Star Wars: The Clone Wars (serie animata)

serie animata statunitense dell'universo di Guerre stellari (2008-2020)
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Star Wars: The Clone Wars è una serie televisiva animata realizzata in grafica computerizzata, ambientata nell'universo di Guerre Stellari, durante le Guerre dei cloni.

Star Wars: The Clone Wars
serie TV d'animazione
File:The Clone Wars logo.jpg
Il logo della serie
Titolo orig.Star Wars: The Clone Wars
(Star Wars: The Clone Wars)
Lingua orig.inglese
PaeseStati Uniti
AutoreGeorge Lucas creatore, Dave Filoni supervisore dell'animazione, co-creatore
RegiaDave Filoni supervisore dell'animazione
SoggettoGeorge Lucas Storia e personaggi
Char. designKilian Plunkett
MusicheKevin Kiner
StudioLucasfilm Animation, Cartoon Network Studios
1ª TV3 ottobre 2008[1]
Durata ep.22 min
Generefantascienza, azione
Preceduto daStar Wars: The Clone Wars (film)
Seguito daStar Wars: Episodio III - La vendetta dei Sith
(inglese)
«In this war a danger there is, of losing who we are»
(italiano)
«In questa guerra il pericolo esiste, di smarrire ciò che siamo»

Creata dalla Lucasfilm Animation, e dalla sua divisione Lucasfilm Animation Singapore, in collaborazione con la casa di produzione CGCG Inc,[3] si colloca cronologicamente dopo la serie animata del 2003 ed è stata preceduta da un film omonimo, uscito nei cinema americani il 15 agosto 2008,[4] e in Italia il 19 settembre dello stesso anno.[5]

George Lucas annunciò la realizzazione della serie nell'aprile del 2005 durante i festeggiamenti per la Star Wars Celebration III. Il direttore-supervisore del progetto è Dave Filoni,[6] che già aveva lavorato su Avatar: La Leggenda di Aang. Genndy Tartakovsky, co-creatore e direttore artistico della serie del 2003, non è stato coinvolto nella realizzazione dello show,[7] anche se il character designer Kilian Plunkett è stato preso come punto di riferimento per i modelli dei personaggi in 3D.[8]

Star Wars: The Clone Wars viene trasmessa su Cartoon Network e su Turner Network Television,[4] mentre in Italia è in onda sul canale televisivo Cartoon Network della piattaforma satellitare SKY a partire dal 13 febbraio 2009.[2][9]

Trama

  Lo stesso argomento in dettaglio: Star Wars: Clone Wars.

La trama della serie segue quella del precedente show, concentrandosi sulle storie di guerra che coinvolgono la galassia, con un occhi di riguardo alle avventure di Anakin Skywalker e della sua nuova padawan, Ahsoka Tano.

Prima stagione

  Lo stesso argomento in dettaglio: Episodi di Star Wars: The Clone Wars (prima stagione).

Yoda, insieme ad un manipolo di cloni, fronteggia su Rugosa, una luna di Toydaria, Asajj Ventress e il suo esercito di droidi per dimostrare la capacità dei Jedi di proteggere un pianeta, che acconsente infine di diventare alleato della Repubblica.

Nel frattempo, la Repubblica scopre la nuova arma del generale Grievous, un cannone ionico, usato per rendere inermi le navi, prima di distruggerle, senza lasciare quindi nessun sopravvissuto. Grievous viene però intercettato da Anakin, accompagnato da Ahsoka Tano e da una squadra di cloni, che riesce a distruggere la nave del generale, la Malevolence. Durante lo scontro, Padmé viene catturata e, nel tentativo di salvarla, Anakin si lascia sfuggire Grievous.

In una lotta aerea, Anakin perde R2-D2, suo fidato droide. Essendo la memoria di R2 piena di dati che potrebbero essere sfruttati da Seperatisti, il Jedi corre alla sua ricerca, legato dal robot anche da una stretta amicizia. In temporanea sostituzione ad R2, Anakin riceve R3-S6, un'incompetente astrodroide, che si rivela essere una spia separatista, inviata per sabotare il Jedi. Anakin riesce a ritrovare R2, che distrugge di propria iniziativa l'infedele R3.

