Commentarius (Numa Pompilio)
Il commentarius Numae (it. commentario di Numa) o liber Numae (it. libro di Numa) o Liber commentarii regii (it. Libro commentari regio) è un operà non si sa se vera o inventata in cui dovevano essere raccolte le leges regiae attribuite al rex Numa Pompilio e di Romolo raccolte dallo stesso Numa[1]. Quest'opera non ci è pervenuta.
Origine, descrizione e struttura dell'opera
Il libro scritto da Numa dovrebbe contenere tutte le leges regiae emanate da Numa Pompilio e quelle di Romolo raccolte dallo stesso Numa[2]. Ci sono due leggende riguardanti questo libro: una che fu scritto su corteccia di tiglio[3], la seconda invece dice che fu scritto su scudi bronzei o tavole bronzee[4]. Il libro doveva essere strutturato in sezioni poiché le fonti ci parlano di varie di queste riguardanti i riti sacri[5]. Le sezioni dei riti sacri secondo le fonti sarebbero otto, ogni sezione e riservata a una determinata categoria di persone atti a precisi riti sacri:
- Sezione riguardante le cerimonie officiate dai sacerdote dei trenta curioni con sacrifici pubblici[6].
- Sezione riguardante le cerimonie officiate dai flamini[7].
- Sezione riguardante le cerimonie officiate dai comandanti dei celeres[8].
- Sezione riguardante le cerimonie officiate dagli Auguri che interpretano i segni della natura con questi riti[9].
- Sezione riguardante le cerimonie officiate dalle Vestali dedite a Vesta e che custodiscono il fuoco sacro[10].
- Sezione riguardante le cerimonie officiate dai Salii in numero di 12[11].
- Sezione riguardante le cerimonie officiate dai feziali[12]: ius fetiale (Istituito e scritto nell'opera da Anco Marcio[13] il quarto re)
- Sezione riguardante la categoria del collegio pontificale e dei riti che doveva officiare il Pontefice Massimo oltre a come doveva dare consigli riguardante il diritto[14].Riguardo questo argomento fece ancheun opera di sette libri chiamati libri pontifici base del ius pontificium o diritto pontificale[15].
Per quanto riguarda le altre leges regiae non riguardanti il diritto sacro probabilmente anche ad esse erano dedicate numerose sezioni (per esempio una sezione poteva essere dedicata alle leges par(r)icidas)[senza fonte].
Utilizzo dei re successivi
Gli storici ritengono anche se non sempre ci sono fonti che ne parlano che quest'opera fu riutilizzata dai re successivi dell'età regia e questo sarebbe provato dal fatto che alcune norme vengono attribuite a più re o alla somiglianza di alcune di queste, dal cui utilizzo probabilmente nacquero altre leges regiae, tra questi ci sarebbero Tullo Ostilio[16] Anco Marcio[17] e Servio Tullio[18] rispettivamente terzo, quarto e sesto re di Roma di cui alcuni di essi modificarono o crearono nuove leges regiae provenienti o ispirate dall'opera di Numa Pompilio.
Voci correlate
Note
- ^ Salvatore Tondo, pp. 18-19
- ^ Salvatore Tondo, pp. 18-19
- ^ Salvatore Tondo, pp. 27-31
- ^ Livio, Ab Urbe condita libri I, 32, 2.
- ^ Dionigi d'Alicarnasso, Antichità Romane, II, 64, 1-5.Dionigi d'Alicarnasso, Antichità Romane, II, 70, 1.Dionigi d'Alicarnasso, Antichità Romane, II, 72, 1.Dionigi d'Alicarnasso, Antichità Romane, II, 73, 1-3.
- ^ Dionigi d'Alicarnasso, Antichità Romane, II, 64, 1-5.
- ^ Dionigi d'Alicarnasso, Antichità Romane, II, 64, 1-5.
- ^ Dionigi d'Alicarnasso, Antichità Romane, II, 64, 1-5.
- ^ Dionigi d'Alicarnasso, Antichità Romane, II, 64, 1-5.
- ^ Dionigi d'Alicarnasso, Antichità Romane, II, 64, 1-5.
- ^ Dionigi d'Alicarnasso, Antichità Romane, II, 70, 1.
- ^ Dionigi d'Alicarnasso, Antichità Romane, II, 72, 1.
- ^ Gennaro Franciosi, pp. XVII-XVIII
- ^ Dionigi d'Alicarnasso, Antichità Romane, II, 73, 1-3.
- ^ Valerio Massimo, Factorum et dictorum memorabilium libri IX, I, 1, 12.
- ^ Livio, Ab Urbe condita libri I, 31, 8.L.Pisone ap. Plinio 28, 4, 14,
- ^ Gennaro Franciosi, pp. XVII-XVIII
- ^ Livio, Ab Urbe condita libri I, 60, 4.
Bibliografia
Fonti primarie
Vari frammenti di testo in latino e greco dell'epoca regia tradotti