Raffaele Bendandi
Raffaele Bendandi (Faenza, 17 ottobre 1893 – Faenza, 3 novembre 1979) è stato uno scultore e scienziato italiano.
Nacque da un'umile famiglia, che non potè permettergli di andare avanti con gli studi superiori; ciononostante all'età di 10 anni era già appassionato di astronomia e geofisica, tanto da costruirsi sa solo un telescopio ed alcuni giroscopi (in effetti lui era uno scultore di legno per profesione). In seguito al terremoto di Messina del 28 dicembre 1908, si appassionò ai terremoti, e riuscì, secondo lui, anche a predirli.[1] Si può definire il Bendandi come un ricercatore autodidatta, che nel 1920 formulò la propria teoria «sismogenica».[2]
La sua teoria ha origine in una passeggiata lungo il bagnasciuga, mentre prestava servizio di guardia durante la sua naja: lui nel 1919 intuisce che la crosta terrestre, così come le maree, è soggetta agli effetti di attrazione gravitazione della Luna. La sua teoria per la previsione dei terremoti (mai riconosciuta dalla comunità scientifica) era infatti basata sul fatto che la Luna e gli altri pianeti (tra cui anche il Sole) sono la causa dei movimenti della crosta terrestre,[3] che effettivamente rigonfia, deforma e fa pulsare la crosta terrestre, con tempi e ritmi dipendenti dalla posizione dei corpi celesti. Andò avanti con i suoi studi anche sfruttando una sorta di mini laboratorio posto in una profonda grotta dell'Appennino tosco-romagnolo.
Fino ad allora erano in pochi a credere alle sue teorie; il 23 novembre 1923 davanti al notaio di Faenza decise di far scrivere una sua previsione: il 2 gennaio [[[1924]] si verificherà un terremoto nelle Marche. Il terremoto effettivamente si verificò, ma due giorni dopo. Ciononostante il [[Corriere della Sera] gli dedicò la prima pagina, chiamandolo Colui che prevede i terremoti; la sua fama così crebbe anche a livello internazionale.
Durante il periodo fascista, precisamente nel 1927 venne diffidato dal pubblicare ulteriori previsioni sui terremoti in Italia; in realtà egli continuò a farlo in altri giornali americani.
Dopo averlo studiato a fondo, nel 1931 Bendandi affida all'Accademia Pontificia il metodo da lui scoperto per interpretare il ciclo undecennale del Sole, e nel seguito riesce autofinanziandosi a pubblicare "Un principio fondamentale dell’Universo", dove descrive la sua precedente scoperta.[4]
Durante la sua vita, precisamente nel 1959, Bendandi scoprì anche un nuovo pianeta all'interno del sistema solare tra Mercurio ed il Sole, cui diede il nome della sua città natale, Faenza.
Solo successivamente, nel 1972 l'astronomo americano Wood e nel 1976 l'astronomo inglese Smith portarono avanti il metodo elaborato dal Bendandi per la previsione dei movimenti tellurici, andando a migliorarne l'analisi ed i risultati.
Anche il terremoto del Friuli nel 1976 fu previsto dalla sua teoria; inutilmente lui cercò di avvisare le autorità competenti, le quali lo trattarono come un ciarlatano.
Venne trovato morto, forse per cause misteriose, il 3 novembre 1979, nella sua casa-osservatorio in via Manara 17 di Faenza.
Solo anni dopo, e grazie soprattutto all'associazione "La Bendandiana", si stà cercando di riordinare il molto materiale lasciato dallo scienziato, per poter maggiormente comprendere il suo lavoro ed i suoi studi.
Riconoscimenti
- fu eletto membro della Società Sismologia Italiana, della Accademia Torricelliana di Scienze e Lettere, e della Artis Templum
- fu nominato Cavaliere Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana
- Faenza gli ha dedicato una Scuola Media
Note
- ^ http://www.nuovaricerca.org/bendandi.htm
- ^ http://extraweb.comune.ra.it/odonomastica/scheda.asp?CodTopon=1743
- ^ http://vialattea.net/esperti/php/risposta.php?num=7059
- ^ Il plico verrà aperto solo il 27 dicembre 1979, l'anno della sua morte.
Bibliografia
- Tiziano Cantalupi – Il terremoto si può prevedere - Ed. Atanor;