Padmé tenta di convincere i rappresentanti del pianeta Rodia ad entrare nelle file della Repubblica. Sfortunatamente il senatore del pianeta era già entrato in contatto con il separatista Nute Gunray, che ordina la cattura della donna. Grazie all'aiuto di Jar Jar Binks, scambiato da Gunray per un Jedi, Padmé riesce a liberarsi e ad arrestare Gunray. Rodia è ora finalmente avamposto repubblicano.

Gunray viene però salvato da Ventress, con la quale scappa dall'armata repubblicana. Kit Fisto, però, rintraccia Gunray su uno sperduto pianeta, che cela in realtà il rifugio di Grievous, il quale è stato sottoposto ad un test da parte di Dooku, ed è ora costretto a scontrarsi con Fisto, il suo padawan e un gruppo di cloni soldato. Grievous riesce ad uccidere il padawan e i soldati, ma il Jedi riesce a scappare, con disappunto del cyborg. Nel frattempo Anakin e Obi-Wan partono alla ricerca di Dooku, catturato da un banda di pirati spaziali, sperando di porre fine alla guerra. Per ironia della sorte anche i due Jedi vengono fatti prigionieri dai pirati, e riescono a scappare solo grazie all'aiuto dei rinforzi repubblicani, senza tuttavia poter impedire anche la fuga di Dooku.

Ferito in battaglia su Quell, Anakin viene soccorso dalla jedi Aayla Secura, che insegna ad Ahsoka la filosofia jedi del distacco. Il gruppo atterra su Maridun, un pianeta neutrale in cerca di assistenza medica. Lì trovano un Lurmen, appartenente ad una tribù indigena, che riesce a convincere la sua gente a schierarsi dalla parte della Repubblica contro le sopraggiunte forze separatiste.

 
Yoda e tre cloni (Jek, Thire e Rys) atterrano sul pianeta Rugosa, nel primo episodio della serie

Il fatale virus Blue Shadow, su Naboo, sta infettando Ahsoka, Padmé e diversi cloni. Anakin e Obi-Wan hanno solo quarantotto ore per trovare l'antidoto sul Iego, un pianeta dal quale nessuno ha più fatto ritorno, a causa di un mostro che ha distrutto tutto ciò che tentava di lasciare il pianeta. I due riescono a trovare l'antidoto, una rara radice, e a sconfiggere la creatura.

Intanto su Ryloth impazza la guerra tra Separatisti e forze della Repubblica, sopraggiunte in aiuto della popolazione civile oppressa: dopo le imprese di Anakin ed Obi-Wan, Mace Windu convince il combattente partigiano Twi'lek Cham Syndulla ad aiutarlo per liberare la capitale del pianeta dall'oppressione. Nello scontro finale, la vittoria è delle forze della Repubblica, e viene preso prigioniero dai Jedi anche l'emiro Separatista Wat Tambor. A Coruscant, nel frattempo, per liberare Ziro the Hutt, il cacciatore di taglie Cad Bane, insieme ad un manipolo di mercenari, prende in ostaggio diversi senatori, compresi Padmé. Anakin riesce a liberare gli ostaggi, ma Bane fugge con Ziro, al quale chiede un ingente pagamento.

Episodi

La serie è di tipo antologico, con diversi episodi autoconclusivi e slegati dalla storia di fondo,[10] focalizzati su personaggi minori, come i Jedi Kit Fisto e Plo Koon, o le truppe dei cloni soldato.[11]

La prima stagione, costituita da 22 episodi,[12] è completa, la seconda è attualmente il produzione, mentre la terza è in fase di sviluppo, con la gran parte dei copioni nelle prime fasi di scrittura.[13] Il creatore della serie, George Lucas, ha affermato di voler produrre almeno cento episodi, per un totale di cinque stagioni, a prescindere dal gradimento del pubblico.[13][14]

La serie è stata confermata per una seconda stagione, che debutterà nell'autunno del 2009.[15]

Stagione Episodi Messa in onda statunitense Messa in onda italiana
Prima stagione 22 3 ottobre 2008 - 20 marzo 2009[15] 13 febbraio 2009[2] - 21 aprile 2009
Seconda stagione 22 2 ottobre 2009 - ? ? - ?

