Schei
Il termine veneto schei, con il quale vengono indicati in generale i soldi. Esso ha una provenienza piuttosto singolare. Ai tempi in cui il Lombardo-Veneto si trovava sotto l'egemonia austriaca erano in circolazione sia le lire italiane sia quelle austriache che sostituirono lo "zechin" (alla fine della Repubblica Veneta avente un valore di 22 lire); sulle banconote Austriache compariva la scritta Schein (che in Tedesco significa "Banconota").
(Proverbio: Sensa soldi l'orbo no canta. Frase idiomatica: Butarla in soldoni = spiegare grossolanamente,in parole povere.)
Il centesimo della lira italiana veniva detto in veneto centesimin, quello austriaco, di valore leggermente inferiore, veniva chiamato però "scheo" per poterlo meglio distinguere. Il termine ebbe origine dal fatto che sui centesimi austriaci era coniata la dicitura "Scheidemünze" (cioè moneta divisionale, nella lingua tedesca pronunciata però [ˈʃaɪ̯dəˌmʏntsə], a quel tempo l'indicazione di una minima frazione monetaria, oggi non più in uso).
Probabilmente i veneti non riuscivano a pronunciare bene quella strana e lunga parola e si limitavano a chiamare la moneta solo con l'inizio della dicitura, cioè "schei", facendone così un termine generale al plurale, dal quale derivarono "scheo" al singolare. Questo termine rimase nel parlato per indicare in generale il denaro.
(Proverbio: Sinque schei de mona ghe fa ben a tuti = Fare un po' il tonto può essere ad ognuno di vantaggio.)
Per determinare una ben definita somma di denaro in lire nel dialetto veneto veniva usata invece la locuzione "franco" (al singolare), ad esempio "trenta franchi" e non "trenta lire". Era in uso anche indicare mille lire come "na carta da mìe", duemila lire come "do carte da mìe" e via dicendo. Ora tale termine è stato reso obsoleto dall'euro. Il termine non proviene, come generalmente si crede, dai "franchi", cioè le monete francesi poste in circolazione durante l'occupazione napoleonica, bensì da un'altra moneta austriaca che portava (in latino abbreviato) il nome di Francesco Giuseppe, l'allora Imperatore d'Austria. L'abbreviazione di Francesco era "Franc" e da ciò nacque il "franco" veneziano.
La moneta divisionale era una moneta di un valore arbitrario che non corrispondeva al valore del metallo con il quale era coniata.
Il termine "schei" viene usato colloquialmente anche come unità di misura di lunghezza, con il senso di centimetro: ad esempio el muro el xe łargo diéxe schei (= il muretto è largo 10 cm) oppure spòsteło de vinti schei (=spostalo di 20 cm).