Eccidio di Cavazzoli

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Il fatto

L'eccidio di Cavazzoli (19 novembre 1944) è stato così chiamato in quanto nella mattina del 20 novembre 1944, in località Cavazzoli (Reggio Emilia), un abitante del luogo rinviene in un fosso, poco fuori del paese, lungo la strada parallela alla statale N. 9 via Emilia, i cadaveri di quattro uomini.

Appare immediatamente evidente che i quattro uomini sono stati torturati prima di essere uccisi o forse alcuni di loro sono morti sotto tortura.

Gli avvenimenti

Nella sera precedente cinque uomini, tutti abitanti a Pieve Modolena, una villa appena fuori della città di Reggio Emilia lungo la via Emilia verso Parma, decidono di recarsi insieme presso la locale cooperativa di consumo che funge anche da bar. Il locale è situato sulla via Emilia a poco più di cento metri dalle abitazioni dei cinque uomini.

Motivo di questa piccola riunione è di avere notizie, presso il locale pubblico, della situazione della guerra e del suo evolversi; in quel momento gli alleati sono fermi al di là della Linea Gotica.

Un gruppo di fascisti, che saranno successivamente individuati come appartenenti alla famigerata Banda Ferri, rastrella i cinque lungo il loro tragitto e li porta in città presso Villa Cucchi. Questa villa, situata all'interno del centro città, è sede della milizia fascista e adiacente ad un'altra villa requisita dal comando tedesco, è nota per essere luogo di interrogatori e torture.

Nella notte, dopo aver infierito su di loro, i cinque vengono caricati su un autocarro e portati in località Cavazzoli. Uno di loro, ancora in vita, riesce, durante il tragitto, a fuggire. Porterà per tutto il resto della sua vita i segni di quella notte riuscendo a camminare a malapena appoggiandosi al suo vecchio ciclomotore.

Le vittime

I quattro assassinati sono (in ordine di età) Prospero BERTANI (54 anni), Fausto FRANCHINI (44 anni), Giuseppe CARRI (36 anni), Adalgiso GUARDASONI (19 anni); insieme a loro Emore IORI (a quel tempo, 30 anni ) sopravvissuto.

I responsabili

I responsabili materiali dell'eccidio, tutti appartenenti alla Banda Ferri, sono stati processati dopo la Liberazione e riconosciuti responsabili di oltre quaranta omicidi.

Motivazioni dell'eccidio

Ci si è spesso interrogati sulle motivazioni che hanno spinto i responsabili dell'eccidio ad un'azione così efferata apparentemente senza scopo od utilità per la guerra civile in corso.

Recentemente si è rivalutata una tesi che vorrebbe che l'eccidio fosse stato motivato dal fatto che i gruppi delle milizie fasciste avessero il sospetto che i gruppi della resistenza di Cavazzoli e di Pieve Modolena si stessero unificando per rafforzare le azioni in città.

Si sarebbe così voluto dare un segnale dissuasivo rastrellando (casualmente) degli abitanti di Pieve Modolena per poi, dopo averli torturati, abbandonarne i corpi a Cavazzoli.

Voci correlate