Personaggi

Produzione

(inglese)
«Dave, I've got 'til midnight. Let's play!»
(italiano)
«Dave, ho fino a mezzanotte. Divertiamoci!»
 
George Lucas, creatore della serie e co-sceneggiatore di alcuni episodi

George Lucas ebbe l'idea di realizzare una serie animata dedicata alle guerre dei cloni nel 2003, come ideale sequel al precedente show, che aveva riscosso pareri positivi da parte di critica e pubblico.[18][19] La serie entrò in pre-produzione nel luglio del 2005,[20] come annunciato, alla Comic-Con 2005, da Steve Sansweet, che descrisse il look dello show come "Un amalgama tra anime e animazione 3D".[21] Genndy Tartakovsky (regista dell'originale Clone Wars) e la Nelvana Ltd. (studio di produzione delle serie d'animazione Droids e Ewoks, nonché del segmento presente in The Star Wars Holiday Special) non vennero coinvolti nella produzione,[7] ma gli artisti si basarono sul design e sull'animazione della serie del 2003 per creare i nuovi personaggi, le creature e i pianeti del nuovo show.[22]

Contemporaneamente, Lucas fondò appositamente gli studi Lucasfilm Animation a Singapore, stimolato anche dai progressi tecnici compiuti dall'animazione digitale.[23] Al progetto presero parte circa 300 artisti, che impiegarono i software Autodesk e Maya.[24]

Il 15 febbraio 2006, la Lucas Animation iniziò i test d'animazione.[25][26] In termini di tecniche di realizzazione, la serie, il cui budget per episodio varia tra i 750.000 $ e il milione e mezzo di dollari,[27] è progettata secondo i canoni dei film tradizionali, con una particolare cura per la fotografia e le inquadrature.[26] Al convention Imagina 2007, Rob Coleman rivelò che George Lucas era stato direttamente coinvolto in ogni aspetto della produzione. Sceneggiature, design dei personaggi e art direction vengono create alla sede della Industrial Light & Magic, mentre l'animazione e il processo di rendering sono fatte a Singapore. La Industrial Light & Magic, in ogni caso, ha provveduto a supportare l'animazione con l'uso della motion capture, effettuata negli studi americani. L'assemblaggio finale di ogni episodio viene fatte allo Skywalker Ranch. Lucas ha insistito nello riscrivere molti dei copioni, per focalizzarsi maggiormente sui personaggi e sulle storie, in modo da ambientarle in più pianeti diversi, per renderle più coinvolgenti ed interessanti.[28] La serie utilizza idea scartate dallo stesso Lucas da precedenti progetti legati a Guerre Stellari.[18]

Il primo trailer della serie esordì sul sito ufficiale StarWars.com l'8 maggio 2007.[29]

 
Henry Gilroy, capo scrittore della prima stagione della serie e sceneggiatore di diversi episodi

Sceneggiature

Rispetto agli altri prodotti televisivi, dei quali Lucas forniva indicazioni sommarie o soggetti, The Clone Wars si differenzia in quanto il creatore della saga è stato maggiormente coinvolto nella stesura delle sceneggiature, collaborando attivamente con gli scrittori.

