Diocesi di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola

diocesi della Chiesa cattolica in Italia

La diocesi di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola (in latino Dioecesis Fanensis-Forosemproniensis-Calliensis-Pergulana) è una sede della Chiesa cattolica suffraganea dell'arcidiocesi di Pesaro appartenente alla regione ecclesiastica Marche. Nel 2006 contava 126.064 battezzati su 128.916 abitanti. È attualmente retta dal vescovo Armando Trasarti.

Diocesi di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola
Dioecesis Fanensis-Forosemproniensis-Calliensis-Pergulana
Chiesa latina
File:Basilica Cattedrale di Fano.jpg
Suffraganea dell'arcidiocesi di Pesaro
Regione ecclesiasticaMarche
 
Mappa della diocesi
 
VescovoArmando Trasarti
Vicario generaleGiuseppe Tintori
Vescovi emeritiMario Cecchini
Presbiteri142, di cui 106 secolari e 36 regolari
887 battezzati per presbitero
Religiosi43 uomini, 162 donne
Diaconi13 permanenti
 
Abitanti128.916
Battezzati126.064 (97,8% del totale)
StatoItalia
Superficie1.100 km²
Parrocchie74 (5 vicariati)
 
ErezioneI secolo
Ritoromano
Santi patroniSan Paterniano
(10 luglio)
Sant'Aldebrando
(1° maggio)
San Geronzio
(9 maggio)
San Secondo
(1° giugno)
IndirizzoVia Rainerio 5, 61032 Fano (PU), Italia
Sito webwww.fanodiocesi.it
Dati dall'Annuario pontificio 2007 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
Il monastero di Fonte Avellana è uno dei luoghi religiosi più importanti della diocesi

Territorio

La diocesi comprende la parte meridionale della provincia di Pesaro e Urbino coincidente in buona parte con la valle del fiume Metauro.

La sede vescovile è la città di Fano, dove si trova la cattedrale di santa Maria Maggiore. La diocesi ha tre concattedrali: a Fossombrone sant'Aldebrando, a Cagli santa Maria Assunta, e Pergola sant'Andrea.

Il territorio è suddiviso in 74 parrocchie, raggruppate in 5 vicarie: Fano, Valle del Metauro, Fossombrone, Cagli e Pergola.

Storia

Diocesi di Fano

Incerte sono le origni della diocesi. Lo storico fanese Amiani parla di una passaggio di San Pietro e di Sant'Apollinare e di un vescovo di nome Tolomeo. L'unico dato certo è che san Vitale nel 498 al Sinodo voluto da papa Simmaco firmò i decreti con la sigla vescovo di Fano e anche sant’Eusebio, poco più tardi, firmò quelli del Sinodo del 504. Originariamente era suffraganea dell'arcidiocesi di Ravenna.

In linea con queste fonti possiamo affermare senza dubbio che la diocesi di Fano risale almeno alla fine del V secolo, anche se la leggenda vuole che sia stata fondata ancor prima, nel I secolo.

Tra il 755 e il 774 il centro religioso di Fano fu donato dai Franchi di Pipino e Carlo Magno alla Chiesa. Pur essendo questo territorio sotto il dominio diretto dei papi, mantenne una discreta autonomia. Nel 1335 papa Benedetto XII incaricò la signoria dei Malatesta di assumere il vicariato della città.

Tuttavia essi restarono fino al 1463 in seguito a ribellioni popolari dei fanesi nei confronti di Sigismondo Malatesta. Tali rivolte erano mirate a ottenere un governatorato del tutto ecclesiastico: perciò, a partire da quella data, la Chiesa mise a capo del territorio un governatore pontificio.

Nel 1568 la diocesi di Fano appare già immediatamente soggetta alla Santa Sede e il suo vescovo prese parte al concilio provinciale di Ravenna come non come suffraganeo, ma scegliendo liberamente la provincia ecclesiastica.

