Gallo cedrone (film)
Gallo Cedrone è un film del 1998, diretto dal regista Carlo Verdone.
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| Durata | 94 min |
| Regia | {{{regista}}} |
Trama
Il film si introduce con la notizia del sequestro e la condanna a morte di Armando Feroci, volontario della Croce Rossa in un paese islamico, notizia che diviene caso nazionale mobilitando politici e media. Da interviste e ricordi di persone non ne emerge un quadro esaltante.
Borgataro romano inetto e ruspante, privo di amor proprio e di testa sulle spalle, si fa conoscere come concorrente di telequiz, appassionato d'automobili ma cercando di strafare perde un premio di cento milioni di lire.
Feroci lavora come agente immobiliare conciandosi come Antonello Venditti ed incontra la sua futura moglie cercandole di rifilarle una catapecchia e la conquista in una comica quanto squallida rivisitazione della scena iniziale dell' Ultimo tango a Parigi di Bertolucci. La donna, incinta della seconda figlia, subisce uno scherzo atroce dal marito che simula una rapina e la sua morte, provocando nella donna uno shock tale da cagionare un aborto spontaneo.
Tornato solo, Armando si veste come Elvis Presley e tenta di convincere dei fan di esserne il figlio naturale. Persa questa causa, comincia a girare per il mondo senza meta per poi andare a trovare il fratello, Franco, un ricco e scrupoloso dentista da poco sposato con Martina, ragazza non vedente di cui Armando si innamora.
Nonostante abbia un posto di lavoro come autista, Armando fugge con Martina la quale, finalmente libera dal marito opprimente, gli chiede di visitare le più famose città italiane. Ormai senza soldi, Martina supplica ad Armando di insegnarle a guidare l'auto ma nel tentativo lo investe portandolo in un coma inizialmente irreversibile.
Durante la degenza, Egle, un'infermiera fanatica di New age si prende cura di lui fino alla guarigione. Armando adesso sembra un uomo cambiato, più maturo ed altruista. Sembra. Armando viene finalmente liberato dopo una lunga e febbrile mediazione da parte del Governo ma una volta appreso il motivo della sua cattura, aver tolto il velo a una donna locale nel tentativo di corteggiarla, torna a casa nell'ignominia generale.
Due anni dopo, Armando Feroci torna a far parlare di sè: si candida a sindaco di Roma a capo di una lista civica da lui guidata denominata "Città ridente". Nel suo comizio con mimica ed abbigliamento che irride a Silvio Berlusconi, propone di fare del Tevere un'enorme arteria stradale, concludendo con il motto "Con me si va nella città ridente, con me si va nell'eterno splendore", ed è un successo di pubblico che applaude a scena aperta.
Commento
Carlo Verdone ritrova il personaggio di Enzo, il "coatto" del suo primo film, nelle vesti di un mai cresciuto e prossimo alla cinquantina Armando Feroci, aggiungendo una nuova maschera al suo repertorio. Girato a basso costo, gag leggere, battute già note dai trailer, il film conta sull'episodio centrale, vero film nel film, la fuga con Martina, dove il personaggio ed il regista si prendono più sul serio.
Divertente quanto fastidioso, Armando ironizza suo malgrado il mondo che lo circonda, famiglia e religione inclusi. È una figura senza riscatto perché non vi è nessuno davanti al quale ravvedersi ma senza il nome di Carlo Verdone non si riscatta neppure il film.
Curiosità
- Per simulare la cecità di Martina, la quale iride non si contrae davanti alla luce di una fiamma, le si è instillata sugli occhi dell' atropina, normalmente utilizzata dai medici oculisti per degli esami specifici, e che inibisce temporaneamente il riflesso contrattile.
- Il brano di coda del film ricorda l'introduzione della canzone rock sinfonica Pirates degli Emerson, Lake, Palmer.
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