Nel 2006, mentre la Lucas Animation iniziava i test d'animazione, il team di sceneggiatori della serie cominciò a stendere le prime bozze dei copioni, coadiuvati dallo stesso Lucas, che prese parte ad ogni fase di progettazione della serie (parte dell'episodio Bombad Jedi fu scritto dallo stesso regista[30]).[25] Nel maggio del 2007 alla Celebration IV, Catherine Winder rivelò che Lucas era maggiormente presente nelle sceneggiature, più che sulle scelte stilistiche e grafiche.[26]

Cast

Il cast della serie riprende parte dei personaggi, e dei rispettivi doppiatori, del precedente show: Tom Kane, James Arnold Taylor, Anthony Daniels e altri tornano nei loro rispettivi ruoli di Yoda, Obi-Wan e C-3PO, mentre nuovi attori sono stati ingaggiati per presentare la loro voce a personaggi ex-novo, ma anche a vecchi personaggi, come Catherine Taber, nei panni di Padmè, e Nika Futterman in quelli di Asajj Ventress, che sostituiscono Grey DeLisle. Uno dei nuovi doppiatori presenti nella serie è Phil LaMarr, che presta la voce al Jedi Kit Fisto.

Anthony Daniels, interprete del droide C-3PO confermò nel giugno 2006 di essere stato contattato per la serie,[31] mentre Ahmed Best, che nei prequel vestiva i panni di Jar Jar Binks, ha ripreso il personaggio nell'episodio Bombad Jedi. Daniels e Best sono gli unici attori della saga a riprendere il proprio ruolo nella serie (sebbene nel prequel cinematografico Samuel L. Jackson e Christopher Lee abbiano prestato le loro voci).

Samuel L. Jackson espresse interesse nel riprendere il ruolo del Jedi Windu nella serie, ma poté soltanto doppiare il prequel cinematografico. Anche Hayden Christensen affermò di voler tornare a interpretare il personaggio di Anakin Skywalker, ma aggiunse che nessuno lo aveva mai contattato per proporgli l'offerta.[32]

Seth Green, creatore della serie Robot Chicken, e Jaime King, entrambi appassionati della saga, hanno un ruolo come guest star nella seconda stagione.[33][34]

George Takei, interprete del timoniere Hikaru Sulu nella serie originale di Star Trek, ha prestato la voce ad un nuovo personaggio nei due episodi Jedi Crash e Defenders of Peace.[35]

Ron Perlman ha doppiato il personaggio del rigattiere alieno Gha Nachkt, nei due episodi Downfall of a Droid e Duel of the Droids. Michael York ha doppiato il personaggio del Dr. Nuvo Vindi negli episodi Blue Shadow Virus e Mystery of A Thousand Moons.[36]

Colonna sonora

Inizialmente attribuita a Eric Rigler,[25] che compose diverse partiture, basandosi sulla tradizionale musica bulgara e irlandese (ma che non furono mai utlizzati),[37] la colonna sonora della serie venne in seguito affidata a Kevin Kiner, musicista che aveva già lavorato al prequel cinematografico dello show. Seguendo le indicazioni di Lucas, il compositore realizzò un tema musicale per ogni pianeta che compariva nella serie e diversificando i suoni con influenze musicali asiatiche, africane e incorporandole con la moderna musica elettronica. Rielaborò inoltre alcuni dei brani comparsi nei film, scritti da Jhon Williams, adattandoli al tono più leggero e incalzante della serie.[38]

Il lavoro di Kiner fu valutato positivamente dalla critica, che apprezzò il tentativo del musicista di sperimentare con nuove tipologie di suoni. In particolare, l'episodio finale della prima stagione, Hostage Crisis venne accostato al lavoro svolto da Hans Zimmer e James Newton Howard su Il cavaliere oscuro.[39]

 
Paul Dini, uno degli scrittori che compone il team della serie

Continuity

La continuity con le varie opere correlata all'universo espanso è stata presa in considerazione dai realizzatori della serie. Lucas si riserva comunque il diritto di modificare il canone nel corso della serie. Inoltre, viene consultato direttamente per quanto riguarda i personaggi principali.[26] Nel novembre 2006, Randy Stradley, editore e autore della Dark Horse Comics, ha incontrato la Lucasfilm Animation per discutere l'integrazione dello show con la serie a fumetti Clone Wars.[40]

Alla domanda se considerasse The Clone Wars come parte dell'universo espanso, Dave Filoni ha risposto di tenere gran conto della continuità narrativa della saga, essendo lui stesso un fan, ma che Lucas considera canonici solo i film, le due serie animate sulla guerra dei cloni e la futura serie dal vivo e che quindi non tiene conto dell'universo espanso costituito da giochi, fumetti e romanzi.[41]