Questo territorio vide anche un breve periodo sotto il potere della casata degli Sforza e del Valentino. Nel 1860 fu poi incorporata nel Regno d'Italia. Dopo l'Unità il vescovo Vespasiani fu processato e incarcerato il giovedì santo.[1]

Diocesi di Fossombrone

Il nome dell'antica città di Fossombrone sembra derivare dal latino Forum Sempronii, ossia dal triumviro Caio Sempronio Gracco, che era giunto in questo luoghi, attorno al 133 a.C., per l’attuazione della riforma agraria.

Il vangelo di Cristo fu portato in questa zona da San Feliciano di Foligno, attorno al III secolo. Durante l'impero di Diocleziano si ebbero i primi martiri locali. Ancora oggi le spoglie mortali dei martiri Marenzo, Fravita, Urbano, Vincenzo e Martiniano sono conservate nella cattedrale, mentre quella dei martiri Aquilino, Gemino, Gelasio, Magno, Donato e Timoteo sono conservate nella chiesa di san Filippo.

Il Martyrologium Hieronymianum attesta che tra i primi vescovi della diocesi vi fu un martire: Timoteo. In base a questa informazione, la fondazione della diocesi sarebbe perciò da stabilire, anche in accordo con la leggenda, tra la fine del III e gli inizi del IV secolo.

Un dato più sicuro risale ai sinodi di papa Simmaco, nei quali furono firmati dei documenti con la dicitura Innocentius Episcopus Ecclesiae forosemproniensis. Il vescovo Innocenzo fu il primo a segnare una via pastorale di perenne presenza, attraverso millecinquecento anni di storia della sede vescovile, a concili e a sinodi, alla vita della comunità e alle missioni assegnate dai pontefici. Non è nota per Fossombrone nessuna sede metropolitana, sicché si ritiene che dal principio fino al 1563 sia stata immediatamente soggetta alla Santa Sede.

Nel V secolo le scorribande vandaliche ad opera dei Goti devastarono la città. Dopo la battaglia vinta dal bizantino Narsete, Fossombrone passò sotto l'Esarca di Ravenna e fece parte della Pentapoli Annonaria insieme a Urbino, a Cagli, a Gubbio e a Iesi.

Nell'VIII secolo la città fu distrutta dai Longobardi guidati da Liutprando, e successivamente ricostruita. Nel 999 l'imperatore Ottone III ne fece dono a papa Silvestro II e, verso il 1200, con papa Innocenzo III divenne un feudo di Azzo VI d'Este. Succeduta poi ad Aldobrandino e ad Azzo VII, passò al vescovo Monaldo e ai Malatesta, signoria riminese. Galeazzo Malatesta la vendette per 13.000 fiorini d’oro a Federico da Montefeltro, il quale la cedette alla nobile casata dei Della Rovere.

Il 4 giugno 1563 entrò a far parte della provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Urbino.

Fino all'anno 1631 rimase sotto il dominio dei duchi di Urbino, poi passò direttamente alla Stato della Chiesa, fino all'Unità d'Italia. Dopo l'Unità il vescovo Fratellini fu processato per aver risposto ad una circolare ministeriale ingiuriosa.[1]

Diocesi di Cagli

 
Scorcio della concattedrale di santa Maria Assunta a Cagli

Essendo posta in una posizione favorevole lungo la via Flaminia, fu facile zona di evangelizzazione fin dai primi anni delle comunità cristiane. La tradizione ricorda la presenza del vescovo Greciano al Concilio di Rimini del 359.

A partire da questo concilio di registrano poi anche i nomi degli altri vescovi: Romano fu presente a Roma nel 499 al sinodo di papa Simmaco; Viticano fu presente a Roma nel 502 ad un altro sinodo indetto dallo stesso papa Simmaco.

Si può affermare con sicurezza che la diocesi di Cagli risale alla fine del V secolo o agli inizii del VI secolo. Occorre precisare che la sede vescovile precedentemente non era collocata a Cagli, ma in Pitinum mergens.

Lo storico Gottardo Buroni ne La diocesi di Cagli parla di una zona municipale di Cagli pari all'estensione della stessa diocesi: a partire dal fiume Candigliano fino al Cesano, da Punta Cale del Furlo agli appennini.

