Dialetto ossolano

dialetto della lingua lombarda parlato in Piemonte

Il dialetto ossolano è una delle principali varianti del dialetto insubre (dialetto lombardo occidentale), insieme al Meneghino, Bustocco, Legnanese, Brianzolo, Canzese, Canturino, Monzese, Comasco, Lecchese, Vallasinese, Ticinese, Valtellinese, Chiavennasco, Lodigiano, Varesotto e al Novarese.

Il dialetto Ossolano è diffuso e parlato soprattutto nella regione storico-geografica dell'Ossola; questa zona occupa il lembo più settentrionale del Piemonte, nella provincia del Verbano Cusio Ossola. Questa zona trova il punto di confine tra lei e la zona del Cusio, nel paese di Anzola d'Ossola, mentre con il Verbano attraverso la Val Grande e la Val Cannobina. Nel dialetto ossolano sono presenti anche influenze di tipo piemontese.

Il dialetto è simile in tutte le vallate dell'Ossola, con alcune varianti locali (una certa differenziazione è possibile notarla soprattutto tra l'Alta e la Bassa Ossola, il cui confine è marcato dal torrente Isorno). Nel Cusio viene parlato un dialetto molto simile ma con alcuni modificazioni di pronuncia e scrittura a causa della vicinanza con i territori novaresi, che hanno fatto sì che queste zone acquisissero una maggiore caratterizzazione piemontese. Nel Verbano è la Val Cannobina la più interessata alla somiglianza col dialetto Ossolano, poiché sebbene questa valle si trovi in territorio verbanese, gli abitanti dei centri abitati più vicini all'Ossola, come Cursolo-Orasso, parlano oggi come centinaia di anni fa, il dialetto ossolano.

Vi è poi da sottolineare che il dialetto ossolano vieni oggi parlato in alcuni comuni della Svizzera, sopratutto in Canton Ticino, in particolare nei comuni più vicini al confine (ad esempio Camedo), nei quali molti Ossolani sono emigrati in cerca di lavoro e hanno acquisito molte imprese e, seppur con qualche variante svizzera, essi continuano a parlare l'Ossolano.

Dal punto di vista storico, il dialetto ossolano è una lingua della famiglia delle Gallo-Italiche. Tuttavia, a differenza delle altre varianti dell'Insubre, l'Ossolano adottò numerose parole da un'altra popolazione celtica, i Leponzi, che discese dal nord e che abitò l'Ossola molto prima degli Insubri. Questa popolazione si insidiò solamente nelle alpi Lepontine e quindi solamente l'Ossolano assorbì la loro influenza.

A seguito della discesa delle popolazioni Germaniche dal nord, il dialetto insubre, come del resto quasi tutte le lingue e i dialetti del nord, assimilarono innumerevoli vocaboli e cadenze delle lingue germaniche, pur rimanendo simile a sé stessa. Il fatto che il dialetto insubre e le sue varianti siano rimasti invariati anche dalla colonizzazione romana, poiché i Romani erano soliti lasciare che i popoli sottomessi coltivassero la loro cultura senza assorbire obbligatoriamente quella Latino-Romana.

Il dialetto ossolano assorbì lievissime e quasi impercettibili varianti dei vocaboli dagli Spagnoli che dominarono l'Ossola nel XVI secolo.

Nel dialetto ossolano sussistono ancora alcune traccie del passaggio dei popoli del nord. Un chiaro esempio è dato dal fatto che in alcune parole, sulle vocali, si metta la Umlaut (Ä,ä,Ë,ë,Ï,ï,Ö,ö,Ü,ü); questo segno è senza ombra di dubbio, un segno utilizzato dai popoli Germanici i quali hanno lasciato l'utilizzo di questo segno,nel dialetto Ossolano (esempio: comün=comune, augnü=venuto).

Un'altra componente singolare del dialetto ossolano è la cadenza fonetica. Data la notevole vicinanza con la Svizzera, il dialetto ha acquisito la tipica cadenza fonetica degli Elvetici (solo nel Canton Ticino e nelle zone di lingua italiana). Questa cadenza si può udire molto bene in tutte le vallate, più o meno distintamente.

In alcune vallate e altre zone dell'Ossola sono tipici alcune locuzioni, o brevi parole, che sono molto spesso usate in quasi tutte le frasi (si potrebbero paragonare al ciò dei Veneti. Ne sono alcuni esempi il "Ben", il "Già" e il "Poi", che sono utilizzati sopratutto nell'Ossola superiore (Valle Vigezzo, zone vicine al confine come Camedo, Domodossola e dintorni, Valle Cannobina).

Il "Ben" è una particella che funge come un modo di rimarcare ulteriormente una data affermazione: es. Giulio:"Cosa fai oggi,Elisa?" Elisa:"Lo so "ben" io!"

es.2 Giulio:"A cosa starà pensando Giuliano?" Marco:"Lo saprà "ben" lui."

Quando il "Ben" è tradotto in dialetto Ossolano,si trasmorfa in "bé". es. Giulio:"Que chi fei incöi,Elisa?" Elisa:"So' bé mi!"

es.2 Giulio:"A que c'u starà pensando u Giuliano?" Marco:"U saura "bé" lüi."

Il "già" è un'altra particella del discorso,utilizzata per sottolineare un'affermzaione,il più delle volte viene utilizzata per affermare una cosa quasi ovvia.

es. Giulio:"Quanti anni hai?" Marco:"Quindici già!"

es.2 Marco:"Tra quanto parti?" Elisa"Adesso già!"

Il "poi" è un'altra particella della frase che viene utilizzata per sottolineare l'intera frase,l'affermazione che si sta dicendo. es. Giulio:"Quanto è stupido quel ragazzo!" Marco:"Non farti sentire!E'"poi" permaloso!"

es.2 Marco:"Non verrà mai da te,dovrai sempre andare te da lui,anche perche è "poi" troppo vergognoso."

Queste forme del discorso, in dialetto sono rari i casi in cui vengano usati, fatta eccezione per il "ben" che viene usato anche nella forma dialettale; le altre due forme, tradotte,sono:poi=pöi, già=già (rimane invariato).

Al giorno d'oggi, il dialetto ossolano si è modificato rispetto a quello di anni fa, mantenendo tuttavia intatto il patrimonio culturale e storico che lo caratterizza; poiché negli ultimi anni si è italianizzato sempre più, rimangono solamente gli anziani a parlarlo invariato e nella sua forma originale.

Nel dialetto ossolano sono poi presenti anche influenze piemontesi, la principale delle quali è la velarizzazione di –L- (cioè la sua trasformazione in –u) compresa tra la "a" ed alcune consonanti (T;D;S;Z).

es: caud, "caldo"; saut, "salto"; faus, "falso"; cauza, "calza"...

Questo fenomeno è comune pressoché a tutto il territorio ossolano che si collega così al Cusio e alla Valsesia. L'influsso piemontese è riscontrabile poi anche nel lessico:

  • mat: "ragazzo"
  • borgno: "cieco"
  • visché o viscà (a seconda se ci si trovi in Alta o in Bassa Ossola): "accendere"
  • bugiàs: "muoversi"
  • tùrna: "di nuovo", "nuovamente"