Tuttavia, molti elementi della serie sono stati cambiati, rispetto alla continuity della saga.[42] In alcuni episodi Grievous è visto tossire spesso, nonostante questo problema respiratorio nacque durante la Battaglia di Coruscant, in cui i suoi sistemi interni vennero danneggiati da Mace Windu,[42] così come lo stile di combattimento dei Jedi, simile a quello visto nei film, che non ha quello della serie animate, più teso all'esagerazione delle loro abilità.[26]

La LucasFilm ha confermato che The Clone Wars non renderà fuori continuity la precedente serie Clone Wars, ma la espanderà e si incastrerà con essa:

(inglese)
«There’s never an implicit connection between the micro-series that Cartoon Network did previously and the series that we’re doing now. I personally as a fan never think of it as discrediting any of the other material, it’s just that other material is from a different point of view, a different look at the war and take on the war. It’s an ever-Expanding Universe in a lot of ways.»
(italiano)
«Non c'è una implicita connessione tra la micro serie e il nostro show. Personalmente, come fan, non penso a screditare altro materiale: sono solo altre storie viste da punti di vista differenti. È un universo in continua espansione sotto molti aspetti.»

Messa in onda

Negli Stati Uniti, la serie viene trasmessa sull'emittente per ragazzi Cartoon Network, e gli episodi vengono poi replicati su TNT.[43]

Lo show è stato fino a pochi mesi dalla messa in onda senza una rete che lo trasmettesse. Lucas ha sempre ammesso di non avere piani in merito, sebbene molti pensassero che lo show sarebbe andato in onda, come il predecessore, su Cartoon Network.[18] The Clone Wars fu infatti proposta alla Fox e alla stessa Cartoon Network, che rifiutarono lo show, non essendone interessate.[18] Solo dopo aver visionato il materiale e alcuni episodi, la Warner Bros. (che distribuì anche il prequel cinematografico della serie) convinse Cartoon Network, emittente affiliata alla Warner tramite la Time Warner, di prendere in considerazione la messa in onda della serie.[18] Nell'estate del 2008 la rete accettò: Stuart Snyder,a capo della programmazione del canale, disse, in occasione della proiezione dei primi episodi, che l'unico posto dove voleva vedere The Clone Wars era Cartoon Network.[44]

La serie è andata in onda per la prima volta il 3 ottobre 2008, in prima serata, inaugurando il blocco del venerdì sera, denominato d'azione, e comprendente serie incentrate sull'avventura e sul fantastico, come Ben 10: Alien Force e la nuova serie di Batman, The Brave and the Bold. Tale programmazione è stata ideata per cercare di competere in termini di ascolti con i canali Nickelodeon e Disney Channel.[45]

Il creatore della serie, George Lucas, ha affermato di voler produrre almeno cento episodi, per un totale di cinque stagioni, a prescindere dal gradimento del pubblico.[13][14]

In Italia, la serie è stata trasmessa sul canale Cartoon Network (presente nella piattaforma SKY e su Mediaset Premium nel pacchetto Premium Fantasy), a partire da venerdì 13 febbraio 2009, alle 20.15.[2] La serie viene trasmessa in replica tutti i giorni, il sabato alle 14.25, la domenica alle 9.30 e dal lunedì al giovedì alle 20.00.[46]

Censura

The Clone Wars è la seconda serie ad essere trasmessa su Cartoon Network (al di fuori di Toonami o Adult Swim) con un divieto PG (parents cautioned suggested), ossia visione consigliata ai minori di 10 anni in compagnia di un adulto o di un genitore, a differenza di tutti gli altri show del canale, contrassegnati con un divieto G (general audiences, visione permessa a tutti) da MPAA.

Nell'episodio Rookies, il personaggio di Echo ripete per due volte la parola "dannazione" durante la puntata. Nelle successive messe in onda la parola non viene pronunciata. L'episodio è comunque disponibile senza la censura sul sito ufficiale StarWars.com.

Accoglienza

(inglese)
«It's very Star Wars. It's not SpongeBob SquarePants but at the same time it's also not Family Guy. It didn't fit any of the molds that everybody had.»
(italiano)
«È molto Guerre Stellari. Non è Spongebob Squarepants, ma nemmeno I Griffin. Non rientra in nessuno dei modelli di show comuni.»

Sebbene il prequel della serie non sia stato ben accolto dalla critica,[47] uno dei primi episodi dello show, proiettato in anteprima per i giornalisti, ha ricevuto per la maggioranza pareri positivi.[48] L'Hollywood Reporter ha definito la serie «Uno degli show animati più fotorealistici mai prodotti», nonostante abbia criticato gli intermezzi comici dei droidi separatisti, giudicati troppo infantili,[49] mentre il sito TV.com da alla serie un 8.6.[50]

John Scott Lewinski sul sito Wired.com recensisce positivamente la serie, sebbene abbia qualche riserva sui siparietti comici dei droidi da battaglia presenti in alcuni episodi. Definisce i cattivi «Ben congegnati e visivamente impressionanti, specialmente per quanto riguarda Grievous» e critica i molti fan della saga, delusi del fatto che la serie sia dedicata ad un pubblico giovane, che si sono dimenticati cosa sia Guerre Stellari.[51]

Il critico del Los Angeles Times Robert Lloyd definisce The Clone Wars «Una bagatella, breve e insipida, seppur colorata e fluida», [52] mentre la rivista cinematografica Variety giudica la serie migliore dei tre prequel, ma critica la scelta di puntare ad target di pre-adolescenti:[53]

(inglese)
«Those drawbacks persist, among them the inept comic-relief droid soldiers and Skywalker's teenage-girl sidekick, Ahsoka Tano, who seems to have been introduced to draw young girls into the show's demographic tractor beam. Apparently, nobody got "The Phantom Menace" memo that the Force and adorable, scampish tykes don't mix.»
(italiano)
«I difetti di Lucas si palesano anche nella serie, che presenta i macchiettistici droidi e la padawan di Anakin, Ahsoka Tano, la quale sembra introdotta per tentare di approcciare anche le giovani ragazze allo show. Apparentemente, nessuno ha recepito il messaggio de La minaccia fantasma: la Forza e adorabili ragazzine scavezzacollo non vanno mischiate assieme.»

Il sito IGN.com colloca la serie al 89° posto nella classifica delle più belle serie televisive animate di sempre, specificando che, nonostante The Clone Wars sia uno show recente, abbia un grande potenziale, come dimostrato dagli episodi Rookies e Cloak of Darkness, giudicate le miglior storie mai viste nell'Universo Espanso.[54]

Davide Canavero, sul sito GuerreStellari.net recensisce positivamente la serie, scrivendo come sia particolarmente felice l'idea di porre Anakin al centro della serie, e non personaggi secondari o di contorno come era successo in alcuni prodotti televisivi legati alla saga del passato, e definendola molto vicina allo stile e al gusto dell'esalogia:[55]

«La serie si presenta con una formula che, per quanto all'insegna dell'animazione per ragazzi, dell'azione e dell'ironia, si colloca non troppo lontano dai film stessi della saga.[55]»

Il sito italiano Telefilm Central recensisce positivamente The Clone Wars, preferendola sia alla trilogia dei prequel che alla serie del 2003. Rispetto a quest'ultima, secondo il sito «La lunghezza maggiore degli episodi ha permesso un miglior approfondimento dei personaggi. L'alternanza, inoltre, di episodi autoconclusivi e archi narrativi di due/tre puntate ha reso lo show più compatto».[56]

Secondo il Nielsen Media Research, lo show ha avuto una media di quattro milioni di telespettatori.[57] La première della serie, costituita dai primi due episodi, è stata vista da 3.96 millioni di spettatori,[58] risultando il debutto più visto di sempre del canale, oltre ad essere il programma più visto nella sua fascia oraria.[15][57]

L'episodio della prima stagione Lair of Grievous ha vinto un Golden Reel Award per il miglior montaggio sonora in una serie animata.[59] La serie è stata nominata agli Saturn Award per la miglior serie televisiva via cavo.[60]

Spin-off

Film

  Lo stesso argomento in dettaglio: Star Wars: The Clone Wars (film).

La serie è stata introdotta dall'omonimo prequel cinematografico, uscito nei cinema americani il 15 agosto 2008,[4] e in Italia il 19 settembre dello stesso anno.[5] L'idea di creare un lungometraggio è data dall'autore e regista della saga, George Lucas che, guardando alcuni episodi della serie sul grande schermo ha affermato: «Questo è bellissimo, perché non usiamo lo stesso team di lavoro e facciamo un film?».[13][61] Il lungometraggio, in realtà, è costituito dai primi episodi della serie che sarebbero dovuti essere trasmessi, integrati con delle scene create ex novo per legarli assieme.[62][63] La storia del rapimento dell'Hutt è stata inspirata dal film di Sonny Chiba, Shogun's Shadow.[64]

 
Anthony Daniels, voce di C-3PO, ha doppiato il personaggio sia nella serie che nel film omonimo

La Lucasfilm Animation ha usato il software Autodesk per animare sia il film che la serie. Lucas ha affermato di aver voluto creare un film con uno stile più essenziale, non fotorealistico come La leggenda di Beowulf o credibile come Gli Incredibili, in quanto voleva un look particolare, uno stile nuovo, teso più all'estremizzazione che al realismo.[65] Lucas ha inoltre impostato la pellicola come un film dal vivo, che fa quindi massiccio uso di movimenti di camera, luci marcate, e si basa più sul montaggio che sugli storyboard.[65]

Alcuni degli attori che hanno partecipato alla trilogia dei prequel, come Anthony Daniels, Samuel L. Jackson e Christopher Lee, sono tornati ad impersonare i rispettivi personaggi.[66][67] Molti siti accreditati, come TheForce.com e la stessa LucasFilm, hanno fatto intendere che Ewan McGregor e Hayden Christensen avrebbero preso parte al film. Nei trailer, infatti, le voci dei personaggi sono particolarmente aderenti a quelle dei due attori.[68][69]

La critica americana è stata unanime nel bocciare il film, che ha ottenuto soltanto il 19% di freschezza sul sito Rotten Tomatoes (la percentuale più bassa tra tutti i prodotti cinematografici e televisivi legati a Guerre Stellari).[47]

Fumetti

Allo show televisivo è stata affiancata una serie a fumetti che funge da tie-in. Inizialmente prevista come collana continua, è stata in seguito ridotta a miniserie, intitolata Star Wars The Clone Wars: Slaves of the Republic, composta da sei capitoli e scritto da Henry Gilroy (con i contributi di altri artisti che hanno lavorato alla serie, come Dave Filoni).[70] Il primo numero è uscito il 10 settembre 2008.[71]

Sono state create, inoltre, delle brevi storie a fumetti, che si collocano cronologicamente tra un episodio e l'altro e vengono pubblicati settimanalmente sul sito ufficiale StarWars.com, il giorno prima della messa in onda di ogni puntata.[72]

Citazioni e riferimenti

Citazioni della saga

Citazioni di altre opere

Citazioni e parodie

  • Nell'episodio The Lizard-Spock Expansion della serie televisiva The Big Bang Theory il personaggio di Sheldon si rifiuta di guardare The Clone Wars fintanto che non avrà visto il prequel cinematografico.[79]

Home video

Il 24 marzo 2009 è uscito, negli Stati Uniti, un DVD contenente i primi quattro episodi della serie, Ambush, Rising Malevolence, Shadow of Malevolence e Destroy Malevolence. [80] Un secondo disco, con altri quattro episodi, verrà distribuito nel settembre dello stesso anno.[80][81]

Il cofanetto della prima stagione è invece atteso per l'autunno del 2009, in formato Blu-ray Disc.[80][81][82]

