Giuseppe Saragat
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Mandato Presidenziale: | dal 28 dicembre 1964 al 24 dicembre 1971 |
Elezione: | al ventunesimo scrutinio con 646 voti su 963 |
Predecessore: | Antonio Segni (Cesare Merzagora ad interim) |
Successore: | Giovanni Leone |
Data di Nascita: | 19 settembre 1898 |
Luogo di Nascita: | Torino |
Data di Morte: | 11 giugno 1988 |
Luogo di Morte: | Roma |
Moglie: | Giuseppina Bollani |
Professione: | Politico |
Partito politico: | Partito Socialista Democratico Italiano |
Giuseppe Saragat (Torino, 19 settembre 1898 - Roma, 11 giugno 1988) è stato un importante uomo politico italiano.
Figlio di immigrati sardi (il padre era nativo di Sassari), faceva parte di una famiglia appartenente alla media borghesia italiana. Nel 1922 aderì al socialismo non tanto per vocazione ideologica quanto per solidarietà nei confronti della gente povera, ovvero quel proletariato che andava organizzandosi. Esponente della parte riformista del Partito Socialista Italiano, durante il ventennio fascista emigrò in Francia, Austria e Svizzera, stringendo un'allenza politica con Pietro Nenni.
Tornò in patria nel 1943 per combattere contro la Repubblica di Salò: arrestato e consegnato alle autorità tedesche, riuscì ad avedere ed a trasferirsi a Milano, dove lavorò per il risanamento del PSI. Ministro senza portafoglio nel 1944 durante il governo Bonomi II, nel 1945 fu ambasciatore d'Italia a Parigi per un brevissimo periodo.
Nel 1946 venne eletto deputato all'Assemblea Costituente, di cui fu presidente sino al 1947, anno in cui Alcide De Gasperi ruppe l'accordo con socialisti e comunisti. Contrario all'alleanza tra i socialisti ed il Partito Comunista Italiano, nel gennaio del 1947 provocò la cosiddetta "scissione di palazzo Barberini", in cui vide la nascita il Partito Socialista dei Lavoratori Italiani, che nel 1951 divenne Partito Socialista Democratico Italiano in seguito alla fusione con il Partito Socialista Unitario.
Nelle elezioni politiche del 1948 si scagliò contro il Fronte Democratico Popolare, l'alleanza social-comunista in cui militava anche il "caro nemico" Nenni: durante la campagna elettorale il Fronte gli rimproverò l'alleanza con la Democrazia Cristiana, coniando contro Saragat alcune espressioni politicamente denigratorie (socialfascista, socialtraditore, rinnegato). In quelle consultazioni il suo cartello politico, denominato per l'occasione Unità Socialista, ottenne poco più del 7% dei voti alla Camera dei Deputati e circa il 4,1% al Senato della Repubblica, ottenendo nel Parlamento italiano 43 seggi in totale.
Più volte vicepresidente del Consiglio nei governi De Gasperi, fu anche ministro degli Esteri dal 1962 al 1964 e si schierò a favore della formula politica del centrosinistra. Il 28 dicembre del 1964 fu eletto presidente della repubblica al 21° scrutinio, grazie anche ai voti decisivi dei socialisti e dei comunisti. Terminato il suo mandato nel 1971, Saragat divenne di diritto senatore a vita, ma ebbe anche l'occasione di ritornare al suo partito, di cui divenne presidente nel 1976.
Socialista libertario, Saragat viene oggi considerato il padre della dottrina socialdemocratica italiana. Riformista e dal forte senso atlantista (fu favorevole al Piano Marshall e all'ingresso dell'Italia nella NATO), egli era convinto che la socialdemocrazia potesse essere politicamente un valore aggiunto e che avrebbe potuto avere una posizione elettoralmente egemonica, come del resto avveniva nei paesi nel nord Europa.
Voci correlate
Collegamenti Esterni
- Wikisource contiene una pagina dedicata a Giuseppe Saragat
- Wikiquote contiene citazioni di o su Giuseppe Saragat
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Giuseppe Saragat
- Sito del Quirinale
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