Proculo Virginio Tricosto Rutilo, in latino Proculus Verginius Tricostus Rutilus (... – ...), è stato un politico e militare romano del V sec. a.C..

Biografia

Proculo Virginio apparteneva al ramo Tricosto della nobile gens Virginia, un'antica gens patrizia dell'antica Roma. Era il padre di Tito Virginio Tricosto Rutilo, console nel 479 a.C. e di Aulo Virginio Tricosto Rutilo console nel 476 a.C.

Proculo Virginio fu eletto console nel 486 a.C. insieme a Spurio Cassio Vecellino, che era al suo terzo incarico[1]. Durante il suo consolato è alla testa dell'esercito che marcia alla volta degli Equi, che però rifuggono dallo scontro, ne devasta le terre senza incontrare resistenza e ritorna infine in patria[1]. Nel frattempo il collega Spurio Cassio, sconfitti gli Ernici, con un trattato annette a Roma i due terzi del loro territorio e propone di distribuirlo, insieme a parte delle terre demaniali detenute abusivamente da gente patrizia, ai Latini e ai plebei[2]; il senato promulga per la prima volta una legge agraria ma Proculo Virginio, sostenuto sia da senatori e patrizi, che vedevano minacciati parte dei propri averi, che dallo stesso popolo romano, che non voleva spartire la terra con gli alleati, si oppone al progetto di Cassio, che non troverà attuazione e che lo condurrà, l'anno successivo, alla condanna a morte[3].

Note

  1. ^ a b Dionigi, Antichità romane, Libro VIII, 68, 1.
  2. ^ Tito Livio, Ab urbe condita libri, Libro II, 41, 1-2.
  3. ^ Tito Livio, Ab urbe condita libri, Libro II, 41, 10.

Voci correlate

Predecessore Fasti consulares Successore  
Tito Sicinio Sabino
e
Gaio Aquillio Tusco
(486 a.C.)
con Spurio Cassio Vecellino III
Servio Cornelio Maluginense
e
Quinto Fabio Vibulano I

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