Dopo la caduta dell'Impero Romano d’Occidente la diocesi vide l'arrivo dei barbari; questa volta tuttavia venne risparmiata da incendi e da distruzioni, grazie anche all'ubicazione favorevole. In seguito questo territorio fu dominato dai Goti, dai Bizantini e infine dai Longobardi.

Infine papa Stefano II, grazie all'aiuto di Pipino, re dei Franchi, riuscì a strappare ai Longobardi il territorio cagliese. Il vescovo Giovanni (legato di papa Giovanni VIII a Ravenna) segnò il cambiamento della sede episcopale – da Pitinum a Cagli – nel 872.

Il 4 giugno 1563 papa Pio IV rese la diocesi di Cagli suffraganea dell'arcidiocesi di Urbino. Dopo aver trascorso un periodo sotto il controllo dei duchi di Urbino, la diocesi tornò sotto il diretto potere dello Stato Pontificio nel 1626, sotto papa Urbano VIII.

Diocesi di Cagli e Pergola

La diocesi di Pergola è di recente formazione: Pergola fu elevata a sede vescovile con le bolle di papa Pio VII Romani Pontificis del 31 gennaio 1818 e Commissa tenuitati del 18 gennaio 1819, in forza delle quali fu anche unita aeque principaliter alla diocesi di Cagli.

La città di Pergola e la massima parte della diocesi erano appartenute alla diocesi di Gubbio, mentre la parrocchia di sant'Onofrio aveva fatto parte della diocesi di Nocera, la parrocchia di san Biagio (e precedentemente anche quella di santa Lucia) erano state soggette alla giurisdizione del vescovo di Cagli e anche l'abbazia territoriale di Nonantola aveva esercitato la sua giurisdizione su una piccola parte del territorio della nuova diocesi.

La diocesi di Pergola ebbe una propria cattedrale, un proprio palazzo vescovile e un proprio seminario, fin quando il vescovo Ettore Fronzi decise di tenere aperto un solo seminario a Cagli.

Dopo l'Unità il vescovo Cajani fu malmenato, perquisito e offeso.[1]

Diocesi di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola

Il 1º giugno 1973 Costanzo Micci fu nominato vescovo di Fano e di Fossombrone e, il 15 gennaio 1977, vescovo di Cagli e Pergola: le diocesi di Fano, di Fossombrone, di Cagli e Pergola furono così unite in persona episcopi.

Il 30 settembre 1986 Mario Cecchini a seguito della plena unione delle quattro diocesi divenne primo vescovo della diocesi di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola, suffraganea dell'arcidiocesi di Urbino-Urbania-Sant'Angelo in Vado.

Il 2 marzo 2000 divenne suffraganea dell'arcidiocesi di Pesaro.

Cronotassi dei vescovi

Vescovi di Fano

Vescovi di Fossombrone

Vescovi di Cagli

Vescovi di Cagli e Pergola

Vescovi di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola

Personalità legate alla diocesi

Santi

Beati

  • Beato Michelangelo Nanni (Cagli, 1593 - Roma, 1671)
  • Beato Benedetto Passionei (Fossombrone, 1560 - 1625)
  • Beato Giovanni Saziari alias Beato Giovannino (Cagli, 1327 - 1372)

Altri

Statistiche

La diocesi al termine dell'anno 2006 su una popolazione di 128.916 persone contava 126.064 battezzati, corrispondenti al 97,8% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 60.590 60.590 100,0 128 80 48 473 62 210 47
1970 75.000 75.000 100,0 138 97 41 543 49 230 52
1980 79.500 80.000 99,4 111 77 34 716 34 180 53
1990 132.140 133.340 99,1 194 149 45 681 1 47 244 80
1999 121.000 125.000 96,8 163 122 41 742 11 48 207 74
2000 121.132 122.502 98,9 163 123 40 743 11 47 167 74
2001 121.215 122.900 98,6 160 120 40 757 11 47 167 74
2002 122.100 127.300 95,9 152 115 37 803 11 44 161 74
2003 123.600 128.150 96,4 143 110 33 864 11 39 157 74
2004 124.300 128.900 96,4 142 109 33 875 11 37 162 74
2006 126.064 128.916 97,8 142 106 36 887 13 43 162 74

Note

Bibliografia

Collegamenti esterni

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