Note

  1. ^ (EN) Reason To Believe In The "Power of the Force", in Rebelscum.com, 10 luglio 2008. URL consultato il 4/8/2008.
  2. ^ a b c d Star Wars: The Clone Wars, la serie animata della famosa saga arriva su Cartoon Network da febbraio in prima serata, in CineVideoBlog.it, 23 dicembre 2008. URL consultato il 25-12-2008.
  3. ^ (EN) Boradcast - Hot news, in Cgcg.com. URL consultato il 04-10-2008.
  4. ^ a b c (EN) Star Wars: The Clone Wars In Theaters and on Television in 2008, in StarWars.com, 12 febbraio 2008. URL consultato il 14-02-2008.
  5. ^ a b Due poster di Star Wars: The Clone Wars, in Badtaste.it, 16 luglio 2008. URL consultato il 23-10-2008.
  6. ^ (EN) mese, Meet the Producer and Director Of The Clone Wars at Celebration IV, in StarWars.com, 2008. URL consultato il 04-10-2008.
  7. ^ a b (EN) Robert Sanchez, NEW Animated Star Wars: Clone Wars Series Fully in Production!, in IESB.net, 29 gennaio 2007. URL consultato il 04-10-2008.
  8. ^ (EN) Pete Vilmur, Clone Wars Character Designer Kilian Plunkett, in StarWars.com, 05 ottobre 2007. URL consultato il 04-10-2008.
  9. ^ Francesca Camerino, Star Wars: The Clone Wars - a febbraio su Cartoon Network, in TvBlog.it, 08 gennaio 2009. URL consultato il 17-01-2009.
  10. ^ (EN) Introducing Catherine Winder - Producing The Clone Wars, in StarWars.com, 03 agosto 2007. URL consultato il 22-10-2008 (archiviato dall'url originale il 18 gennaio 2008).
  11. ^ (EN) Exclusive Video Interview: George Lucas Says Star Wars Is Not Dead, in Iesb.net, 03 marzo 2007. URL consultato il 27-12-2008.
  12. ^ (EN) Tim Goodman, Cartoon Network lands "Star Wars: The Clone Wars" TV series; big screen movie debuts Aug. 15., in Sfgate.com, 12 febbraio 2008. URL consultato l'11-10-2008.
  13. ^ a b c d (EN) Joshua Rich, George Lucas on 'Star Wars,' Indiana Jones, in Entertainment Weekly, 17 maggio 2008. URL consultato il 22-10-2008.
  14. ^ a b (EN) Exclusive Video Interview: George Lucas Says Star Wars Is Not Dead, in Iesb.net, 03 marzo 2007. URL consultato il 04-10-2008.
  15. ^ a b c (EN) Cartoon Network Picks Up Second Season of Star Wars: The Clone Wars, in StarWars.com, 09 febbraio 2009. URL consultato il 21-02-2009.
  16. ^ (EN) Jar Jar Binks, in Star Wars Databank. URL consultato il 02-11-2008.
  17. ^ (EN) Pete Vilmur, Lucas Gets Involved - Here's Where the Fun Begins, in StarWars.com, 31 agosto 2007. URL consultato il 15-10-2008 (archiviato dall'url originale il 13 febbraio 2008).
  18. ^ a b c d e f (EN) Dave Itzkoff, Free to Follow His Heart Right Back to ‘Star Wars’ (Page 1 of 3), in The New York Times, 29 giugno 2008. URL consultato il 07-10-2008.
  19. ^ (lingua inglese) Ryder Windham, Star Wars: The Ultimate Visual Guide, Dorling Kindersley, 19-09-2005, ISBN 0-756-61420-1. Lingua sconosciuta: lingua inglese (aiuto)
  20. ^ (EN) Star Wars Spectacular 2005, in StarWars.com, 12 luglio 2005. URL consultato il 07-10-2008 (archiviato dall'url originale il 23 luglio 2005).
  21. ^ (EN) Starwars.com at Comic-Con 2005, in StarWars.com, 12 luglio 2005. URL consultato il 10-10-2008 (archiviato dall'url originale il 21 gennaio 2008).
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