così Gragnano cadde nel 1131 nelle mani dei normanni. Il ducato di Amalfi, Gragnano compresa, cadde poi nelle mani del Principato di Salerno. La cittadina fu continuamente saccheggiata e fino all'ascesa al trono di Napoli di Guglielmo II, sopravvisse come regio demanio. Dopo questo per Gragnano cominciò un periodo di prosperità economica, caratterizzato dalla nascita dei primi pastifici, periodo che non mancò di catastrofi, come l'epidemia di colera del 1656 e i terremoti del 1684 e 1694,che provocarono molti morti e ingenti danni.

Dal Regno d'Italia ai giorni nostri

Nel 1861 Gragnano, come tutto il Regno di Napoli, passò sotto il controllo del Regno d'Italia. Come in tutto il meridione, anche qui si verificarono episodi di brigantaggio. I briganti infatti si rifugiavano sulle montagne circostanti per scampare all'esercito piemontese. Gli anni della Prima guerra mondiale misero in crisi l'economia locale e la cittadina ebbe 300 caduti per la patria. La seconda guerra mondiale fu altrettanto catastrofica. Gragnano fu pesantemente bombardata dagli alleati, che distrussero Piazza Trivione e San Vito. Anche il dopoguerra fu un periodo difficile. La situazione di generale arretratezza del Meridione colpì anche la cittadina. Molte attività economiche, come i pastifici, chiusero e molti gragnanesi furono costretti ad emigrare al nord in cerca di lavoro. Nonostante ciò la popolazione continuò a crescere e il boom demografico portò Gragnano da piccolo centro agricolo qual era alla cittadina attuale di circa 30mila abitanti. L'urbanizzazione che incalza dagli anni Settanta in poi riguarda tutto il territorio comunale e in particolare l'area di Via Castellammare. Il 1980 fu un anno importante: la frazione di Santa Maria la Carità si staccò diventando un comune autonomo, mentre il 23 novembre dello stesso anno Gragnano venne colpita dal Terremoto dell'Irpinia che provocò ingenti danni.

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[1]

L'economia

Gragnano città della Pasta

La produzione della pasta, in particolare dei "maccaroni", che ha reso famosa Gragnano nel mondo, risale alla fine del XVI secolo quando compaiono i primi pastifici a conduzione familiare. Gragnano era allora già famosa per la produzione dei tessuti (da qui piazza Aubry deve il nome popolare di "piazza conceria" ). La produzione dei maccaroni diventò veramente importante solo a partire dalla metà del XVII secolo quando la maggior parte dei gragnanesi si dedicò alla produzione della pasta. La produzione dell' "oro bianco" era ed è favorita da particolari condizioni climatiche , come una leggera aria umida che permette la lenta essiccazione dei maccaroni. L'industria pastaia venne aiutata da ben 30 mulini ad acqua , i ruderi di alcuni di questi si possono ammirare nella "valle dei mulini".Intanto il settore dell'industria tessile entrava in crisi e chiuse definitivamente nel 1783 per una morìa dei bachi che bloccò la produzione della seta. Da allora i gragnanesi si dedicarono alla "manifattura della pasta". L'epoca d'oro della pasta di Gragnano è l'Ottocento. In questo secolo sorsero grandi pastifici a conduzione non familiare lungo via roma e piazza trivione che diventarono così il centro di Gragnano.I pastifici infatti esponevano i maccheroni ad essiccare proprio in queste strade. La poduzione dei maccaroni non rallentò dopo l' Unificazione, anzi. Dopo il 1861 i pastifici gragnanesi si aprirono ai mercati di città come Torino, Firenze e Milano. La produzione della pasta raggiunse quindi l'apice. Gragnano addirittura ottenne l'apertura di una stazione ferroviaria per l'esportazione dei maccheroni che collegava Gragnano a Napoli e quindi all'intero Paese. Il 12 maggio 1885, all'inaugurazione erano presenti nientemeno che il re Umberto I e sua moglie, la regina Margherita di Savoia. Successivamente i pastifici si ammodernanorono. Arrivò l'energia elettrica e con questa i moderni macchinari che sostituirono gli antichi torchi azionati a mano. Il Novecento fu però un secolo difficile per la città della pasta. Le due Guerre Mondiali fecero entrare in crisi la produzione della pasta gragnanese che nel Dopoguerra dovette affrontare la concorrenza dei grandi pastifici del Nord Italia, che disponevano di capitali maggiori. Il terremoto del 1980 aggravò la situazione e ridusse il numero di pastifici a sole 8 unità. Nonostante i tanti problemi, Gragnano continua a essere la città della pasta. Oggi i pastifici puntano ad una produzione di qualità e propongo itinerari turistici alla scoperta della produzione di quella pasta che ha reso Gragnano famosa in tutto il mondo.

Gragnano città del vino

Gragnano non è solo famosa per la pasta, ma anche per il vino. Il vino di Gragnano è un vino pregiato, rinomato in tutto il mondo. Il vino di Gragnano era già prodotto all'epoca dei romani ed è decantato da Monsignor Molinari, vescovo del XV secolo che diceva: «Vivere vis sanus Gragnani pacula bibe», cioè «Se vuoi vivere sano, bevi bicchieri [di vino] di Gragnano».

Gragnano città dei tessuti

Gragnano vanta anche una produzione di tessuti, in particolar modo di costumi da bagno, è la cosiddetta "moda Positano". I costumi, che ammontano a circa il 20% della produzione nazionale, vengono prodotti in piccoli laboratori artigianali a conduzione familiare sparsi sul territorio comunale.

Frazioni

Aurano:piccola frazione di Gragnano confinante con il comune di Casola di Napoli. Caprile:da questa frazione è nato l'odierno comune di Gragnano,sorge ad un'altitudine puttosto alta(180m). Castello:nota per la sua vegetazione,questa frazione conta anche due contrade:San Giacomo e Forma. Juvani:la strada più importante su cui si arrampica il centro abitato è via Aiellara.Questa frazione confina con Franche,frazione di Pimonte San Nicola dei Miri:qui si trova la chiesa della Madonna del Carmine ed è la frazione più vicina al centro di Gragnano.Conta anche un rione:Rione del Carmine.

Località

Le principali località del comune di Gragnano sono:Ogliaro,Ponte Carmiano,Ponte Trivione,Saletta,Sigliano.

Trasporti

Strade ed Autostrade

Gragnano non ha svincoli autostradali, ma soltanto uno svincolo sulla statale Sorrentina. Tale svincolo permettere di raggiungere Castellammare di Stabia, Sorrento e la Costiera Amalfitana.

Ferrovie

  Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione di Gragnano.
  Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione di Madonna delle Grazie.

Gragnano è raggiunta dalla ferrovia Torre Annunziata - Castellammare di Stabia - Gragnano, della quale è capolinea: la stazione di trova al centro della città, anche se il traffico passeggeri è molto scarso. Un'altra stazione, sempre sulla stessa linea si trova al confine con Castellammare di Stabia e prende il nome di "Madonna delle Grazie".

Amministrazione comunale

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Voci correlate

Collegamenti esterni

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  1. ^ Dati tratti da: